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Autore: ElderClaud    17/08/2009    4 recensioni
Conosceva alla perfezione chi aveva davanti. "Itachi Uchiha era il suo nipotino preferito. Tanto scaltro quanto spietato. un sicario così silenzioso che neppure lui si era accorto della sua venuta. Un successore perfetto si potrebbe dire…"
{Itachi-Madara}
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ecco la Itachi-Madara chiesta da Mishka (che dopo averla chiesta non si è più fatta ne sentire ne vedere ) per la vecchia raccolta “Strange Travel” cancellata tempo addietro per mancanza di recensioni, ma in coincidenza molte richieste -.-

The Successor (Madara-Itachi)


La sua immagine si rifletteva alla perfezione in quel rosso liquido profumato.

Come una fonte della verità rossa dei suoi peccati più gravi.
Un vino dall’annata eccezionale. E lo bevve lentamente per giunta, come solo un vero degustatore saprebbe fare.
Ma dopotutto lui poteva permettersi di tutto, anche bere un vino costosissimo, o in alternativa,
piacere ancora più grande, mettere fine alla vita di una persona.

Era senza scrupoli Madara Uchiha. Ed era fiero di condurre ormai da trenta anni “l’azienda di famiglia”. Preferiva di gran lunga quel nome che il termine più volgarizzato di yakuza. La mafia giapponese.

Alle sue spalle, oltre le grandi vetrate del suo nero ufficio, una Tokio notturna conduceva la sua vita mondana ignara dell’occhio del suo padrone.

Madara...”

la voce di un improvviso interlocutore però, lo distrasse da quel puro momento di meditazione. Conosceva alla perfezione chi aveva davanti.
Itachi Uchiha era il suo
nipotino preferito. Tanto scaltro quanto spietato. un sicario così silenzioso che neppure lui si era accorto della sua venuta. Un successore perfetto si potrebbe dire…
Se non fosse per quella sua bramosia di potere che lo rendeva, a tutti gli effetti, più un competitore che un erede.

E sapete una cosa? Lui ne andava fiero.

Andava fiero di quel nipote che, fattosi ormai uomo, non attendeva altro che detronizzare quel bastardo di suo zio.

Itachi. Che sorpresa! Devi dirmi qualcosa di importante caro?!”

L’ambiguità strafottente del capo famiglia era spesso una questione odiosa. Una questione che il giovane Uchiha non sopportava più.
L’abisso tra Madara e Itachi era nell’applicare le proprie idee.
Il giovane, senza ombra di dubbio, era ancora più spietato del vecchio zio al comando. E quest’ultimo lo sapeva alla perfezione. Sapeva perfettamente che il nipote, stava seriamente pensando di detronizzarlo. E sapeva perfettamente che le sue ottime doti di oratore avevano abbindolato molti della famiglia Uchiha. Le sue spie lo avevano informato di per tempo, ma lui inspiegabilmente non aveva voluto contrattaccare.

Sapeva tutto di Itachi. Perché in un certo senso, era una creatura sua. Forgiata da lui stesso ma perfettamente autonoma.

È finita Madara”

Di corpo e di pensiero...

Sorrise ancora più maggiormente Madara, nel sentire quelle parole dettate lentamente e fermamente. Sorrise perché ora la sua creatura era davvero perfetta! Perché in questo momento, questo fantastico momento, il boss stava per essere detronizzato. E lui lo aveva cresciuto apposta per questo. Perché un vero purosangue potesse depositarlo in maniera degna.

Ti ho cresciuto bene... Nipotino mio”

Ma non aggiunse altro, perché poi il suo perfido sorriso gli morì in volto. Lasciando largo ad una espressione sorpresa e ad occhi sempre più spalancati e vitrei.
La morte per Madara Uchiha era arrivata silenziosa e fulminea. Arrivata nientemeno che dalla pistola di suo nipote. Il silenziatore messo sulla canna ebbe l’effetto di attutire il colpo. Un’arma letale posta con somma eleganza all’interno del nero taglieur.

E il corpo dello zio cadde con grazia sulla moquette anch’essa nera. Seguito prima dal vetro del calice di vino che si rompeva con altrettanta eleganza su quella superficie costosa. Tutto nero come ogni cosa in quell’ufficio malinconico. Persino le rose scarlatte poste in un vaso della scrivania parevano sporche dei peccati di Madara.
E ora… erano anche sporche di quelli di Itachi.

Hai fatto il tuo tempo Madara. Tutti in famiglia sono con me adesso”

E ora toccava a lui guidare “l’azienda di famiglia”. Nota più volgarmente con il nome di mafia giapponese. Una volgarità che lui non era affatto disposto ad accettare. Perché loro erano semplicemente i padroni della città.
Quella città che ora se ne stava a divertirsi ignara al di fuori delle grandi vetrate oscurate del suo nuovo palazzo di potere.
E mentre il giovane capo prendeva posto sulla maestosa poltrona nera posta oltre la scrivania di marmo, il suo unico pensiero si indirizzò dove ora giaceva il corpo esanime del fu “zio Madara”.
Un pensiero semplice, ma che per lui era di un’esigenza estrema.

E ora come farò a togliere le macchie di sangue dalla moquette?!”


Complimenti Madara Uchiha.

Sei ancora una volta riuscito a creare un perfetto mostro. Sii fiero di ciò in eterno.

   
 
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