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Autore: MaryFangirl    02/09/2020    4 recensioni
Uno psicopatico si aggira per la città, causando una prima vittima. Quanti omicidi commetterà prima di venire arrestato? City Hunter indagherà, ma una questione personale verrà a intromettersi...
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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In via eccezionale, questa settimana posto anticipatamente in quanto da sabato fino alla prossima domenica sarò in vacanza e non avrò a disposizione il pc ^^ anche il capitolo di False Sembianze arriverà prima del solito...gli aggiornamenti riprenderanno poi dalla settimana del 15 settembre.

 

 

 

Appoggiandosi saldamente e con le mani unite sul calcio della pistola, Ryo teneva la ruota posteriore del veicolo di mira. Sul punto di premere il grilletto, la macchina si fermò di colpo, a pochi metri di distanza, e una Kaori folle di rabbia ne uscì.

“Non è possibile fare scherzi del genere!” si infuriò, sbattendo la portiera.

Completamente sconcertato di fronte alla scena che si svolgeva sotto i suoi occhi, Ryo rilasciò lentamente il grilletto e fissò senza comprendere la sua bella che tornò indietro a passo di marcia.

“Non preoccuparti, un falso allarme” gli disse baciandolo dolcemente sulla guancia, posando una mano sul suo avambraccio per farlo distogliere dal bersaglio.

Con un atteggiamento più esitante che sicuro, un uomo a sua volta uscì dall'abitacolo; la sua schiena curva e il suo sguardo fugace espressero il suo disagio per l'errore appena commesso. Eppure gli era stato ordinato di farlo perché la giovane donna apprezzava qualunque scherzo, secondo le parole del suo protetto.

Mettendo via la sua arma, Ryo sovrastò con la sua imponente statura lo sconosciuto che si dirigeva verso di loro. Stringendo fermamente la sua compagna per la vita, i suoi occhi scuri fulminarono il burlone che li stava raggiungendo.

L'uomo dall'aspetto panciuto e la testa leggermente calva sembrò arare il terreno mentre i metri che lo separavano dai suoi 'invitati' si riducevano.

“Mi dispiace avervi spaventati in questo modo” bofonchiò l'uomo mortificato, non osando affrontare i suoi interlocutori, percependo la furia dello sweeper.

Liberandosi dall'abbraccio protettivo con cui aveva istintivamente allacciato Kaori, Ryo afferrò il messaggero per il bavero della giacca e lo sollevò senza difficoltà da terra.

“Chi ti manda?” chiese freddamente.

Lottando nel vuoto, gli occhi spalancati per la paura, lo sconosciuto implorò pietà.

“Il signor Natsume mi aveva detto che avreste apprezzato la messa in scena...”

“Natsume? Yoshiki Natsume?” chiese Kaori, posando una mano sull'avambraccio dello sweeper che teneva prigioniero il pover'uomo. Riportando l'attenzione sulla sua bella, Ryo si accigliò e la interrogò con uno sguardo.

“È lui che la manda?” si entusiasmò la giovane donna.

“Ma di che stai parlando?” si innervosì lo sweeper.

“Una vecchia conoscenza” balbettò Kaori, arrossendo leggermente. “Metti giù questo poveretto” aggiunse in fretta, guidando il gesto del suo partner e togliendo la polvere dallo smoking dell'omino.

“Mi vuoi dire chi è, insomma?” si infastidì Ryo.

“Un vecchio amico d'infanzia...” sorrise lei timidamente.

“E non uno qualsiasi, a quanto pare” brontolò lo sweeper, incrociando le braccia e rimanendo saldamente piantato come se aspettasse ulteriori spiegazioni.

Con un ghigno di fronte alla gelosia non mascherata del suo compagno, Kaori si rivolse al messaggero.

“È tornato in città? Cosa voleva dirmi?” Kaori divenne impaziente, come un bambino di fronte a un albero di Natale ben carico.

“Dunque, sono il portavoce di Yoshiki Natsume, il signor Massao, lui mi ha chiesto di darle questo invito per la sua prossima mostra...ho avuto molte difficoltà a trovarla, sa...” sospirò, come se avesse camminato per diversi chilometri. “Può portare il suo amico, se vuole” aggiunse, lanciando uno sguardo allo sweeper che fingeva di non essere interessato alla conversazione.

Come poteva non essere interessato! Quell'uomo, quello Yoshiki sembrava attirare troppo l'attenzione della sua innamorata. Cos'era stato per lei in passato e ancora oggi?

“Ora che ho compiuto il mio dovere, vi lascio e vi dico arrivederci”

Senza aspettare una parola in risposta, l'omino si precipitò di nuovo in macchina che partì a gran velocità. Mentre Kaori rivolgeva ancora gli occhi scintillanti d'ammirazione sull'invito, Ryo afferrò rapidamente l'oggetto bramato e lo fissò sdegnoso.

“Natsume Yoshiki, pittore di fama internazionale, vi invita alla sua mostra che avrà luogo sabato 15 settembre alle 20.30...per fortuna ti ha trovato, altrimenti ti saresti persa la SUA serata”

“Immagino che tu non voglia venire” aggiunse Kaori in tono ironico, riprendendo nel frattempo il prezioso foglietto.

“Certo che voglio venire...e molto volentieri” borbottò. “Forse il TUO Natsume è famoso, ma io non lo conosco” affermò con tono meschino.

“Per cominciare, non è il MIO Natsume e mi sorprende che ora tu ti interessi a mostre di pittura” lo apostrofò con le mani sui fianchi.

“In effetti apprezzo di più la settima arte e le opere del non meno famoso Marc Dorcel...” rise lui stupidamente, visualizzando i film pornografici del suo idolo.

“Sei impossibile” sospirò lei, scuotendo il capo. Preferendo non dare peso alle parole dello sweeper, Kaori prese la direzione del loro edificio, la lavagna avrebbe aspettato ancora un po'.

“Un momento, Kaori, non mi hai ancora detto chi era quell'uomo per te! Non credo che tu mi stia raccontando tutto!” brontolò. Interrompendo le sue richieste, Kaori lo guardò.

“Ne parleremo più tardi se non ti spiace”

Come improvvisamente colpita con forza da un semplice dettaglio, e con un ampio sorriso che appariva sulle sue labbra, la giovane donna notò finalmente l'outfit trasandato dell'uomo. Voltandosi, chiuse i lembi della giacca sul petto nudo del compagno e gli mormorò all'orecchio:

“Quello che più conta ora è che tu non prenda freddo, no?”

“Conosco un buon modo per riscaldarmi” sorrise lui maliziosamente.

Mentre i suoi gesti si facevano più insistenti, lo sweeper interruppe improvvisamente la procedura e Kaori si lasciò sopraffare dalle emozioni intime che nascevano in lei.

“Non credere che lascerò cadere il discorso” sussurrò lui mordendole l'orecchio prima di mollarla repentinamente e rientrare nel loro appartamento.

“Ma di che parli?” si offese lei, gli zigomi arrossati. “Non dirmi che è di nuovo per Natsume! Ehi, parlo con te, Ryo!” gli gridò, seguendolo.

Sicuro del suo effetto, lo sweeper si accontentò di scomparire entrando di fretta nell'edificio e, con grandi passi accelerati, riguadagnò l'appartamento.

Dalla sua posizione, Ryo sondò ogni metro quadrato circostante.

“Eppure avrei potuto giurare che si nascondesse una minaccia...”

“Ryo, a che gioco stai giocando!” si seccò la giovane donna rossa per lo sforzo ma anche per una leggera frustrazione.

“Sembravi impegnata con qualcos'altro prima...dov'è il mio piccolo Natsume adorato...” scimmiottò lui ondeggiando con la bocca a forma di cuore.

“Smettila con le tue idiozie!” lo fulminò Kaori, lanciandogli in faccia un cuscino del divano.

Come una bestia selvaggia che agguanta la sua preda, Ryo saltò sulla sua compagna che vacillò sul divano; con un piccolo grido di sorpresa, la giovane donna si ritrovò perfettamente prigioniera del suo amante.

“Ma cosa fai?” mormorò lei mentre lui le copriva il collo con una scia di baci.

“Ti faccio dimenticare una volta per tutte il tuo Natsume” confessò lui in un rantolo. In sospiri sempre più equivoci, Kaori iniziò a gemere e fremere sotto gli attacchi movimentati del suo stallone. Le sue mani esperte trovarono subito una fessura oltre la barriera del tessuto per toccare le generose curve della giovane donna.

“Ryo...Ryo...” ansimò lei, mentre i gesti si facevano più selvaggi e i bottoncini del maglioncino saltavano.

Le labbra avide di lui sostituirono le dita viziose che massaggiavano freneticamente il suo seno.

 

 

Mentre la febbre si impadroniva dei corpi dei due innamorati, la frenesia abitava un altro protagonista. Con le dita serrate sul volante e gli occhi fissi sull'edificio di mattoni rossi, la sua follia gli si leggeva in viso; il conducente di un'auto imboscata ora poteva liberare le sue emozioni. Quando aveva visto l'uomo in all'erta correre per salvare la sua futura preda, aveva capito che il gioco sarebbe stato molto più serrato, ma questo avrebbe solo ravvivato le cose. Rifletté, sorridendo automaticamente.

“Presto sarà il tuo turno, mia cara. Sarai la mia apoteosi. Questa volta ti ha salvato, ma quando mi occuperò di te una volta per tutte, non ci sarà per aiutarti” sorrise, mise in accensione e scivolò nel traffico, ora un po' più denso.

 

 

Nel seminterrato dove si teneva l'obitorio, Saeko, con un fazzoletto davanti al naso, ascoltava scrupolosamente le indicazioni impartite dal medico legale.

“Questa giovane donna è morta solo poche ore fa. Osservando il rigor mortis, dev'essere avvenuto intorno alle dieci di ieri sera. Povera piccola...non ha sofferto fortunatamente per lei, c'è solo questa pugnalata al cuore come può vedere” spiegò il medico rivelando il torace contuso della giovane donna, insistendo sulla ferita aperta. “Ha provocato il suo decesso...”

“Non c'è traccia di colluttazione?”chiese l'ispettrice, distogliendo lo sguardo dal tavolo dell'autopsia, presa da un conato.

“Non ne avrà avuto il tempo. È stata drogata” proseguì lui, afferrando un piccolo vassoio d'acciaio. “Se si osserva lo stomaco...”

“No, grazie, va bene così per me” disse Saeko, agitando le mani davanti alla presentazione del medico.

“Molto bene...” disse lui alzando le spalle. “Beh, dicevo, facendo un'analisi dello stomaco, abbiamo trovato gli avanzi del suo pasto...ha cenato molto bene...aragosta...pasta sfoglia con caviale...”

“Dottore! Mi scusi! Ma non sono qui per conoscere il menu consumato da questa donna prima che morisse!” protestò l'ispettrice.

“Bene, bene! Allora, dov'ero? Ah, sì! I risultati hanno rivelato la presenza di un paralizzante muscolare...non posso darle il nome scientifico del prodotto perché non le darebbe nulla di concreto. È un potente sedativo che qualsiasi uomo che di professione fa il medico può ottenere...”

“Quindi è come cercare un ago in un pagliaio” sospirò la giovane donna, accomodandosi pesantemente su una sedia isolata. “Aveva degli effetti personali? C'è qualcosa che possa aiutarmi a progredire con le indagini?” chiese tristemente.

“Purtroppo niente, neanche un documento d'identità...nessun certificato di nascita...o almeno un intervento dentale per metterla in elenco ai miei colleghi...l'unica cosa che posso accertare è la sua attività voluttuosa...”

“È stata violentata?”

“No...ma devo dirle un'ultima cosa...le ciocche dei suoi capelli...”

“Ebbene?” si spazientì lei.

“Devono essere state tagliate dall'arma del delitto, perché vede...sulla punta delle ciocche, si possono vedere minuscole particelle di sangue” disse, mostrando i capelli chiari leggermente adombrati. “Quello è il dna della sua vittima...la persona che cerca glieli ha deliberatamente tagliati. Forse è un feticista?”

“Non lo so. Beh...grazie, professore, ma devo riferire il tutto ai miei superiori il prima possibile!” disse, preparandosi a spalancare la porta dell'obitorio.

“Aspetti, ispettrice!” la chiamò il medico. “Abbiamo trovato questo nella tasca interna della giacca” affermò, tendendo un piccolo sacchetto di plastica contenente un pezzetto di carta scarabocchiato.

“Una R?” chiese la donna, scettica.

“Sì! Questo pezzo di carta è stato consapevolmente infilato nella tasca e secondo la mia esperienza, lui voleva che lo trovassimo”

Lasciando senza indugio quel luogo cupo, Saeko compose il numero di Ryo, percorrendo i corridoi che conducevano alla sala riunioni.

“Saeba!” fece lui, appoggiandosi pesantemente allo schienale del divano.

“Ryo, sono Saeko. Non ho troppo tempo per parlare, quindi cercherò di essere breve. Ho una brutta notizia. Il medico legale ha appena completato l'autopsia della giovane donna che è stata brutalmente pugnalata al cuore. C'è anche un altro dettaglio inquietante”

“Quale?”

“Ha trovato un pezzo di carta con sopra una semplice lettera, una R”

“Una R?”

“Pensiamo che potrebbe essere l'inizio di un enigma ma non abbiamo ancora alcuna connessione, spero che i nostri esperti possano dirci di più”

“Pensi che sia l'inizio di una serie di omicidi?” chiese lui, spostandosi sul bordo del divano.

“Senti, non posso dirti di più, non voglio fasciarmi la testa prima di romperla. Allo stesso tempo, devo annullare il nostro incontro...”

“A proposito di contrattempi, stasera non potrò occuparmi di questo caso”

“Non ti preoccupare. L'identificazione di questa ragazza potrebbe richiedere altre 24 ore. Le cose sembrano molto più complicate di quanto si pensasse inizialmente, devo restare in commissariato per convocare i vari ispettori e creare una cellula di crisi senza allarmare la popolazione di Tokyo. Come se avessi bisogno di tutto questo al momento. Beh, ti lascio, ho una lunga giornata che mi attende”

Senza altri fronzoli, la conversazione si concluse.

Sospirando, Ryo iniziò già a interrogarsi sulla strana vicenda appena emersa. I dettagli non erano ancora chiari, ma l'atto malsano di quell'omicidio suscitava la sua curiosità.

Ma un'altra seccatura occupava la sua mente, sotto il nome di Yoshiki Natsume.

Presto lasciò che il suo sguardo cupo venisse travolto dalla tranquillità, vagando per il salotto e scorrendo lentamente lungo la rampa che portava al piano superiore. Un sorriso sghembo allungò le sue labbra mentre la voce melodiosa del suo angelo vibrava nelle sue orecchie. Non aveva dubbi sui sentimenti d'amore della sua compagna ma sapere che quell'uomo, quel Natsume era nelle vicinanze, non gli andava a genio. Aveva percepito molto bene il lieve turbamento di Kaori nel sentire quel nome e soprattutto la gioia non celata di vederlo di nuovo. Scuotendo la testa, una rivelazione gli balzò davanti agli occhi.

“Sei solo geloso, povero vecchio mio” sospirò.

Nel frattempo, Kaori era alla ricerca dell'abito perfetto per la serata; camminando per la stanza a piedi nudi sul pavimento e canticchiando una melodia casuale, cambiava diversi vestiti girando su se stessa.

L'espressione gioiosa e gli occhi brillanti di felicità, la giovane donna cambiò e ricambiò più volte d'abito. Voleva essere perfetta. Fermando il suo giochino, finalmente sembrò soddisfatta. Un semplice tubino rosa pallido dal taglio modesto che cadeva appena sopra il ginocchio sembrava aver vinto la gara; il tono pastello accentuava la sua aria dolce e angelica.

Indugiando sui propri lineamenti, si accarezzò il viso con la punta delle dita.

“Il tempo è passato a tutta velocità” sospirò. “Già dieci anni...non so nemmeno se ti riconoscerò. Come ti presenterò Ryo?” si chiese, accigliandosi.

Assumendo varie posture, ognuna più ostentata dell'altra, cercò di trovare le parole giuste per non offendere nessuno dei due uomini del suo cuore perché, nonostante il numero di anni trascorsi, Yoshiki sarebbe rimasto il suo primo amore e Ryo l'amore della sua vita. Sorridendo, si lasciò cadere sul letto stringendosi il vestito sul cuore.

“Spero che andiate d'accordo” implorò tra sé. “Siete così diversi ma avete occupato lo stesso posto nel mio cuore”

Persa nei suoi pensieri, balzò poi in piedi.

“Non ho finito, devo trovare un paio di scarpe, e come devo truccarmi?”

Riformulando diverse domande, ricominciò a correre da una parte all'altra della stanza.

 

 

In un'altra parte della città, un giovane uomo altrettanto ansioso si aggiustò il colletto della camicia e slacciò il primo bottone. Mise dapprima la cravatta per poi lasciarla sullo schienale di una sedia.

“Non essere così nervoso, Yoshiki! Non è da te” sorrise la giovane donna, massaggiandogli leggermente le spalle.

“Ha sentito anche lei il signor Massao! Kaori verrà stasera...”

“Sì, lo so. Kaori è la prima donna a cui hai tenuto e soprattutto la tua prima vera modella” sorrise la donna riposizionando il colletto disordinato. “Respira”

Con una profonda inspirazione, il giovane sembrò placarsi, ma per quanto tempo?

 

 

Così, ognuno dal suo lato della città, i vari protagonisti si preparavano per la suddetta serata.

L'ora dei ritorni stava per rintoccare. Ma chi ci sarebbe stato davvero quella sera?

La folla di ospiti era densa all'ingresso della galleria fin dalle prime ore del ricevimento; i mondani di Tokyo si erano riuniti a quel cocktail party. L'abbigliamento da sera più accattivante sembrava vestire le signore dell'alta società e i 'pinguini' al cui braccio si sostenevano sembravano essere una pretesa per pavoneggiarsi. I portafogli ben gonfi non sarebbero rimasti a riposo.

Avanzando piano, Kaori sentì il cuore batterle forte in petto; triturandosi le dita guantate, mormorò parole incomprensibili che traducevano perfettamente la sua apprensione. Avvertendo il disagio della sua compagna, Ryo fece scivolare la mano in quella di Kaori e con una semplice pressione del palmo, riuscì a rassicurarla. Sollevando il viso, lei pensò ancora una volta che lui era molto attraente e più del solito quella sera, con l'abito scuro per il quale aveva messo il broncio prima di indossarlo. Sentì il cuore riempirsi di infinito amore per quell'uomo eccezionale; per quanto risultasse indifferente, Kaori sapeva che ci sarebbe sempre stato per lei.

Alzandosi in punta di piedi, sfiorò con le labbra leggermente truccate quelle del suo compagno e in un sussurro disse:

“Grazie” sorrise, continuando ad avanzare.

Orgoglioso di quel premio, lui intrecciò le dita a quelle della compagna, e pochi istanti dopo entrarono nella galleria.

L'ambientazione era semplice; qua e là vi erano tavoli riccamente guarniti di stuzzichini e altre prelibatezze che coloravano i vassoi d'argento appoggiati su tovaglie bianche. Vari liquori, champagne e forti alcolici accompagnavano il tutto, fiorendo nelle mani degli ospiti che si spostavano in onde nei vari corridoi per ammirare le opere dell'artista.

“Ah! Signorina Makimura!” la riconoscibile voce del manager di Natsume la chiamò, prendendola per un braccio. “Sono felice che sia con noi questa sera. Vedo che ha portato il suo amico con sé” mormorò, guardandosi alle spalle.

“Sì, come può vedere” sorrise timidamente.

Mentre i tre continuarono a procedere tra la folla, una voce maschile risuonò.

“Kaori! Kaori!”

Facendosi spazio tra la folla, il giovane uomo si intrufolò tra gli ospiti come meglio poteva; lasciando la mano del suo partner, Kaori si sentì rabbrividire dalla testa ai piedi quando la figura maschile rimaneva ancora astratta in mezzo alla folla.

“Yoshiki!” sussurrò.

La sensazione di impazienza di Kaori risultò molto spiacevole a Ryo che la teneva d'occhio con sguardo cupo. Quando vide i suoi occhi nocciola sbarrarsi, capì che il suo rivale era finalmente arrivato.

Come paralizzati, i due si fissarono, poi i passi lenti divennero una corsa e lui si gettò tra le braccia della giovane donna, stringendola forte.

“Kaori! Se sapessi da quanto tempo aspetto questo momento” mormorò al suo orecchio.

Quella familiarità non sembrava piacere a tutti e quando Ryo fece qualche passo verso di loro, una mano femminile lo trattenne per la spalla.

“Immagino che lei sia il compagno di Kaori” fece la giovane donna.

“Posso sapere con chi sto parlando?”

“Ma certo!” sorrise lei. “Sono la signorina Izumi, proprietaria di questa galleria e amica del signor Natsume”

“Sono Ryo Saeba e in effetti sono il compagno di Kaori, ma in questo momento lei sembra molto lontana da tutto ciò”

In effetti, i due si tenevano per mano, sembrando a chilometri di distanza da tutto ciò che li circondava. Scrutandosi dalla testa ai piedi, nessuna parola uscì dalle loro labbra; con la punta delle dita, Natsume toccò il contorno del viso della giovane donna, che chiuse gli occhi per apprezzare quella dolcezza.

“Non sei cambiata...sei sempre così bella, Kaori”

Arrossendo, Kaori distolse lo sguardo ma avvertì rapidamente l'avvicinarsi di un'aura febbrile; senza nemmeno voltarsi, trovò la mano del suo compagno e, sorridendo, disse:

“Yoshiki, ti presento Ryo Saeba, il mio fidanzato. Ryo, questo è il mio amico di sempre, Yoshiki Natsume”

Con una sincera stretta di mano, i due uomini si salutarono ma, percependo i lineamenti tesi del suo amico, Kaori ordinò immediatamente al compagno di smetterla con il suo gioco da macho.

Sospirando di fastidio ma non avendo ancora perso la partita, Ryo posò una mano possessive intorno ai fianchi della giovane donna mentre l'uomo si massaggiava le dita doloranti dopo lo sfortunato incontro con lo sweeper.

Nonostante la tensione, un'altra persona sembrava particolarmente attenta a ciò che accadeva a pochi metri di distanza.

“Piccola sgualdrina! Perché sei tornata nelle nostre vite?!” imprecò.

Sentendo che l'autocontrollo gli sfuggiva, si intrufolò discretamente tra la folla per raggiungere l'auto parcheggiata lontano da occhi curiosi; mettendosi al volante e sopraffatto dalla furia, colpì rabbiosamente il volante.

“Un'altra la pagherà per te, stasera” ruggì fuori di sé, lasciando echeggiare la sua risata folle.

Senza dire altro, mise in moto e andò alla ricerca di una nuova sostituta che avrebbe calmato i suoi nervi, ma per quanto tempo?

Già una donna aveva subito la sua collera.

Quante ancora avrebbero pagato?

  
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