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Autore: sallythecountess    30/08/2020    0 recensioni
Superata la soglia dei famosi quaranta, un gruppo di amici storici si ritrova e finisce col confessarsi le paure, gli sbagli e i desideri. C'è chi ha deciso di crescere e mettere la testa a posto, chi invece è tornato ragazzino, chi aspetta un figlio da un uomo sconosciuto e poi ci sono loro: lo chef Dubois e la sua storica amata, che dopo un doloroso divorzio continuano ad amarsi ai lati opposti del globo, senza avere il coraggio di provare a recuperare il loro rapporto, fino ad un'estate speciale...
Ricordo a tutti che questa storia è il capitolo conclusivo della serie "La ragazza di Tokyo" e potete leggerla da sola, oppure iniziare a leggere qui la serie https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3886156&i=1
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La ragazza di Tokyo'
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Capitolo: Amsterdam
George era felice come una Pasqua quel giorno in aeroporto. Per la prima volta nella storia era persino arrivato prima di tutti ad un appuntamento. Aspettò per più di un’ora che tutti arrivassero, ed ebbe l’ansia fino all’ultimo, perché temeva che Ai e Lor alla fine avrebbero dato forfait, ma non successe. In ritardo, ma arrivarono anche loro. Partirono per quel weekend ad Amsterdam con migliaia di aspettative, ma Ai disse subito “io non posso bere tanto, mi dispiace. E neanche Lor, perché abbiamo quattro figli e mi serve vivo e in salute”.
“Sei una palla, davvero” le rispose George ridendo, ma lei scosse solo la testa. Per tutto il viaggio guardarono le vecchie foto, e Lor pensò soltanto a quanto fossero cambiate le cose da quando avevano fatto quel primo, stranissimo viaggio. Aveva imparato ad amarla, e a capire come gestirla, e lei ora sembrava una donna totalmente diversa da quella matta ragazzina rossa che fingeva di non provare assolutamente nulla per lui, ma era come se fossero rimaste solo le parti migliori di Ai.
George si lamentò parecchio per tutto il viaggio, ma alla fine furono davvero tutti estremamente felici di stare insieme di nuovo come troppi anni prima. Non ci furono naufragi e altre cose, ma si divertirono comunque parecchio, anche perché le quattro signorine della ciurma si scatenarono un bel po’: malgrado avesse giurato di non farlo, Ai si fece trasportare da Aine e Jojo, così la loro ultima sera ad Amsterdam finì per ballare con loro sul tavolo e fare anche il karaoke, dove dedicò una canzone struggente al suo futuro marito.
In quel momento tutti, tranne Cristina, avevano bevuto abbastanza e Lor fece per alzarsi dicendo solo “ti amo futura moglie…” ma poi si girò e disse “Oddio ma non è il nostro ultimo addio al celibato: io mi sposo tra sette mesi e Mat e Cris si sposeranno prima o poi. Non è l’ultimo, è il primo!” e tutti impazzirono per un po’ a quel pensiero.
Di ritorno dai club quella sera, Mat aveva bevuto un po’, ma era comunque lucido e alle tre di notte per le strade di Amsterdam sussurrò a Cristina “…posso fare da papà a Marina? Insomma quel tizio non ha nessun interesse a farlo, non ha mai risposto ai tuoi messaggi e…io morirei per avere un figlio con te.”
“Sei serio?” chiese lei, emozionata e commossa e Mat annuì con molta determinazione.
“Tu sei il mio miracolo: quando credevo che l’amore significasse solo urla e imprecazioni, che fosse un incubo, sei arrivata tu che sei sempre così dolce con me. E non voglio affrettare le cose, quindi non ti ho comprato un anello, ma mi piacerebbe sposarti e un giorno dare il mio cognome a Marina. Perché ti amo infinitamente Cristina, e amo anche lei sai?”
Cristina pianse soltanto per quella dichiarazione, e stringendolo forte sussurrò pianissimo “certo Matias” facendolo sorridere.
Quella notte, però, successero un sacco di cose importanti: così mentre Lor leggeva i fumetti a George in videochiamata, accarezzando la sua compagna addormentata, qualcuno meditava piano fuori al balcone.
Aine e George stavano facendo la loro attività preferita: guardare televendite completamente sballati, ma in lui era nato qualcosa, un desiderio strano.
Aine gli aveva appena detto di aver fame, quando lui le comparve davanti con viso estremamente serio e le disse “voglio avere un figlio tuo Aine. Adesso, stanotte…”
“Neanche i mostri di Alien riuscivano a riprodursi così velocemente, George…” rispose lei ridendo, e lui pensò solo “sì, sto sposando la donna giusta”
“Aine…voglio provare a concepirne uno, se vuoi. Iniziare a provare, stanotte…” sussurrò col cuore in gola e lei togliendosi gli occhiali sussurrò “e va bene. Proviamo” rendendolo incredibilmente felice.
Capitolo: una proposta di matrimonio
Era ormai assodato che Ai e Lor avrebbero dovuto convolare di nuovo a nozze il dodici di aprile, e lui stava organizzando con il catering per fare tutto nella vigna di casa loro a Nevers.
Mesi dopo il ritorno da Amsterdam, la nostra famiglia si comportava come sempre, e Lor era ufficialmente ritornato in cucina al Rochefort, dove faceva il servizio della sera, insieme alla sua sous chef che aveva una pancia enorme ormai.
Era tutto tranquillo quel giorno, e poi a pochi minuti dalla fine del turno successe di tutto: una delle receptionist dell’hotel irruppe in cucina dicendogli solo “abbiamo un problema con la sala della jacuzzi, è totalmente allagata”sconvolgendolo. Non c’era nessuno dei suoi soci, così Lor ringhiò che avrebbe finito il servizio e sarebbe corso a controllare.
Era letteralmente furioso, perché sarebbe tornato a casa a notte fonda e aveva giurato a Sophie che invece l’avrebbe aiutata con la matematica. Fece per chiamare Ai mille volte, ma lei non rispose e si infuriò ancora di più.
Salì le scale di corsa, ancora in divisa da chef, urlando soltanto “dannazione!” perché era scocciatissimo da quella cosa, ma entrando si paralizzò. La stanza era al buio, ma c’erano migliaia di candele ovunque, c’era musica, una bellissima tavola imbandita e, soprattutto, c’era Alice bellissima.
“Che succede?” le chiese più divertito che stupito, e lei sorridendo sussurrò “volevo fare una cosa speciale per te, per dimostrarti i miei sentimenti…” facendolo sorridere. Aveva smesso di farsi desiderare, ma comunque era impazzito per quel gesto così dolce.
“Ti adoro Alis, ma plume, ma adesso spogliati e facciamo il bagno…” le sussurrò baciandola, ma Ai aveva altri piani, così scosse solo la testa e disse “Dopo amore. Adesso voglio confessarti una cosa…” incuriosendolo.
“Vedi, mon coeur, sono qui stanotte per cambiare il nostro passato, tornando indietro nel tempo ad un punto nodale della nostra storia…” sussurrò piano e Lor ridendo rispose che non capiva.
“…te la ricordi quella notte in cui avevi sistemato tutto, ma io per paura di finire a letto con te mi sono presentata con la cavalleria?” chiese ridendo.
“Non è semplice dimenticarlo, fu il rifiuto peggiore della mia vita…” le disse ridendo e Ai annuì e mordendosi le labbra rispose “…ed è per questo che stanotte, metaforicamente, voglio ricominciare da quel punto e cambiare tutta la nostra storia…”
“Come?” chiese Lor ridendo, ma anche parzialmente emozionato, ma quando Ai s’inginocchiò gli vennero i brividi lungo la schiena.
“Stanotte voglio smettere di essere la donna che fugge, la donna che nasconde i suoi sentimenti, e voglio chiederti Laurent Dubois, di sposarmi…”
Era emozionata, in ginocchio, e gli porse una scatolina, ma lui era totalmente commosso e per qualche istante non seppe cosa fare.
“Dovresti prendere la scatola…” suggerì lei, vedendo il suo stupore  e Lor ridendo lo fece e notò che dentro c’era la sua fede, che pensava fosse perduta.
“L’avevano presa i gemelli quando te la sei tolta, e ci stavano giocando al Signore degli anelli…” spiegò lei commossa e Lor annuì e basta.
“Insomma vuoi farmi l’onore di diventare mio marito o no?” ripetè lei, un tantino irritata per non aver avuto una vera risposta, ma lui ridendo rispose piano “…solo te  Alis, per tutta la mia vita, lo giuro…”
  “Ma non è comunque un sì…” rispose lei seccata e lui le disse piano “oui Alis…” facendola commuovere ancora di più.
Si strinsero forte e Alice un po’ troppo commossa iniziò a singhiozzare, ma Lor le disse piano all’orecchio “…adesso ti spogli?” facendola ridere.
Fecero l’amore molto piano quella notte in quella vasca e poi rimasero a stringersi, fissando le stelle e scambiandosi giuramenti dolcissimi. Entrambi continuarono a chiedersi come sarebbero state le cose se la loro storia fosse iniziata in quel modo, ma poi giunsero ad una conclusione importante: il loro percorso non sarebbe stato uguale cambiando quel passato. I loro sbagli, i momenti tristi erano quello che li aveva portati dov’erano, e forse non si sarebbero ritrovati tanto innamorati dopo tanto tempo se il passato fosse stato diverso, e dunque era il caso di dire che non c’era proprio nulla da cambiare.
 
Epilogo:
 
Rientrato ad Inverness, dopo aver lasciato Beatrice con Tom a Parigi, Lor si recò ovviamente nel suo posto preferito. Era sempre incredibilmente caotico, e affollato di ragazzini, ma ormai quel posto era casa sua.
Alla cassa c’era una biondina molto bella, che continuava a spiegare a due ragazzi che la fissavano estasiati che non c’era niente di strano nel gioco che gli avevano venduto, erano soltanto loro che non erano capaci di usare la loro nuova consolle.
“…ascoltami attentamente: devi andare nel menù giusto, perché tu vai sempre in quello dei contenuti speciali ed è ovvio che tu non possa giocare, perché non avendo finito il gioco, non hai sbloccato le missioni extra…” continuava a spiegare, ma il ragazzino quindicenne era totalmente innamorato di lei e non ascoltava nulla di quello che lei aveva detto.
“Giuro che i miei fratelli di nove anni lo sanno fare. Non è poi così difficile, eh…” concluse Sophie sarcastica, un po’ scocciata per i modi di quegli idioti, ma si illuminò nel rivedere il padre.
“Mi sei mancato…” gli sussurrò stringendolo e lui le disse piano in francese “…non me ne andrò di nuovo a breve…” facendola sorridere.
“Lei sta lavorando con la zia Sachi nel suo ufficio, ma lo sa che dovevi arrivare? Perché non ci ha detto nulla…” aggiunse, lasciandolo andare, ma Lor le disse solo “no è una sorpresa” facendola sorridere.
S’incamminò verso l’ufficio di Ai, quando sentì per caso la seguente conversazione, e iniziò a ridere come un pazzo.
“…costa troppo la casa della principessa Kimberly. Proviamo a vedere quella di Linda occhi azzurri…”
“No, è sold out da mesi. Sono disperato, Mari mi odia davvero se non le compro questa dannata casa”
“Sì, ma se spendi cinquecento sterline per una casa delle bambole tua moglie ti uccide e anche io, perché Josy sicuro inizia a rompermi le scatole se la compri a Marina…”
“Lo so- concluse Mat avvilito- ma che alternative abbiamo?” e George annuì sconfitto.
“Potreste sempre prendere una casa qualsiasi e metterci dentro una bambola di questa principessa, eh…” concluse Lor ridendo a crepapelle, e i due padri lo fissarono malissimo, salutandolo solo con un cenno del capo.
“Mari se ne accorgerebbe subito” rispose Mat sconsolato, e George spiegò che quelle due ragazzine erano incredibilmente rigide e severe.
“mai avuti questi problemi, grazie al cielo. Bibi giocava con le action figures di star wars…” disse Lor, con un pizzico di soddisfazione e George fulminandolo con lo sguardo rispose “non dire cazzate. Sappiamo tutto del tuo losco passato con la principessa Kimberly e anche con Sailor Moon…”
Lor rise soltanto, perché Ai gli aveva giurato di non raccontare a nessuno di quel Natale in cui, esattamente come quei due poveri padri disperati, aveva vagato per ore in cerca di un regalo per le ragazze.
“Sailor moon è tecnicamente tratto da un manga, dunque è figo comunque…” concluse ridendo, e poi li salutò invitandoli a cena per quella sera.
Arrivò all’ufficio di Ai in quel momento, e rimase per un attimo a fissarla dalle vetrate esterne. C’erano le veneziane e lei non lo vedeva, ma lui sì. Chiacchierava con Sachico e sembrava molto rilassata e Lor pensò che fosse davvero incredibilmente dolce e bella.
“Ah sei arrivato?Ci porti tu da John a fare i compiti?” chiese una voce odiosa e Lor pensò solo “No!” ma girandosi vide George che giocava alla sua consolle.
“Si dice ciao papà, ben tornato, hai fatto buon viaggio? Cazzo sembro sempre il vostro autista, dannazione…” ruggì arrabbiato, ma si tradì, perché Ai sentì la sua voce e corse fuori per saltargli al collo e baciarlo urlando solo “amore!”.
Era davvero felice di vederlo, era mancato da casa per due settimane, perché aveva voluto seguire una serie di seminari insieme a Beatrice.
“Mi sei mancato” sussurrò in francese baciandolo, e lui rispose “tu mi sei mancata. Chi ci tiene i ragazzi stasera?” facendola sorridere.
“Veramente ho giurato che avremmo tenuto Josephine perché George e Aine sono davvero incasinati…” sussurrò con fare colpevole e Lor alzò gli occhi al cielo, ma poi baciandola di nuovo disse “la faremo guardare a Sophie mentre ci diamo dentro come ricci, signora Dubois…”
“Insomma tutto bello, ma chi ci porta da John?” chiese Fred con tono sarcastico e anche Alice si arrabbiò.
“Eravate dei bambini favolosi e adesso…siamo solo i vostri autisti” ringhiò seccata e Fred andò ad abbracciarla per qualche secondo, prima di ripetere la domanda.
Ovviamente fu Lor a portarli dall’amico, e si fecero un sacco di risate per strada. I gemelli si comportavano da preadolescenti, ma avevano un buon rapporto con il padre, che si dedicava sempre molto a loro. E poi, subito dopo averli mollati, ricevette un messaggio di Dug che diceva solo “le donne hanno deciso: riunione a casa vostra stasera, ma cucina Cristina” facendolo ridere.
Rientrò un po’ seccato, perché voleva avere del tempo da solo con lei che gli era mancata per due settimane, ma entrando trovò i suoi vestiti per terra, segno inequivocabile che lei lo stava aspettando in camera per fare l’amore, e impazzì. Si amarono rapidamente, perché avevano parecchi impegni, ma entrambi sorrisero pensando che si sarebbero rivisti quella notte.
Due ore dopo erano tutti sulla terrazza di casa Dubois, e Lor stava raccontando la scena di Tom e Beatrice con molta tenerezza.
“Beh se lei vuole trovare un posto a Parigi le basta solo dire il suo cognome…” disse Cristina dolcemente, perché chiaramente voleva essere un omaggio a Lor. Era di nuovo incinta, del figlio di suo marito questa volta, ed era agli sgoccioli. Un altro piccolo Dubois avrebbe allietato la vita dei loro genitori e Matias era felicissimo.
“Non ne ha bisogno, comunque. E’ straordinaria anche così…” concluse Lor orgoglioso e Ai gli sorrise soltanto.
“Lui invece è nel nostro settore, no?”chiese Sachico ad Ai, che annuì soltanto, spiegando che Tom teneva un corso sui manga all’accademia a Parigi.
“Si era trasferito per lei, quando lei gli ha comunicato che andava a studiare pasticceria e ha trovato questo lavoro che lo rende felice, ma io spero che torni per finire il progetto con noi…” spiegò Ai serissima.
Gli uomini, però, decisero di uscire a fumare per fare le loro futili chiacchiere, e Ai decise di chiedere ad Aine come andassero le cose.
“Oh io lo amo, davvero, e lui è un buon padre, ma è troppo permissivo. Si fa sempre fregare da quella cavolo di bambina…” rispose un po’ sconsolata e Ai ridendo spiegò “perché è un Dubois. Si fanno totalmente rigirare da queste ragazzine. Sophie e Beatrice hanno sempre fatto fare al padre tutto quello che volevano…”
“Sì, vale anche per Matias e Marina…” sussurrò Cristina molto piano e Ai commentò “vedi? Vuoi una prova?”
Le donne ridacchiando  annuirono e lei disse ad alta voce “…dimenticavo che ha chiamato Beatrice”  facendo ricomparire il marito in tre secondi. Lor si offese per quelle accuse, ma sua moglie sorridendo gli disse piano “sei un padre molto dolce e incredibilmente affettuoso, ma ammetti che hai un debole per la tua prima figlia…” beccandosi solo un gestaccio.
E così brindarono tutti insieme alla loro vita e al loro futuro, che fu incredibilmente roseo. Cristina e Matias ebbero anche il secondo figlio, Angelo, e vissero incredibilmente felici. Mat riprese a lavorare come ingegnere, ma passava quasi tutte le sue sera al Rochefort con sua moglie, che lo fece ingrassare un bel po’ continuando a riempirlo di affetto e tenerezza.
George e Aine decisero che Josephine bastasse come figlia, e la piccola Dubois riempì le loro vite totalmente per anni, prima di decidere di andare a studiare all’estero, rendendoli incredibilmente orgogliosi e apprensivi.
 Sachico e Dug, non si sposarono mai, ma restarono insieme per tutto il tempo. Nessuno dei due credeva ai secondi matrimoni, ma entrambi sapevano di non poter essere più innamorati. Nel chiederle di vivere insieme, Dug le disse solo “…sei la mia anima gemella, ed io lo so da troppo tempo, e ci abbiamo girato intorno troppo tempo” facendola sorridere piano.
I nostri ragazzi, invece, dopo il secondo matrimonio si stabilirono definitivamente a Inverness, ma Lor aprì vari ristoranti in giro per l’Europa e ottenne altre cinque stelle in carriera. Continuò per tutta la vita a cucinare per la sua Ai, e scrisse persino libri di ricette per diabetici. Alice continuò con il suo lavoro, ma presto decise di abbandonare la start up giapponese per dedicarsi solo alla fumetteria e ai ragazzi.
 Crescendo Fred decise di voler proseguire con la strada del padre, e così il sogno di Lor si avverò parzialmente, quando fece un servizio con entrambi i suoi figli nella sua brigata. Sophie, invece, decise di studiare programmazione e Lor continuò a dire a tutti che era un genio, mentre Georgie rimase a lavorare alla fumetteria di famiglia. Beatrice aprì una piccola pasticceria a Parigi, ma presto rimase incinta e tornò insieme a Tom ad Inverness, per crescere la loro piccola Ai con l’aiuto dei nonni.
I nostri amici continuarono a litigare, bere e festeggiare insieme, e quando il giovane Lor e Bella annunciarono di aspettare un bambino, le famiglie Mac Neil e Dubois non potevano essere più unite, caotiche e confusionarie, ma felici.
Nota:
Ciao a tutti e grazie davvero di cuore per essere rimasti con noi fino alla fine. Spero che vi abbiano emozionato i nostri folli ragazzi di Inverness e che vi abbiano strappato anche qualche risata e un sorriso. Spero di non avervi delusi, e mi scuso se dovesse essere così. A presto, con altre storie, se volete.
   
 
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