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Autore: Teo5Astor    02/09/2020    11 recensioni
Nessuno poteva immaginare che una vecchia lampada apparentemente senza valore avrebbe potuto cambiare il destino di così di tante persone, perché nessuno sapeva che conteneva sette sfere magiche in grado di evocare un Genio-Drago capace di realizzare qualunque desiderio, a patto che non fossero più di tre.
Non lo immaginava Aladdin Goku, un giovane ladro dal cuore d’oro, e nemmeno la principessa Chichi, la futura regina del regno di Agraba che sognava il vero amore e rifiutava qualsiasi matrimonio politico nonostante le pressioni del padre, il sultano.
Non potevano immaginarlo nemmeno un’ancella, un principe e una principessa venuti da lontano e una tigre molto speciale.
Non lo immaginava neppure il Genio in persona che il destino potesse cambiare anche per un essere immutabile come lui.
Lo immaginava solo il malvagio Gran Visir di quel regno, perché aveva in mente un perfido piano da tanto tempo e aspettava solo l’occasione giusta per concretizzarlo. E, allo stesso modo, lo sperava anche il suo astuto pappagallo, che aveva un sogno segreto nel cuore.
Rielaborazione a tema Dragon Ball di Aladdin.
Genere: Avventura, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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26 – Il piano di Vegeta
 
 
«Sei… sei ancora troppo debole, aspetta!» implorò Lunch, preoccupata, stringendo con entrambe le mani il possente polso di Sedici, che si era alzato e stava fissando Ginew sulla balconata semidistrutta del palazzo reale.
«Io sono un guerriero, non devi preoccuparti per me» accennò un sorriso il generale venuto dal nord. «Sai, mi piace molto la natura che avete nel vostro paese e anche gli animali che ci sono qui. Vorrei che tornasse tutto come prima, per questo devo sconfiggere quell’uomo».
«Ma…» provò a replicare la ragazza, notando che Sedici si reggeva in piedi a stento e continuava ad ansimare. Cercava di non darlo a vedere, ma doveva soffrire molto.
«Anche tu hai un compito, Lunch. Devi radunare qui i soldati ancora fedeli al sultano, perché stanno arrivando altri traditori e avremo bisogno di rinforzi. Conosci qualcuno di cui ci possiamo fidare?» la interruppe Sedici, che non la smetteva di tenere d’occhio Ginew, facendo al contempo scudo col suo corpo all’ancella dagl’occhi nocciola. Era la ragazza di Lapis, nessuno doveva osare torcerle un capello.
«Sì! Sicuramente la maggioranza delle guardie sono fedeli al sultano!» esclamò Lunch, pensando a Yamcha, Crilin, Tensing, Riff e i loro compagni.
«Benissimo. Corri a chiamarli e portali qui, abbiamo bisogno di loro. E fai venire anche i soldati arrivati con me da Asgard, di’ loro che è un ordine diretto del generale Sedici» spiegò il gigante dai capelli rossi. Avevano infatti deciso di restare ad Agraba anche alcuni uomini che avevano intrapreso il viaggio insieme a lui come scorta. Del resto, Lapis li aveva lasciati liberi di decidere e non tutti avevano scelto di tornare a casa. «Vai!»
Lunch corse via, coperta da Sedici con la sua mole.
«Allora, sei pronto?» disse il generale, determinato. Sfilò la spada dal fodero e la gettò a terra. «Ecco, così siamo pari. Voglio uno scontro leale» aggiunse, avendo notato che Ginew era rimasto disarmato dopo il colpo che aveva subito poco prima da Lazuli.
«Oh, come sei onesto… vuoi fare alla vecchia maniera, eh?» sorrise sprezzante il capitano, scrocchiandosi le dita e il collo. «Ma non sai con chi hai a che fare… inoltre, mi sembri piuttosto malconcio. Posso finirti con un solo colpo, senza farti soffrire».
«Non preoccuparti per me» rispose Sedici, correndo all’attacco.
Colse di sorpresa l’avversario, colpendolo al volto con un gancio destro che lo fece barcollare terribilmente. Ginew, tuttavia, era un osso duro. Inoltre Sedici era chiaramente indebolito dalle ferite che aveva riportato quando aveva provato ad attaccare Freezer e non riusciva ad essere efficace come avrebbe voluto.
«Niente male» ghignò il capitano, sputando per terra un grumo di sangue. «Ora tocca a meee!» urlò, colpendo Sedici con un pugno allo stomaco e una ginocchiata sul costato.
Il generale rimase senza fiato per un istante, ma non si piegò. Si fece forza, anche se sentiva le energie venire meno, e rispose al colpo sfoderando un altro pugno, che stavolta fece cadere a terra l’avversario.
Ne seguì una battaglia lunga, cruda, intensa. Anche Ginew cominciava a sentirsi in crisi. Aveva il volto ricoperto di sangue ed era senza fiato. Non riusciva ad abbattere il gigante, nonostante avesse la faccia tumefatta e ansimasse visibilmente. Anche i suoi movimenti erano sempre più lenti, eppure niente sembrava scalfirlo. Il capitano traditore cominciò improvvisamente a vedere qualche macchia nera all’interno del suo campo visivo. L’immagine di Sedici gli sembrava distorta, offuscata. Si rese conto che stava per perdere i sensi, ma ebbe paura delle conseguenze per un suo eventuale fallimento. I suoi uomini erano già stati miseramente sconfitti, cosa sarebbe successo se anche lui avesse perso? Freezer li avrebbe uccisi, semplice, e questo non poteva permetterselo.
Era stato un duello tra veri uomini, a mani nude, e dovette ammettere che erano anni che non si divertiva così in battaglia. E gli dispiacque un po’ anche per questo dovervi porre fine, nonostante non fosse mai stato un fanatico della lealtà come invece sembrava essere Sedici. Ma sopravvivere era più importante di uno stupido scontro leale, pensò. E aveva anche la responsabilità di salvare i suoi uomini.
«È stato… è stato bello combattere con te…» ansimò Ginew, sorridendo.
«Già…» sorrise a sua volta Sedici, che grondava sudore e sangue.
«M-mi spiace… ma è finita…» sibilò il capitano fedele a Freezer. «Sdoppiamento!» urlò con tutto il fiato che aveva in gola.
Sedici sgranò gli occhi, sbigottito davanti al movimento fulmineo di Ginew, che scartò di lato veloce come una pantera dando quasi l’impressione di essersi sdoppiato e aver lasciato una sua immagine residua sempre più evanescente nel punto dal quale era partito.
Il generale di Asgard ne aveva viste tante nella sua vita e non si lasciò impressionare, cercando di mantenere alta la concentrazione. Percepì la presenza del nemico alla sua destra e si voltò di scatto, pronto a parare il colpo. Ma era troppo tardi, si ritrovò invaso da un’atroce sensazione di dolore che gli mozzò il fiato.
Si rese conto di avere un pugnale conficcato nella spalla, fortunatamente era riuscito a evitare di essere colpito in un punto mortale spostandosi all’ultimo. Ginew, infatti, aveva estratto un coltello che teneva nascosto nello stivale, comportandosi in modo vile pur di chiudere quel duello che sentiva che stava per perdere.
«Aaahhh!» urlò di dolore Sedici, dandosi uno scossone così forte che fece perdere la presa sull’impugnatura del pugnale a Ginew, che rovinò a terra pestando la schiena ai piedi del generale.
«Aaahhh!» sbraitò di nuovo il gigante gentile, mentre si estraeva da solo la lama conficcata tra la spalla e la schiena.
Il coltello era intriso di sangue, così come il pavimento ai suoi piedi pieno di crepe.
Ginew lo osservava con gli occhi sbarrati, tremando e cercando di arretrare strisciando per terra. Non era possibile che quell’uomo fosse ancora in piedi!
Sedici lo guardò con durezza e disprezzo, ma anche con molta pietà. Si gettò su di lui sollevando il braccio nella cui mano brandiva il pugnale, con Ginew che chiuse gli occhi aspettando l’inevitabile fine. Tuttavia, il generale di Asgard conficcò il coltello con rabbia nel pavimento a pochi millimetri dal suo volto, facendogli provare un brivido atroce e allo stesso tempo la dolce sensazione di essere ancora in vita.
«Sei stato un degno avversario, mi spiace che hai pensato di poter concludere il nostro scontro in modo così vile» sorrise amareggiato Sedici, sollevando il pugno chiuso, tremante per lo sforzo e il dolore. «Combatteremo ancora, un giorno» aggiunse, prima di colpirlo sullo zigomo e fargli perdere i sensi.
 
Sedici barcollò a fatica fino a ciò che rimaneva della porta finestra che collegava l’interno del palazzo a quella balconata piena di macerie e sangue. Raccolse la sua spada e cercò poi di tamponarsi la ferita sulla spalla come meglio poteva. Stava perdendo molto sangue, troppo sangue, ma non poteva mollare. Doveva tener duro almeno fino al ritorno di Lunch con i rinforzi e quello dei suoi ragazzi, che era certo avrebbero salvato Goku.
Alle sue spalle percepiva l’odore di morte e quello della paura che arrivavano dalla città in gran parte devastata. Le urla della gente, i pianti dei bambini. Scese una lacrima anche a lui, mentre guardava quel cielo oscuro, sinistro e innaturale e pensava che non poteva esistere mai un buon motivo per scatenare una guerra. Per spezzare vite, per coinvolgere persone innocenti. Ripensò a tutte le volte in cui aveva dovuto combattere, alla cicatrici di cui aveva ormai perso il conto, ai compagni che aveva dovuto raccogliere sentendosi ogni volta un po’ in colpa per essere sopravvissuto. Gli venne anche in mente la sua regina, la mamma di Lazuli e Lapis, strappata a questo mondo da un inutile conflitto che lei nemmeno voleva.
Già, la regina…
Gli parve di vederla nel cielo, a un certo punto, sempre più vicina, coi capelli biondi che svolazzavano e incorniciavano due meravigliosi occhi di ghiaccio.
Sgranò gli occhi e poi se li stropicciò con il dorso di una mano, prima di guardare di nuovo. Stava perdendo troppo sangue, probabilmente aveva le visioni.
«Sediciii!»
Una voce allegra e a lui ben nota gli diede la lucidità che sentiva venirgli meno, permettendogli di osservare meglio chi si stava avvicinando a lui in volo.
Era Lapis, infatti, che l’aveva chiamato e lo salutava agitando un braccio. E quella accanto a lui era Lazuli, certo, non la regina. Erano così simili che a volte gli sembrava di rivederla. Il generale sorrise, nel vedere che anche lei sorrideva mentre cercava di sistemarsi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Insieme a loro c’era Goku, il diamante allo stato grezzo che avrebbe trovato il modo di porre fine alla guerra. I suoi ragazzi avevano compiuto la missione, era fiero di loro.
«Wow! È una figata volare su questa nuvola!» esclamò Lapis, saltando giù insieme ai suoi compagni di viaggio, per poi dare un cinque e anche un colpo con l’anca a un’euforica Speedy.
La nuvola magica non aveva mai avuto così tanti amici nella sua vita, si sentiva felice nonostante la situazione drammatica.
«Ma… sei ferito!» sbottò Lazuli, preoccupata, correndo verso il generale.
«È solo un graffio, non preoccupatevi!» mentì Sedici. «Piuttosto, correte dentro, la principessa e il sultano sono in pericolo! C’è solo Radish con loro. Qui basto io, sta arrivando Lunch coi rinforzi. Andate» aggiunse, sforzandosi di non far notare loro che gli tremavano le gambe. Avrebbe voluto svenire, ma non poteva. Non ancora.
Lazuli lo notò, lo guardò negli occhi con aria di rimprovero e lui abbassò lo sguardo. Non era capace di mentirgli.
«Fatti bendare come si deve da Lunch, quando arriva. Promettilo» ordinò la bionda.
«Sì, promettilo» si intromise suo fratello.
«E va bene, ma adesso andate! Devi sistemare tutto, Goku!»
«Ci penso io. E grazie per quello che stai facendo per noi» gli sorrise il giovane ladro, correndo all’interno del palazzo seguito dai due gemelli e da Bubbles, che aveva ripreso i sensi e sembrava stare meglio.
 
Radish percepì la presenza dei nuovi arrivati e si materializzò davanti a loro all’esterno dell’immensa sala del trono in cui si trovava Freezer con Chichi e Giuma.
«Shhh!» fece segno con l’indice davanti alla bocca, indicando la posizione del nemico. «Sono felice di vedere che state tutti ben-…» cercò di dire, salvo venire però interrotto da Lazuli, che gli mise le braccia al collo e lo baciò con trasporto, facendolo finire con la schiena contro un muro pieno di crepe, in mezzo a una serie di statue rovesciate e preziosi vasi ridotti ormai in pezzi.
Il genio la strinse a sé e si sentì come rinascere. Quella ragazza aveva un potere immenso su di lui, non poteva pensare di fare a meno di lei e non voleva nemmeno pensarci per non deprimersi. A lei, dal canto suo, in quel momento non interessava nulla degli sguardi indiscreti di suo fratello e di Goku, che sembrava particolarmente imbarazzato.
«Ma si baciano sempre così davanti a tutti?!» chiese sottovoce Goku al principe di Asgard.
«Cosa vuoi farci? Lui è uno scimmione in calore e sta facendo diventare una selvaggia anche la mia sorellina…» allargò le braccia Lapis. «Allora, ve lo ripeto: volete prendervi una stanza o preferite aiutarci?»
Lazuli si limitò a lanciargli un’occhiata omicida.
«Una stanza, ovviamente» sorrise il genio, dandogli corda e guadagnandosi un pestone sul piede da parte della sua ragazza.
«Bene, cosa facciamo? Entriamo tutti insieme e spacchiamo tutto? Sembra divertente» propose Lapis.
«Possibile che non sai mai essere serio?! È il piano più stupido che abbia mai sentito… quel viscido traditore ha poteri che vanno oltre le nostre possibilità, dobbiamo agire con intelligenza» ribatté Lazuli. «Ovviamente, io sono l’unica persona intelligente qui dentro. E al secondo posto metterei la scimmia» aggiunse, con Bubbles che gradì il complimento e fece un elegante inchino davanti a lei, nonostante fosse decisamente malconcio.
«Non voglio coinvolgervi, è troppo pericoloso» si intromise Goku, serio e determinato come nessuno dei presenti l’aveva mai visto. «Lasciatemi agire da solo, l’unico modo per sconfiggerlo è coglierlo di sorpresa. Se siamo in troppo potrebbe accorgersi di noi più facilmente».
«Ma…» provò a protestare Lapis.
«Voi dovete tornare sulla balconata da Quindici per combattere con lui» lo interruppe il giovane ladro.
«Si chiama Sedici, razza di cretino» sbuffò acida Lazuli.
«Urcaaa, scusa! Sbaglio sempre i nomi, eh, eh!» si corresse Goku, grattandosi la nuca, prima di tornare di nuovo serio. «Come vi dicevo, Sedici non mi sembrava messo molto bene e in più non sappiamo quanto siano affidabili i rinforzi chiamati da Lunch. Se dovessero venire sconfitti e i nemici arrivassero qui dentro sarebbe impossibile per noi intervenire a quel punto».
Lapis pensò alle parole di Goku e si trovò d’accordo con lui. Era un piano logico, e in più voleva assicurarsi personalmente di proteggere la sua Lunch. Anche Lazuli pensò che avesse ragione, e si soprese di come una persona dotata solitamente di così scarso intelletto avesse potuto pensare a una cosa del genere.
«Allora siamo d’accordo: noi andiamo di là, tu trova un modo di tirarci tutti fuori da questa guerra in cui ci hai coinvolto» ordinò a Goku, sprezzante, salvo poi sciogliersi quando incrociò lo sguardo di Radish. Era fiero di lei, le sorrise e allungò il pugno chiuso. Lei fece lo stesso e glielo batté, prima di correre via col fratello.
«Io adesso torno dentro da Freezer, tu cerca di fare un’entrata ad effetto da una finestra o da un ingresso sul retro» disse Radish, rimasto solo con Goku, senza guardarlo.
«Rad… io… mi dispiace…».
«Hai un piano per adesso, piuttosto?»
«Sono cresciuto in strada… improvviserò!»
Il genio si voltò e gli sorrise.
«Sono contento che tu sia tornato, Gò. Siamo di nuovo una squadra».
 
«Vegeta, mi sembri inspiegabilmente silenzioso quest’oggi» ghignò in maniera sinistra Freezer, seduto su un enorme trono dorato a forma di testa di cobra posto al centro di una stanza piena di cumuli di monete e di gioielli.
Aveva reso l’enorme stanza del trono come un’oscura versione della Caverna delle Meraviglie, solo che estremamente tetra grazie al pavimento nero e le pareti viola. Tutto era un’ostentazione di raccapricciante potere, non solo di un dozzinale sfarzo.
Il pappagallo osservava la scena in disparte e non diede peso alle parole di colui che lo stava ancora controllando mentalmente, cercando piuttosto di rimanere focalizzato sul modo in cui avrebbe potuto attuare il suo piano e realizzare il suo sogno.
«Suvvia, non essere timido, oggi hai la possibilità di vendicarti con l’ex sultano» riprese Freezer. «Ti conviene sbrigarti a farlo, quando mi sarò stancato di umiliarlo, infatti, lo ucciderò. Quindi, ti ordino di umiliarlo tu stesso, ora» aggiunse, prima di investire con un fascio di luce proveniente dal suo bastone Giuma, che si ritrovò vestito da giullare e manovrato da fili che si alzavano verso il soffitto come se fosse una marionetta, che però lo tenevano bloccato. «Sbrigati».
Vegeta provò a resistere a quell’ordine, ma si rese presto conto che non poteva farcela. La “M” sulla sua fronte sembrava martellargli sulla testa e lo rendeva incapace di reagire. Volò verso Giuma, che lo guardava con occhi pieni di dolore e di paura, e vide comparire magicamente accanto a sé un vassoio pieno di biscotti rinsecchiti uguali a quelli che lui lo costringeva sempre a trangugiare. Il pappagallo ricordò bene tutti gli insulti che gli aveva sempre tirato dietro per quel motivo e la rabbia che avevano fatto crescere in lui quelle situazioni, ma aveva sempre saputo che Giuma era solo uno stupido ingenuo e non lo faceva per cattiveria, proprio come gli diceva sempre Bulma. Non avrebbe mai voluto ucciderlo sul serio, inoltre vendicarsi così su un avversario inerme non poteva dargli nessuna soddisfazione.
«Muoviti, Vegeta!» gridò Freezer, spazientito, battendo a terra il bastone.
Il pappagallo sentì pulsargli le vene sulle fronte e i suoi occhi sembrarono velarsi di rosso, come fosse posseduto. Afferrò con un’ala una manciata di biscotti e li ficcò con forza nella bocca di Giuma, che sputacchiava e faticava a respirare.
«Allora, pagliaccio, lo vuoi un biscotto?! Lo vuoi un biscottino?! Tienilo! Eccolo il tuo biscottino!» cominciò a urlare Vegeta, cacciando uno dopo l’altro sempre più biscotti nella bocca dell’indifeso Giuma, ormai paonazzo, che cercava di deglutire per riuscire almeno a respirare. «Ingozzati! Ingozzati fino a scoppiare! Te ne do quanti ne vuoi!»
«Smettila!» implorò Chichi, che, costretta a fare la serva, sorreggeva un vassoio pieno di frutta accanto al trono e osservava la scena con lo sguardo colmo di paura.
Non poteva crederci che Goku fosse morto sul serio e che non sarebbe tornato ad aiutarli. Sentiva che era ancora vivo, ma doveva riuscire lei in qualche modo a proteggere suo padre in quel momento.
«Freezer! Digli di lasciarlo in pace… per favore…» aggiunse, avvicinandosi all’usurpatore, che subito fermò Vegeta con un cenno della mano.
«Mi duole vedervi ridotta così» disse Freezer con voce melliflua, avvicinando il volto di Chichi al suo. La trascinò verso di sé facendo passare il suo bastone dietro la catena che univa le manette che aveva messo ai polsi della principessa.
La ragazza guardò la sua bocca rinsecchita a pochi centimetri dalla sua e non poté fare a meno di inarcare il labbro in segno di disgusto. L’aveva fatta cambiare d’abito, tra l’altro: non indossava più il vestito da cerimonia, bensì un completo da odalisca rosso semitrasparente molto succinto che lasciava ben poco spazio all’immaginazione. Era molto bella, il suo fisico risaltava con quel look e i capelli legati in uno chignon le davano un fascino più maturo e consapevole. Attorno a un braccio si avvolgeva un bracciale dorato a forma di cobra che le risaliva fino alla spalla. Il fine di Freezer era stato solo quello di farla sentire nulla più di un oggetto di bella presenza, oltre che la sua schiava. Voleva umiliarla prima di liberarsi di lei, farla sentire la sua concubina. Sposarla, per prendersi il titolo di sultano anche in maniera legale, magari sfregiarla fisicamente e poi farla fuori.
«Datemi una mela, principessa» sorrise Freezer, con Chichi che gli avvicinò alla bocca un frutto preso dal vassoio che stringeva tra le mani, mentre cercava di spingere il proprio collo più indietro possibile per allontanarsi da lui. «Grazie» aggiunse, dandogli un morso e masticando apposta a bocca aperta, facendo in modo di sputare di proposito un grumo di mela sulla guancia di Chichi, che si pulì schifata con stizza con un dito.
«Un così bel fiore del deserto come voi meriterebbe di stare al fianco dell’uomo più potente di tutto il mondo» continuò, facendo comparire nella sua mano una corona dorata e avvicinandola al volto di Chichi. «Che cosa ne pensate? Scommetto che vi piacerebbe diventare regina accanto a me».
«Mai!» sbottò la principessa, sgranando i suoi luminosi occhi neri colmi di determinazione. Afferrò un calice pieno di vino appoggiato accanto al trono e lo rovesciò in faccia a Freezer, strappando un sorriso compiaciuto a Vegeta.
«Come ti permetti! Ti insegno io un po’ di rispetto!» urlò l’ex Gran Visir, furibondo, alzandosi in piedi e dandole uno spintone così forte da farla cadere a terra ai suoi piedi.
Chiuse il pugno e sollevò il braccio per colpirla di nuovo, ma improvvisamente si bloccò e sorrise compiaciuto. Gli era venuta un’idea migliore.
«Genio, ho deciso di esprimere il mio terzo desiderio» disse, osservando Radish che aiutava la principessa a rialzarsi e la teneva per mano.
«Perché ti preoccupi per lei?! Perché la aiuti?! Sono io il tuo padrone!» ringhiò nel vedere quella scena.
Radish regalò un sorriso spento a Chichi, guardandola negli occhi e cercando di darle forza, anche se lui stesso non poteva che sperare nel ritorno di Goku, Lazuli e Lapis. La principessa sorrise a sua volta e intrecciò le sue dita intorno a quelle di lui, stringendo forte. Aveva paura.
«Ce la faremo, andrà tutto bene» sussurrò lui, mentre Freezer lo strattonava per la spalla e lo costringeva a girarsi e a guardarlo.
«Ti ho detto che voglio esprimere il mio terzo desiderio!» sbottò, gettando a terra con rabbia la lampada, con sprezzo. Sarebbe diventata inutile, del resto, di lì a poco.
Vegeta osservò con attenzione l’oggetto magico fermarsi a pochi metri da lui, quando notò che, dietro una tenda, due occhi azzurri come il cielo stavano osservando la scena. Era Bulma, e aveva tutta l’aria di voler entrare in azione al momento giusto. Aveva tenuto d’occhio la situazione fino a quel momento senza farsi vedere.
Il pappagallo si sentì meglio nel vederla perché aveva finalmente avuto conferma che anche lei era sopravvissuta, tuttavia non voleva che attaccasse Freezer perché era consapevole che ora lui era troppo potente grazie ai nuovi poteri che aveva ottenuto. Nemmeno una tigre avrebbe potuto fermarlo. Volò silenziosamente verso la tenda e si posò a terra, fingendo indifferenza.
«Non intervenire, è pericoloso. Ho un piano».
«Ah sì?! E quale sarebbe il tuo piano?! Fare da tirapiedi a quel traditore?! Come hai potuto fare del male a Giuma?! Guardalo…» ringhiò sommessamente Bulma.
Si fidava di Vegeta, aveva sempre creduto in lui. Ma quello a cui aveva appena assistito l’aveva fatta soffrire.
«Io… non dipende da me, tsk!» rispose con rabbia il pappagallo, voltandosi.
«Cos’è quella “M” sulla fronte?! Ti fa male?!»
«N-non è niente… io sono più forte di uno stupido controllo mentale» sbottò lui, facendole tirare un sospiro di sollievo. Adesso anche lei poteva spiegarsi tutto. «Comunque non ficcare il naso adesso, è diventato troppo potente!»
«Vuoi dire che mi reputi una buona a nulla?!» ribatté Bulma, offesa. Non voleva restare oltre a guardare quelle scene strazianti. Soffriva troppo per Chichi e Giuma.
«Tsk!» si limitò a ribattere Vegeta, andandosene.
Avrebbe voluto dirle che non voleva vederla morire, semplicemente, perché ci teneva a lei. Ma il suo maledetto orgoglio glielo impedì.
La risata agghiacciante di Freezer lo distolse dai suoi pensieri e lo riportò alla realtà.
«Genio, il mio terzo desiderio è questo: voglio che la principessa Chichi si innamori perdutamente e follemente di me!»
 
 
 
 
 
 
 
Note: ci tenevo a dare finalmente tanto spazio a Sedici, sia perché mi piace, sia perché mi sono reso conto durante questa storia che sta piacendo molto anche a voi in questa versione. Lui è un eroe e qui si comporta come tale, getta il cuore oltre l’ostacolo e cerca di dare sicurezza agli altri anche se sta male e non ama la guerra. Spero vi sia piaciuto. Lui è un esempio.
Come spero abbiate apprezzato Vegeta, che confida a Bulma di avere un piano, anche se purtroppo non riesce a dirle che è preoccupato per lei.
Goku sembra chiarirsi con Rad, Lazuli e Rad si cercano e si trovano anche stavolta e poi lei e Lapis tornano dai rinforzi chiamati da Lunch. In tutto questo Freezer costringe Chichi a fargli da schiava e Goku deve trovare un modo per intervenire. La situazione è bella intricata e non sarà semplice risolverla.
 
Ringrazio come sempre tutti voi che mi lasciate sempre il vostro parere e mi trasmettete tanto entusiasmo! Grazie anche a chi preferisce leggere in silenzio.
 
Bene, settimana prossima ne vedremo davvero delle belle, credo che possa essere considerato uno dei capitoli più attesi visto quello che succederà. Posso anticiparvi che si intitola “Un bacio all’improvviso”, anche se in realtà i baci potrebbero anche essere due… chissà chi riguarderà!
E poi, secondo voi Bulma ascolterà Vegeta e se ne starà in disparte? E cosa prevede questo piano di cui parla lui?
Vedremo anche se Rad potrà esprimere il terzo desiderio di Freezer, per il resto vi annuncio che Lunch farà uno starnuto e… e chissà, ci vediamo mercoledì prossimo! Preparatevi perché sarà un capitolo bomba!
 
Teo
   
 
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