Autore: Neji
Hyuga
Titolo: Gioco
di
sguardi
Genere:
Triste,
Dark, Introspettivo
Rating:
Verde
Avvertimenti:
One-shot
Presentazione: One
shot fra
i due cugini Hyuga Due paia di occhi bianchi si fissavano, il candore
della
neve, il gelo del ghiaccio, il senso opprimente di solitudine. I Capi
pretendevano troppo, stupide regole erano nate, la morte era imposta
sui loro
parenti.
Molte
persone parlavano alle spalle
del clan, erano insensibili, freddi e antipatici. Dicevano che persino
il
ghiaccio non era freddo come quello sguardo.
Le persone parlano, perché qualche
d’ uno ha donato la lingua all’ uomo, ma chi sa
usare la bocca non sa usare gli
occhi.
Loro non erano delle persone
normali, i loro occhi non erano normali, il bianco imperscrutabile, il
gelo che
esprimevano, veniva sempre malinteso.
Due paia di occhi bianchi si
fissavano, il candore della neve, il gelo del ghiaccio, il senso
opprimente di
solitudine.
I Capi pretendevano troppo, stupide
regole erano nate, la morte era imposta sui loro parenti.
Il Ghiaccio fissava la neve, senza
espressione apparente, senza emozione apparente, ma
Infondo il Ghiaccio nasce dalla
neve.
Straziati dal dolore erano quegli
occhi, straziati di solitudine, tristi, isolati.
Era come la neve prima di diventare
ghiaccio, viene calpestata e calpestata, ma solo la parte sopra
è sporca,
insensibile al dolore dei piedi che la pestano.
Ma il ghiaccio è destinato a
spaccarsi e così quegli occhi avevano delle crepe in cui si
può osservare
veramente cosa si prova.
Il genio cadetto ruppe totalmente
il ghiaccio a quell’ inetta, la cui neve sapeva trasformarsi
in sole.
Piangeva, anche se le lacrime erano
invisibili, il suo orgoglio era ancora integro.
Osservava gli occhi puri della cugina,
che adesso erano dolci, vicini, trasmettevano affetto, amore fraterno.
Tolse lo sguardo, riportandolo
sulla lapide del padre, insieme allo sguardo della cugina.
A loro bastavano degli sguardi per
capirsi, perché il ghiaccio per vivere ha bisogno della neve.