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Autore: Sakurina    01/09/2020    3 recensioni
Raccolta di one-shot, principalmente a tema NaLu ~ Smut/Lemon warning.
1. "About Lucy and Thunderstorms" ~ [NaLu, Smut]
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy
Note: Lemon, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Breve introduzione alla raccolta: ho deciso di pubblicare questa fanfiction in una specie di raccolta di eventuali one-shot che vorrei scrivere su Natsu e Lucy (e forse su qualche altra coppia di Fairy Tail), ma senza sapere se sarà mai così. Ultimamente ho avuto qualche idea, ho iniziato un paio di altre shot senza portarle a termine, e poi improvvisamente è nata questa, un po’ a caso. Comunque nessuna di queste storie era casta o pura, perché nella mia testa la NaLu deve essere un’esplosione di passione randomica. Quindi inizio questa raccolta nella speranza di aver voglia di pubblicare qualche altra NaLu in futuro. <3

P.S. Per chi avesse letto anche la mia altra fanfic, “Breaking Point”, sappiate che non sono ossessionata dai temporali, ma questa one shot mi è venuta in mente durante questi lunghi giorni di pioggia d’agosto qui al nord. :D

 

About Lucy and Thunderstorms

 

Natsu sollevò lo sguardo al cielo. Il rombare dei tuoni si faceva sempre più vicino, così come quella coltre di nubi nere, dense e minacciose. L’intera città era in subbuglio per l’arrivo di quella tanto annunciata tempesta: i negozianti avevano sbarrato con cura le entrate, le famiglie si erano radunate e avevano assicurato porte e finestre. Anche alla gilda la situazione era frenetica: qualcuno era corso a mettere in sicurezza il dormitorio, mentre altri sistemavano con cura le assi di legno a tutte le finestre e alle porte di Fairy Tail. Fra poco, tutte le entrate sarebbero state sbarrate, e di lei non c’era traccia.

“Io… preferisco stare nel mio appartamento… per essere sicura che non accada nulla…” gli aveva detto Lucy poche ore prima, ma l’espressione nervosa e la voce tremante non erano sfuggite a Natsu. A lui non era sfuggito anche un piccolo dettaglio che nessun altro sembrava aver notato: durante i temporali, Lucy era particolarmente nervosa. Il cuore le batteva più velocemente – così veloce che Natsu riusciva a sentirlo – la voce le tremava così come quella luce speciale che le brillava negli occhi, che appariva un po’ più spenta. Le sue labbra sembravano perdere colore, mentre la ragazza le mordicchiava nervosamente. Cosa avrebbe fatto ora? Perché restare sola con il peggior temporale della storia?

“Mh… Happy”

“Aye!”

“Io… vado da Lucy” asserì Natsu, fissando i fulmini in lontananza con espressione seria.

“Come?! Adesso?!”

“Sì. Tu resta pure qui alla gilda.”

“Ma non tornerete mai in tempo!” si agitò il gattino, afferrando l’amico per la sciarpa.

“Allora resterò lì con lei, ma non posso lasciarla da sola in mezzo a questo macello. Fidati di me.” Lo rassicurò Natsu, regalandogli uno dei suoi sorrisi più rassicuranti e una carezza sulla testolina blu.

°°°

Quando giunse sotto casa di Lucy, Natsu sorrise divertito e rassegnato.

“Che cosa stai facendo?!” la richiamò il ragazzo dal basso, mentre osservava l’amica che, con aria impacciata, cercava di sistemare le assi di legno davanti alle finestre, con scarso successo.

“Le ho detto che lo avrei fatto io, ma la signorina a volte è testarda”. Dall’altro lato, Virgo aveva appena finito di fissare con successo una delle assi.

Lucy le rispose gonfiando le guance con aria offesa, per poi affacciarsi a guardare Natsu. “Cosa sei venuto a fare?!”

In quel momento, un potente fulmine si accese, seguito da un tuono profondo che rimbombò per la città, facendo tremare i vetri. Un urletto scappò dalle labbra di Lucy, che si lasciò sfuggire il martello dalle mani. Natsu lo afferrò al volo, divertito.

“Sono venuto a riportarti il martello!” ridacchiò, distraendo la ragazza dal suo spavento e facendola ridere dolcemente.

Quando Natsu si richiuse alle spalle la porta dell’appartamento, Virgo aveva già finito di assicurare le finestre e si stava congedando dalla sua padroncina. La casa era avvolta in un delicato bagliore rossastro, dovuto alla luce delle svariate candeline che Lucy aveva acceso nei diversi angoli della casa.

“Principessa, la affido alle amorevoli cure di Natsu-sama” si congedò Virgo, causando un intenso rossore sulle gote di Lucy.

“M-ma cosa stai dicendo?!” sbottò la maga, richiamando lo spirito stellare nel suo mondo.

“Accidenti Lucy, potevi accenderla qualche candela in più” ridacchiò Natsu, cingendole le spalle con un braccio con fare amichevole.

La ragazza sobbalzò, agitata, e Natsu percepì immediatamente il cuore iniziare a batterle più forte.

“…è che… avevo paura di rimanere senza luce…” balbettò Lucy, distogliendo lo sguardo da quello di Natsu, distante pochi centimetri dal suo.

“Se me lo avessi detto, ti avrei aiutato ad accenderle!” ridacchiò Natsu, per poi tornare immediatamente serio. Lucy non lo guardava negli occhi, ma teneva lo sguardo rivolto altrove, le gote leggermente arrossate. Chissà se era spaventata. Il ragazzo strinse la presa intorno alle esili spalle di lei, spingendola contro il suo petto. La percepì sobbalzare. “Ehi Lucy, non sei non voluta rimanere con noi alla gilda perché hai paura dei temporali, vero?”

“C-Co…sa?”

“Sì, voglio dire, me ne sono accorto da un po’ di tempo ormai. Durante i temporali sei sempre agitata.”

“Beh… sì… diciamo che non mi fanno impazzire…” sospirò Lucy, il volto ancora nascosto contro il gilet nero di lui. Sciogliendo la sua tensione, la ragazza lasciò scivolare le sue braccia intorno alla vita di Natsu, accomodandosi in quel caldo abbraccio.

Percependo il corpo di Lucy aderire completamente al suo, Natsu deglutì nervosamente: ecco che ricominciava. Forse l’amica si agitava durante i temporali, ma quei contatti così diretti e improvvisi erano ciò che agitava lui. Il ragazzo fissò il soffitto, con aria imbarazzata, mentre diventava sempre più consapevole del calore del corpo di Lucy contro il suo, del profumo dei suoi capelli e di quello della sua pelle.

“Senti un po’ Natsu, ma quando sei solo con Lucy non ti viene voglia di***”.

Natsu sobbalzò immediatamente, prendendo l’amica per le spalle e allontanandola da lui. Perché le parole di Gildarts dovevano tornargli in mente proprio in quel momento?! Perché gli aveva dovuto fare un discorso simile?!

Il ragazzo percepì un calore immenso iniziare a irradiarsi dai punti in cui il corpo di Lucy era stata a contatto col suo e deglutì nervosamente. Per la prima volta dopo tanti anni, gli parve di sentire troppo caldo.

“Beh, allora, giochiamo a qualcosa?” ridacchiò Natsu, guardandosi intorno nervosamente.

“Accendo la luce allora, solo col bagliore delle candele non si vede nulla!” disse Lucy, accendendo le luci giusto in tempo per gridare non appena un fortissimo bagliore di luce, seguito da un potentissimo tuono, si abbatté sulla città, facendo tremare finestre e pareti e facendo andar via la corrente in un soffio.

“Come non detto” sospirò Natsu, sedendosi a gambe incrociate per terra. Fissò con aria interrogativa Lucy, che si era accovacciata sulle ginocchia, tramante. “Ehi, Lucy, ma si può sapere che ti prende durante i temporali?!”

“E-ecco… è che… quando era bambina…” iniziò Lucy, gli occhi lucidi “…avevamo appena installato un nuovo capanno nel grande giardino della mia casa, ed essendo ancora vuoto, mi divertivo a fingere che fosse il mio castello… volevo continuare a giocare anche se si stava avvicinando un fortissimo temporale… allora mio padre, furioso, venne giù e per punizione mi rinchiuse da sola nel capanno, al buio, per tutta la durata della tempesta… e da allora non riesco a fare a meno di essere spaventata!”

“Accidenti… era veramente testarda anche da bambina, eh?!” ridacchiò Natsu, avvicinandosi a lei e accarezzandole dolcemente la testa. “Su, su… va tutto bene… soprattutto se ci sono io con te, okay?” la rassicurò poi, appoggiando la propria fronte contro quella di lei. L’intenso profumo della sua pelle, dei suoi capelli, quel profumo di Lucy che trovava così buono, lo pervase ancora. Gli ricordava molto quello di Anna, l’antenata di Lucy, ma quello della sua amica era… così… intenso. Se lo sentiva dentro, proprio come la presenza di Lucy, il suo sorriso, la sua risata.

“Ma, davvero, non hai mai avuto nessun pensierino impuro su di lei? Voglia di baciarle quelle belle labbra e quelle belle ****”

Natsu sobbalzò nuovamente, allontanando la fronte di quella di Lucy. Cosa doveva fare per togliersi le parole di Gildarts dal cervello?! Erano come una malattia!

Lucy si alzò di scatto, portandosi le mani alle guance. “Io… vado un attimo in bagno”.

Corse via velocemente, sbattendo la porta, lasciando Natsu agitato e pensieroso, immerso nel bagliore rossastro delle centinaia di candeline accese.

°°°

Uscita dal bagno, Lucy si guardò intorno spaesata. L’odore acre delle candele spente aleggiava nell’aria, mentre il buio più pesto la circondava. Solo un lieve alone proveniva dalle finestre assicurate, del tutto insufficiente a mostrare qualcosa. Improvvisamente, una piccola fiammella apparve nell’oscurità, avvampando dalla mano di Natsu, illuminando il profilo e il suo volto serio, nascosto tra luci e ombre.

“P-perché hai spento tutte le candele?” un nuovo tuono fece trasalire Lucy, mentre il vento e la pioggia aumentavano, diventando quasi assordanti.  “Ngh… accendi le candele, per favore, Natsu…”

“Non ne hai bisogno, Lucy. Ci sono qui io. Non devi avere paura del buio, né dei temporali, né di nient’altro, se ci sono io con te…” la rassicurò Natsu, prendendole la mano. “Scaccerò via tutto ciò che ti fa paura, te lo prometto”.

Delle lacrime leggere si erano raccolte negli occhi di Lucy, mentre questa si mordeva leggermente il labbro inferiore. Strinse la mano di Natsu più forte.

“E lo farai per sempre, Natsu?” gli chiese con voce incerta.

“Sì. Ti ho promesso che staremo sempre insieme, no?” le sussurrò lui, avvicinando le labbra all’orecchio di Lucy, scostandole una ciocca bionda con delicatezza.

Lucy allungò la mano libera verso il palmo da cui nasceva la fiammella. Delicatamente, la ragazza intrecciò le sue dita con quelle di Natsu, spingendole verso l’interno e facendogli chiudere la mano in un pugno. La fiamma scomparve, riportando con sé le tenebre più cupe.

Una serie tuoni molto forti ruppe il violento scrosciare della pioggia, e Natsu percepì Lucy trasalire. Lasciò scivolare una mano lungo il braccio di lei, percependo il rilievo della pelle d’oca ovunque andasse. Un leggero fremito seguito da un dolce ansimo sfuggirono dalle labbra di Lucy, non appena la mano di Natsu giunse dal braccio all’incavo della spalla, su verso il collo.

“N-Natsu…” sobbalzò lei, tremante.

“Non avere paura, credo si stia pian piano allontanando.”

“Non è… per il temporale…” trasalì nuovamente lei, quando percepì le dita di Natsu accarezzarle la nuca.

“Ah… ti faccio il solletico?”

“Mh… non proprio…” sbuffò lei, sofferente.

Natsu la sentiva tremare leggermente sotto al suo tocco: ogni punto che accarezzava, le provocava un leggero tremito, seguito da un dolce mugugno appena sussurrato. La pelle d’oca si formava come una scia, tracciando il percorso delle sue dita sulla pelle morbida.

“Natsu…” mormorò lei, con un tono di voce che non le aveva mai sentito usare, a metà tra una supplica e un gemito. Fu proprio quel sussurro ad accendere qualcosa in lui – e anche il suo draghetto inferiore si sentì chiamato in causa. Non appena sentì il rigonfiamento nei suoi pantaloni, Natsu ebbe l’istinto di allontanare Lucy, sciogliendo le loro mani, ma la ragazza non ci stette e gli si fiondò contro il petto. Aderendo contro il suo corpo, la maga si accorse immediatamente della reazione di Natsu e lui se ne rese conto perché la percepì trasalire.

Natsu arrossì imbarazzato – non gli era mai successa una cosa del genere in presenza di Lucy, nonostante si fossero trovati più volte da soli e in situazioni ben più equivoche di quella. Quel giorno, però, era tutto diverso: sarà stata l’oscurità, sarà stato il profumo della sua pelle, o la vicinanza data dalla situazione, le cose che si erano detti… o sarà stato il discorso che gli aveva fatto Gildarts in fatto di ragazze a fargli venire strane idee? Un po’ allarmato, Natsu pensò che sarebbe stato meglio allontanare Lucy, prima di combinare qualche disastro e di mettere a repentaglio la loro amicizia.

“Ascolta Lucy… forse sarebbe meglio… allontanar—”

“No” ribatté velocemente Lucy, allacciando le sue braccia intorno al collo di Natsu.

Il ragazzo si paralizzò, avvertendo le labbra di Lucy piazzargli un leggero bacio sulla guancia… poi un altro… e un altro ancora…

Natsu gemette, un moto di dolce sofferenza a scuotergli il corpo. Sentiva i pantaloni sull’orlo dell’esplosione, il seno caldo di Lucy premergli contro il petto, le sue labbra morbide sul viso, il profumo dei suoi capelli così vicino…

Solo in quel momento capì finalmente di cosa gli aveva parlato Gildarts.

Quel desiderio bruciante che ti pervade dentro. Perché lo sentiva solo ora? Forse, in verità, c’era sempre stato, ma appena sentiva un pizzicore, una piccola scintilla dentro il petto, la spegneva subito. Meglio non pensarci, si diceva. Lucy era lì con lui, e lo sarebbe sempre stata. Perché preoccuparsi troppo?

Ma questo… il suo corpo sinuoso contro il suo, la sua voce spezzata dal piacere, le sue manine che gli accarezzavano i capelli…

Natsu si rese conto che il suo corpo aveva sempre saputo cosa fare. Voltò leggermente il viso verso le labbra di Lucy, che ancora accarezzavano la sua guancia, per trovarle in un contatto un po’ scoordinato all’inizio, inatteso, nervoso. Appena assaggiò le labbra di Lucy, così calde, morbide e dolci, capì che avevano imboccato un sentiero senza ritorno. E tanto valeva buttarcisi a capofitto, come in tutto quello che facevano.

Ci volle poco per capire il ritmo del bacio, all’inizio tiepido e insicuro; ma poi capì come muovere le labbra su quelle di lei, che i piccoli morsetti la facevano trasalire, e lasciò scivolare la sua lingua lungo il labbro inferiore di Lucy. Lei rispose aprendo leggermente le labbra, permettendo alla sua di scivolare fuori per incontrare quella di Natsu, in un contatto breve, ma elettrizzante. Il ragazzo appoggiò le labbra contro quelle di Lucy con più fervore, afferrandola per i fianchi e spingendola contro di sé. Questa volta il contatto fu più profondo e sicuro, le lingue iniziarono a unirsi, a cercarsi, a conoscersi, in una danza frenetica che a volte rallentava diventando più intensa.

Le mani di Natsu salivano intanto con lenta intensità, accarezzandole i glutei avvolti nei pantaloncini corti, salendo man mano verso la vita sottile e infilandosi con facilità sotto la canottierina rosa.

“Non ti viene mai voglia di strapparle via quei vestitini che si mette?”

“Sì…” sussurrò Natsu, tra un bacio e l’altro.

“…cosa?” gli chiese Lucy, approfittando per riprendere fiato. Le labbra le pulsavano.

“Voglio strapparti i vestiti” ribatté lui, una specie di ringhio basso e roco.

Lucy emise un sospiro basso mentre, guidando le mani di Natsu lungo la vita, lo aiutava a sollevarle la canotta e a sfilargliela da sopra la testa.

Con un rapido gesto della mano, Natsu lanciò dei piccoli fasci di fuoco contro alcune candeline, riaccendendole e riportando un lieve pallore nella stanza.

Il ragazzo si sedette sul letto, senza staccare gli occhi di dosso da Lucy che, imbarazzata, si copriva il seno ormai nudo con le braccia. Senza dirle nulla, Natsu le allungo la mano e lei la afferrò senza esitazione, avvicinandosi a lui. La prese per la vita, trascinandola a sé, e Lucy si sedette cavalcioni su di lui, gemendo ogni qual volta le labbra di Natsu si posavano sul suo seno, rivendicandone una parte sempre nuova.

“Natsu…” Lucy lo richiamò con voce tremante e lui sollevò con lo sguardo per incontrare i suoi occhi languidi, regalandole un sogghigno malizioso e divertito. La maga gonfiò le guance, contrariata, e decise di piegarsi verso di lui, spingendolo giù, contro il letto.

Natsu la tenne ferma per la vita, mentre lei, seduta su di lui, iniziava a strusciarsi in modo lento e intenso; la sua parte più intima si sfregava contro quella più dura ed eccitata di Natsu, che di contro si ritrovò del tutto spiazzato, sentendo che improvvisamente i pantaloni di entrambi erano un po’ di troppo. Mentre Lucy aumentava il ritmo, Natsu si trovò totalmente incapace di trattenere i gemiti che quella frizione gli causava. Era una sensazione molto simile a quella che qualche volta, quando riusciva a farsi una doccia senza la costante presenza di Happy, provava quando giocava da solo con il suo draghetto. Forse aveva pensato a Lucy qualche volta, ma era un ricordo che cercava sempre di mandare via; dopo il misfatto stesso, un vago senso di vergogna e di colpa lo portavano immediatamente a non pensarci più, come se fosse stato solo un sogno. E chi lo sa, forse anche quello che stava accadendo in quel momento era un sogno, ma come sempre non aveva voglia di pensarci. Era meglio godersi l’attimo. Il tempo per pensare o dimenticare sarebbe venuto dopo.

Il piacere lo pervase come un’onda improvvisa, un cavallone che lo colse in pieno, sbattendolo a riva dopo averlo fatto vorticare velocemente. Fu seguito da un gemito ad alta voce, le sue mani si strinsero con forza alle cosce di Lucy, che rispose alla sua reazione con un grido più forte, intenso, mentre la sua testolina bionda si piegava all’indietro e il suo corpo veniva pervaso da una serie di tremori incontrollabili.

Dopo quell’attimo intenso, Lucy si lasciò scivolare su di lui, respirando velocemente, sdraiata contro il suo petto. Un tuono molto forte proruppe, ma la ragazza non si agitò stavolta, si strinse solamente più forte al dragon slayer. Natsu la strinse dolcemente a sé, appoggiando il volto contro la sua testolina, annusando a fondo il profumo dei suoi capelli, un ghigno soddisfatto sul volto, dicendole:

“Al prossimo temporale, però, ci togliamo i vestiti”.

{The End}

 

  
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