Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: SweetLuna    07/09/2020    1 recensioni
Mettete per un attimo da parte vampiri e lupi mutaforma, e immaginate un contesto in cui i personaggi di Twilight sono tutti umani. Se Renesmee e Jacob fossero stati entrambi umani, se l'imprinting non fosse esistito, le loro strade avrebbero trovato ugualmente il modo di incrociarsi?
• • •
Renesmee ha diciotto anni e vive a Jacksonville con i suoi giovanissimi genitori, Edward e Bella. Un'occasione speciale, il matrimonio di suo nonno Charlie, la porterà a rinunciare ad un viaggio con i suoi amici per trascorrere due settimane a Forks. Lì farà la conoscenza di Jacob Black, un ragazzo della tribù Quileute più grande di lei e terribilmente affascinante.
Ma come reagirà Renesmee nello scoprire che Jacob anni prima era stato innamorato di sua madre?
E come reagirà Jacob nello scoprire che Renesmee è proprio la figlia della ragazza che gli aveva spezzato il cuore?
Leggete e scopritelo!
-
N.B. Poiché la storia è una Alternative Universe che si svolge in un futuro non raccontato nella Saga di Twilight, alcuni personaggi potrebbero essere lievemente OOC.
DISCLAIMER: La seguente storia non è a scopo di lucro. I personaggi originali di Twilight e il materiale fotografico appartengono ai rispettivi proprietari.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 2
 
Dopo aver salutato la mamma, il nonno e Sue, Seth ed io ci avviammo verso la sua auto. Faceva piuttosto freddo per essere luglio, Forks non faceva decisamente per me. L’umidità avrebbe senza dubbio rovinato i miei capelli, facendoli somigliare ad una specie di procione stecchito. Sperai che a La Push la temperatura fosse leggermente migliore, ma ne dubitavo fortemente.
‒ Allora, pronta per la serata? ‒ mi disse Seth, rivolgendomi un sorriso. ‒ Esci con quelli più grandi!
‒ Ti svelo un segreto, Seth: mi sono sempre trovata meglio con chi è più grande di me ‒ risposi, sorridendo a mia volta. Era vero, raramente mi capitava di trovarmi bene con i miei coetanei. Seth accese la radio su una stazione di musica rock, e visto che lì le strade erano praticamente deserte, alzò il volume e ci mettemmo a cantare. Con Seth non mi sentivo affatto in imbarazzo, lo consideravo davvero un amico. Non ci vedevamo da qualche anno, ma eravamo comunque rimasti in contatto telefonicamente.
Sapevo bene che Seth mi vedeva ancora come una bambina, e che non avrei dovuto assecondare le mie fantasie adolescenziali su di lui. Mi aveva detto che ero molto elegante, ma senza alcuna malizia. Forse era meglio così, perché assecondare una cotta per il figlio della moglie di nonno Charlie era decisamente una pessima idea.
‒ Allora, chi ci sarà stasera? Qualcuno che conosco? Tua sorella? ‒ domandai, approfittando della pausa pubblicitaria alla radio.
‒ Be’, forse li conosci di vista, ma credo che i loro nomi non ti diranno nulla. Sono i miei amici, abbiamo anche una band ‒ mi disse Seth. La cosa si faceva interessante.
‒ Una band? E’ fantastico! ‒ risposi entusiasta. ‒ Forza, dimmi i loro nomi. E voglio anche sapere come si chiama la vostra band.
‒ Ci chiamiamo Black Wolves. E i miei amici sono Embry, Quil, Paul, Jacob, Sam e Jared. ‒ I loro nomi non mi dicevano nulla, fatta eccezione per Sam. Sam Uley, il ragazzo di Leah.
‒ Siamo solo noi o ci sono anche altre persone? ‒ domandai.
‒ Anche altre persone della Riserva. E’ il momento di svelarti la sorpresa, ti porto ad un falò in spiaggia! ‒ Seth sembrava quasi più entusiasta di me, a momenti.
‒ Che mi dici di Sam e Leah? ‒ domandai.
‒ Anche questa doveva essere una sorpresa, ma te lo dico lo stesso: Leah è incinta, sto per diventare zio ‒ mi rispose Seth.
‒ Ma dai! E’ una splendida notizia! ‒ Ero davvero felice per Leah, ma in quell’istante mi sentii ancora più piccola dei miei diciotto anni.
 
Una volta arrivati in spiaggia, mi strinsi nelle spalle e decisi di infilarmi il golf che avevo portato con me. Per un attimo mi sentii intimidita, ero rimasta accanto a Seth e mi guardavo attorno, in cerca di qualche volto familiare. Alcuni ragazzi erano seduti in cerchio su dei vecchi tronchi d’albero, e c’era della musica che proveniva da poco lontano. C’era un sacco di gente, e ben presto mi accorsi che gli amici di Seth erano solo una minima parte. Seth mi indicò una piccola costruzione situata vicino alla spiaggia, spiegandomi che si trattava di una specie di pub-discoteca: un ritrovo per tutti i giovani di La Push. Poi mi condusse verso uno di quei gruppetti, presentandomi ai suoi amici. Gli avevo chiesto di non rivelare la mia età, e anche di non dire agli altri che ero la nipote di Charlie Swan. Seth aveva capito, e acconsentì senza battere ciglio. Gli avevo detto chiaramente che non volevo che i suoi amici pensassero che mi aveva portato solo per far contento Charlie, o qualcosa di simile.
‒ Ragazzi, lei è Renesmee. Una mia amica, si tratterrà a Forks solo per due settimane ‒ disse Seth.
‒ Piacere di conoscerti, Renes…mee? ‒ domandò Embry, uno dei suoi amici.
‒ Ho un nome particolare, lo so… Renesmee, lo hai detto bene. Ma va bene anche Ness ‒ gli risposi, amichevole. Erano tutti molto educati, al contrario di certi ragazzi di Jacksonville.
‒ Questa sera ascolterai alcune nostre leggende, che ne dici Renesmee? ‒ mi disse Quil. Aveva pronunciato correttamente il mio nome, e mi sentii lusingata.
‒ Sono molto curiosa ‒ risposi. Seth intervenne per aggiungere che avrei anche ascoltato i Black Wolves in azione, e ne fui felice. Alcuni minuti dopo, mi accorsi che stava arrivando anche Leah, accompagnata da Sam.
‒ Renesmee, che bello rivederti! Seth mi aveva detto che saresti venuta ‒ mi disse. Il suo fisico snello era appena arrotondato dalla gravidanza, e lei era raggiante.
‒ Ho chiesto a Seth un favore, e lo chiedo anche a te. Per ora non voglio che si sappia che sono la nipote di Charlie. ‒ Le spiegai il motivo, e anche lei fu d’accordo nel mantenere il mio piccolo segreto. Poi le domandai della gravidanza, mi disse di essere al quinto mese e che sarebbe stato un maschietto. Si sarebbe chiamato Harry, come suo padre.
Alcuni minuti dopo, Sam iniziò a raccontare le vecchie leggende del popolo Quileute. Erano storie affascinanti, che parlavano di vampiri e lupi: in quel momento capii come mai i ragazzi avessero scelto proprio il nome “Black Wolves” per la loro band. Secondo la leggenda, gli antenati dei Quileutes avevano la capacità di trasformarsi in lupi, di mutare forma. I lupi combattevano “I Freddi”, ovvero i vampiri, salvando gli umani dalla loro sete di sangue. Rimasi ad ascoltare con grande interesse, ma ben presto mi accorsi che uno dei ragazzi che Seth mi aveva nominato non era presente. Il ragazzo in questione si chiamava Jacob.
Poi all’improvviso, lo vidi arrivare. Sarebbe stato impossibile non notarlo.
‒ Sempre in ritardo, Jake! ‒ lo canzonò Seth, mentre mi accorsi che lo stavo fissando con un’espressione da pesce lesso. Jacob era il più bel ragazzo che avessi mai visto: ad occhio, doveva essere più alto di un metro e novanta. Aveva la pelle ambrata come gli altri ragazzi della Riserva, i capelli neri e corti, lisci, e gli occhi castani, con un taglio molto particolare. Le labbra carnose. Quando sorrise, mi accorsi che aveva anche un sorriso abbagliante. Quel ragazzo era il sole.
‒ Ecco, lui è Jacob Black ‒ mi disse Seth. ‒ E’ il fratello di Rachel, la ragazza di Paul ‒ mi spiegò.
‒ Quanti anni ha? ‒ domandai, curiosa.
‒ Trentaquattro ‒ mi disse Seth. Oh, merda… Non potevo proprio permettermi di prendermi una sbandata per un ragazzo che aveva sedici anni più di me. Sedici… aveva solo due anni meno di mamma e papà. Assurdo, no? ‒ Perché sei così curiosa? ‒ proseguì a domandare Seth.
‒ Così… Per sapere ‒ risposi, prontamente.
‒ E’ uno dei miei più cari amici, ma a volte ha un caratteraccio. Ha un sacco di ragazze che gli ronzano attorno, ma nessuna sembra fatta per lui ‒ aggiunse Seth.
‒ Forse gli piacciono i ragazzi ‒ domandai. Ero curiosa, volevo saperne di più.
‒ No, Jake non è gay. E’ semplicemente di gusti difficili ‒ mi rispose Seth. Di bene in meglio, Jacob Black era decisamente fuori dalla mia portata. Io ero una diciottenne senza alcuna esperienza in fatto relazioni sentimentali e affini; lui era un bellissimo trentaquattrenne ancora single e pieno di ragazze ai suoi piedi.
Tutto d’un tratto, Jacob mi notò nel gruppetto e rimase imbambolato a guardarmi, per almeno cinque secondi. Abbassai lo sguardo, avevo paura di essere arrossita.
‒ Chi è la viso pallido? ‒ domandò.
‒ Sono un’amica di Seth ‒ mi affrettai a rispondere, infastidita per l’appellativo che mi aveva dato. Viso pallido. ‒ E non sono affatto una viso pallido, ormai conosco le vostre leggende! ‒ Provai a fare la spavalda.
‒ Be’, piacere di conoscerti. Gli amici di Seth sono i benvenuti qui, e ora che conosci le nostre leggende sei una ragazza lupo. Comunque, io sono Jacob. ‒ Si avvicinò con fare amichevole, pronto a stringermi la mano.
‒ Renesmee ‒ risposi, ancora mezza imbambolata.
‒ Renesmee? Non ne conosco molte, sai? ‒ Mi sorrise ancora, e mi sentii di nuovo le gambe molli. Maledetti ormoni. Sperai che il mio strano nome non fosse riconducibile al fatto che ero la nipote di Charlie, forse avrei dovuto dirgli “Ness” e basta. Ness poteva anche essere il diminutivo di Vanessa, in fondo…
Ad un certo punto, mi alzai per rispondere al cellulare: era mamma, voleva sapere se mi stavo divertendo e se era tutto okay. La rassicurai, e quando terminai la chiamata mi accorsi che Jacob mi aveva raggiunta. Tenevo le scarpe in mano, volevo bagnarmi i piedi nell’oceano. Era decisamente freddo.
‒ Ehi, spero che tu non te la sia presa per la “viso pallido”. Non volevo offenderti. ‒ Sembrava sinceramente dispiaciuto.
‒ Oh, no, non preoccuparti. Non me la prendo per così poco ‒ gli risposi. Jacob mi sorrise, ed io lo imitai. Altroché se era bello… Fino ad allora, gli unici colpi di fulmine che avevo avuto erano stati per attori e cantanti. Jacob, invece, era esattamente di fronte a me. Era un ragazzo reale, era single e non era gay. Pensai a nonna Renée, e a mia madre: entrambe si erano innamorate a Forks, non volevo ritrovarmi nella stessa situazione. Non volevo nemmeno avere una di quelle stupide storielle estive, ma proprio non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso. Presi coraggio, chiedendogli di farmi compagnia. La mia scusa era che conoscevo soltanto Seth, e non volevo stargli troppo addosso.
‒ Volentieri, Renesmee ‒ mi rispose. ‒ Allora, che mi dici di te? Che cosa ti rende felice? ‒ mi domandò. Rimasi stupefatta, la sua domanda mi era piaciuta. Non era il fastidiosissimo “che cosa fai nelle vita”, Jacob voleva sapere cosa mi rendesse felice.
‒ Mi piace cantare. Seth mi ha detto che avete una band, sono curiosa di ascoltarvi. E poi… mi piace leggere, guardare le serie TV, andare al cinema, disegnare… Sono una ragazza dalle mille risorse. ‒ Mi pavoneggiai un po’.
‒ Puoi dirlo forte! E così ti piace cantare… ‒ Quella risposta lo aveva incuriosito.
‒ E tu, Jacob? Cosa ti rende felice? ‒ domandai.
‒ Le macchine, le moto, la musica… fare lavori manuali… Ma non disdegno la lettura, e il cinema. Sono un tipo curioso, lo sono per natura. Se ti sto annoiando dimmelo, non voglio essere invadente. Seth ci starà sorvegliando ‒ scherzò Jacob, guardando in direzione del falò.
‒ Non ho bisogno di essere sorvegliata, non sono una ragazzina. ‒ In quel momento, inciampai su una pietra. Stavo per cadere, ma Jacob mi prese in tempo.
‒ Come non detto ‒ dissi; sarei voluta sprofondare sotto terra. Ero proprio come la mamma, pronta a inciampare ovunque.
‒ E’ tutto okay? ‒ mi chiese Jacob, tenendomi ancora tra le sue braccia.
‒ Sì… grazie. Sono proprio un disastro. ‒ Sorrisi, per poi guardarlo di nuovo negli occhi.
‒ No, non lo sei invece. ‒ Silenzio di tomba. Sembrava esserci una strana sintonia tra me e quel ragazzo, sarei rimasta volentieri a parlare con lui per il resto della serata. Ma sarebbe stato difficile evitare l’argomento “Perché sei qui”, prima o poi il matrimonio di nonno Charlie sarebbe saltato fuori. A togliermi dall’imbarazzo, la voce di qualcuno che reclamava la presenza di Jacob.
Imprecai mentalmente, avrei voluto restare da sola con lui ancora un po’… Avrei trovato senz’altro un modo per sbrogliarmi dal discorso sul perché fossi in vacanza in quel posto sperduto.
‒ Jacob, Renesmee, venite! Andiamo al pub per suonare qualcosa! ‒ disse Embry. Dunque, avrebbero suonato al pub?
‒ Arriviamo ‒ rispose Jacob, che sembrava infastidito almeno quanto lo ero io.
‒ Comunque, puoi chiamarmi Jake ‒ mi disse. ‒ E sappi che ora hai un altro amico, oltre a Seth.
‒ E tu puoi chiamarmi Ness, anche se preferisco il mio nome per intero ‒ risposi, sorridendo ancora.
‒ Poi mi spiegherai da dove nasce il tuo strano nome. Strano e bellissimo.
‒ Poi… ma non stasera. Mi sei simpatico, e mi farebbe…
‒ Mi farebbe piacere rivederti. ‒ Ci mettemmo a ridere, perché avevamo detto la stessa cosa. E nello stesso momento. Che stregoneria era quella?
 ‒ Resto qui per due settimane, dobbiamo approfittarne ‒ gli spiegai. Avevo preso coraggio, sperai di non dovermi pentire di quelle parole. In fondo, eravamo entrambi adulti ed io avevo sempre avuto un debole per i ragazzi più grandi. Perché mai avrei dovuto mettere a tacere le mie sensazioni?
‒ Che ne dici di domani? E’ domenica, io non lavoro e tu… sei in vacanza, giusto?
‒ Giusto. ‒ Ormai eravamo tornati dai ragazzi, avremmo dovuto trovare un altro momento per metterci d’accordo. Però mi sentii felice, Jacob sembrava davvero interessato ad uscire con me.
Mi sentivo le farfalle nello stomaco, forse per la prima volta in vita mia.
 
Poco dopo, raggiungemmo il pub. Seth mi prese un attimo da parte, prima di andare dai suoi amici e prepararsi per l’esibizione della band.
‒ E così hai fatto subito amicizia con Jake ‒ mi disse, anche se intuivo che avrebbe voluto aggiungere qualcos’altro.
‒ E’ simpatico, e mi ha messo a mio agio. C’è qualche… problema? ‒ domandai, sulla difensiva.
‒ Dovrei dirti una cosa, ma… ‒ Lo interruppi.
‒ Aspetta, aspetta: hai parlato con Charlie, sicuramente ti ha detto di farmi da babysitter. E so cosa stai per dirmi, vuoi scoraggiarmi dall’uscire con Jacob mettendo su qualche stupida scusa, del tipo che i ragazzi dell’età di Jacob pensano solo al sesso, e…
‒ Be’, non è di questo che volevo parlarti… Ma forse farei meglio a farmi gli affari miei ‒ mi rispose. ‒ E per quanto riguarda ciò che hai detto, devo comunque metterti in guardia. Se ti metti nei guai, Charlie mi sparerà con il suo fucile. E non in senso metaforico. ‒ Seth sorrideva, ma percepivo che dietro la sua ironia si celava un autentico avvertimento.
‒ Seth, per favore. La cosa non ti riguarda, sono maggiorenne e sono tutt’altro che sprovveduta. Sai com’è, mia madre mi ha avuta a diciotto anni e non intendo… non intendo imitarla, ecco. ‒ Alzai le mani.
‒ Okay, okay… ‒ Seth sembrava vagamente in imbarazzo.
‒ Allora, mi aiuterai? Domani uscirò con Jacob, e avrò bisogno di un complice. ‒ Gli offrii la mano, e lui la strinse.
‒ Affare fatto. Non farmi pentire della fiducia che ti sto dando.
‒ Non ce ne sarà bisogno.

***
Un ringraziamento speciale a paride, per aver aggiunto la storia alla lista delle preferite e per aver recensito.
A lunedì prossimo! 
Greta
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: SweetLuna