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Autore: Nathan05    31/08/2020    1 recensioni
Ero eccitatissimo per la mia prima vacanza in Giappone, un sogno divenuto realtà. Ma sarà un fortunoso ritrovamento a rendere la mia vacanza davvero indimenticabile: un diario segreto che mi permetterà di entrare nell'animo del suo autore, un ragazzino amante del calcio.
DISCLAIMER: i personaggi di "Capitan Tsubasa" appartengono al creatore Yoichi Takahashi. Possibile allerta spoiler per chi sta seguendo l'anime "Capitan Tsubasa" (2018), al quale si collega questa storia. Il seguito è un'elaborazione dell'autore basata anche su Boku wa Misaki Taro. Non leggete la storia se siete infastiditi da relazioni amorose / sentimentali tra personaggi minorenni.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Kojiro Hyuga/Mark, Nuovo personaggio, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO LV – Addio, Kagoshima

Avevamo vinto, tutti erano felici, e più di tutti lo era Mitsuru. Io ero felice e soddisfatto soprattutto per loro: non era certo stata la partita più importante della mia vita, ma per i ragazzi della Nishimine aveva rappresentato un passo avanti enorme. Ho aspettato un po', li ho lasciati sfogare, prima di dare la notizia.

Quando ho annunciato la mia partenza, gli animi si sono subito raffreddati. Kazuo aveva mantenuto la promessa, e non aveva detto niente a nessuno. Ma proprio per questo, molti ragazzi si sono lasciati prendere dallo sconforto, altri hanno pensato che stessi scherzano. Alcuni hanno addirittura detto che non avrebbero vinto più nessuna partita nella loro vita! Li ho rincuorati, gli ho ricordato che il calcio è uno sport di squadra e che si vince in undici. La vittoria di oggi deve rappresentare per loro solo un punto di partenza, e la dimostrazione che anche la Nishimine può vincere.

Mitsuru mi ha ringraziato e mi ha abbracciato: ora finalmente può sentirsi un giocatore della Nishimine a pieno titolo, e spero che anche sua madre capisca la sua passione per il calcio. Senza di me, la squadra avrà bisogno di lui, ed è importante che tutti i ragazzi abbiano fiducia in sé stessi e nei loro compagni. Mitsuru, Kazuo e gli altri ragazzi della Nishimine probabilmente non diventeranno mai dei giocatori professionisti, ma ora quanto meno non sono più la squadra materasso della prefettura, e possono finalmente divertirsi.

Ho salutato tutti i ragazzi, tranne Kazuo, che mi ha invitato per l'ultima volta a cenare al ristorante di suo padre. Questa volta è venuto anche mio padre, e finalmente i nostri genitori si sono potuti incontrare. Finita la cena, abbiamo lasciato gli adulti ai loro discorsi e siamo saliti sopra. Abbiamo giocato un'ultima partita alla PS e poi ci siamo dovuti dare l'addio. Kazuo era visibilmente emozionato, tratteneva a stento le lacrime: “Non pensavo che questo momento sarebbe venuto così presto”.
“Non essere triste. Dopo tutti gli addii che ho dovuto dire ho imparato una cosa: quando lasciamo per sempre qualcuno, non dobbiamo essere tristi per non poterlo vedere più, ma dobbiamo essere felici per i momenti passati insieme”.
Kazuo accenna un sorriso: “Hai ragione. Sono felice di averti conosciuto e di aver passato del tempo con te, e grazie di tutto. È merito tuo se ora la Nishimine è una vera squadra di calcio”.
“Lascio la squadra nelle tue mani”, gli ho detto.

“Taro! Dobbiamo andare!”, mio padre mi chiama dalle scale.
Ci guardiamo, ci abbracciamo. Gli do un bacio sulla guancia e corro via, senza guardare indietro. Non so cosa deve aver pensato o che espressione avesse, ma deve essere rimasto immobile, perché non ha detto nulla e non mi ha seguito. Spero di avergli fatto piacere e di avergli lasciato un bel ricordo. Quello che gli ho detto lo penso davvero: quando lasciamo per sempre qualcuno, non dobbiamo essere tristi per non poterlo vedere più, ma dobbiamo essere felici per i momenti passati insieme. Eppure, Tsuby, non posso fare a meno di sentire la tua mancanza, e mi capita ancora di piangere quando mi sento solo e ti vorrei avere qui con me. Credo che anche per Kazuo sarà lo stesso, almeno per un po'.

Lasciare Kagoshima non sarà come lasciare Nankatsu. Vedere il vulcano Sakurajima che si allontana dal treno non sarà emozionante come l'ultimo saluto al Monte Fuji da quell'autobus che hai rincorso. Qui ho avuto delle belle esperienze, mi sono divertito e ho fatto amicizia; a Nankatsu ho avuto delle esperienze indimenticabili, ho scoperto me stesso e trovato l'amore: te. Eppure, c'è sempre un velo di nostalgia quando si dice addio ad un luogo e a delle persone.

Cosa farò? Non ne ho idea. Tra poco prenderò il treno per Yokohama, e domani incontrerò mia madre. Ma voglio davvero restare in Giappone con lei, mentre mio padre andrà in Francia? No, e non l'ho mai voluto. Ho solamente accettato di fare una prova perché mio padre ha insistito tanto. Se fosse possibile, verrei subito a Nankatsu, ma non credo che lo sia. Se mio padre dovesse lasciare il Paese, mia madre potrebbe mettersi di mezzo, in qualche modo. Non so che persona sia, so solo che mi ha abbandonato e che ora, dopo che ho vinto il Campionato nazionale, improvvisamente è di nuovo interessata a me. Troppo comodo...

Quindi non so con certezza cosa farò, ma spero che mio padre capisca che non voglio restare con mia madre e con la sua nuova famiglia. In fondo, io sono Taro Misaki! Andare in Francia sarebbe una grande esperienza, anche Kazuo me l'ha detto, e sono sicuro che anche tu la penseresti così: del resto tu hai sempre desiderato andare in Brasile, e spero che presto riuscirai a realizzare quel sogno. Quindi, caro Tsuby... non penso che ci rivedremo presto, ma sono sicuro che prima o poi ci rivedremo! 

Mio padre mi sta chiamando, devo davvero andare. Lascerò questo diario qui... sperando che un giorno verrai a cercarmi e lo troverai. E sappi che ovunque andrò, sarai sempre con me, perché ti amerò fino all'eternità, Tsuby. 
Il tuo Taro.
   
 
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