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Autore: Neji Hyuga    17/08/2009    1 recensioni
One shot fra i due cugini Hyuga Due paia di occhi bianchi si fissavano, il candore della neve, il gelo del ghiaccio, il senso opprimente di solitudine. I Capi pretendevano troppo, stupide regole erano nate, la morte era imposta sui loro parenti.
Genere: Triste, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Neji Hyuuga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Neji Hyuga
Titolo: Gioco di sguardi
Genere:  Triste, Dark, Introspettivo
Rating:  Verde
Avvertimenti:  One-shot
Presentazione: One shot fra i due cugini Hyuga Due paia di occhi bianchi si fissavano, il candore della neve, il gelo del ghiaccio, il senso opprimente di solitudine. I Capi pretendevano troppo, stupide regole erano nate, la morte era imposta sui loro parenti.

 

 

Molte persone parlavano alle spalle del clan, erano insensibili, freddi e antipatici. Dicevano che persino il ghiaccio non era freddo come quello sguardo.
Le persone parlano, perché qualche d’ uno ha donato la lingua all’ uomo, ma chi sa usare la bocca non sa usare gli occhi.
Loro non erano delle persone normali, i loro occhi non erano normali, il bianco imperscrutabile, il gelo che esprimevano, veniva sempre malinteso.
Due paia di occhi bianchi si fissavano, il candore della neve, il gelo del ghiaccio, il senso opprimente di solitudine.
I Capi pretendevano troppo, stupide regole erano nate, la morte era imposta sui loro parenti.

La Neve fissava il Ghiaccio, silenziosa, delicata, penetrante, come solo quello sguardo sapeva essere.
Il Ghiaccio fissava la neve, senza espressione apparente, senza emozione apparente, ma la Neve sapeva osservare e vedeva tutto.
Infondo il Ghiaccio nasce dalla neve.
Straziati dal dolore erano quegli occhi, straziati di solitudine, tristi, isolati.
Era come la neve prima di diventare ghiaccio, viene calpestata e calpestata, ma solo la parte sopra è sporca, insensibile al dolore dei piedi che la pestano.
Ma il ghiaccio è destinato a spaccarsi e così quegli occhi avevano delle crepe in cui si può osservare veramente cosa si prova.
Il genio cadetto ruppe totalmente il ghiaccio a quell’ inetta, la cui neve sapeva trasformarsi in sole.
Piangeva, anche se le lacrime erano invisibili, il suo orgoglio era ancora integro.
Osservava gli occhi puri della cugina, che adesso erano dolci, vicini, trasmettevano affetto, amore fraterno.
Tolse lo sguardo, riportandolo sulla lapide del padre, insieme allo sguardo della cugina.
A loro bastavano degli sguardi per capirsi, perché il ghiaccio per vivere ha bisogno della neve.

  
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