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Autore: Cesca_Haibara20    01/09/2020    2 recensioni
Conan ed Ai sono amici da tanto tempo. Sono ormai entrati in sintonia, tutti li considerano simili perché hanno lo stesso modo di fare, di agire e di pensare ma, c'è qualcosa di strano nel comportamento di Ai... Sta diventando più affettuosa nei confronti di Conan; sarà semplicemente amicizia o qualcosa di più? E Ran? Aspetterà ancora il ritorno di Shinichi o piano, piano, cercherà la felicità altrove? Si dice che l'amore vero sia un sentimento che provino gli adulti, chissà se i nostri ragazzi sanno già cosa sia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti | Coppie: Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: AU, Soulmate!AU | Avvertimenti: Triangolo
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ATTENZIONE: Questo capitolo ha ancora il punto di vista di Ai!
 
Quando riapro gli occhi mi trovo in un luogo calmo, silenzioso e, per certi versi, rassicurante. Mi guardo intorno e le pareti bianche mi fanno rendere conto di essere in un stanza d'ospedale, alzo la coperta dal mio corpo e noto che ci sono varie bende sulle gambe e sulle braccia e sul braccio sinistro ho un tubicino che mi collega ad una flebo.
Sospiro di sollievo.
Sono salva.
Sento delle voci fuori dalla mia porta, mi copro velocemente e fingo di dormire.
Dei passi entrano nella camera.

«Allora dottoressa, come sta?»

 È Agasa.

«Ha perso molto sangue da quasi tutto il corpo, ma fortunatamente i tagli non erano profondi e siamo riusciti a ricucirli e disinfettarli senza problemi. Solo di un paio sul bacino rimarranno le cicatrici, ma non saranno visibili.» spiega con tono tranquillo. «La bimba è una guerriera, si riprenderà in fretta e c'è dell'altro.»
«Ovvero?»
«Avevamo notato che c'erano segni di sangue lungo le sue gambe ma derivavano dai tagli sopra che gocciolavano, successivamente, mentre la medicavamo, abbiamo constatato che l'uomo in questione ha cercato di violentarla e secondo la testimonianza della ragazza che era con lei le ha solo baciato le parti intime senza poter andare oltre...»
«Santo cielo...»
Mi sento sporca.
«Lo so, fortunatamente quel ragazzo, Shinichi, è riuscito a fermare l'uomo prima che potesse fare altro. È stato un vero sollievo.»
«Davvero...» c'è una pausa. «Ah, e per quanto riguarda Ran, la ragazza che era con lei?»
«La ragazza è stata davvero fortunata. Se l'è cavata con qualche graffio ai polsi dovuti alle catene, l'abbiamo tenuta qui fino a che l'effetto del sedativo non fosse finito e poi l'abbiamo dimessa.»
«Che fortuna.»
«Se le dispiace, può seguirmi un attimo? Dovrebbe firmarmi delle carte in quanto tutore della bambina.»
«O-oh, ma certamente.»

I passi si allontanano sempre di più ed infine la porta si chiude. Riapro i miei occhi e mi metto seduta sul letto sentendomi devastata. Perché? Perché a me?
Con tutto quello che poteva succedermi, proprio questo? Avrei preferito di gran lunga farmi sparare un proiettile da Gin.” sospiro.
Noto che sul comodino accanto al mio letto c'è un piccolo bouquet di rose rosse, mi ricordano quando ho fatto quello scherzo a Shinichi facendogli credere che gli avrei sparato. Quel ricordo mi fa sorridere ma mi incupisco subito dopo.
Non ha salvato me, ha salvato Ran. Agasa ha salvato me. È Ran colei che ama ed io che speravo che riuscisse ad andare avanti insieme al mio aiuto. Sono stata un'illusa, mi sono illusa.
Stringo le mani in piccoli pugni ma sento una notifica del cellulare, lo prendo e guardo chi mi scrive.

Ciao Ai<3. Come ti senti? Rispondimi appena ti svegli.

Shinichi. Con che faccia tosta. Decido di ignorare appositamente il messaggio, no non gli farò il trattamento del silenzio, semplicemente non lo voglio vedere mai più. Che resti con la sua Ran se vuole.
Aspetta!
Come cavolo ha fatto a ritornare Shinichi se-... Che bestia maledetta!
Ha preso l'antidoto di tre ore di proposito solo per far bella figura davanti a Ran e poterla salvare nei panni di Shinichi! E menomale che mi aveva promesso di non prendere l'antidoto fino a settembre.
Che egoista...
Scendo dal mio letto e lentamente mi avvicino alla grande finestra per osservare il paesaggio. Dal mio riflesso noto che come pigiama indosso una maglietta bianca a maniche corte semplice e dei pantaloncini sportivi neri con contorno bianco. Da quassù la città sembra così indaffarata nonostante sia domenica... a proposito, che ore sono? Dal colore del cielo sembra tardo pomeriggio, poso lo sguardo verso l'orologio al muro e vedo che sono le 17:30, wow.
Quel mostro deve avermi tenuta lì tutta la mattinata e tra la sua cattura e la mia ripresa dev'essere passato tutto il giorno.
È la peggior giornata di sempre...” penso posando nostalgicamente la mano destra sul vetro della finestra. “In momenti come questi vorrei tanto la compagnia di Shinichi, magari un suo abbraccio... ma lui a quanto pare, preferisce la compagnia di qualcun altra.
Improvvisamente la porta si apre e mi emoziono.

«Oh, sei sveglia Ai.»

È Agasa.
Sorrido lievemente.

«Sì, mi sono svegliata ora.» replico avvicinandomi a lui.
«Come ti senti?» mi aiuta a mettermi seduta sul letto.
«In verità, mi sento un po' febbricitante, è normale?»
«Sì, dev'essere a causa della flebo che ti aiuta ad espellere il tranquillante che ti ha iniettato quell'uomo.»
Annuisco solamente a volto basso.
«Ah! Shinichi ha detto che tra cinque minuti viene a trovarti! Non sei-»
Non lo faccio finire.
«Gli dica di non scomodarsi.»
«Come...?»
«Non voglio che Shinichi venga qui. Che se ne stia con la sua Ran piuttosto, visto che lei è più importante di tutto e di tutti... come sempre...» replico fredda.
«Ai...»
«Lui preferisce Ran? Bene! Che stia con lei allora.»
«Ma lui vuole sapere come stai, vuole assicurarsi che tu sia fuori pericolo.»
«Può tranquillamente dirglielo lei.»
«Sì, ma-»
«Visto? Problema risolto.»
«Lui ha visto le tue condizioni Ai. Per questo ha preferito salvare prima Ran e lasciare che dei veri professionisti salvassero te che eri visibilmente più a rischio. Tu non lo sai perché eri svenuta ma, quando Shinichi è entrato in quello stanzino ed ha visto quell'uomo intento a baciarti e toccarti, il suo sangue ribolliva dalla rabbia. Lo avrebbe picchiato volentieri ma ha preferito una via più ragionevole.»
Non so se crederci o meno.
«Non importa. Lui poteva tranquillamente slegarmi ma mi ha deliberatamente ignorata, e se quello che lei ha raccontato è vero, voglio sentirlo dalla bocca di Shinichi e non dalla sua.» mi stringo nelle braccia come se avessi freddo. «Ran era pulita. Quella che stava per morire ero io ma si vede che non sono abbastanza importante per lui.»
«Ti sbagli Ai, Shinichi ti-»
«Non voglio sentire il suo nome!» esclamo coprendomi le orecchie in lacrime.
«Va bene, va bene, scusami, non lo nomino più, okay piccola?» mi rassicura Agasa spostandomi le mani.
Mi calmo e mi asciugo le lacrime.
«Quindi... gli dico di non passare più...?»
«Esattamente.»
«Va bene, se è questo quello che vuoi, non posso fare altro che assecondarti. Dammi qualche minuto, lo chiamo e gli riferisco di restare a casa.» mi sorride dolcemente, si alza dalla sedia con il cellulare in mano ed esce dalla stanza.

Sospiro non appena si chiude la porta.
Vorrei stare qui per sempre... lontano da lui...” penso posando la testa sul cuscino cercando di rilassarmi chiudendo gli occhi.
Subito dopo sento la porta riaprirsi.

«Allora che le ha detto Shinichi?» domando ad Agasa tenendo gli occhi chiusi.
«Ha detto: perché non rispondi ai miei messaggi?»
«Per-»
Aspetta...
Riapro gli occhi e me lo trovo lì, di fronte alla porta, con i capelli scompigliati, uno sguardo misto tra preoccupazione e sollievo quasi enfatizzato dalla lente degli occhiali, con indosso una felpa poco più grande verde, jeans e le sue solite scarpe da ginnastica rosse.
Sospiro e chiudo la bocca posando lo sguardo verso la finestra.
«Ai, ti prego non ignorarmi.» si avvicina a me e mi prende una mano. «Ti fanno male le bende?» domanda quasi preoccupato.
Non rispondo.
«Dimmi almeno dove sono i tagli o se ti bruciano...»
Silenzio.
«Ti prego... sono davvero preoccupato, vorrei fare qualcosa per aiutarti.»
Dalla coda dell'occhio vedo che passa la mano sulle bende e non reggo più.
«Bruciano Shinichi!» sbotto spostando il braccio. «Bruciano, bruciano da morire ma non solo quelle sul corpo, ma quelle che ho nel cuore!» prendo un lembo della coperta scostandola e rivelando il mio corpo.
Nel vedere le fasce rimane sorpreso.
«Quell'uomo aveva un cazzo di coltello e mentre ero narcotizzata mi ha inflitto tutti questi tagli! La sua lingua schifosa ha toccato ogni centimetro del mio corpo, mi sento sporca e per grazia di Dio non mi ha violentata! E tu? Tu hai fatto l'egoista della situazione!»
«L'egoista...?»
«Credi che non abbia visto come hai fatto il principe azzurro con Ran? Anche se ero narcotizzata sono riuscita ad aprire gli occhi e a riprendere coscienza.» domando scendendo dal letto. «E a me non ci hai pensato? Fosse stato per te mi avresti lasciata lì, vero?» mi avvicino a lui.
«Ma che cosa dici?! Ho salvato prima Ran per poter chiamare i paramedici dell'ambulanza e salvarti la vita!»
«Bugiardo! È una delle tue solite bugie!»
«Ti sto dicendo la verità Ai, credimi!» mi prende entrambe le mani. «Fosse stato per me lo avrei ucciso con un paio di colpi ma ho preferito farlo semplicemente svenire per poi consegnarlo alla polizia. Quando ho visto la scena di te inerme e svenuta mi è salito il nervoso dalla punta dei piedi fino alla punta dei capelli, sei la persona più importante della mia vita, non accetterei che ti venga fatto del male.»
«E dovevi prendere l'antidoto per questo...?» la mia voce è tremante. «A-a me non solo ha dato fastidio il fatto che sei corso da Ran come se fosse lei quella in pericolo di vita ma che hai preso l'antidoto! T-tu l'hai fatto per farti bello agli occhi di Ran, vero?»
«No! No Ai... non volevo affatto farmi bello agli occhi di Ran, volevo solo assicurarmi che la polizia mi desse ascolto, capito? Lo sai che col corpo di Conan sarebbe risultato più difficile.» sospira. «Io volevo salvarti ma come ho visto Ran ho pensato che era meglio salvare lei per non peggiorare la tua situazione. Non sapevo come reagire, come agire e non volevo peggiorare le tue ferite prendendoti in braccio, magari in malo modo e portarti sulla barella.» mi accarezza una guancia.
«Non toccarmi!» lo allontano da me. «Hai infranto la promessa fatta un mese fa ed hai tradito la mia fiducia in te, sono stata così sciocca a crederci!» poso le mani sul mio viso nascondendo gli occhi lucidi.
«Lo so che te lo avevo promesso ma io l'ho fatto per te... per salvarti Ai. So che mentre eri lì hai pensato me, l'ho sentito dentro. E poi, credere a cosa?» posa una mano sulla mia spalla.
«A niente... credere a niente.» sussurro. «Ora vattene...»
«Ma Ai, fammi spiegare...»
«Ti sei spiegato abbastanza. Lo hai fatto per lasciare lo spazio ai paramedici e per non peggiorare la mia situazione, va bene, basta.» mi rimetto a letto coprendomi il corpo con la coperta.
Lui si avvicina a me e posa una mano sulla mia gamba anche se coperta.
«Ai, sappi che darei la mia vita per poter salvare la tua.» dichiara prima di uscire dalla stanza lasciandomi lì da sola.
   
 
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