Avvertenze:
Lievi
spoiler Harry Potter DH.
In
questa one-shot non
si tiene conto della fine dell’ultimo
libro di Harry Potter, e Teddy Lupin non è ancora
nato…
Buona lettura.
Secondo te, la Luna si
sente
sola, lassù?
Una ragazza
giovane dai capelli
grigi e l’aria stanca camminava
lungo la riva di un fiume.
Lacrime trasparenti le rigavano il volto mentre camminava,
distrattamente,
verso una meta non stabilita.
Non si curava nemmeno di asciugare quei cristalli liquidi, lasciava che
cadessero confusamente sul terreno, dopo aver percorso la loro strada,
nascendo
dagli occhi scuri e tristi, correndo sulle guance per poi morire
soffocate tra le
labbra o terminando il loro tragitto sul suolo sottostante.
La ragazza sollevò il viso perlaceo e lo voltò
verso la luna, piena quella
sera.
Ricordava la battaglia finale di Hogwarts mentre si sedeva su di un
masso,
vicino all’acqua argentea per la luce riflessa dalla luna,
alta nel cielo, a 10
minuti alla mezzanotte.
Ricordava che il suo ragazzo, suo marito, Remus, un Lupo Mannaro, era
stato
ucciso da un Mangiamorte, Dolohov, quella sera.
Nella sua mente ripercorreva col pensiero tutte quelle immagini
dolorose:
lei stava combattendo contro Bellatrix, la cara zietta Bellatrix Lestrange, quando, con la coda
dell’occhio, riuscì a vedere
che Remus stava lottando contro Dolohov, il quale gli
scagliò contro un Anatema
Che Uccide, la maledizione senza perdono Avada Kedavra, mettendo fine
alla sua
vita.
Ricordava di essersi svegliata in un ospedale, al San Mungo. Rivedeva i
volti
degli amici, cercava il suo viso, senza successo.
La verità si fece
brutalmente strada dentro di lei: non l’avrebbe
più avuto accanto.
Sentiva la nausea salire, l’imminente attacco di panico.
L’ennesimo, dopo l’evento.
SI accasciò al suolo, respirando affannosamente, cercando di
calmarsi.
Ma ormai non le importava più neanche quello.
Che senso avrebbe avuto la sua vita senza di lui?
Semplicemente non l’avrebbe avuto.
Nymphadora...Nymphadora...
Sentì una voce chiamarla.
Non chiamarmi Nymphadora!
Biascicò, mentre chiudeva gli occhi
al
contatto con il terreno freddo.
Poi li aprì di scatto. Quella voce...era la sua voce!
L’aveva salvata dall’oblio. Ancora.
Si alzò velocemente, causandosi dei capogiri.
Barcollò lievemente, prima di riuscire ad alzarsi.
Il cuore le batteva a mille.
Lo cercò con lo sguardo. Era certa che fosse lì.
Lui l’aveva chiamata!
Solo lui usava quel nome!
Voltò il viso in diverse direzioni, prima di scorgere
un’ombra.
Al di là del fiume.
Sull’altra sponda del corso d’acqua, ora
silenzioso, vi era Remus John Lupin.
Le sorrise e lei fece per raggiungerlo.
Lui si allontanò e Tonks si bloccò di colpo. Non
voleva che lo raggiungesse.
Guardò la luna alta nel cielo, poi spostò lo
sguardo sull’uomo.
Non era un lupo.
E sorrideva. Si perse in quel sorriso. Il suo dolce sorriso, quello che
l’aveva
fatta innamorare.
Era felice ora, ed implorava che anche lei lo fosse.
Con una promessa d’amore eterno, si allontanò.
Gridò e gridò il suo nome, sperando di fermarlo,
ma non riuscì nel suo intento.
La ragazza si accasciò al suolo, lo sguardo fisso sul punto
in cui lui era
sparito, come se attendesse il suo ritorno in un tempo vicino.
Aspettava che
lui tornasse e attraversasse il fiume per abbracciarla, per dirle che
era tutto
un incubo, uno scherzo e che la riportasse a casa.
Aspettò invano, lui non arrivò.
Guardò l’orologio: mezzanotte e un minuto.
Era comparso per sessanta secondi, dopo la mezzanotte, la notte di
plenilunio.
Volse lo sguardo al cielo stellato, contemplando la luna e si chiese se
si
sentisse sola lassù, ma poi pensò che
così non poteva essere. Lei aveva le
stelle, che erano sue amiche, come lei aveva i suoi amici che
l’avrebbero
aiutata.
Girò un’ altra volta il capo nel punto in cui
Remus era sparito, e le parve di
cogliere un’ombra sorridente, in quel posto.
Chiuse gli occhi e li riaprì.
Probabilmente si era immaginata tutto. Lui non c’era.
“Dora...amore, sveglia...” Una voce, roca
e profonda al tempo stesso, la
chiamò, distogliendola dal suo sogno amaro.
Una ragazza dai capelli rosa scuro, con qualche striatura di
grigio, stropicciò
gli occhi, prima di aprirli.
Un’ abbagliante luce bianca l’accecava.
Chiuse gli occhi e li riaprì debolmente e lentamente,
sperando di abituarli al
bagliore intenso.
Sbatté più volte le palpebre, confusa, prima di
capire dove si trovasse.
Era in una stanza dalle pareti azzurrine.
Una comune stanza del San Mungo.
Poi alzò il viso, mentre i fatti le ritornavano in mente
confusi.
Trovò delle iridi ambrate vicino al suo volto. La scrutavano
preoccupate.
Si alzò di colpo, rendendosi poi conto che quella non fu una
buona idea, perché
una ferita si era riaperta col suo gesto improvviso.
In quel momento non se ne curò: le importava solamente che
Remus era lì con lei
e stava bene. Più o meno.
Si accorse che lui aveva un bracciò ingessato e qualche
cicatrice per il corpo,
la parte che si intravedeva.
Le sorrideva, ma lei sapeva bene che quello non era il suo solito
sorriso.
No.
Era preoccupato, nonostante cercasse di nasconderlo.
La sua mano si avvicinò al viso della ragazza, portandosi
poi all’altezza degli
occhi, per asciugare le lacrime che le scorrevano sul volto.
“Era solo un sogno, Dora...va tutto bene...” disse
pacato l’uomo.
La ragazza annuì, ancora scossa dai singhiozzi.
Ricordò del vero esito della finale: Voldemort era morto,
come la maggior parte
dei suoi Mangiamorte, la parte restante era ad Azkaban. Solo pochissime
persone
dalla loro parte avevano perso la vita e si sentì triste per
loro, ma sollevata
per il fatto che loro fossero ancora tutti lì. Si diede
mentalmente dell’egoista
per quei pensieri, ma al contempo si disse che per il momento era
giusto che
fosse così.
Poi si ricordò del sogno e un’altra lacrima
sfuggì al suo controllo.
Remus asciugò anche quella, soffocandola con un lieve bacio,
attento a non
toccare le ferite che aveva in volto.
Lo ringraziò, poi lo stupì con una domanda.
Doveva chiederlo, voleva sapere se anche lui l’avrebbe
pensata come lei si era
data risposta nel sogno. O meglio: incubo.
“Remus?”
“Uhm?”
“Secondo te la luna si sente sola,
lassù?”
Lui attese qualche secondo, pensando alla risposta che avrebbe potuto
darle.
“No, Dora...la Luna ha le Stelle con sé...sono sue
amiche. Un po’ come noi qui,
sulla Terra. Noi abbiamo i nostri amici, che ci illuminano i periodi
bui come
la notte. Sono punti luminosi che, pur essendo piccoli, hanno questa
capacità.
Nulla in confronto al mondo, ma molto per noi” Le sorrise.
“Hai ragione, lo penso anche io” Rispose
soddisfatta lei per la risposta.
Decise di tenere il sogno segreto per il momento, forse, più
avanti, gliene avrebbe
parlato.
Preferiva riposarsi, era stanca e ferita.
Sentì vagamente Remus che chiamava un’infermiera,
prima di abbandonarsi ad un
sonno senza sogni.
Ecco la mia
prima fanfiction sul fantastico mondo di Harry Potter e sulla mia
coppia
preferita.
Ovviamente non rispecchia la fine di Harry Potter DH, cosa che ,
purtroppo non
ho apprezzato.
Remus e Dora non dovevano finire così, per me, naturalmente.
Spero vivamente che vi sia piaciuta e che mi facciate sapere cosa ne
pensate.
Critiche e complimenti, sempre che ce ne siano, sono ben accetti.
Aspetto di sapere la vostra impressione.
Vale