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Autore: rachelesogna    02/09/2020    0 recensioni
Grethe, vive la sua semplice vita in un paesino scozzese, dividendosi tra il lavoro da infermiera e le giornate passate con l'amica.
Quando però uno strano ospite bussa alla sua porta, la sua vita cambia radicalmente.
Cosa succede quando i miti e le leggende diventano reali?
Cosa succede quando la verità irrompe nella tua vita, sconvolgendola?
Semplice.
Si scatena una tempesta.
"Con il giusto lupo al tuo fianco qualunque foresta, di notte, è piena di rivelazioni."
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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So che un frassino s'erge
Yggdrasill lo chiamano,
alto tronco lambito
d'acqua bianca di argilla.
Di là vengono le rugiade
che piovono nelle valli.
Sempre s'erge verde
su Urðarbrunnr.


Alle tre di notte di sabato sera ci si aspetta di dormire.

Invece Grethe se ne stava nel letto con una forte emicrania.

Non è insolito per lei averla, con le sue notti insonni è già tanto che non le sia esplosa la testa.

Ma quella dannatissima notte le doleva dannatamente tanto.

Incapace anche solo di pensare di alzarsi, se ne stava stesa nel letto con il respiro affannoso di chi ha corso la maratona.

Sudava copiosamente - e Grethe odia sudare- come se avesse la febbre molto alta.

Il respirò le aumentò ulteriormente.

Disorientata dal dolore e dall'incapacità di muoversi, si agitava leggermente nel letto cercando di divincolarsi dalla morsa soffocante delle coperte.

Poi, all'improvviso, il dolore alle tempie sparì e venne sostituito da una carezza morbida e fresca come rugiada.

Le vennero in mente gli sconfinati paesaggi verdi, così verdi da far male agli occhi.

Vide sé stessa camminare a piedi nudi su quelle distese di erba soffice, accanto alla sua figura vide camminare tre magnifici lupi.

Erano enormi, ma non ne ebbe paura.

Con i loro musi affilati, i loro manti caldi e gli occhi ben vigili- Grethe- si sentì calma e tranquilla.

Sospirò di beatitudine scivolando in un sonno pacifico, mentre dita morbide come seta l'accarezzavano. 

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

Correva libera sulle distese verde brillante, le ricordavano le colline erbose che circondavano Villa Spirale, in Cornovaglia.

Le era sempre piaciuto il vecchio castello di suo zio Rodolfo, le pietanze prelibate e il caldo calore del fuoco. Ma ancora di più le piaceva correre tra l'erba umida con Victoria, la figlia dello stalliere.

Le era sempre piaciuto il vecchio castello di suo zio Rodolfo perché le ricordava molto quel periodo lontano costellato di dame e cavalieri, come se quel posto fosse rimasto indietro di tantissimi secoli.

Le era sempre piaciuto il vecchio castello di suo zio Rodolfo ed improvvisamente se lo ritrovò davanti.

Era alto, imponente e vecchio.

Proprio come se lo ricordava. Corse vero il grande portone principale, quello che lei tante volte aveva sognato aprirsi al passaggio di cavalieri a cavallo, e lo spalancò.

Oh dolce misericordia, era tutto immutato.

Un enorme giardino interno si apriva dinanzi ai suoi occhi, piante di ogni genere coloravano quella meraviglia. Fontanelle spruzzavano acqua qua e là, acqua che sapeva fosse fredda come il ghiaccio. Si ricordava ancora la prima volta che tentò di farsi il bagno sotto i getti delle fontanelle. Si beccò una bella polmonite e una sfuriata esemplare di suo zio. 
Ma quello che colpì di più Grethe fu quel maestoso albero che si ergeva al centro esatto del giardino. Poggiava su tre radici grosse quanto un bue e tra queste sorgevano tre fonti di acqua limpida e pura. Allungò una mano tentata di assaporarne la freschezza, una voce la fermò.

"No, non toccarla. Quella è Mimir. Lei non cede mai nulla se non per un sacrificio"

Grethe si guardò attorno spaventata, ma nessuno era lì con lei.

Nessuno, tranne l'albero.

Timorosa alzò lo sguardo e tra le fronde robuste -che sembravano sorreggere qualcosa di molto importante- riconobbe dei movimenti.

"Un falco!" esclamò sorpresa

"Mi permetta di correggerla signorina, io non sono un falco. Io sono IL falco. Il mio nome è Veðrfölnir e sarò molto lieto di aiutarla nel suo cammino verso la verità."

Grethe guardò il falco stordita.

"Mi sembra di conoscerti" proruppe dopo minuti di silenzio.

Le sembrò di vedere il falco sorride, il chè era completamente impossibile...poi si ricordò di parlare con il suddetto falco.

"Tu sai chi sono come io so chi sei tu, ma loro non sanno chi sei perché ti hanno fatto dimenticare chi eri."

"Non mi è molto chiaro" sussurrò lei perlustrando con gli occhi il resto dell'albero.

Notò altri animali: serpenti, cervi, un'aquila e un velocissimo scoiattolo.

"Non deve essere chiaro a te, ma deve essere chiaro a me. E ora io so. Quindi ascoltami perché il tempo sta per finire."

Grethe seppur confusa, si mise in ascolto.

Chissà che da quel suo strano sogno non ne fosse uscito qualcosa di interessante.

"Tu sei molto più di ciò che credi" le penne del suo piumaggio vibrarono nell'aria.

"Ti hanno raccontato ciò che ti era consentito sapere. Tu dovevi sapere di essere nata nel 1994 durante una tempesta. Dovevi sapere che i tuoi genitori sono due commercialisti e che tu sei una normalissima ragazza con problemi legati al sonno. Ciò era per te predestinato."

Veðrfölnir rabbrividì e le sue piume si arruffarono. Il suo becco si spostò a destra e a sinistra sospettoso

"Ma era altrettanto predestinato che tu scoprissi la verità su di te e sulla tua dinastia."

Le si mozzò il respiro.

"Tu sei destinata a grandi cose, cose che hai sempre sognato e non hai mai potuto fare. Tutte quelle domande che ti tengono sveglia la notte, tutti quei sogni che ti tormentano...sono legati a qualcosa di più grande. Molto più grande."

Grethe si sentì mancare il terreno sotto i piedi, nel vero senso della parola.

Sotto di lei il terreno si squarciò e per poco non cadde nel buio baratro di cui non distingueva la fine.

"Non c'è più tempo!" la richiamò concitato il falco

"Non posso più tergiversare e indorarti la pillolaGrethe, tu non sei figlia di Olga e Frederick. Tu sei una vilia."

Il terreno franò sotto i suoi piedi. Cercò di restare in quel giardino, aggrappandosi a tutto ciò che trovava, chiedendo aiuto al falco...tutto fu invano.Ben presto le braccia cedettero e il bellissimo giardino venne invaso da una nebbia fittissima.

Grethe si lasciò andare, risucchiata dal vuoto dell'ignoto. 

   
 
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