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Autore: Blue_Wander    05/09/2020    3 recensioni
"Ti odio così tanto che non vedo l'ora di vedere il giorno in cui ti rovinerai con le tue stesse mani. E ti strapperò quei meravigliosi occhi. [...] La vita vera non è come nelle favole. I principi non si innamorano delle fanciulle del popolo, non rinunciano alla loro vita agiata per una donna, non si fanno mettere i piedi in testa da qualcuno solo perché nei suoi occhi è riflesso il bene più puro o il male più oscuro. [...] Però, mia mortale nemica, non c'è cosa peggiore di conoscere i sentimenti di una persona e non poter farci nulla comunque."
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Seokjin/ Jin, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il pescatore e l'inventore suo amico

 

Una volta fuori la prima cosa che Yoongi disse fu che dovevano separarsi. Un grande numero di persone avrebbe tenuto i Mostri lontani, ma il popolo avrebbe cominciato a fare delle domande sul loro conto. In quel momento erano in dodici, perciò non potevano dividersi in due gruppi da sei se non volevano che Smeraldo sospettasse qualcosa. Il re di Ignogan aveva pensato anche a quello però e aveva liquidato chi gli era contrario spiegando semplicemente che si sarebbero divisi in tre gruppi da quattro e a capo di questi ultimi ci sarebbero stati Jimin, Taehyung e Hoseok che, grazie al suo potere, poteva facilmente muoversi tra la gente del posto e conoscere quello di cui aveva bisogno senza neppure chiedere.

I gruppi li aveva fatti lui senza sentire storie, per la verità era abbastanza stanco di tutta quella situazione e in più aveva la sensazione che se in quel momento avesse lasciato a Namjoon le redini, probabilmente Jungkook starebbe saltellando via verso il suo lieto fine con la piccola fuorilegge. Yoongi sentiva il conato di vomito avvicinarsi solo al pensiero. Quindi aveva formato i gruppi come meglio credeva, senza accettare lamentele da nessuno.

Jimin avrebbe guidato lui, Kerasi e Seokjin. Non aveva capito se fosse effettivamente stata una buona idea ma gli importava relativamente dei due, in più non facevano troppo rumore quindi per lui erano dei perfetti compagni di viaggio. Taehyung sarebbe stato con Blanche, Jungkook e Veral, mentre Hoseok aveva il compito di fare da guida a Namjoon, Laila e Seyun.

Il moro aveva visto il principe cercare di protestare, ma lui lo liquidò con un gesto della mano e una domanda posta in modo abbastanza scortese che nessuno sentì, ma che bastò per fargli girare i tacchi e tornare dal suo gruppo.

Prima di lasciare gli altri alle loro strade aveva minacciato Namjoon e Laila, intimandogli di tenere d'occhio Seyun perché se le fosse successo qualcosa non avrebbero avuto idea di quello che sarebbe stato in grado di combinargli. Il tutto ovviamente in segreto.

Jimin non era una cattiva persona e Seokjin lo aveva capito bene; aveva solo una pecca: parlava troppo. Erano in viaggio da poco più di dieci minuti e non aveva chiuso la bocca per un solo attimo, forse per smorzare la tensione che, altrimenti, si sarebbe creata, ma il giovane panettiere aveva visto nello sguardo di Yoongi l'espressione truce di un emergente omicida. Anche per questo Kerasi stava passando molto più tempo con il re che con lui. Non che potesse dire qualcosa, ovviamente. Infatti non lo fece e rimase a camminare in coda al gruppo come ormai era solito fare, solo che in quel momento si trovava da solo.

-I miei genitori volevano che diventassi un cantante.- riprese a parlare il giovane marinaio, emettendo una leggera risata -Un idol. Non abbiamo mai avuto molti soldi nonostante Vellham sia una città ricca e così hanno provato molte volte a farmi cambiare idea sul mio destino. Cantare mi è sempre piaciuto, non fraintendetemi, ma ho sempre desiderato farlo tra le sirene della Riva Ghiacciata, la nostra fetta di oceano.- fece una pausa in cui Yoongi borbottò qualcosa di incomprensibile e poi riprese. -Ce n'era una di una bellezza spaventosa: si chiamava Kaìla che vuol dire “conchiglia” nella lingua antica della nostra regione. Da piccolo fece di tutto per farmi spuntare la coda e poter nuotare con lei per esplorare i fondali del suo mare.

-Sembravate molto amici, ma perché ne parli al passato?- chiese Kerasi, onestamente interessata.

Jimin si fermò per un secondo e gli riservò un'occhiata malinconica. -È-è morta.- balbettò quasi incerto, poi riprese a camminare silenziosamente.

Yoongi si girò verso la ragazza e le afferrò la mano. -Non so come hai fatto, ma ti ringrazio.

Jin girò lo sguardo da un'altra parte e li superò entrambi, raggiungendo il minore in testa. -Mi dispiace per la tua perdita, amico.- non ottenne risposta se non un cenno del capo come per ringraziare della premura e poi la voce del re alle sue spalle.

-Stiamo andando al molo per vedere la tua barca, Jimin-ah? Perché ci stiamo allontanando dalla costa?

-Oh non preoccuparti.- fece un piccolo inchino. -Sto cercando di evitare le strade dove sarebbe più facile per Smeraldo sentire la nostra presenza. Vivo qui da abbastanza tempo per conoscerle tutte a memoria e in più appena saremo vicini ci sarà un tunnel costruito da Taehyung tutto interamente in ferro, quindi da lì in poi saremo al sicuro.

 

-Hai detto che il tuo lavoro consiste nell'inventare oggetti?- chiese Blanche, sbigottita dalla cosa. -E come fai?

Taehyung fece un sorriso gentile. -Come faccio tutte le altre cose.- la guardò negli occhi, camminando all'indietro per qualche passo e le mostrò tre dita. -Ingegno, sicurezza e pratica. Senza quest'ultima niente avrebbe senso. Ah e ovviamente ho sempre avuto un grandissimo ammiratore.- si girò nuovamente e finalmente prese a camminare dritto. -Park Jimin.- ne scandì ogni sillaba. -Ha sempre creduto in me, è il mio migliore amico.

-Racconta, cosa vi lega così tanto?- chiese Jungkook, curioso del rapporto così duraturo dei due marinai. -Sembra una bella amicizia la vostra.

-La migliore, nessuna è alla nostra pari. Jimin è più grande di me solo di poco, ma abbiamo la stessa età. Veniamo da due mondi completamente diversi: lui era un ragazzino in cerca di soldi che portava la stessa camicia da tutta la vita e io venivo da Ziràn per scappare dalle pressioni dei miei genitori; sono famosi musicisti, ma io non sono mai stato come loro. Mi piace la musica, ma non tanto da farla diventare la mia professione.

-Fammi indovinare.- lo interruppe il principe. -Volevi fare l'audizione per diventare meccanico qui ma non avevi idea di come fare.

Taehyung rise di gusto, facendo risuonare il suo timbro di voce profondo. -Quando ci incontrammo stavamo scappando entrambi e ci scambiammo i vestiti con la promessa di trovarci di nuovo nello stesso posto il giorno dopo. È incredibile il modo in cui si arrabbiò con me per aver strappato quella sua camicia orribile.- fece un attimo di pausa. -In effetti Jimin si infervora facilmente, quante litigate abbiamo fatto per il cibo!- rise ancora e poi si riprese continuando il suo piccolo monologo. -Ma è il mio migliore amico e abbiamo deciso che qualsiasi cosa sarebbe successa ci saremmo sempre stati, anche più a lungo delle sette estati e freddi inverni, più a lungo delle altre infinite promesse e dei ricordi. Questa è il nostro giuramento.

Blanche sgranò leggermente gli occhi. -Mi dispiace interrompere il momento, ma c'è qualcuno là in fondo e non sembra affatto essere nostro amico.

Una figura dalla pelle verde e dai capelli biondi come la paglia coperti quasi interamente da un cappello nero a punta si stagliava a pochi metri dal gruppo. Jungkook sfoderò la spada e nascose Veral dietro al suo corpo anche se la ragazza cercava in tutti i modi di non avvicinarsi troppo alla sua schiena, mentre Blanche e Taehyung affiancavano il principe, parzialmente confuso dall'abbigliamento stravagante del nemico che si era trovato davanti. Invece che una divisa mimetica per confondersi con il proprio elemento come Jungkook si era sempre aspettato, Smeraldo portava degli appariscenti abiti neri: una camicia, una giacca e dei pantaloni di pelle, degli stivali alti fino a metà polpaccio e un fucile dietro la schiena. Il principe non riusciva a capirne il motivo: perché un simile soggetto avrebbe dovuto vestirsi da stregone?

-Non fatevi ingannare dal suo aspetto.- sussurrò Tae, come se potesse leggerlo nel pensiero. -Ricordate: lui trae la propria forza da ciò che non riesce ad attirare la sua attenzione. Quindi è costretto a indossare ciò che non vuole se ha bisogno di essere più forte.- rivolse all'altro uno sguardo stralunato. -Abbassa quella spada, lui non sa chi sei.

Jungkook fece come detto e abbassò lo sguardo cercando la mano di Veral per tenerla vicino a se, invano perché la minore si era già messa alle spalle di Blanche. Il principe si sentì un po' preso in giro, ma evitò di rimanerci troppo male e riportò gli occhi sulla figura davanti a se che però non c'era più. Si girò alle spalle e la vide solo a pochi passi dalla castana.

-Chi è questa ragazza?- chiese Smeraldo, portando una mano verde sul capo di Veral, la voce fuoriuscita ad intermittenza, come se interrotta da qualcosa presente all'interno del suo corpo in grado di farla alzare e annullare completamente.

-Mia sorella, signore.- improvvisò. -Mia sorella minore.

L'altro si girò a guardarlo negli occhi scuri. -Ah davvero? E come si chiama la tua graziosa sorellina?

-S-Sunhi- balbettò.

-Oh.- esclamò onestamente sorpreso, toccandole i capelli. -Sunhi è un bel nome. Chi lo ha scelto, mamma o papà?

Jungkook aggrottò le sopracciglia, ancora più confuso. -Nostra madre mi diceva da piccolo che se avesse avuto una figlia femmina l'avrebbe chiamata Sunhi, ma perché lo chiedete signore?

La creatura lo riguardò in faccia con aria sconvolta. -Niente, ragazzo. È solo che sono molti anni che non sento quel nome. Mi auguro che il vostro viaggio qui sia come lo avete immaginato, buona permanenza a Vellham.- sparì così come arrivò, lasciandoli soli.

Jungkook non aveva mentito su tutto. Quello che aveva raccontato sulla regina era vero e non riusciva a spiegarsi perché Smeraldo sembrasse così turbato.

Scosse velocemente la testa.

Non erano affari suoi dopotutto, lui doveva solo pensare ad un modo per eliminarlo.

 

-Che dire: benvenuti sulla mia barca.- sorrise il biondo al gruppo capitanato da Yoongi. -Spero di non contrariarvi se vi confesso di non averle dato un nome.

-Ho sempre trovato disgustoso chi lo fa.- ribatté il re con sguardo seccato. Prima di rivolgersi nuovamente al capitano del loro appoggio fino a Luskin fece un cenno a Jin e Kerasi per indicargli di controllare sottocoperta che ci fosse abbastanza spazio per tutti. -Jimin, devo chiederti una cosa importante.- cominciò una volta assicuratosi che gli altri due fossero abbastanza lontani da non sentire chiaramente. -Perché tu e il tuo amico avete deciso di aiutarci? Capisco un interesse comune verso l'eliminazione di Smeraldo, ma ho visto abbastanza opportunisti da capire che non sei parte di questa categoria.

Il minore gli regalò un sorriso sincero e guardò verso le nuvole bianche e candide che adornavano il cielo. -Taehyung mi rimprovera sempre dicendo che sono troppo ingenuo, ma per me è lui la persona buona dei due.- Yoongi stava per interromperlo poiché il discorso iniziato gli sembrasse estremamente fuori contesto, ma il diretto interessato glielo impedì. -Noi vi abbiamo guardato: non siete amici e la gran parte di voi è qui solo per un tornaconto personale, non vi fidate nel prossimo perché siete stati tutti traditi fin troppe volte.- fece una pausa e lo guardò negli occhi. -Dimostreremo che non è come pensate e che c'è sempre una seconda occasione, c'è sempre una speranza.

Il re mostrò i denti, come per volersi burlare dell'innocenza delle parole di Jimin. -O forse ci state solo ingannando; la rotta di questa bagnarola non verrà tracciata verso Opale per consegnargli Veral, mi sbaglio?

L'altro non perse il sorriso. -Quello che hai detto è la prova che ho ragione.- osservò gli occhi confusi del sovrano e la propria espressione si addolcì ulteriormente. -Tu hai bisogno di speranza.

I due smisero subito di parlare quando sentirono i passi di Kerasi e Seokjin riavvicinarsi, la prima tra i due stava marciando e in mano aveva qualcosa che subito mostrò al proprietario. Una lettera scritta a mano su un foglio bagnato e un altro piccolo biglietto ripiegato su stesso molte volte e al suo interno erano stati scritti due nomi e il primo era stato sbarrato.

-Ci ha mentito.- cominciò la rossa, guardando il re per parlare con lui. -La sirena di cui parlava, Kaìla, non è morta. E a quanto pare non riesce a sopportare quell'inventore, Taehyung.

Yoongi alzò gli occhi al cielo e afferrò Jimin per il colletto, sbattendolo contro la cabina. -Se non vuoi ritrovarti un uncino al posto di quella mano come i pirati, comincia a parlare.

-Quando incontrai Tae per la prima volta stavo scappando da un Mostro e fu Kaìla a scagliarmelo contro.- confessò, non riuscendo però a continuare per via di Kerasi.

-Basta bugie, le sirene non hanno voltato le spalle ai veri sovrani di ogni regno.

Seokjin la bloccò. -L'Idra lo aveva fatto invece, eppure mi ha salvato sacrificando la sua stessa vita. Fagli raccontare la sua storia, gli dobbiamo almeno questo.

Il pescatore chinò leggermente il capo come per ringraziarlo. -In pochi sanno che il mondo marino non ha un sovrano, solo una divinità di cui l'unica cosa certa è che è sparita senza mai più fare ritorno. Quando ero più giovane giravano delle voci su di lei, dicevano che era stata mangiata dal basilisco che Opale trattiene nel Regno del Tempo, suo simbolo e fedele compagno.- Jimin sospirò. -Kaìla mi spiegò che non era così. Era vero che era stato il basilisco a catturare la divinità del mare, ma lei sapeva che era ancora viva poiché in possesso di una magia della vista molto rara che le permetteva di vedere mentre dormiva ciò che la divinità vedeva a sua volta. Questa divenne per lei un'ossessione e desiderava con tutta se stessa di andare a salvarla. Il bambino in me che adorava la magia delle sirene divenne scettico e lei s'infuriò, decidendo di rivolgersi all'unica creatura potente abbastanza da aiutarla nella sua missione: Smeraldo. Quel giorno mi recai da lei per l'ora di pranzo come ogni giorno e quando la vidi con quel tipo spaventoso le chiesi spiegazioni.- si fermò un momento. -Mi rivolse un sorriso agghiacciante e mi scagliò contro un Mostro sotto consiglio di Smeraldo.

-E poi hai incontrato Taehyung.- continuò Seokjin per lui. -Sei stato fortunato, non tutti trovano un alleato così velocemente.

-Tra noi c'è stata intesa. Avreste dovuto vederci: lui scappava dai servitori dei suoi genitori, due famosi musicisti, mentre io da uno spettro con la forma di un mostro alato. È stato lui a parlarmi per primo, ad avere l'idea di scambiarci i vestiti e a rivederci per ridarceli. Se non fosse stato per lui non saremmo mai diventati amici come lo siamo oggi.- sorrise e Yoongi lo lasciò andare. -Tae è un ragazzo incredibile e vorrei essere come lui.

 

-Jimin è un ragazzo incredibile e vorrei essere come lui.- se ne uscì Taehyung dal nulla facendo scattare Blanche sull'attenti, la quale non si aspettava una simile frase in quel momento. -Ed è per questo che non gli lascerò rischiare la vita in una battaglia che non è la sua.

Jungkook si fermò immediatamente. -Che cosa vuoi dire? Pensavo che ci avreste portato a Luskin con la sua barca.

L'altro annuì. -Ma non faremo più di questo. Il nostro posto è e sarà sempre a Vellham, noi non vogliamo prendere parte a nessuna sfida suicida e teniamo troppo ai nostri arti per rischiare di perderli contro le gemme di ogni regno.

La maggiore del gruppo si intromise e guardò negli occhi il marinaio. -Avevate detto che ci volevate aiutare contro Smeraldo.

-E sarà così. Ma quando entrerete nel Regno della Luce noi non verremo con voi.- spiegò. -Un favore per un favore in cambio.- rivolse il suo classico sorriso particolare a tutti i presenti. -Non voglio che mi fraintendiate: è solo che so che voi siete temibili guerrieri con armi affilate come lame, Jimin ed io invece solo il pescatore e l'inventore suo amico. Andando verso una morte certa non saremmo eroi, soltanto degli stolti.- il suo guardo divenne finalmente sincero e gentile. -Quindi vi prego di accettare le nostre condizioni.

Jungkook aprì la bocca per rispondere, ma Veral lo precedette. -Voglio essere onesta anche io, visto che tu lo sei stato con noi.- si girò per guardare gli altri due. -Loro non sono gli unici che non dovrebbero continuare questo viaggio. Non faremo altro che mettere tutti in pericolo altrimenti.- la castana avrebbe proseguito ma si rese conto che il suo discorso non avrebbe portato da nessuna parte e il resto del suo gruppo si sarebbe solo fatto domande inutili sulle sue speculazioni. Perciò dopo aver pensato per un paio di secondi le tornò in mente quello che sapeva fare da sempre: creare vie d'uscita. -Faremmo meglio a sconfiggere Smeraldo e far rientrare Vellham tra le città sicure del continente. Non lasceremo che altre vite vengano sprecate senza che sia fatta giustizia.

-Hai un piano?- chiese Blanche, attirando su di se l'attenzione della minore.

-Io ne ho sempre uno.- ribatté. -E ora che ne conosco l'aspetto dobbiamo solo riunirci agli altri. Taehyung, conosci un luogo sicuro dove incontrarci?

-Nessun posto è più sicuro della barca di Jimin.

Veral li superò tutti. -E allora andremo lì.

Nel momento in cui si rimisero in cammino la castana ripensò al suo comportamento e le si strinse il cuore. Stava diventando proprio come Yoongi ed era l'ultima cosa che voleva in assoluto. Non le importava se lui l'aveva aiutata, non le piaceva l'atteggiamento sarcastico con cui si rivolgeva a tutti. Non che potesse farci qualcosa, ma almeno le sarebbe piaciuto evitare di prendere le brutte abitudini del re.

C'era una cosa che però doveva ammettere: aveva avuto ragione fin dal primo momento. Lei era lì solo perché Jungkook glielo aveva chiesto, ma ora che era finita all'interno della situazione interamente e aveva scoperto che sarebbe potuta soccombere alla sua parte oscura avrebbe dovuto solo pensare a se stessa e a come non morire, difendendosi da sola senza aspettare gli altri. Ancora non capiva se i suoi sentimenti per il principe stessero vacillando o meno, ma di certo aveva capito che non poteva affidarsi completamente a lui.

Eppure negli occhi del ragazzo c'era sempre quella gentilezza, quella bontà innata e quei valori che l'avevano incantata fin dalla prima volta. Erano passati anni da quando era solo una bambina che sognava di poter partecipare ad un ballo alla sua corte eppure non riusciva a staccarsi completamente da quel desiderio.

In quel momento meno che mai.

 

  
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