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Autore: rachelesogna    02/09/2020    0 recensioni
Grethe, vive la sua semplice vita in un paesino scozzese, dividendosi tra il lavoro da infermiera e le giornate passate con l'amica.
Quando però uno strano ospite bussa alla sua porta, la sua vita cambia radicalmente.
Cosa succede quando i miti e le leggende diventano reali?
Cosa succede quando la verità irrompe nella tua vita, sconvolgendola?
Semplice.
Si scatena una tempesta.
"Con il giusto lupo al tuo fianco qualunque foresta, di notte, è piena di rivelazioni."
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Quando si svegliò erano le nove di sera ed era stesa sul pavimento, con addosso solo il maglione con cui dormiva.

Infreddolita e con i muscoli contratti per la scomoda posizione in cui era svenuta, Grethe si alzò in piedi. La testa vorticò pericolosamente e si dovette reggere al tavolo per non cadere.

Il fuoco.

Doveva avvicinarsi al fuoco.

Barcollando si avvicinò al camino, aggiunse qualche ciocco di legna e poi si sedette sul tappeto al calduccio. Aveva bisogno di riposo, di dormire un sonno tranquillo e soprattutto di non svenire per un po'.

Prese il cellulare intenzionata a mandare un messaggio al dottore per informarlo che il giorno seguente non si sarebbe presentata a lavoro perché stava male, ma ne trovò già uno del collega.  Con suo sommo stupore scoprì che anche lui stava male e che lo studio sarebbe stato chiuso per due giorni.

Sorrise soddisfatta: a volte la fortuna girava dalla sua parte.

Si raggomitolò davanti al camino come una gatta, gli occhi scuri fissi sul fuoco. Erano stati i giorni più strani della sua vita ed anche i più dolorosi, sperava che il lunedì arrivasse presto e che con sé portasse qualcosa di buono.

Con quei dolci pensieri in testa, Grethe chiuse le palpebre pronta a scivolare nel sonno.

Un grattare persistente la svegliò.

L'orologio segnava mezzanotte ed un quarto.

Qualche animale in cerca di cibo, sicuramente.

Era vicino alla foresta, riceveva periodicamente queste visite e lei non riusciva mai a dire di no a qualche animaletto che le chiedeva con uno sguardo da cucciolo un poco di cibo.

In più, tutte le volte che era a contatto con uno di loro, lei ne traeva sorprendentemente beneficio. Come se fossero una cura per la sua persona.

Stringendosi la coperta attorno al corpo come scudo contro il freddo, Grethe, socchiuse la porta spiando al di là per vedere quale animale le era venuto a fare visita quella volta.

Trattenne il respiro.

Un lupo.

Un grosso lupo dal pelo nero come la notte la guardava con occhi bassi e affaticati. Sembrava dolorante, le zampe lo reggevano a malapena e le orecchie erano basse, sintomo che quell'animale si sentisse veramente male.

I suoi occhi, due puntini dorati in mezzo al folto pelo, la supplicavano di aiutarlo.

E lei sentì forte e chiaro il suo grido di aiuto. Lo sentì fin dentro le ossa.

Aiutami

E lei lo fece.

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Il gigantesco lupo fece appena in tempo a varcare la soglia della casa della donna che cadde come una pera cotta sul pavimento di legno. Il tonfo del suo corpo fece sobbalzare Grethe che fino a quel momento l'aveva scrutato incuriosita ed intimorita.

Nonostante abitasse in una zona completamente immersa nella natura, non aveva mai visto un lupo nei boschi attorno Kinloch Rannoch.

Sapeva – grazie al circolo dei cacciatori di cui faceva parte un suo paziente- che l'ultimo avvistamento di un branco di lupi era stato a Braemar e sapeva anche che non si erano mai avvicinati al suo piccolo villaggio.

Stupita non poco dalla sua presenza lì, Grethe era stata ferma sulla soglia della propria casa ad osservare un lupo un po' troppo cresciuto rispetto ai lupi che vedeva alla tv, ma quando si era accasciato al suolo con un tonfo sordo si era precipitata da lui pronta a soccorrerlo.

Non aveva mai medicato un lupo -o un animale in generale- ma se era capace di medicare un essere umano sarebbe riuscita a prendersi cura anche della figura stesa sul suo pavimento.

Con una strana frenesia addosso, corse a prendere la cassetta del pronto soccorso in bagno. Tornò da lui in un batti baleno e, con il corpo sconquassato dal timore di una bestia così mastodontica e solitamente fiera, si inginocchiò cercando con lo sguardo l'entità del danno.

La prima cosa che notò era un buco grande quanto una pallina da tennis nella coscia della zampa posteriore destra, molto probabilmente era quella la causa del suo zoppicare.

Doveva fargli molto male e molto probabilmente il proiettile era ancora conficcato nella tenera carne.

Continuò la sua perlustrazione e, a parte qualche graffio sul muso, non trovò nessun'altra ferita. Corse a disinfettarsi le mani, il bisturi e tutto l'occorrente, usando quasi tutto il flacone di disinfettante.

Non sapeva perché ma salvare quel lupo, per lei, era di vitale importanza.

Tornò dal suo "paziente" con il cuore che le scoppiava nel petto e gli oggetti stretti tra le mani, prese un profondo respiro e versò il resto del disinfettante sul foro del proiettile.

Il lupo emise un cupo brontolio, che la spaventò e la fece sobbalzare.

In uno sprazzo di lucidità la sua mente registrò che molto probabilmente era una reazione al bruciore che provocava il disinfettante.

Lentamente avvicinò le mani al suo folto pelo e con le forbici lo tagliò via, deturpando la sua splendida figura, togliendo ciò che le impediva di fare il suo lavoro.

Con una visuale migliore poté effettivamente individuare la gravità del danno e non prometteva nulla di buono.

Il foro era profondo e fiotti di caldo sangue continuavo a fuoriuscire imbrattando il pavimento e il nero pelo.

Controllò se ci fosse un ipotetico foro d'uscita, questo le avrebbe risparmiato di incidere la carne dell'animale per toglierlo.

Sfortunatamente per entrambi, non c'era.

Armandosi di coraggio, come faceva tutte le volte che doveva assistere il dottor Manello durante un'operazione, inserì il bisturi alla ricerca del proiettile.

Il lupo uggiolò ancora e lei tentò di calmarlo con parole dolci, cercando di convincerlo che di lì a poco sarebbe tutto finito.

Come se avesse compreso le sue parole, l'animale appoggiò il muso sul pavimento serrando la mascella, sopportando stoicamente tutta la procedura.

Riuscì a trovarlo, estrarlo e fermare l'emorragia in pochi minuti, le garze si imbrattarono con il suo sangue scuro e appiccicoso sporcandole anche le mani.

Tenne premuto sulla ferita cambiando periodicamente le bende finché il sangue non si fermò del tutto, poi lo ricucì terminando definitivamente il suo lavoro.

Il lupo se ne stava steso, immobile come se fosse svenuto o peggio morto, ma l'abbassarsi e l'alzarsi del suo costato le confermarono che non lo era affatto.

Tirò un sospiro di sollievo.

Con non poca fatica, trascinò il corpo vicino al fuoco e poi si mise a ripulire tutto quel casino che aveva fatto entrando in casa.

Sangue, terra e foglie secche.

E un pungente odore di bosco.

Quando ebbe finito si sedette sulla poltrona accanto al fuoco ed al lupo che riposava pacifico.

L'orologio segnava le 3 e mezza.

Anche per quella notte non avrebbe riposato come avrebbe dovuto, tuttavia non si sentiva stanca o irrequieta dalla presenza del suo ospite.

Era lui stesso a infonderle una calma placida, serena che la cullava dolcemente.

Con l'animale ai suoi piedi si sentiva potente e...completa.

Un pensiero le attraversò la mente, facendola sorride: fortuna che il lunedì avrebbe dovuto essere più tranquillo.

Erano solo le tre di notte e lei aveva fatto entrare un lupo in casa, curato il suddetto animale e ora ci dormiva pure insieme come se nulla fosse.

Bah...la sua vita era strana. 

   
 
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