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Autore: sissi04    31/08/2020    1 recensioni
Settant'anni erano passati dall’improvvisa scomparsa di Miriel figlia di Athror.
La maggior parte degli abitanti della Terra di Mezzo aveva dimenticato il suo nome e i pochi che ancora rammentavano le imprese ad esso collegate guardavano cupi ciò che ella era diventata.
Ora vi domando: potrebbe mai un mostro portare luce sulla via di un re?
Seguito di "You next to me", storia basata sugli avvenimenti di Lo Hobbit scritta e pubblicata nel 2018.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Frodo, Legolas, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ardente come fuoco vivo, il Sole fece capolino lungo l’orizzonte plumbeo, disegnando il contorno scuro dei dieci viaggiatori silenziosi che si apprestavano a lasciare alle loro spalle il loro passato in direzione del futuro più incerto che si potesse immaginare; di una cosa però erano tutti fermamente convinti: da quel momento in poi non sarebbero più stati gli stessi.
Erano partiti all’alba, abbandonando la dolce e sicura valle elfica per immettersi nelle impervie terre selvagge ed iniziare la loro missione che, pensavano dentro ai loro cuori, sarebbe stata quasi sicuramente la causa della loro dipartita.
 
Frodo Baggins camminava guardando fisso davanti a se, accompagnato da migliaia di pensieri per la testa e quel piccolo peso al petto, nascosto dai numerosi strati di vestiti e la casacca in Mithril che un tempo era appartenuta a suo zio Bilbo; non poteva nasconderlo, aveva paura, ma sapeva essere ciò che doveva fare e si ritrovò quasi a pensare che se avesse dovuto prendere quella decisione una seconda volta… avrebbe caricato nuovamente le sue gracili spalle di quel peso.
Si girò un ultima volta indietro, osservando dall’alto la valle svegliarsi lentamente allo stiracchiamento pigro del Sole.
 «Avrai il piacere di rivederla Frodo Baggins, ne sono certa» mormorò la donna senza alcun segno di sorriso, appoggiandogli una mano sulla spalla per poi farlo girare e spingerlo a proseguire, rimettendosi in fila davanti a Granpasso.
 
Decisero di fermarsi verso ora di pranzo, proprio quando il Sole era più alto nel cielo, per riposarsi e rifocillarsi accanto ad un ruscello tra alcuni alberi verdeggianti appartenenti ad un ultimo lembo di vallata.
Sam si  preoccupò subito di servire ai suoi amici e compagni un piatto degno di essere chiamato tale, mandando Boromir, Merry e Pipino a raccogliere un po’ di legna mentre lui si occupava di tagliuzzare alcune verdure e un po’ di carne che era riuscito ad infilare nella sua sacca già colma.
Miriel sospirò con un’aria quasi annoiata, non le era mai piaciuto fermarsi, soprattutto non così presto, ma era pur vero che i piccoletti non fossero minimamente abituati alle lunghe ed insidiose camminate di giorni e giorni di cui lei si era cibata per buona parte della sua esistenza.
La sua attenzione venne poi attirata da Aragorn che, dopo aver controllato insieme a Legolas che la zona fosse sicura e protetta almeno in parte, si apprestava ad allontanarsi verso il ruscello; con un’espressione curiosa lo seguì, cercando di non farsi vedere troppo interessata agli occhi dello stregone che sentiva trafiggerle la schiena.
Raggiunto l’uomo, lo osservò per un po’ in silenzio appoggiata ad un albero; si stava semplicemente abbeverando e rinfrescando. Con un sospiro decise di farsi avanti, aumentando poi il passo e quando si ritrovò alle spalle dell’altro estrasse la spada con l’intento di colpirlo.
Tuttavia la sua lama venne bloccata da quella di Aragorn che, sentiti i suoi passi veloci, si era subito apprestato a difendersi; i due si osservarono per un tempo a loro indefinito poi, con uno scatto, lasciarono entrambi scivolare le lame l’una contro l’altra per abbassarle con un sorrisetto.
 «Allora sai ancora come cavartela a quanto pare» disse l’uomo terminando di riempire la sua borraccia per poi girarsi nuovamente verso l’altra «non sei un po’ vecchia per giocare a prendere di sorpresa gli altri?» chiese poi ridacchiando all’espressione sconvolta e divertita dell’altra.
Senza alcun tipo di preavviso l’altra alzò la spada tentando di colpirlo ad una spalla, venendo però rapidamente parata, con uno scatto si riprese e lo colpì con una ginocchiata allo stomaco, osservando poi soddisfatta il suo operato.
 «B-bene… giochiamo» disse con sforzo Aragorn per poi ricambiare il suo sorriso divertito ed iniziando a battersi con lei, saltellando tra le rocce che sporgevano scompostamente dal ruscello e le radici degli alberi che preferivano le fresche acque alle dura terra.
 
Raramente durante quelle prime settimane vennero scambiate altre parole rilevanti tra i membri della compagnia, tutti troppo assorti nel cammino e nelle preoccupazioni, furono proprio i due piccoli Hobbit Merry e Pipino ad alleggerire un po’ la tensione ormai palpabile.
 «Sai Gandalf, quando tutto questo finirà dovrai assolutamente venire alla Contea e deliziarci con i tuoi fuochi d’artificio, puoi insegnarci a costruirne qualcuno? Quello a forma di drago ad esempio! Il vecchio Tuc ci rimarrebbe secco» disse Pipino ridacchiando scioccamente.
 «Uh e che ne dici il gioco pirotecnico che facesti la sera del compleanno di Bilbo?! Sarebbe bellissimo» aggiunse Merry sognante facendo ridacchiare anche lo stregone sotto la folta barba.
 «Può darsi miei cari Hobbit, esigo qualcosa in cambio però» disse con un cipiglio furbo.
 «La torta di mele di Sam? Certo non è la ricetta tradizionale ma è mangiabile». 
 «Pipino! La mia ricetta è quella presa dal libro della mia bisnonna Primula in persona, è la tradizione stessa» si intromise lo Hobbit indignato e leggermente rosso in volto per essere stato preso in causa in quel modo senza il suo consenso.
 «Può andare, per ora sarò costretto a divorarmi la mia stessa curiosità nell’attesa di assaggiare questa famosa torta» Gandalf mise una mano sulla spalla di Sam sorridendo bonario, facendogli un occhiolino divertito che rassicurò il piccolo Hobbit.
 «Voi forse allora non conoscete il vero sapore di una torta! No Valar, proprio no» disse all’improvviso Gimli, rimboccandosi leggermente la cintola, preparandosi ad un discorso lunghissimo e molto probabilmente logorroico che si tramutò nel decanto dell’intero ricettario della cucina nanica, dalla specialità più grassa e gustosa a quella considerata più insipida e dietetica, ma comunque pesante per il delicato stomaco Hobbit.
A quel discorso susseguirono diversi minuti di silenzio interrotti solamente dal fruscio del vento, quando ecco che anche l’Elfo decise di condividere la propria cucina tipica, di certo non si sarebbe fatto sfigurare da un Nano!
 «Beh solo uno sciocco non ammetterebbe che la cucina elfica è una delle più gustose ed eleganti» disse con un’espressione saccente alla quale Miriel ed Aragorn alzarono un sopracciglio guardandosi perplessi, per poi ridere piano tornando a camminare con sguardo basso.
 «Ah sì?! E sentiamo orecchie a punta, quali specialità sarebbero così rinomate come dici? Forse quell’insalata che osate chiamare cena?! Ho perso quasi una taglia dopo un mese di quella roba» esclamò Gimli puntellando la sua ascia per issarsi sulle rocce aride e polverose.
 «In effetti non ve ne avrebbe fatto male ancora un po’ a voi Nani…» mormorò Legolas facendo scatenare urla ed imprecazioni da Gimli che iniziò a mulinare la sua ascia cercando di colpirlo senza successo, dato che l’Elfo schivava i suoi colpi senza apparente difficoltà.
 
 «Calma figlio di Durin, non facciamoci provocare dai tronchi d’albero con le orecchie a punta» disse Miriel afferrando da dietro il manico dell’arma, facendo girare l’altro sorridendo leggermente divertita, guardando Legolas che la ricambiò con un cipiglio strano, era ormai certa che egli non volesse darle la soddisfazione di vederlo sorriderle.
 
All’improvviso Gimli si scostò bruscamente dalla donna, stringendo forte al petto l’ascia «Lasciami stare donna e torna al tuo posto» borbottò avanzando a grandi falcate, lasciandola indietro; Miriel sospirò abbassando leggermente lo sguardo per poi riprendere a camminare, mentre il silenzio calò nuovamente ancora più gelido ed impenetrabile dei precedenti.
 
Sapeva bene che più di tutti Gimli faticava ad accettarla in quella Compagnia, troppo fedele a Thorin figlio di Daìn per accettare altre linee di discendenza al trono sotto la Montagna Solitaria; in parte riusciva a comprenderlo ma per un attimo aveva sperato di essere in grado di inserirsi tra loro.
Più volte nelle notti precedenti a quella giornata aveva passato ore a pensare a se stessa e a ciò che il gondoriano aveva detto e spesso era giunta alla conclusione che in effetti egli aveva ragione: lei temeva se stessa e il suo passato più di qualsiasi altra cosa e ciò non le permetteva di andare avanti; così aveva deciso di sciogliersi, almeno un po’.
Ora però che ci pensava bene non vi erano altre linee di discendenza, a chi pensava? A se stessa? Una mezz’Elfo distrutta dalla vita e dal suo stesso essere, sola al mondo e con un flebile scopo che non sapeva esattamente dove l’avrebbe portata.                                                                                                    No, Gimli aveva ragione, la stirpe di Durin era morta con i suoi diretti discendenti di sangue, lei non faceva parte di tutto quello.
E mentre questi pensieri affollavano la sua mente il cielo si fece scuro sopra il loro cammino e, come tutti i giorni, il Sole tramontò.


Angolo autore: ed ecco a voi il capitolo n°4!
So che è passato quasi un mese dall'ultimo aggiornamento, voglio chiedervi umilmente perdono ma dovevo godermi almeno un po' di vacanze e la connessione era davvero lontana nel luogo in cui passavo placidamente spaparanzata le mie giornata.
Anyway, ringrazio tutti coloro che hanno letto i capitoli precedenti e che hanno messo questa piccola ff tra le preferite/seguite, grazie di cuore; vi invito a farmi sapere cosa ne pensate di questo capitolo (e anche degli altri) tramite recensione!✉️♥️
Prossimo appuntamento a GIOVEDÌ 3 SETTEMBRE!📆
Un bacione😘
Sissi04✨
   
 
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