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Autore: Spekled2    30/08/2020    1 recensioni
"Quello era il genere musicale che lui era solito ascoltare quando qualcosa non andava. Quando voleva un po’ cullarsi nella malinconia, per metabolizzarla e superarla. Kurt lo prendeva in giro, dicendo che in realtà non faceva altro che autocommiserarsi. Lui non ci arrivava proprio. Non si stava abbandonando alla tristezza! Semplicemente la rispettava e le faceva fare il suo naturale corso. Tutto scorre, glielo avevano insegnato a Filosofia! Anche le nuvole più buie erano destinate a diradarsi con la giusta pazienza. Il sole era dietro l’angolo se si era disposti ad aspettare. Anche per Brittany valeva la stessa cosa? Si domandava se stesse pensando a Santana in quel momento."
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brittany Pierce, Finn Hudson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note dell'Autore:
Il Weekend di tempesta qui nel Nord Italia mi scombussola totalmente i piani stabiliti da giorni! RIP alla mia due giorni into the wild in tenda. Cosa fare, quindi, se non starmene al pc mentre fuori diluvia, imprecare per quello che non è stato, e lavorare alla storia?! Ebbene, si... capitolo otto pronto e confezionato! C'è qualche riferimento geografico totalmente a caso in questa parte del racconto, luoghi che pare esistano veramente in Ohio... ma che mi sono divertito a plasmare e cambiare per meglio adattarsi ai miei scopi. Ma come al solito, basta ciance, e concludo la sezione con tanti cuoricioni dedicati alla cara MC_Gramma!


 
*****


Capitolo 8.

Per una volta era stata lei a cedere. Aveva infatti appena fatto in tempo a parcheggiare la macchina davanti al garage, dopo aver lasciato Puck e Sam alle proprie abitazioni, quando la suoneria del telefono lo aveva fatto trasalire. Rachel. Non aveva avuto tempo di parlare con lei dopo la sua esibizione con Mike; nonostante avrebbe voluto fermarsi e complimentarsi – lei e il ballerino erano stati veramente fenomenali – era dovuto correre via per gli allenamenti.  Ma il mercoledì era sempre una giornata pesante e, con il Glee e il Football così ravvicinati, tutti sembravano volere un pezzo di Finn Hudson. Certi giorni era dannatamente complicato far conciliare tutti gli impegni.

“Alla fine non avete cantato…” venne subito al sodo Rachel, quando lui rispose alla chiamata, senza nemmeno un saluto preliminare.
Tipicamente Rachel Barry. Tipica interazione Finn-Rachel degli ultimi tempi, se voleva essere onesto. Provò a non darci troppo peso. Le cose non erano sempre state così. E venivano da un litigio niente male! Potevano rimediare, poteva rimediare ancora.
“Ciao.” Le aveva risposto Finn piano, scendendo dalla macchina e cercando di rimettere la conversazione su dei binari più convenzionali. Un saluto, un paio di convenevoli e poi si che avrebbero parlato di quello per cui gli aveva telefonato! Non poteva almeno fingere che lo avesse fatto semplicemente perché gli era mancato sentire la sua voce? O quantomeno non poteva sforzarsi maggiormente nel dimostrarglielo?

Finn richiuse la portiera e fece scattare la serratura con il telecomando. “No… non abbiamo cantato!” Confermò, come se ci si aspettasse che lo facesse, decidendo di ignorare i suoi stessi buoni propositi. Insomma, lo aveva visto da se no? Al diavolo! Finn rimase immobile, appoggiandosi lievemente alla portiera, in attesa che lei dicesse qualcosa, e che lei portasse avanti quella conversazione. In quel momento, lui non trovava proprio nulla per poter sostituire il silenzio.

“Sono confusa. È tutta settimana che vi vedete per lavorare all'esibizione e poi nemmeno cantate!” Continuò Rachel. “ A questo punto, non so… devo immaginare sia successo qualcosa?”

Finn decise di muoversi. Si portò verso la porta, cercando le chiavi di casa nella tasca esterna dello zaino. “ Fammi capire…” replicò, individuando il grosso portachiavi a forma di stella che Rachel gli aveva regalato il natale precedente. “Prima ti sei arrabbiata all'idea che cantassi con lei, e ora che non è successo ti arrabbi lo stesso?” Non fece nulla per mascherare la propria esasperazione dietro un tono di voce più neutrale, mentre infilava le chiavi nella toppa della porta.

“Finn…” protestò Rachel, piano. Quanto odiava quando lei intonava il suo nome in quel modo, come se stesse totalmente andando fuori tema e dovesse correggerlo.

“È per la questione di Santana…” la accontentò infine lui, entrando finalmente in casa e richiudendosi la porta alle spalle. Si sfilò le scarpe e le lasciò all’ingresso, spingendole con un calcio vicino alla scarpiera. Le ciabatte di Kurt caddero sul pavimento in finto marmo. Il fratello non era ancora rientrato. “ Non abbiamo concluso granché perché Brittany ci sta ancora molto male, nonostante sia stata lei a chiudere…”

“Oh, grazie al cielo!” Il timbro sollevato di Rachel risuonò attraverso l’altoparlante del telefono. Finn sbatté lievemente le palpebre, sorpreso da quel cambio di intonazione improvvisa. Si trascinò in cucina e raggiunse il frigo. Aveva la gola arsa a causa dell’allenamento parecchio tosto; in vista dei playoff la Bestie li stava torchiando parecchio.  “Sei davvero riuscito a farti raccontare la sua versione della storia? Ho chiesto a quasi tutti perché a una certa pensavo che avrebbero avuto più chance…” Rachel sembrava essere tornata in modalità fiume in piena, “ma lei non si è confidata con nessuno!”

“ È complicato…” iniziò il ragazzo, prendendo la caraffa e richiudendo lo sportello del frigo. “ In sostanza... Brittany ha lasciato Santana perché era stufa di poterla vedere solo in privato. Perché Santana non se la sentiva di fare un coming out plateale.” Si fermò, cercando un bicchiere nella credenza. Rachel non lo interruppe, così lui riprese. “ Ma lei non si aspettava quella presa di posizione di Brittany… e quando è stata lasciata, credo sia stata la molla di cui aveva bisogno per darsi una svegliata… ma forse è troppo tardi… o ad ogni modo Brittany è ancora troppo confusa al riguardo.” Quasi si dimenticò di respirare. Approfittò del silenzio di Rachel per bere.

“ Sono colpita…” mormorò lei, pensierosa, dopo qualche momento di indugio. “ Non pensavo che alla fine si sarebbe confidata davvero con te!”
Finn avrebe voluto chiederle per quale ragione gli avesse affidato quel compito se riteneva il suo successo così improbabile. Invece, scrollò le spalle, come a volersi scrollare di dosso anche la tentazione di risponderle in modo polemico. “Scommetto che se tu avessi chiesto alla persona giusta, tipo Quinn…”
“Mi avrebbe detto di farmi gli affari miei…” lo interruppe lei con sdegno. Finn pensò che effettivamente sarebbe andata proprio così. Lei e Rachel faticavano ancora ad avere una conversazione civile.

“ È come cercavo di dirti qualche giorno fa, non capisci? Non puoi aspettarti fiducia da parte di una persona se prima non provi a conoscerla!” Le rispose, riponendo la brocca al suo posto. Rachel sembrò valutare una risposta ma, qualunque cosa stesse per dire, le parole non le uscirono di bocca. “ Ok… Avevi ragione, e mi dispiace di averti dato addosso.” Lo sorprese infine, tradendo un mezzo sospiro. “Hai fatto un bel lavoro, dopotutto. Ora non resta che capire come risolvere la questione… ma come ha reagito al bacio?”

“Rachel io non credo…”

“Finn!” La ragazza lo interruppe nuovamente, addolcendo il tono di voce. “ Mi dispiace se ho dubitato di te quando hai solo cercato di fare del tuo meglio...”
Lui prese a fissarsi i piedi, sentendosi tremendamente in colpa. “ Ma ora che Brittany si è confidata con te sarà tutto più semplice! E se come dici è solo un confusa… dovremo farla ragionare un po’ e aiutarla a mettere in ordine i suoi sentimenti. Dobbiamo fare in modo che le cose tra loro due si sistemino!”

“ Rachel…”

“Fidati di me. Le cose torneranno ad essere come sono sempre state!”

Finn si domandò se si stesse riferendo solo al rapporto tra le due Cheerleader o se il discorso sotteso fosse un po’ più ampio. Era davvero così? Bastava solo rimettere al suo posto quel tassello, che Brittany e Santana tornassero una coppia  – lo erano mai state veramente? – affinché tutto il puzzle tornasse ad avere un senso?  Rachel sembrava così genuinamente convinta delle sue parole che quasi lo contagiò per davvero. Magari anche il loro rapporto ne avrebbe giovato! Si trattava di ripristinare l'ordine naturale dell'universo, tornare allo status quo – qualsiasi cosa significasse–  a come le cose erano un paio di settimane prima.

 
*****
 
“Spiegami ancora perché non sono nel gruppo di Artie, Tina e Mercedes?”

Era tipo la terza volta che Kurt gli faceva la stessa domanda in quindici minuti. Tutto sommato la cosa era abbastanza esilarante. “ Rachel ti ha chiesto di essere i suoi occhi e le sue orecchie durante il nostro trekking!” Gli rispose nuovamente Finn, sterzando leggermente a destra per immettersi in una viuzza laterale. “ Dubito tu possa svolgere bene il compito se fai il coniglio e scegli la strada panoramica …”

“ E ricordami come ha fatto ad incastrarmi?” Kurt non trovava pace. Neppure lui avrebbe saputo dare una risposta certa. Il fatto che lei fosse ricorsa a tal punto da obbligare Kurt a seguirlo, era la prova che non si fidasse molto di lui. Il chiarimento che avevano avuto al telefono, se voleva chiamarlo a quel modo, non era stato poi cosi risolutore. Ma in fondo, Rachel aveva annusato puzza di bruciato e lui non poteva biasimarla.

Aveva avuto dei momenti di debolezza dopotutto. Non era successo nulla, eppure non si diceva forse che il tradimento parta prima come una questione mentale, e solo alla fine sfoci in un atto concreto? Ma era intenzionato a smentirla e a smentire quella diceria. Non avrebbe avuto altre sbandate di testa e l’avrebbe tranquillizzata con i fatti. Inoltre, vedere il fratellastro in quei vecchi scarponi da trekking, vestito in pantaloncini e maglietta tecnica giallo fosforescente era una scena impagabile! Una fascetta blu completava il tutto, tenendogli alzato il ciuffo dalla fronte. Kurt non era ancora del tutto cosciente del guaio in cui si stava cacciando per colpa di Rachel. L’attività fisica non era contemplata nel suo vocabolario.

Da giorni,  Finn aveva adocchiato quel venerdì di festa (e conseguente vacanza) come una perfetta occasione per proporre al gruppo di trascorrere un paio di giorni insieme, sfruttando il ponte. L’idea di organizzare un trekking all’Hocking Hills State Park, a poco più di due ore e mezza di macchina da Lima, gli era sembrata una vera figata! Era infatti da diverso tempo che desiderava visitare Rose Lake e non vedeva l’ora di godersi gli incredibili riflessi che il panorama regalava attraverso la superficie del lago, fino a quel momento ammirati solo attraverso i social. Quando era andato nell’ufficio del prof. Shouster, spiegandogli la sua idea come una possibile attività ufficiale del Glee club, una sorta di ritiro preparatorio per cementare il gruppo in previsione delle Nazionali, lui lo aveva guardato colpito. In quattro e quattr’otto il professore gli aveva consegnato una dozzina di liberatorie da distribuire agli altri e da far firmare ai genitori, ed entusiasta, lo aveva invitato alla sua scrivania per programmare la gita. Era stato bello scaricare assieme le mappe del parco e cercare l’itinerario più interessante, ed era saltato fuori che il prof. Shoe fosse un grande appassionato di montagna.

Quando aveva annunciato agli altri la grande novità, si era aspettato una risposta più calorosa. Lui e Shoester avevano pensato proprio a tutto per poter passare anche la nottata fuori, nel bosco. Finn possedeva una tenda da due posti, ma aveva anche adocchiato la vecchia canadese da quattro dal padre di Kurt, che era solito adoperare quando organizzava le battute di pesca con gli amici. Shouster aveva rispolverato la tenda con cui, da giovane, aveva girato l’Europa ed aveva percorso il Cammino di Santiago, e Finn aveva fatto affidamento sul passato da Scout di Sam. Sicuramente l'amico doveva essere adeguatamente attrezzato!

Era stato davvero sicuro che gli altri avrebbero accolto la proposta con grande entusiasmo. Ma tre ore dopo aver spiegato nel dettaglio la sua idea sul gruppo WhatsApp, nessuno aveva risposto.  Prima che qualcuno esprimesse la sua opinione a riguardo, era stata Rachel a scrivergli privatamente.
 
“ Bella pensata Indiana Jones! E mi sorprende che Shouster sia stato così privo di giudizio! Artie come avete intenzione di portarlo fino a lì, esattamente? Hai affittato un elicottero delle forze speciali per farlo calare in riva al lago ed evitargli la marcia nel fango?”
 
Finn aveva dovuto fare affidamento a tutto il suo lato più Zen per non rispondere malamente. Certo che avevano pensato ad Artie. La scelta di Rose Lake non era stata affatto casuale! Dall’inizio del parco, dove avevano stabilito di cominciare il giro, si diradavano due percorsi differenti. Da una parte, un sentiero più breve ma impervio si inerpicava su per la montagna attraverso un bosco di faggi e abeti, per sbucare finalmente nella vallata che ospitava il lago. L’altro, più lungo, era invece un sentiero panoramico e attrezzato, in terra battuta, che arrivava alla stessa valle attraverso un via differente, costeggiando il fianco della montagna con un incedere più dolce e sfruttando un paio di gallerie. Quella particolare via era stata pensata e realizzata nell’ottica di un progetto federale per rendere la montagna accessibile anche a persone con disabilità motorie. Shouster si era già detto più che felice di accompagnare Artie e chi non desiderasse fare troppa fatica su quella strada alternativa. Non a caso il ragazzo era stato il primo a cui Finn aveva parlato, privatamente, per spiegargli il tutto.

Inizialmente Artie non l’aveva presa benissimo ma Finn era riuscito a strappargli la promessa di visitare quantomeno i link della pagina del parco, che gli aveva allegato, prima di decidere in un senso o nell’altro. Quando Finn stava per cedere al nervoso, a tanto così dal rispondere piccato a Rachel, finalmente, Artie scrisse sul gruppo.
 
“ La storia di Micheal Stampfer mi ha davvero ispirato! Avevi ragione a insistere perché la leggessi. Tanta roba Finn, io ci sono!”
 
Finn aveva stretto il pugno, esultando, quando aveva letto il messaggio. Micheal Stampfer era un alpinista trentacinquenne che aveva perso l’uso delle gambe dopo una brutta caduta scalando una delle cime degli Appalachi. Spinto dalla sua passione viscerale per la montagna, tuttavia, non aveva saputo rinunciare totalmente al suo vero amore e si era fatto promotore di grandi iniziative per avvicinare certi posti alle persone con problemi simili ai suoi. La via panoramica al Rose Lake era stato un progetto che lo aveva visto impegnato in prima persona, affiancandosi ad alcuni sponsor locali. Finn aveva persino stupito Shouster per quanto bene avesse orchestrato la cosa!

Artie sembrava particolarmente entusiasta, considerando che gli aveva addirittura scritto privatamente, poco dopo.
 
“ Hai proprio pensato a tutto… eh, beh, non è banale! Grazie Finn!”
 
 
“ Vedrai, sarà una figata!👊 ” Si era limitato a rispondergli.
 
Risolta la questione più spinosa, gli altri sembrarono più propensi a dire la propria. Quinn era stata la prima a confermare la sua presenza.
 
“ Però, Finn… mica male questa pensata! Anche io ci sto! ✌️
 
Ormai la strana alleanza che la sua ex sembrava aver firmato con lui si rafforzava ogni giorno di più. Iniziava quasi a non sorprendersi nemmeno. A ruota, anche Sam, Puck, Brittany e Santana avevano dato la loro conferma. Chi con maggior entusiasmo chi con meno ardore. Finn non aveva avuto grandi dubbi sulla partecipazione di Santana nel momento in cui Brittany aveva assicurato la sua presenza. Dopo il bacio in strada che le aveva strappato qualche giorno prima, scombussolando ancora di più l'umore e le certezze di Brittany, e  dopo il confronto che l’ispanica aveva cercato con lui in corridoio, era palese che non si sarebbe arresa facilmente.

Si domandava come avrebbe reagito Brittany. Se i motivi della rottura risiedevano nell’infinito tentennamento di Santana nel lascarsi andare e nell’accettare i propri sentimenti, ora che lei sembrava decisa a non nascondersi più, sarebbe stato solo questione di tempo prima che le cose si sistemassero! O almeno questo era quello che continuava a dirgli Rachel.

Lei era stata invece bloccata da un principio di influenza. Finn sapeva che non fosse elettrizzata all'idea di perdersi la gita. Inizialmente gli aveva messo il muso quando Finn le aveva detto che non poteva tirare un pacco agli altri. Da un lato era l'unico ad essersi fatto un’idea del percorso da seguire, dall'altro aveva davvero voglia di farsi una bella giornata di trekking e gli sarebbe scocciato annullare tutto dopo aver speso così tanto tempo nella programmazione. Tuttavia ebbe la freddezza e il buonsenso di non mostrarsi troppo entusiasta.

Alla fine la sua ragazza si era rassegnata., convenendo che Finn aveva avuto una bella pensata. Una tendata nel bosco avrebbe creato il perfetto presupposto per consentire a Santana di riconquistare Brittany e la cosa non doveva saltare per colpa della sua influenza. Tuttavia, aveva incastrato Kurt perché andasse al suo posto percorrendo la via più ripida, il che dimostrava come volesse qualcuno di fidato in loco, che la aggiornasse con costanza.  Le aveva menzionato che il telefono non prendeva bene in quella zona? Finn era sicuro di sì, ma preferì non ricordarglielo per evitarsi altre storie.

Così si erano messi tutti d'accordo per organizzare i trasporti. Il papà di Artie aveva consegnato le chiavi della macchina al prof Shouster, in modo da agevolare il viaggio del figlio. Mike, Tina e Mercedes sarebbero andati con loro. Insieme componevano il team Strada-Panoramica. Il povero Mike si era dovuto rassegnare alle suppliche di Tina e andare con loro, sebbene Finn fosse convinto che avrebbe preferito l’altro giro. Sam si era offerto di andare a prendere Puck e Santana, che non abitavano troppo distanti, mentre Finn e Kurt avrebbero guidato il fuoristrada di Burt e sarebbero passati prima da Brittany e Quinn. L'appuntamento finale era direttamente al parcheggio del parco per le 9.00,  dove avrebbero lasciato le auto e cominciato la camminata. Lui e Sam, che era il più pratico del gruppo ed aveva più esperienza nelle attività outdoor, avevano dovuto contrattare parecchio per convincere gli altri circa l’orario del ritrovo, che implicava mettere la sveglia decisamente presto.

 Fottutamente troppo presto! 🤬” Aveva scritto Puck alla fine, arrendendosi alla scelta comune.
 
*****
 
Quando Finn e Kurt accostarono davanti al vialetto dei Pierce, trovarono solo Quinn ad attenderli. Sedeva sul marciapiede, giocherellando con una margherita, illuminata dalla luce dei lampioni che iniziava ad essere accompagnata dai primi bagliori del giorno. Si era vestita adeguatamente per l'occasione, anche se la camicia a maniche corte e i pantaloncini color cachi sembravano renderla pronta più a un safari che a una passeggiata in montagna. Il suo zaino giaceva lì vicino, sul marciapiede. Finn si rallegrò nel constatare che non si fosse portata dietro metà guardaroba.

Kurt abbassò il finestrino. “Ehi, dov'è Brittany? Non dirmi che ci ha piantati in asso…”, sporse la testa scansionando il viale, speranzoso. “Perché in quel caso mi unisco tranquillamente a lei!”

La ragazza, mollò la margherita e sbadigliò vistosamente mentre si alzava in piedi.“Arriva… arriva!” 
Finn scese dalla macchina e le andò incontro, prendendole lo zaino. Aprì il baule e lo caricò dentro, minimizzando il suo gesto all’espressione colpita della ragazza. Come se non si fosse mai comportato galantemente con lei!

“ Si è solo accorta di aver dimenticato la borraccia in frigo!” Aggiunse Quinn, ringraziandolo. Kurt, visibilmente deluso, rialzò il finestrino e sprofondò nel sedile. Finn annuì, grattandosi il gomito senza dare peso ai borbottii del fratellastro, mentre il suo sguardo cadeva sul portone dei Pierce. Non ci volle molto perché questo si spalancasse, rivelando la padrona di casa. “Ci sono!” annunciò Brittany, chiudendo la porta un po’ troppo forte, per la scarsa gioia dei vicini e probabilmente dei suoi genitori.

Indossava una canotta bianca da fitness. Un paio di pantaloncini neri, parecchio corti, e degli scarponcini in goretex completavano il suo outfit da trekking assieme a un cappellino con la visiera. Finn le sorrise inebetito e Quinn gli mollò una leggera gomitata sul fianco senza far troppo clamore. Grazie a lei, si ricordò di richiudere la bocca, rimasta un pelo troppo aperta. La giornata non era nemmeno cominciata e già doveva darsi una regolata. 

“Britt, hai preso una felpa? Ho controllato su internet e dicono ci sia sempre aria al lago!” Le chiese Quinn, mentre Finn aveva già afferrato anche il suo zaino per caricarlo in macchina. Con piacevole sorpresa constatò che entrambe sembravano aver preparato un bagaglio adeguato, considerando il peso bilanciato e non eccessivo. Tutto il contrario di quello di Kurt, che pareva essersi portato dietro il necessario per completare  interamente il Pacific Crest Trail, dalla frontiera con il Messico al Canada.

“ Si mammina!” Rispose Brittany, canzonandola, roteando leggermente gli occhioni azzurri, prima di inforcare il suo paio di occhiali da sole. “ Me lo hai detto tipo cinque volte!” Sorrise a Finn prima di aggiungere, “ allora, pronti per la partenza?”

“Pronti!” Rispose il ragazzo, senza dare troppo importanza al fatto che a quell’ora del mattino gli occhiali scuri non servissero a molto. Riguadagnando il lato del guidatore, si allacciò la cintura e sistemò un po’ meglio lo specchietto retrovisore, contagiato dal suo entusiasmo. Quinn montò in uno dei sedili posteriori, ma Brittany aveva bussato con le nocche contro il finestrino di Kurt. Il ragazzo sembrava ancora parecchio assonnato. “Soffro il mal d'auto se sto dietro…” fece spallucce lei, guardandolo da dietro le lenti scure. Kurt roteò gli occhi e scese dalla macchina, “ Per carità, vieni davanti… ci manca solo che vomiti sulla tappezzeria! Mio padre mi ammazzerebbe, sempre che sopravviva a questa mattanza!” Finn e Quinn ridacchiarono, mentre Brittany prendeva il suo posto tutta soddisfatta, allacciandosi la cintura. Prima di partire, Finn aggiornò Sam e Mike tramite dei messaggi vocali,  e posizionò il telefono sul suo supporto attaccato al parabrezza, in modo da poterlo usare come navigatore durante la guida. Finalmente mise in moto.

Nonostante avessero acceso la radio, Kurt si era addormentato in tempo zero. Quinn ci aveva davvero provato a restare sveglia, ma sembrò abbandonare ogni sforzo dopo una manciata di minuti, quando il suo capo sembrò trovare una nicchia confortevole tra il poggiatesta e il finestrino.
“ Cerca di stare sveglio almeno tu!” Commentò Brittany con appresnione, guardando i due amici che sonnecchiavano sonoramente attraverso lo specchietto. " Tutta la situazione mi ricorda un film... c'era questo gruppo di ragazzi che stava andando a fare un trekking nel deserto. Ma il guidatore si era distratto e ha perso il controllo della Jeep. Alla fine i ragazzi sono stati soccorsi da alcuni uomini del posto, ma si è scoperto facessero parte di una comunità di cannibali..."
"Devi smetterla di lasciare il telecomando a Lord Tubbington!" La prese in giro lui.
" La fai facile!" Sbottò Brittany, "vieni da me e prova a cambiare canale quando sta guardando qualcosa e vediamo se ne esci meglio di così!" Aggiunse, sbattendogli il braccio davanti agli occhi per mostrargli dei graffi in via di guarigione. " Se non stai ferma faremo la fine del film!" La richiamò all'ordine, dandole un leggero buffetto sul braccio. Lei lo ritrasse, leggeremente corrucciata.  
 
“E comunque non ci sono pericoli che mi addormenti... sono imbottito di caffeina, stai tranquilla!” Precisò Finn, ridacchiando. “Di questo passo mi addormenterò forse dopodomani!” Aggiunse senza smettere di guardare la strada. Brittany non rispose, ma si levò gli occhiali e prese a pulire le lenti con l’orlo della sua maglietta, arricciando le labbra come se fosse ancora risentita. “Nel cruscotto dovrebbe esserci uno straccetto per le lenti, se vuoi…” le disse Finn, dopo averla studiata fugacemente con la coda dell'occhio. Brittany accettò il consiglio e prese a cercare nel vano, tra vecchi documenti e confezioni rotte di alcuni cd che aveva masterizzato qualche anno prima. Dopo alcuni momenti di indecisione, pescò una custodia degli occhiali e ne tirò fuori uno straccetto in microfibra blu. “Grazie!” mormorò in risposta, mentre prendeva a pulire le lenti, abbandonando finalmente quella buffa espressione.

Si fermarono a un semaforo rosso. Brittany gli sembrava particolarmente vispa, considerando l'orario. Aveva messo in preventivo di farsi l'intero viaggio in solitaria. “Ti vedo bella fresca a differenze di quei due sacchi di patate lì dietro!”
“ Ho preso l'abitudine di andare a correre la mattina!” Scrollò le spalle lei. “ Alla fine non mi sono alzata molto più presto del solito!”
Finn rimase colpito. “ Però, ora pure Runner mi sei diventata? Il posto da Quarterback ti va già stretto?” Brittany soffocò una risatina, riponendo lo straccetto e la custodia nel cruscotto da dove li aveva recuperati. Per quanto usasse diverse varianti, quella battuta stupida la faceva sempre ridere. “Dovresti provare anche tu ogni tanto!” Buttò li lei, dopo a una certa. “ Sapessi che bella sensazione quando vai a farti una doccia ghiacciata dopo aver dato tutto! E poi correre è perfetto per schiarirsi i pensieri!” Finn cercò di levarsi l'immagine mentale di lei sotto la doccia. Provò a concentrarsi nuovamente sulla strada. In poco tempo avevano lasciato St. Robert street, per immettersi in Harding Avenue.  A quell’ora del mattino non c’era veramente nessuno per strada e, in un baleno, avevano già superato il Walmart locale.

Nel frattempo, Brittany aveva preso ad armeggiare con il telefono, concentrata. Dopo qualche minuto spostò la sua attenzione sul pannello touch screen della macchina da cui aveva accesso alla radio. Le ci volle qualche tentativo, navigando tra il menù e le diverse impostazioni, ma riuscì finalmente a collegare il proprio telefono tramite la connessione Bluetooth. Finn sorrise quando lei si lasciò sfuggire una piccola esultanza. “ Come ogni copilota che si rispetti, la musica la scelgo io!” Gli disse, riprendendo in mano il telefono, senza lasciargli molta scelta. Finn mise la freccia e svoltò a sinistra senza protestare, immaginandola cercare l’app di Spotify tra le varie pagine dello smartphone. Sembrava che ogni volta lui guidasse, fosse destinato a sottostare ai gusti dei passeggeri. Con Rachel non c’era mai verso di scegliere più di un paio di canzoni. Per quel motivo preferiva totalmente affidarsi alla casualità della radio. Tuttavia, questa volta, era curioso di cosa avrebbe scelto Brittany.

Le casse dello stereo presero a diffondere nell'abitacolo  il ritmo regolare di una batteria. Brittany posò il proprio telefono tra le gambe, con aria soddisfatta, e si mise ad osservare fuori dal finestrino. La voce del cantante partì una decina di secondi dopo, profonda e avvolgente. Finn controllò rapidamente lo schermo LCD della radio, che ormai era connesso all'account Spotify di Brittany. In riproduzione c’era Stuck on the Puzzle di Alex Turner. La canzone gli diceva qualcosa anche se non riusciva effettivamente a ricollegarla a nulla di preciso.  Prese ad ascoltare attentamente il testo, sospinto dall’ incedere della melodia. Il cantante, che aveva una voce già sentita, sembrava rivolgersi a qualcuno di particolare mentre cantava. Finn si ritrovò a tamburellare con le dita contro lo sterzo, catturato dall'atmosfera creatasi nell'abitacolo, non appena Brittany aveva cominciato a canticchiare a voce contenuta il pre-coro.
 
"Something in your magnetism must have pissed them off
Forcing them to get an early night
I have been searching from the bottom to the top
For such a sight ... as the one I caught when I saw your

Fingers dimming the lights
Like you're used to being told that you're trouble
And I spent all night
Stuck on the puzzle”

 
Si trattava sicuramente di una canzone che conosceva bene. Immagini di estati trascorse gli lampeggiarono davanti agli occhi, le serate in riva al fiume a guardare le stelle… i bagni notturni. Spensieratezza nel pieno della sua espressione. Finn, sfruttando il rettilineo, si concesse di osservare per qualche istante la sua unica compagna di viaggio ancora sveglia. Si chiese cosa stesse pensando, o a chi la riportassero quelle note, anche se sospettava di conoscere la risposta. Tornò a guardare dritto davanti a sé. Doveva smettere di lasciare che i suoi occhi vagassero sempre alla sua ricerca.

“Sai una cosa…” disse lei distogliendo lo sguardo dal finestrino. “Era davvero un sacco di tempo che non ascoltavo questa canzone!”
“ Mai sentita prima, credo…” ammise piano Finn, rallentando e superando un piccolo dosso. “ Ma se sono tutte come questa, credo dovrai consigliarmi qualche altro pezzo!” I passeggeri sobbalzarono leggermente nell'abitacolo dopo che il fuoristrada aveva superato quel dosso. L'asfalto in quel punto della strada aveva bisogno di qualche intervento di manutenzione a causa di alcune buche. Difficilmente aveva attraversato in macchina quella zona di Lima e aver preso la Jeep di Burt era stata una mossa vincente. Kurt sbatacchiò persino contro il finestrino e l'interno della portiera, Finn poteva vederlo benissimo attraverso lo specchietto, ma neppure quello parve svegliarlo.

“Lui è il tizio degli Arctic Monkeys, questa era nella colonna sonora di un film che avevo visto con Santana secoli fa!” Gli confidò Brittany,controllando lo schermo del telefono. Finn sterzò lievemente e imboccò una curva, seguendo l'incedere della strada. Strinse le labbra, quasi impercettibilmente. Il fatto che avesse scelto una canzone che la riportasse con il pensiero a Santana gli sembrava un chiaro segnale. Tutto quello che starà ascoltando in questi giorni la riconduce a Santana, testa vuota! 

Constatò che avrebbe volentieri fatto altri viaggi in macchina in compagnia di Brittany se quella fosse stata sempre la colonna sonora del viaggio. Nell'ora successiva, la raccolta casuale di brani scelta dalla bionda spaziò per svariati generi musicali, senza mai annoiarlo. In quel lasso di tempo, Quinn aveva aperto gli occhi giusto per una manciata di minuti. Senza rispondere al loro ironico “Buongiorno!”, si era semplicemente sporta in avanti, allungando la testa tra i loro due sedili per controllare il navigatore. Realizzato quanti chilometri mancassero all’arrivo – avevano ancora parecchia strada ad attenderli – si era rituffata contro lo schienale del proprio sedile con fare contrariato. Controllato brevemente il proprio telefono, infine, aveva rchiuso gli occhi. Kurt, d’altro canto non si era mosso di un centimetro per tutta la durata del viaggio, la bocca socchiusa e la testa poggiata contro il finestrino, ronfando tranquillamente.
 
*****


“ Una bomboletta di butano a testa!” Incominciò Sam prendendo due cartucce dallo zaino e mollandole a Finn e a Puck. “ Non sono sicuro di quanto gas ci sia in queste due… sono già usate. Ma i due mini fornelletti da campeggio non pesano nulla, posso tenerli io senza problemi.”

Sam e compagnia erano arrivati per primi nel luogo dell’appuntamento e li avevano attesi per una decina di minuti. Si erano fermati in un grosso parcheggio di terra battuta delimitato da un’ampia staccionata in legno, che separava l’area di sosta da una zona acquitrinosa. Un canneto, dal quale si levava il gracidare di alcune rane e un esercito di cicale, si stagliava oltre la recinzione. In lontananza, la piccola palude si interrompeva e il paesaggio cambiava repentinamente. Faggi e Abeti si alternavano a formare una fitta boscaglia che si inerpicava lungo una dolce collina, costeggiata da un sentiero ben segnalato. Dietro di essa, la foresta si estendeva a perdita d’occhio. Il team Strada-Panoramica era arrivato con buon anticipo rispetto a loro, così si era già incamminato, con l’intenzione di ritrovarli direttamente al lago.

“Ok…” esclamò Puck afferrando la sua piccola bombola da duecento grammi, soppesandola con un’espressione dubbiosa. “ Non c’è rischio che prenda fuoco o esploda di colpo, giusto?”
“ Direi di no, a meno che qualcuno non ti accenda un petardo nello zaino…” ridacchiò Finn, prendendo la propria e infilandola in uno scomparto dello zaino.
“Sarà meglio che nessuno faccia scherzi, non mi sono proposto di portare su tutte queste birre per farle diventare delle cazzo di molotov!”

C'era voluto parecchio impegno da parte di Finn e Sam per convincerlo a non portarsi dietro il barilotto da 5 litri che aveva preparato, seguendo le istruzioni di uno di quei kit per fare la birra in casa, sostenendo fosse un peso stupido da portarsi dietro. E Shouster non avrebbe approvato. Ma Noah doveva aver fatto finta di non capire il messaggio, e nel dubbio aveva riempito il fondo dello zaino con delle bottiglie accuratamente imballate. Finn, che aveva testato i pesi dei vari zaini, mano a mano che li stavano sistemando, aveva sospettato che la birra fosse quasi il solo contenuto in quello di Puck. “Voi altri mi ringrazierete quando saremo in riva al lago a brindare sotto le stelle! Scommetto quello che vuoi che faremo ubriacare persino il prof. S!” Aveva scrollato le spalle.

“ Le cose per le tre tende le abbiamo già divise…” rifletté Sam, più a se stesso che ai due amici, senza ascoltarlo. “ I picchetti li tiene Brittany, Quinn porta la paleria della mia tenda e il nastro per eventuali riparazioni.”
“ E a me avete dato i teli impermeabili da mettere sotto le tende!” Si intromise Santana, levando un indice in aria. “ Che non ti venga in mente di rifilarmi altro, bocca di rose!”

“Santana ha i teli…” ripeté Sam, tendando di non perdere la concentrazione, “mentre le casseruole da campeggio le hai tu, Finn!”

Stavano cercando di riorganizzare il contenuto degli zaini in modo da distribuire equamente le cose, cercando di non gravare troppo sulle ragazze e su Kurt che aveva già il bagaglio di uno Sherpa himalayano. Fortunatamente, Sam sembrava sapere il fatto suo in tema di campeggio e la sua autorevolezza, condita con la sua volontà di avere ogni cosa sotto controllo, stava evitando a Finn di preoccuparsi proprio di tutto. Il cibo in comune era stato suddiviso sempre tra lui, Finn e Puck, i quali si erano accollati anche una borsetta contenente un kit da pronto soccorso. Perché non si sa mai, aveva detto Sam.

Per guadagnare spazio, Finn aveva arrotolato i materassini da fitness che Quinn e Santana avevano portato per la notte, fissandoli esternamente sul fondo dei loro zaini con dei tiranti elastici, che si portava sempre dietro. Aveva sfruttato lo stesso stratagemma per quello di Kurt, anche se così il suo zaino sembrava ancora più voluminoso di prima. Finn aveva provato a farlo ragionare, implorandolo di lasciare qualcosa nel baule della macchina, ma il fratellastro gli aveva giurato di aver portato solo l’essenziale. Con sua enorme sorpresa, invece, Brittany gli aveva mostrato il suo praticissimo materassino auto gonfiante, simile a quello che aveva lui, facilmente richiudibile in una piccola sacca che occupava pochissimo spazio nello zaino. Al suo sguardo colpito, lei aveva raccontato di essere andata a fare qualche acquisto mirato con suo padre, in modo da avere tutto il necessario per la gita. “ Gli ho promesso che avremmo iniziato fare qualche escursione insieme e che non avrei lasciato tutto marcire in cantina dopo questa volta!” Papà Pierce sembrava aver fatto le cose per il meglio.

“Dovrebbe essere tutto!” Sentenziò Puck chiudendo il suo zaino con estrema rapidità, prima che Sam potesse infilarci altro. Ma il biondo, le mani sui fianchi, stava facendo ancora mente locale. “ Oh, andiamo Sam! Rilassati…” esclamò Quinn ridendo. “ Direi che hai fatto un ottimo lavoro… e se dovessimo accorgerci che manca qualcosa ce ne faremo una ragione!”

“ La mia frontalina nel cruscotto!!” Esclamò lui, ignorandola. “ Meno male che non vi do retta…” borbottò tra i denti, udibile solo a Finn che gli stava vicino. Si affrettò ad aprire la portiera del lato del passeggero e si tuffò dentro. “ Finn, sei sicuro di avere preso la tua?”
“ Si, si… ne ho anche una seconda da prestare a qualcuno!” Rispose lui. Sam riemerse dall’abitacolo con la torcia in mano ma, prima che potesse parlare, Finn lo anticipò prevedendone l’ennesima domanda. “ Si, le pile le ho appena cambiate e ho pure un pacchetto ancora sigillato di scorta!”
Santana incrociò le braccia, sbuffando. “ Perfetto, sembriamo pronti per la guerra del Vietnam! Peccato non aver portato il mio visore a infrarossi! Sarebbe stato utile, no Sammy?!” Sam le fece un gestaccio, ma fu presto contagiato dalle risate di tutti.

Finn si sorprese quando si accorse di riuscire a distinguere quelle di Brittany nel marasma generale, e di come si era girato a guardarla senza nemmeno volerlo. Come quando si è alla ricerca di quello specifico pezzo del puzzle per concludere la cornice, e lo si nota in mezzo a tutti gli altri che, in quel momento, sono semplicemente di troppo. Per distrarsi, batté le mani un paio di volte ed esortò il gruppo a partire. Sperò che la fatica che li avrebbe attesi sarebbe stata capace di offuscargli il cervello, o di schiarirgli le idee... a seconda dei punti di vista.
   
 
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