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Autore: rhys89    30/08/2020    0 recensioni
Una raccolta di storie di varia natura, avvertimenti e lunghezza. Tutte diverse, tutte slegate tra loro… tutte rigorosamente Obikin.
Perché, sul serio, questi due adorabili ragazzuoli meritavano molto più amore di quanto il destino infame ha concesso loro.
#1 - Ti avvicini a lui fino a catturare quel sorriso con le labbra, ed è come risvegliarsi dopo un lungo, lunghissimo incubo.
#2 - «Certo, come no» ribatte Anakin alzando gli occhi al cielo. «Dopotutto hai solo trentanove di febbre, che sarà mai…»
#3 - Sorride anche Obi-Wan, perdendosi a guardarlo negli occhi mentre Anakin inizia a giocherellare con le sue dita.
#4 - Luke ci mette forse qualche secondo di troppo a capire che “Ani” sta per Anakin. Suo padre. E che probabilmente Obi-Wan sta sognando…
#5 - «Tu sei pazzo di lui, Obi-Wan» lo interrompe, ma lo fa con tanta dolcezza nello sguardo che Obi-Wan non riesce ad arrabbiarsi. «E Anakin è pazzo di te, e tu lo sai.»
#6 - Mentre cerca di capire perché mai dovrebbe esserci un neonato nel loro appartamento sente Anakin sospirare.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Obi-Wan Kenobi
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolino dell'autrice

Salve gente! ^^
Oggi finalmente pubblico una storia che mi sta tanto a cuore: è basata su un'idea che ho da anni, dico sul serio, ma che per un motivo o per un altro non ero mai riuscita a sviluppare con nessuna delle coppie con cui sono entrata in fissa nel corso del tempo... fino ad ora.
Si tratta di una storia piuttosto lunga e anche piuttosto strana, lo ammetto, ma nonostante questo spero davvero che vi piaccia ^^

Disclaimer: i personaggi e la storia di Star Wars non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

[Progetto “Un anno di Obikin”, settimana 12/52]
[Partecipa alla Challenge delle Parole Quasi Intraducibili, indetta da Soly Dea sul forum di EFP.]
[Partecipa alla Un amore di Challenge, indetta da AleDic sul forum di EFP.]

Buona lettura a tutti! ^_^



Nome autore: rhys89
Titolo storia: Matrix
Prompt: Citazione 20) “Sono qui se hai bisogno di me.” – Won
Personaggi/pairing:: Anakin Skywalker, Obi-Wan Kenobi, Rey, Obi-Wan&Rey, Anakin/Obi-Wan
POV: Obi-Wan
Rating: giallo
Generi: romantico, malinconico, introspettivo
Avvertimenti: //
Localizzazione: indefinita
Note: - Won: la difficoltà di una persona nel rinunciare a un’illusione per guardare in faccia la realtà.
Conteggio parole (word): 2273

Matrix

 Non riesce a credere di essersi fatto catturare così. In sua difesa, quella manovra estremamente stupida e rischiosa che l’ha portato dritto dritto in trappola era indispensabile per poter raggiungere il trasmettitore e avere una minima possibilità di mandare un SOS ad Anakin – e quindi uscirne vivo.
Spera solo di aver tenuto attiva la comunicazione abbastanza a lungo perché il messaggio arrivasse a destinazione.
 Il suo attuale aguzzino non parla una sola parola di Basic Galattico, e la testa gli gira troppo per decifrare con quale lingua poter comunicare con lui.
Poco male, probabilmente non servirebbe comunque a nulla.
 Inspira a fondo e cerca di concentrarsi per richiamare la Forza. Non ci riesce.
 «Inutile, Jedi» gracchia una voce nuova.
 Obi-Wan riapre faticosamente gli occhi, e attraverso la nebbia riesce a distinguere una seconda figura che gravita attorno alla sedia a cui è incatenato mentre finisce di collegare una preoccupante quantità di cavi al casco sulla sua testa.
 «Tu parla» continua a borbottare, annuendo tra sé. «Tu no resiste… nessuno può. Neanche Jedi. Tu dice noi tutto.»
 Per concludere in bellezza, il suo nuovo amico prende qualcosa che somiglia terribilmente a una siringa da un ripiano che non riesce a vedere. Mentre l’ago si avvicina al suo braccio Obi-Wan si divincola e prova con tutto se stesso a richiamare anche soltanto una scintilla di Forza per riuscire ad avere più tempo, per poter trovare una soluzione, per cercare…

 Si risveglia di soprassalto in una stanza buia che non riconosce, ma quando prova a muoversi nota con sollievo di non essere più legato né alla sedia né a quello strano casco. L’istante dopo, tuttavia, i sensi tornano in allerta avvertendo qualcun altro nella stanza insieme a lui… anzi, nel letto insieme a lui.
Ma che diamine…?
 «Obi-Wan?» mormora la voce assonnata di Anakin e Obi-Wan si concede un sospiro di sollievo, rilassandosi immediatamente. Il suo apprendista accende una piccola luce sul comodino e poi si volta verso di lui, stropicciandosi gli occhi. «Ehi… tutto ok?» gli chiede preoccupato non appena riesce a metterlo a fuoco.
Deve avere un aspetto orribile, a giudicare dalla sua espressione.
 Obi-Wan abbozza un sorriso rassicurante e fa cenno di sì, perché anche se non ricorda cos’è successo è evidente che il suo piano disperato alla fine ha dato i suoi frutti, e Anakin è riuscito a salvarlo ancora una volta e portarlo al sicuro.
Non gli è del tutto chiaro perché dorma nel suo stesso letto, ma forse voleva solo stargli vicino finché non fosse stato certo che stesse bene… dopotutto doveva essere in condizioni a dir poco infelici quando lo ha recuperato.
 Anakin però non ha mai smesso di guardarlo col naso leggermente arricciato e quel cipiglio serioso che mette su fin da bambino quando qualcosa non gli torna, strappando a Obi-Wan un sorriso divertito. Sorride anche Anakin e fa per dire qualcosa, ma viene interrotto da un rumore decisamente inaspettato.
Il pianto di un neonato.
 Mentre cerca di capire perché mai dovrebbe esserci un neonato nel loro appartamento sente Anakin sospirare.
 «Tocca a te» gli dice, indicando col capo la porta. Obi-Wan lo guarda senza capire e lui sbuffa un sorriso. «Va bene, vado io… ma quando torno mi racconti cos’hai sognato che ti ha sconvolto così.»
 Lo segue in silenzio con lo sguardo finché non esce dalla stanza, con la sgradevole sensazione di essersi perso qualche passaggio fondamentale. Corruccia la fronte e sforza il più possibile la memoria, ma quando Anakin ritorna non ha fatto alcun progresso: ancora non ha idea del perché mai sia stato affidato loro un bambino, soprattutto uno così piccolo.
 Eppure, nel vedere quel fagottino rosa tra le braccia di Anakin, Obi-Wan sorride e allunga le proprie con una naturalezza che non credeva di possedere. Sorride anche Anakin.
 «Vai da papà Obi?» le sussurra all’orecchio, e lei si sporge subito verso il letto.
 Ridacchiano entrambi mentre Obi-Wan l’afferra quasi al volo, ed è solo quando Anakin sparisce di nuovo per andare a prepararle il latte che Obi-Wan comprende davvero quello che ha appena sentito.
Papà Obi?
 Il sorriso gli si congela in volto, mentre il sospetto che ci sia qualcosa di decisamente sbagliato in tutto quello comincia a rosicchiargli il bordo della coscienza.
Che qualcuno gli abbia…
 Non fa in tempo a finire il pensiero che la bambina – tra l’altro come diamine fa a sapere che è una femmina? – gli tira la barba per attirare la sua attenzione. Abbassa gli occhi fino a incrociare i suoi e li vede vispi e intelligenti e fieri di averlo di nuovo tutto per sé. E sorride.
 «Pestifera come tuo padre» borbotta, facendole il solletico – la sua risata cristallina è musica per le orecchie e balsamo per l’anima.
 «Ehi, e io che c’entro adesso?»
 Alza la testa in tempo per vedere Anakin avvicinarsi a loro con un biberon e un bavaglino.
 «Tua figlia mi ha appena tirato la barba» gli spiega – e quella risposta da dove gli è uscita?
 Anakin unisce la sua risata a quella di Rey, prima di allungarsi a riprenderla in braccio.
 «Non dovresti fare i dispetti a papà» le dice. «Quello è compito mio» aggiunge sogghignando, guardando Obi-Wan di traverso. Lui sbuffa e alza gli occhi al cielo, ma intanto si tira indietro nel letto per permettere ad Anakin di sedersi a gambe incrociate di fronte a lui e appoggiare la schiena contro il suo torace.
 E mentre Anakin sistema Rey più comodamente e comincia a darle il latte, finalmente Obi-Wan capisce che tutto questo non è nient’altro che un sogno. Non c’è altra spiegazione. Questo è sicuramente il più assurdo e realistico – e meraviglioso – sogno che abbia mai fatto, e allora mette a tacere quel fastidioso campanello d’allarme che continua a risuonargli in testa e, semplicemente, spenge il cervello.
Dopotutto nessun sogno dura per sempre, quindi è meglio goderselo finché può.
 Esita solo un istante ancora, poi circonda la vita di Anakin con le braccia e appoggia il mento sulla sua spalla. Con la coda dell’occhio lo vede sorridere, mentre entrambi guardano quella minuscola e perfetta creaturina bere avidamente dal biberon.
 Prima ancora di finire il latte, Rey chiude gli occhi e si addormenta. Anakin sorride intenerito e le scosta piano un ciuffo moro dalla fronte, poggiando la bottiglia vuota e il bavaglino sul letto accanto a sé. Quando poi volta la testa verso di lui, Obi-Wan si ritrova a specchiarsi in quegli occhi così particolari che da anni non vedeva tanto da vicino. Socchiude i propri mentre Anakin si avvicina ancora fino a sfiorare il naso col suo, per chiuderli del tutto non appena le loro labbra coincidono in un bacio morbido che sa di casa.
 Quando si separano Anakin sorride di nuovo, e Obi-Wan con lui.
 «Ti va di parlarmi di quello che hai sognato?» sussurra.
 Obi-Wan ci mette un po’ a capire a cosa si riferisca, poi scuote piano la testa.
 «Non me lo ricordo nemmeno» mente.
 «Bugiardo» lo scopre subito Anakin, e Obi-Wan abbozza un sorriso colpevole – anche nei suoi sogni Anakin lo conosce come le proprie tasche. «Ma va bene… ricordati solo che sono qui, se hai bisogno di me.»
 Il cuore gli si stringe in petto e di riflesso stringe ancora più forte tra le braccia quell’utopistica replica dell’uomo che ama.
 «Lo so» sussurra contro il suo collo. Anakin gli accarezza i capelli e non ribatte, lasciandosi coccolare in silenzio fino a che non è lo stesso Obi-Wan ad allentare la presa.
 «Ti senti meglio?»
 La voce di Anakin è piena dello stesso amore che Obi-Wan legge sul suo viso quando lo trova davanti dal proprio. Soffia un “sì” sulle sue labbra e poi le bacia, affamato di lui e di quell’illusione che potrebbe sgretolarsi da un momento all’altro. Anakin risponde al bacio con la stessa urgenza, voltandosi nel suo abbraccio per salirgli sopra a cavalcioni.
 «Rey?» domanda Obi-Wan confuso.
 «Nel suo lettino che dorme.» L’immediata risposta. E non c’è tempo per la logica, non c’è la voglia di capire, c’è solo Anakin e il suo calore e il suo sapore e la sua stessa essenza che gli scivola sottopelle ad ogni bacio e gemito e carezza data o ricevuta.
 «Obi… facciamo un altro figlio?» sussurra malizioso sulle sue labbra.
 Obi-Wan lo guarda completamente ammaliato, e annuisce. Fa l’amore con lui, e Anakin è l’incarnazione di ogni singola fantasia proibita gli abbia accarezzato la mente negli ultimi anni. È sensuale, è dolce, è passionale.
È bisognoso di lui almeno quanto Obi-Wan lo è del vero Anakin.
 Ma all’improvviso c’è qualcosa che non va. Qualcosa che è legato al martellare sempre più insistente alle tempie e a quel ronzio che ha iniziato a sovrastare tutto il resto, e le immagini diventano come sfocate e la voce di Anakin va e viene e – ti prego no, non voglio svegliarmi! – la carezza dei suoi baci si fa più lieve di un sospiro fino a divenire solo ricordo.

 Quando si risveglia davvero è nell’infermeria del Tempio.
Da solo.
 Il droide medico che lo sorveglia si attiva subito per controllargli i parametri vitali e con la coda dell’occhio ne vede un altro uscire dalla stanza, probabilmente per andare a comunicare le novità a chi di dovere.
 Chiude gli occhi e si aggrappa come un naufrago agli ultimi strascichi del suo sogno – o quel che era.
La risata di Rey, le carezze di Anakin, il calore che sentiva nel cuore nello stringerli entrambi tra le braccia…
 La porta si apre con un fruscio riportandolo bruscamente al presente.
 «Sono lieto di vedere che stai bene, Obi-Wan» lo saluta maestro Windu con un sorriso. «Ci hai messo un bel po’ a risvegliarti.»
 Obi-Wan si sforza di sorridergli in risposta.
 «Lo confesso, ero piuttosto stanco.»
 Lo vede annuire comprensivo.
 «Sì, lo immagino… quello che ti hanno dato non era proprio estratto di bacta.»
No, decisamente no.
 «L’avete analizzato?»
 «Sì, ma erano già passate alcune ore dalla somministrazione quando l’abbiamo estratto dal tuo sangue e la sua composizione non è del tutto chiara. Sembra un misto di veleno e quello che riteniamo essere un allucinogeno… è così?»
 Il suo cuore sussulta traditore, svelando un tumulto interiore che tuttavia non traspare dal suo viso impassibile.
 «Sì, è così» risponde con semplicità.
 Windu lo studia qualche secondo – anche la Forza deve aver sussultato con lui – prima di fare un’altra domanda.
 «E queste allucinazioni avevano natura piacevole o spiacevole?»
Il fantasma delle labbra di Anakin è di nuovo sulle sue, l’eco dei suoi gemiti gli risuona fin dentro le ossa.
 «Piacevole.»
 Windu annuisce quasi tra sé e non indaga oltre.
 «Probabilmente serviva a indebolire la tua mente per poter estrarne informazioni senza che opponesse resistenza… anche se non abbiamo ancora capito qual era il loro obiettivo, né se ne avessero uno in particolare. Ad ogni modo-»
 Si interrompe all’improvviso quando la porta si apre e si voltano entrambi al chiassoso ingresso del nuovo arrivato. E all’improvviso Anakin – quello vero – è al suo fianco, sporco, scarmigliato e con un sorriso luminoso tutto per lui. Gli sorride anche Obi-Wan, e per un singolo ed effimero istante il sogno coincide con la realtà mentre il mondo intero si riduce soltanto a loro due.
 «Stavolta mi hai fatto preoccupare, maestro» gli dice Anakin con un ghigno scanzonato.
La sua immagine si sovrappone per un attimo a quella del giovane uomo che nella sua mente ha tenuto stretto tra le braccia, ma Obi-Wan si affretta a tornare al presente.
 «Preoccupare tutti ci hai fatto, Obi-Wan.»
 La piccola e imponente figura di maestro Yoda compare alle spalle di Anakin.
 «Felici di vederti in salute, noi siamo.»
 Obi-Wan sorride anche a lui, e insieme a Windu riprendono la discussione su quali mai potessero essere gli obiettivi di coloro che lo hanno catturato e torturato – e soprattutto cosa poter fare a riguardo.
Anakin non partecipa ma neppure se ne va, rimanendo in silenzio al suo fianco con la sua presenza calda e rassicurante.

 «È vero che quella roba che ti hanno dato provocava allucinazioni?»
 Yoda e Windu sono appena andati via, ma Anakin continua a rimanere con lui anche mentre finisce di rivestirsi per poter uscire a sua volta – il concetto di privacy non esiste tra di loro… non secondo lui, almeno.
 E se da un lato questo suo attaccamento lo rende sinceramente felice, dall’altro è dannatamente frustrante come, di tutte le cose concrete e importanti di cui hanno parlato nell’ultima mezz’ora, sia proprio quella ad aver colpito Anakin.
Mai una volta che quel ragazzo gli renda la vita più semplice.
 «Sì, è vero» conferma con un sospiro.
 «E cos’hai visto?»
 Obi-Wan si blocca con la cintura legata solo per metà.
Ho visto te. Ho visto nostra figlia. Ho visto la vita felice che non avremo mai.
 Si riscuote da quei pensieri e finisce il nodo come se nulla fosse.
 «Non ricordo» risponde con noncuranza.
 Anakin lo guarda attentamente solo un secondo.
 «Non è vero» ribatte sicuro. «Perché non vuoi dirmelo?»
«Bugiardo» sussurra l’eco di un discorso che non è mai avvenuto. «Ma va bene… ricordati solo che sono qui, se hai bisogno di me.»
 Obi-Wan sospira ancora e distoglie gli occhi dai suoi per paura di ciò che Anakin potrebbe leggerci.
 «Perché non era reale» ribatte bruscamente. «E non ha senso perdere tempo a parlare di qualcosa che non esiste.»
Il momento dopo già se ne pente.
 Si volta di nuovo verso Anakin e il suo sguardo ferito e gli sorride in segno di scuse, allungando la mano per stringergli piano una spalla – l’unico gesto di affetto che ormai si concede, con lui.
 «Coraggio, usciamo da qui… ho bisogno di un drink.»
Un bisogno disperato, direi.
 Anakin gli sorride in risposta, sollevato.
 «Ok, però guido io.»



   
 
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