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Autore: Spekled2    03/09/2020    2 recensioni
"Quello era il genere musicale che lui era solito ascoltare quando qualcosa non andava. Quando voleva un po’ cullarsi nella malinconia, per metabolizzarla e superarla. Kurt lo prendeva in giro, dicendo che in realtà non faceva altro che autocommiserarsi. Lui non ci arrivava proprio. Non si stava abbandonando alla tristezza! Semplicemente la rispettava e le faceva fare il suo naturale corso. Tutto scorre, glielo avevano insegnato a Filosofia! Anche le nuvole più buie erano destinate a diradarsi con la giusta pazienza. Il sole era dietro l’angolo se si era disposti ad aspettare. Anche per Brittany valeva la stessa cosa? Si domandava se stesse pensando a Santana in quel momento."
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brittany Pierce, Finn Hudson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note dell’autore:
Solite piccole ciance pre-capitolo. Siamo arrivati al nono, e già questa è una discreta notizia per quanto mi riguarda. Ma la cosa incredibile è aver quasi terminato la storia, che effettivamente avrà la sua fine. E questo è per me un grosso traguardo. Se non ho fatto male i calcoli dovrebbero esserci 6-7 capitoli ancora, praticamente già sistemati salvo qualche piccola modifica pre-pubblicazione. Ma ormai direi che la trama si è sviluppata, salvo lampi di genio o improvvisa ispirazione. Ma vabbè, diamo spazio ai nostri Loser preferiti e facciamogli fare questo trekking in santa pace! C’è Kurt che scalpita!
Ultima cosa, su suggerimento di quella santa donna di MC_Gramma ho pensato di realizzare una playlist con le canzoni che spuntano qua e là di capitolo in capitolo. Dovrebbero esserci anche quelle dei futuri capitoli, salvo ripensamenti improvvisi! Lascerò il link Spotify sempre in descrizione!

https://open.spotify.com/playlist/5MC2XfjV42flx9ugn6Q9bq?si=jQz59SsGTue6vNE7zXNeMQ
 
*****
 

Capitolo nove. 
 
Come Finn aveva sospettato, il trekking insieme a Kurt sarebbe stato tutto meno che rilassante. Durante i primi dieci minuti di cammino in piano, il ragazzo era stato intento in una filippica sull’importanza di un’ adeguata protezione solare, elencando ogni beneficio e ogni caratteristica del costoso prodotto che aveva comprato appositamente per l’occasione. Aveva storto il naso alla vista della marca scelta da Quinn e Brittany, che secondo la sua esperienza non era adatta alla loro carnagione pallida; si era lasciato andare a un timido: “ Meh, non male, tutto sommato…”, studiando il flacone di Santana, e aveva minacciato Puck e Sam, prevedendo per loro eritemi e brutti presagi, quando si era accorto che i due ragazzi non si erano spalmati addosso alcunché.
 
Successivamente, erano sorte le prime lamentele a causa delle punture di insetto. Brittany gli aveva suggerito di spruzzarsi un po’ del suo antizanzare, ma dopo aver letto l’etichetta della bomboletta spray, studiandone la formulazione, Kurt era rabbrividito e non aveva proferito più parola. Infine, quando Sam si era fermato al primo bivio per capire la direzione da seguire, esattamente dove svettava un cartello con le varie indicazioni per i possibili sentieri, lui si era fermato speranzoso, levandosi lo zaino.
“ Dobbiamo prendere il sentiero numero 38!” Esclamò Finn avvicinandosi all’amico, mentre si guardava intorno con interesse. “ A una certa dovremmo incontrare un ponticello in legno che taglia il torrente!” Aveva chiesto a Quinn di recuperare una piccola cartina che teneva in una delle tasche posteriori dello zaino, in modo da non doverselo togliere. Ringraziando la ragazza, aprì il foglio ripiegato e segnò con l’indice la loro posizione. “ Vedi? Noi ora siamo qui…” Indicò un punto sulla mappa.Tracciò il sentiero 38 trascinandovi sopra il dito fino a raggiungere il primo snodo. “ Passato il torrente, qui, dobbiamo imboccare il sentiero 40!”

Sam prese la carta sentieristica tra le mani, esaminando con attenzione l’andamento delle isoipse per farsi un’idea del dislivello, prima di annuire. “ Molto bene, allora. Forza!” La ripiegò con delicatezza e la rimise nella tasca dello zaino di Finn, al suo posto.
“ Credi ce la farà?” gli aveva domandato a denti stretti, mentre gli richiudeva la zip. Finn non dovette chiedergli a cosa si stesse riferendo. Kurt era sembrato affondare nel terreno di qualche centimetro ad ogni passo, sotto il peso del suo zaino. “ Inizierò a preoccuparmi quando smetterà di lamentarsi…” gli rispose, provando a non farsi udire dagli altri.
 
“ Avete davvero intenzione di ripartire così presto?” Protestò Kurt, che si era già seduto sul primo sasso libero e si stava slacciando gli scarponi. “ Stiamo camminando da un sacco!” Santana gli porse la mano, ridacchiando. “ Ti prego Kurt, dimmi che hai una vaga idea dei chilometri che ci aspettano da qui al lago!”
Lui la afferrò e si tirò su, senza rispondere. Sospirando, cercò di allacciarsi il più in fretta possibile lo scarponcino destro, mentre tutti lo fissavano, impazienti di ripartire. Non ebbe occasione ulteriore per dar voce alle sue lamentele, in quanto Puck e Santana si erano immediatamente rimessi in marcia in testa al gruppo. Al ragazzo non restò che risistemarsi il pesante zaino sulle spalle e infilarsi dietro a Finn. Sam, da bravo caposquadra, chiudeva la fila assicurandosi che nessuno restasse indietro.
 
Il sentiero 38 procedeva in un falsopiano attraverso il bosco. Le piogge del giorno precedente avevano impregnato il terreno creando pozzanghere un po’ ovunque. Kurt procedeva lentamente, in leggero affanno, facendo grande attenzione ad ogni passo in modo da evitare di bagnarsi gli scarponi o di sporcarsi i polpacci. Davanti a lui, invece, Brittany trotterellava tutta contenta, quasi impegnandosi a saltare dentro ogni pozzanghera, alzando schizzi al suo passaggio, come se non potesse contenere il suo lato più bambinesco. Kurt la fissava con orrore, tenendosi a debita distanza, mentre Quinn e Santana sembravano quasi tentate di lasciarsi andare e imitarla.
 
Finn sorrise, vedendo la fila di amici davanti a lui chiacchierare gioiosamente, progredendo sul sentiero costeggiato da alberi, cespugli e grandi felci. Aveva letto che il parco ospitasse una grandissima varietà di endemismi, tipici solo di quell’area in Ohio. Ma il suo occhio inesperto si limitava a constatare semplicemente l’enorme varietà di cromatismi e sfumature verdi che componevano la vegetazione e il sottobosco. Ogni tanto, il sentiero era attraversato da eserciti di formiche, che si muovevano frenetiche tra gli aghi di pini. In quei momenti Kurt emetteva strani versi impauriti, ma il tono di angoscia appariva veramente solo quando avvistavano qualche formicaio particolarmente imponente nei pressi del sentiero. Anche Finn non era propriamente un fan di formiche e di potenziali punture e, in quei tratti, cercava di spronare i compagni a incrementare il ritmo della camminata.
 
Formiche a parte, aveva avuto proprio una bella idea in fin dei conti. Procedere nel bosco lo stava mettendo davvero di buon umore. Ma proprio mentre stava pensando a quello, l’imprecazione di Sam, che chiudeva ancora la fila indiana, lo colse improvvisamente. “ Maledizione, la carta igienica!! Lo sapevo che dovevamo fare un ultimo check prima di partire!” Tutti si voltarono a fissarlo. Effettivamente poteva essere un piccolo problema.
“ Niente storie, pensa come i nostri antenati!” Esclamò Puck dopo qualche secondo, con un alzata di spalle. “ Siamo in mezzo alla natura, useremo qualche foglia o robe così!”
 
Scusami?” Santana lo fissava sconcertata, portandosi le mani ai fianchi. “Beh, io ho un paio di pacchetti di fazzoletti…” tentò Quinn, dubbiosa.
“ Sai quanti fazzoletti ci vorranno dopo che avrò mangiato la zuppa di fagioli?” La canzonò Puck. Santana roteò gli occhi, Quinn li chiuse proprio, inorridita. Finn invece ridacchiò.
 
“ Scusate…” esclamò Kurt dal nulla, schiarendosi la gola. Tutti presero a fissarlo. “ Non ho voluto farvi troppe domande per i vostri zaini che mi sembravano da subito così miserini, e non l’ho fatto solo perché amo il quieto vivere…” Mosse un paio di passi in avanti, un sorrisino soddisfatto sul volto. “ Ma si dà il caso che il vecchio Kurt, che avete preso in giro così di gusto, in fondo al suo zaino abbia una confezione nuova-nuova della Silky, 6 rotoli, doppio velo!” Arcuò un sopracciglio, gustandosi la reazione di Sam. “La carta igienica è in top-ten  nella lista delle venti cose più importanti da portare per una gita di più giorni in montagna nella rubrica della American Hiking Society dello scorso anno!” Snocciolò il ragazzo, infierendo. “ Mi sorprende che siate caduti su una cosa così ovvia…. Voi che siete così esperti!”
 
“ Sei il mio eroe Kurt! Ti nomino ufficialmente il nuovo guru del Trekking, chi è con me?” Lo interruppe Santana alzando il braccio. Il diretto interessato la fissò con circospezione, cercando di valutare se lo stesse sfottendo o meno. Alla fine la imitò, con un sorrisino. Quinn e Brittany si unirono a loro. Finn pensò che se solo Kurt non assomigliasse a un evidenziatore umano, avrebbe potuto anche concordare.
 
“ Andiamo, Guru!” Esclamò Sam sorridendo, a suo modo divertito. Mosse qualche passo e lo accostò, posandogli una mano sulla spalla. “ Perché non guidi la truppa?”
Kurt abbassò il braccio, lentamente, mentre il sorrisetto cominciava a sbiadire dal suo viso. “ Per il momento… lascio che sia il vostro ego da machi ad esprimersi… interverrò nel momento del bisogno.” Sam annuì piano, regolando la lunghezza di uno degli spallacci del suo zaino. “ Sta bene…” ridacchiò.
Di comune accordo ripresero a camminare, il silenzio interrotto solo dal fischiettare degli uccelli e dalle domande provocatorie che Puck rivolgeva di tanto in tanto al nuovo guru del trekking, tra le risate del gruppo.
 
*****
 
Dopo un’ora di cammino nel bosco, quando il sentiero si era fatto gradualmente più ripido, Finn aveva concesso una pausa al gruppo, levandosi il pesante zaino dalle spalle. “Dai, direi che questo sembra un buon posto per una meritata sosta… bravi tutti!” L’annuncio fu accolto con qualche sospiro di sollievo e il gruppo sembrò rinfrancato dalla vista della fontanella in legno. Finn aveva letto in internet che i proprietari di una casera non troppo distante avevano recentemente completato dei lavori per deviare il flusso di acqua da una presa idrica posta a monte, che collettasse acqua potabile fino a quel punto. Da allora, la radura in cui si trovavano era diventata un punto di appoggio strategico per tutti gli escursionisti. Finn aveva studiato il percorso a menadito e non rimase deluso quando poté sciacquarsi il volto alla fontana, levandosi gli ultimi rimasugli di crema solare che il sudore non aveva ancora fatto colare via. Rabbrividì per il contrasto termico provocato dall’acqua fredda contro il suo corpo accaldato. Infine bevve un piccolo sorso, giusto per bagnare le labbra e la gola leggermente arsa. Dietro di Lui, Kurt aveva già tirato fuori la borraccia. “ Vacci piano, però!” Lo ammonì Finn facendogli spazio. “ Bevi poco alla volta. Piccoli sorsi!”
“ Si, si…” esclamò Kurt senza nemmeno starlo ad ascoltare. “ Voglio affogarmici in questa fontana!”
 
Finn roteò gli occhi e si fece da parte, conscio che qualsiasi cosa gli avesse consigliato non sarebbe stata recepita positivamente. Raggiunse uno dei cartelli segnaletici, poco più avanti, che indicava la presenza di un nuovo bivio. Avrebbero dovuto ignorare il nuovo sentiero e progredire su quello che stavano già battendo. Si sedette su un sasso poco distante e mise in pausa l’attività del suo smartwatch. Avevano percorso poco più di tre chilometri dal parcheggio. Considerando la presenza di Kurt e del suo zaino da due quintali, e tenendo conto che le ragazze fossero novizie del trekking, era meglio di quanto si sarebbe aspettato. Si domandava, tuttavia, se sarebbero ripartiti altrettanto facilmente dopo la sosta. Fermarsi durante una camminata in montagna, e illudere il corpo con una breve pausa, poteva essere sempre un filo rischioso. Ma sapeva che riposare un po’ era una necessità, non desiderava che Kurt ci rimettesse le coronarie!
 
Sam, anch’esso in attesa di rimpolpare la propria scorta d’acqua, aveva recuperato il suo sacchetto di frutta secca e aveva proposto delle noci a Quinn. La ragazza sorrise, lasciando lo zaino contro il tronco di un abete. Si stiracchiò, le guance arrossate per la fatica, accettando l’offerta. Nelle ultime settimane, Sam aveva un po’ rallentato con gli approcci nei suoi confronti dopo l’exploit delle provinciali. Infatti, durante i consueti viaggi in macchina, Puck gli aveva predicato sangue freddo e freno a mano tirato. “ Fabray va cotta a fuoco lento, fidati di uno scemo! Devi stare al suo gioco.”
 
Finn dubitava che la strategia sarebbe andata tanto oltre, considerando il numero di volte in cui l’amico le aveva proposto di alleggerirle lo zaino durante il tragitto. Dopo qualche tentativo a vuoto, Sam le aveva requisito la sacca con dentro la paleria della tenda in alluminio. Al quarterback non era sfuggito il sorrisetto compiaciuto della ragazza. Doveva ammettere che li trovava carini insieme. Sam era davvero in gamba e ultimamente Quinn sembrava aver sotterrato la sua personale ascia da guerra destinata alla sua testa, per cui faceva davvero il tifo per loro. Per quanto fosse immerso in quelle considerazioni, quasi non si accorse che Santana lo aveva raggiunto, staccandosi dal resto del gruppo e prendendo posto sul suo stesso sasso.
 
“ Niente refill della borraccia per te?” Le chiese Finn, sorpreso di trovarsela li.
 
La ragazza ispanica non rispose immediatamente, concentrata ad osservare i compagni che si stavano rinfrescando con l’acqua corrente. “ Preferisco aspettare che si calmino gli animi.” Commentò quando Puck aveva cominciato a  sbracciare nella vasca di raccolta dell’acqua, sollevando vere e proprie ondate che investirono Sam e Kurt tra urla e risate generali. Brittany e Quinn erano sfuggite all’assalto, correndo in disparte.
 
“ Non una strategia così folle, in effetti!” Le concesse lui, ridacchiando, constatando che il fratellastro era stato inzuppato per bene. Era la prima volte che si rivolgevano parola dall’acceso confronto in corridoio. Finn aprì una delle sue barrette proteiche alla frutta secca e gocce di cioccolato. Dopo un momento di esitazione la porse a Santana. Che senso c’era nel tenere alti degli stupidi risentimenti? Lei la studiò per qualche istante, come se stesse decidendo se lui intendesse avvelenarla o meno. Infine, senza levargliela dalle mani, ne ruppe un pezzetto e prese a masticare.
 
“Grazie… questa roba non è male, per sembrare di cartone!” Gli concesse dopo aver mandato giù il boccone. Alla fine, con una scrollata di spalle gli fregò l’intera barretta. Senza battere ciglio, Finn ne recuperò un'altra dalla tasca laterale dello zaino. Addentandola velocemente, come se avesse quasi paura che lei potesse privarlo anche di quella, constatò che Santana non avesse proprio tutti i torti. La merendina aveva davvero una pessima consistenza, ma le gocce di cioccolato riuscivano a renderla mangiabile tutto sommato.
 
Proprio mentre si stava chiedendo se Santana volesse dirgli qualcosa, ed era quasi certo che qualunque cosa fosse non gli sarebbe piaciuta, la ragazza  svuotò il sacco. “ Rachel mi ha scritto ieri sera.”
 
Aveva abbassato il tono di voce nonostante gli altri fossero piuttosto lontani. Finn pescò Brittany con lo sguardo, mentre era intenta a fare stretching assieme a Quinn. Le ragazze, in posizione eretta e su una gamba sola, si mantenevano in equilibrio a vicenda, sostenendosi con un braccio contro la spalla dell’altra. In opposizione tra di loro infatti, stavano flettendo una la gamba destra e l’altra quella sinistra, catturando la rispettiva caviglia con la mano libera. Il tipico esercizio per lo stretching del quadricipite. Tenere i muscoli in caldo, in previsione della ripartenza, non era decisamente una brutta mossa! Sue Sylvester sapeva il fatto suo dopotutto, e sembrava aver inculcato pochi ma semplici concetti in testa alle sue ragazze.

“Mi ha spiegato il vero motivo per cui hai proposto questa cosa…” continuò Santana, anch’essa concentrata sulla stessa scena. “ E non nego che il tutto mi ha un attimo lasciata sorpresa!” Brittany e Quinn stavano invertendo le gambe di appoggio, mentre sembravano intente in un fitto chiacchiericcio. 

Che Rachel stesse continuando a sentire Santana non lo sorprese molto. In fin dei conti faceva tutto parte del suo grande masterplan, no? Lei pensava a Santana e lui a Brittany. Il vero problema era che lui stava pensando decisamente troppo a Brittany, e non nel modo in cui avrebbe dovuto.

“ Non so cosa ti abbia detto Rachel…” rispose Finn, anche se ne aveva più di una mezza idea. “ Ma io ho proposto questa cosa essenzialmente per goderci un’esperienza diversa tutti insieme.”
“Infatti… ci ho pensato giusto un momento ieri sera.” Annuì Santana, come se avesse appena trovato la conferma ai suoi dubbi. “ Posso anche credere alla ingenuità di Rachel, ma tu, Finn, continui a non raccontarmela giusta!”
Il suo tono di voce era strano. Sembrava decisamente più moderato, più studiato rispetto a quello che gli aveva rivolto in corridoio. Come se la ritirata che aveva sostenuto le avesse permesso di riordinare le idee e di valutare le cose con maggior freddezza. Ecco, il tono di Santana gli sembrava parecchio calcolatore.
 
“Senti, per l’ennesima volta…” sospirò Finn. “Brittany è tremendamente confusa. Metà del tempo che passiamo insieme parla di te…”
“ E questo come si inserisce nei tuoi escamotage di conquista?” Santana si sistemò la coda, stringendo l’elastico attorno ai propri capelli corvini, mentre lo guardava con aria beffarda.
La frecciatina lo innervosì più di quanto sarebbe stato normale. “Ascolta… non sono venuto qua per alimentare il tuo bisogno di un alibi…” Finn strinse i denti, iniziando a perdere le staffe. Entrambi si erano alzati senza nemmeno rendersene conto, come se quel sasso fosse diventato rovente all’improvviso.
 
“ Bisogno di alibi? Da quando stiamo sulla scena di un crimine?”
 
“Il tuo problema è che non riesci a capire il motivo per cui lei non sia già tornata tra le tue braccia…” la ignorò lui, senza riuscire a dar freno alle parole.
“ Forse perché tu non fai altro che starle addosso!” Ribatté lei, prontamente, come se stesse partecipando a un quiz a premi e stesse lottando contro il cronometro.

“ O forse il problema non sono io e sei tu, ci hi mai pensato?” Replicò Finn con tono pungente, perdendo il senso della misura. “ E io credo che sotto-sotto tu lo stia anche pensando… d'altronde è più facile credere che sia tutta colpa di Finn, quando invece il problema sei tu e che hai sempre basato il tuo rapporto con Brittany mettendoti al centro di tutto... senza pensare a quello che prova lei. E tutto perché sei una codarda…”

Lo schiaffo lo colse in piena guancia, inaspettato. Finn scostò appena il viso mentre Santana ritraeva il braccio, guardandolo con ferocia. Era stato pesante. Si era spinto troppo oltre. Fortunatamente, gli altri erano tutti troppo distratti e lontani per notare cosa stesse succedendo. Santana respirava rumorosamente, fissandolo sempre con la medesima espressione, mentre l’adrenalina del momento la abbandonava.

 “ Non… non dovevo permettermi. Mi dispiace.” Le disse, dopo un attimo di esitazione, portandosi una mano dove lei lo aveva colpito.

“Già, non dovevi. Tu non hai nemmeno una cazzo di idea di come ci si senta!”
Santana aveva ragione. Lui non ne aveva idea. Non aveva mai dovuto sostenere il peso di certe cose. Il senso di colpa lo assalì, all’improvviso.
“Non hai proprio idea di cosa significhi il mio rapporto con lei.” Aggiunse la Cheerleader, piano, con un tono di voce grave. “ Non hai idea di cosa sia Brittany per me, e non hai idea di cosa sia io per lei. E non te lo lascerò calpestare in questo modo.”

“Santana, davvero… mi dispiace...”
 
Lei incrociò le braccia, guardandolo torvo. “ Non mi interessa nemmeno, Finn. E sai perché?” Lui non rispose. Non era per quello che si trovava li. Come diavolo era finito in quella maledetta situazione? “ Io non accetto un no come risposta. Brittany è tutto! Magari è come dici tu, e dovrò rivedere qualcosa nel nostro rapporto. Bene, sono qui apposta! E lei lo sa… quindi per l’amor del cielo, fatti da parte. Non lo ripeterò due volte!”
 
 *****


Esattamente come la sua mappa gli aveva anticipato, il ponticello in legno di abete consentiva di attraversare agevolmente un punto abbastanza impervio della valle in cui il torrente sottostante aveva scavato la montagna in profondità, realizzando un vero e proprio canyon. Finn si era portato in testa al gruppo, confidando che Sam vigilasse nelle retrovie, per godersi al meglio il paesaggio e allo stesso tempo per stare il più possibile lontano da Santana. Dopo il disastroso scambio di opinioni alla fontana, lui era battuto in ritirata mentre il senso di colpa lo aveva investito. Perché lei era così brava a fargli perdere le staffe? Non riuscendo più a stare fermo, aveva richiamato tutti a raccolta e si era affrettato ad esortarli alla ripartenza.

Il ponticello in legno di abete era la sola traccia antropica a svettare in quello scorcio selvaggio. Sporgendosi oltre il parapetto del ponte, ammirò una piccola cascata gorgogliare davanti a lui mentre il vento e la forza della corrente spingeva alcuni schizzi fin alla sua faccia. Sorrise, inspirando a pieni polmoni l’aria fresca. Il sentore di resina e di muschio bagnato lo avvolgeva.
 
Brittany lo raggiunse dopo un paio di minuti, il volto arrossato e leggermente imperlato di sudore  per lo sforzo sostenuto. Prima di incominciare il viaggio, si era legata i capelli in una pratica coda, assicurando la frangetta all’indietro con alcune forcine sistemate con cura. Ma ormai, diverse ciocche di capelli erano finite qua e là, disperse dal vento e dall’attività fisica. Lo affiancò,  mentre cercava di regolarizzare il proprio respiro e il proprio battito.  Gli era stata dietro abbastanza agevolmente, tutto sommato, quando lui aveva deciso di staccare il resto del gruppo che stava procedendo con più lentezza durante l’ultimo strappo di salita.
 
Nell’osservarla, non poté fare a meno di ripensare all’ultimo diverbio con Santana. Dopo i graffi che lei gli aveva lascito sul gomito, il regalino più recente consisteva in un piccolo sfregio sulla guancia, esattamente dove uno dei suoi anelli gli aveva contuso la pelle. Più ci pensava e più non capiva cosa gli fosse passato per la testa nel dire certe cose, e nel dirle in certi toni. Supplicarla di prenderlo a sberle non sarebbe stato così efficace! L’intera situazione lo stava totalmente mandando al manicomio. Ma una cosa era certa. Non era molto curioso di scoprire cosa avrebbe fatto Santana in un ipotetico terzo round.
 
“ Credo di aver sottovalutato il tuo cardio…” soffiò la bionda, facendo un grosso respiro e posando le mani sul corrimano del ponte, incurvandosi leggermente e fissandosi gli scarponi.

“ Qualcuno sembra un po’ troppo a corto di fiato per aspirare al posto di Quarterback, effettivamente!” La prese in giro lui, anche se era davvero colpito di come si stesse ben comportando. Le lunghe gambe la stavano forse un po’ agevolando. Lei lo ignorò, inspirando ed espirando ritmicamente.
“ Arrampicarsi con uno zaino pieno… non è proprio come correre in piano senza pesi…” gli concesse lei poco dopo, incominciando a riprendersi, tornando in posizione eretta per concentrarsi su quello che la circondava. Finn sorrise quando la vide sgranare un poco gli occhi, colpita dallo scenario attorno a loro. “ Wow. Qui è davvero bello!”
 
La bionda aprì la zip della tasca anteriore dello zaino, posta sul cinturone per i fianchi, e recuperò il telefono. Valutando la migliore inquadratura, cominciò a scattare alcune fotografie al torrente e alla vallata davanti a loro. Finn la osservava mentre lei continuava la sua attività, scattando con la lingua leggermente sporgente, appena visibile oltre le labbra. Lui aveva già notato questa tendenza in diverse occasioni, quando l’aveva sorpresa concentrata, specie quando tentava di memorizzare per la prima volta una coreografia durante le prove del Glee.
 
Dopo una manciata di foto differenti al panorama, impostò la telecamera frontale e inquadrò entrambi per un selfie con vista sulla cascata. Finn si voltò per assecondarla, dando le spalle al torrente e poggiandosi al parapetto. Fece l’occhiolino mentre Brittany aveva optato per una posa più neutra, inclinando il viso di tre quarti, in quello che riteneva essere il suo profilo migliore. Finn non si scompose troppo quando lei indugiò qualche secondo più del necessario a riguardare la foto, ma Brittany si girò di scatto verso di lui, cercando la sua guancia con la punta dei polpastrelli della mano destra, l’espressione confusa. “ Che hai fatto qui?” Gli domandò, sfiorandolo con il pollice.
 
“Oh, non è niente…” mentì, ritraendosi leggermente, cercando di rassicurarla con un sorriso. “ Prima mi ha punto un’ape… credo. Mi si è un po’ gonfiata la guancia, ma non è nulla.” 
 
Lo aveva davvero notato dalla foto?
 
“ Aspetta! Se ti ha punto un’ape… dobbiamo assicurarci che non ti abbia lasciato dentro il pungiglione!” Brittany mosse un passo in avanti.

“ Ma no, tranquilla!” Protestò Finn.

“ Finn dico sul serio…” Insistette lei con decisione. “ L’ho letto sul manuale delle giovani marmotte di Jane. Vieni qui, e stai fermo!”

Il quarterback roteò gli occhi, ma l’accontentò, sperando almeno che Santana non gli avesse palesemente lasciato il segno della cinquina. Rabbrividì quando le dita fredde di Brittany presero a tastargli la guancia, mentre la ragazza studiava la situazione, cercando di avvicinarsi il più possibile. Per quanto lei fosse alta, si mise comunque sulle punte dei piedi per osservare da un’angolazione migliore.

“ Devi stare attento a non spaventare le api, Finn!” Lo rimproverò. “ Lo sai, vero che le api pungono solo se si sentono minacciate? E che dopo la puntura muoiono perché perdono il pungiglione? Stanno già scomparendo dal pianeta per il troppo inquinamento… non serve che tu ci metta anche del tuo!”
“Si… credo di averlo letto da qualche parte.” Rispose, corrugando la fronte, piuttosto colpito da quel suo lato ecologista, totalmente inaspettato.
 
“ Sei proprio sicuro fosse un’ ape?” Domandò Brittany, senza smettere di tastargli la guancia. “ Che poi se le api dovessero scomparire… niente più miele, ci pensi?! Niente di più Cereali Cheerios!”

“Qualsiasi cosa fosse, non è che ho potuto chiederlo!” Ribatté Finn, cercando di non ridere per la seconda parte della sua esclamazione. Con la coda dell’occhio continuava a controllare il sentiero, sperando che gli altri non apparissero oltre la curva del sentiero, alle loro spalle, proprio in quel momento. Era sicuro che Santana non avrebbe reagito bene a quella scena. “Touché!” Ridacchiò Brittany, allontanandosi. “ Beh, io non vedo nulla, meglio così… ma era giusto controllare!”

“Grazie…” si limitò a dire Finn, mentre lei sorrideva ed annuiva. “ Che dici? Ci rimettiamo in cammino?”

“Dammi ancora cinque minuti!” Replicò Brittany, affacciandosi  oltre il ponte. “Avevi proprio ragione, comunque… non siamo neanche al lago, e il posto già sta ripagando di tutta la fatica!” Gli sorrise, radiosa, gli occhi che brillavano alla luce del sole.

“ Vallo a dire a Kurt quando sarà riuscito ad arrivare fin qui!”
 
*****
 
Erano finalmente arrivati in riva al lago dopo esattamente tre ore di cammino. Fortunatamente, dopo il famoso ponte in legno, il sentiero 40 era proseguito con minor pendenza consentendo al gruppo di recuperare pian piano le energie mentre progrediva. Il povero Kurt non aveva aperto bocca per tutto il resto della camminata, come se avesse dovuto centellinare ogni energia non strettamente indispensabile a respirare. Il sole batteva alto in cielo, riflettendosi pigramente sulla superficie del lago che si illuminava di mille bagliori, favoriti dal vento che increspava lievi ma continue onde sulla superficie. Finn non rimase deluso da quello spettacolo, che non lasciò indifferente nemmeno i suoi compagni. Kurt, d’altro canto, si era levato il pesante fardello dello zaino e si era gettato, sfinito, sul prato poco distante dalla riva. Avrebbe goduto del paesaggio più avanti, forse, quando si sarebbe ripreso un minimo.

Quasi un’ora dopo, l’arrivo di Mike Chang preannunciò che anche il gruppo di Artie aveva completato il proprio giro. Finn si sbracciò, notando finalmente il ragazzo in sedia a rotelle superare una leggera pendenza sotto l’occhio vigile di Shouster.

“Com’è andato il percorso?” Gli domandò Finn quando tutto il gruppo fu riunito.

“ Alla grande fino a questo ultimo pezzo!” Rispose Artie che sembrava davvero su di giri. “ Dove la strada era un po’ più bruttina ho avuto bisogno di qualche spintarella…”

“ Artie è un toro!” Si intromise Mercedes offrendogli il pugno, che il ragazzo ricambiò. “ Ha fatto praticamente tutto da se!”

“ Quindi oltre al Guru abbiamo il Toro… potremmo mettere insieme un balla band!” Commentò Puck trattenendo un ghigno.

“ Si, si…  fai largo a Toro-Seduto, inizio ad avere una fame tremenda…” gli rispose Artie, procedendo con un po’ di fatica sul sentiero erboso. Tutti ridacchiarono alla sua autoironia, mentre Shouster si avvicinava a Finn. “ Tutto bene voi altri? “
“ Siamo tutti vivi!” Lo anticipò Santana alzando le spalle. “ Lo considero un successo considerando che avevamo come guide Finn e Sam!”

La fame di tutti era stata ingigantita dalla lunga camminata, così Finn aveva subito recuperato uno dei teli impermeabili che avevano affidato a Santana e lo aveva steso a terra, in modo da offrire a tutti un giaciglio al riparo dall’erba ancora umida. Puck e Sam avevano recuperato il pane, insaccati e formaggio mentre Quinn si era portata una vaschetta con delle verdure grigliate. Mangiarono allegramente, chiacchierando e rievocando aneddoti divertenti accaduti durante la camminata.

Riprendendosi da un fiume di risate provocate da una battuta di Puck, Finn pensò a Rachel, che stava probabilmente aspettando invano notizie da Kurt. Ma la compagnia e la bellezza del luogo lo fece presto tornare ai presenti. A quel punto, persino Kurt aveva perso quel colorito troppo paonazzo e pareva incominciare a godersi il momento. Finn si chiese quante maledizioni gli avesse tirato durante la salita, e quante ne avesse mandate a Rachel. Forse era bene non indagare.

Dopo il meritato pranzo al sacco, aveva lasciato il telo mentre Sam stava mostrando a Santana e ad Artie come installare la bombola di propano su  uno dei fornelletti da campeggio, in previsione della preparazione del caffè. Santana teneva in mano la moka ma pareva abbastanza perplessa. Puck si era sdraiato con le braccia dietro la testa, a mo’ di cuscino, con espressione beata e Shouster lo aveva imitato. Non sembrava poi così strano averlo tra loro, ma nessuno, nel dubbio, gli avrebbe negato una meritata pennichella. Oltre il suo corpo, Kurt aveva convinto Brittany a fargli dei massaggi alle spalle doloranti. Qualsiasi fosse il suo grado di abilità, il ragazzo sembrava stesse gradendo il trattamento.

A Finn non restò che rinfilarsi gli scarponi e fare quattro passi lungo la sponda del lago. Il suo intento era cercare un posto lì nei pressi per accamparsi successivamente, in previsione della sera. Aveva già adocchiato uno spot possibile, ma voleva controllare meglio che fosse realmente adatto, e voleva ritagliarsi qualche minuto in solitaria per scattare qualche foto con calma. Olsen olsen dei Sigur Rós lo accompagnava alla ricerca dell’inquadratura migliore, mentre la musica sembrava riflettersi nei bagliori intermittenti che il sole creava contro la superficie azzurra. Se c’era un occasione migliore per ascoltare una canzone scritta interamente in lingua Vonlenska, un idioma totalmente inventato dalla band islandese, Finn non sapeva visualizzarla nella propria mente.

La traduzione migliore in inglese era Hopelandic, la lingua della speranza. I Sigur Rós erano dei pazzi scatenati, ma lui adorava quello che l’intuito geniale dei pazzi poteva realizzare. Rendere la voce nient’altro che uno strumento all’interno dell’orchestra, sillaba dopo sillaba, senza curarsi troppo della parole. Stava tutto lì.

Quando finalmente ebbe finito l’ascolto e la sessione di scatti, e pensò di essere pronto a tornare dagli altri, Quinn sembrò di ben altro parere. Abbandonando il telone, colse la  la palla al balzo quando lo vide di ritorno. Lo intercettò a metà strada, desiderosa di  parlargli lontano dagli altri.

“ Ehi… sembra che per il momento la gita si stia rivelando un successo!” Esordì lei prendendolo a braccetto e indirizzandolo di nuovo verso lo specchio d’acqua. “Lago raggiunto e nessun disperso… Artie non ha avuto problemi a raggiungerci e beh, certo, c’è stato un momento in cui ho pensato che Kurt fosse più di là che di qua, ma… beh sembra avere la pelle dura!”

“ Per non parlare di Sam che non riesce a levarti gli occhi di dosso, direi che svegliarsi così presto è valso a qualcosa!” La punzecchiò lui con un sorrisino.

Lei roteò gli occhi, ridacchiando. “ Ok… in questi giorni è stato strano… stavo iniziando a credere che non fosse più interessato… ma oggi effettivamente sembra più premuroso del solito…” Finn scoppiò a ridere, prima di spiegarle dei consigli di Puckerman. “ Stava solo cercando di fare quello distaccato, ma oggi sta fallendo miseramente!”

Quinn sembrò illuminarsi dopo quella confidenza, ma decise di cambiare argomento. “Che hai fatto alla guancia?” Gli domandò aggrottando lievemente la fronte.
“Oh, è solo una puntura di qualche bestia… poi mi sono grattato fino alla morte.” Mentì lui, con una lieve nota di disagio, girandosi leggermente. 
 
Lei annuì, non del tutto convinta. Ma non era per quello che lo aveva seguito. “Come l'ha presa Rachel? Il fatto che siamo venuti qui senza di lei, intendo!?” Quinn aveva la spiccata capacità di domandargli tutte quelle cose a cui lui non aveva voglia di rispondere. Avevano abbandonato il sentiero curato che circumnavigava il lago. Ora erano a pochi centimetri dalla riva, dove l'erba aveva lasciato il posto a una breve spiaggetta sabbiosa. I loro scarponcini sprofondavano leggermente nella sabbia umida mentre costeggiavano quel tratto di lago.

“Inizialmente non era molto contenta…” le concesse Finn abbassandosi e prendendo un piccolo sassolino che emergeva in parte dall'acqua. Si rialzò e lo scagliò lontano. Osservò i cerchi concentrici prendere forma in acqua e ampliarsi a partire dal punto di impatto. “Avrebbe voluto che non venissi… poi però ha cambiato idea.”
Quinn individuò un sasso piatto, parzialmente coperto dalla sabbia. Lo fece saltare sullo specchio d’acqua con un abile movimento del polso. I due ragazzi osservarono compiaciuti i tre rimbalzi, prima che l'angolo di incidenza fosse tale da farlo sprofondare, una decina di metri più avanti. Trovarono altri sassi adatti allo scopo. Finn ne raccolse uno.

“Ha ritenuto potesse essere un’occasione ghiotta per Santana… per mettere le cose a posto con Brittany.” Spiegò, cercando di imitare lo stesso movimento di polso di Quinn con scarso successo. Il sasso affondò non appena ebbe toccato l'acqua.

“Ed è quello che ti auguri anche tu?” Gli chiese Quinn, con la faccia di chi la sa lunga. Ancora una volta si confermava fastidiosamente incalzante.
“Dobbiamo fare il tifo per la loro felicità, giusto?” Finn provò a dribblare la domanda, con scarso risultato.

“Giusto…” convenne la bionda, annuendo piano e stringendo le spalle, le mani in tasca. “ Ma la mia domanda riguarda più la tua di felicità!” Aggiunse lasciandolo sul posto, facendo un passo verso gli altri. Si girò immediatamente, come per aspettarlo. Prima di seguirla, Finn prese un altro sasso e lo lanciò lontano. Tina e Sam si stavano sbracciando animatamente verso la loro direzione, cercando di richiamare la loro attenzione. Il caffè era pronto.
   
 
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