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Autore: piccolo_uragano_    07/09/2020    4 recensioni
(UMILE SEQUEL DI "PIU' DI IERI...")
«Non farei mai niente per infastidirti» spiegò subito. «Quantomeno, non intenzionalmente» aggiunse, sottovoce.
Lei allargò il sorriso. «Grazie»
«Grazie?»
«Sì: grazie»
«E per che cosa?»
«Per quello che hai detto: non è affatto scontato»
Lui fece spallucce, e lei riconobbe il Draco Malfoy di cui le avevano raccontato i suoi fratelli. «Mi pareva il minimo, sai, non ferire le persone a cui tieni e stare sempre dalla loro parte, cose così. Ci ho messo un po’, ma l’ho imparato»
«Quindi starai sempre dalla mia parte?»
«Cascasse il mondo, Anastasia Black, sarò dalla tua parte»
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: Draco/Astoria, Hannah/Neville, Harry/Ginny, Lavanda/Ron, Remus/Ninfadora
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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Vorrei conoscer l'odore del tuo paese
Camminare di casa nel tuo giardino
Respirare nell'aria sale e maggese
Gli aromi della tua salvia e del rosmarino
Vorrei che tutti gli anziani mi salutassero
Parlando con me del tempo e dei giorni andati
Vorrei che gli amici tuoi tutti mi parlassero
Come se amici fossimo sempre stati
(...)
Vorrei restare per sempre in un posto solo

Per ascoltare il suono del tuo parlare
E guardare stupito il lancio, la grazia, il volo
Impliciti dentro al semplice tuo camminare
E restare in silenzio al suono della tua voce
O parlare, parlare, parlare, parlarmi addosso
Dimenticando il tempo troppo veloce
O nascondere in due sciocchezze che son commosso
Vorrei cantare il canto delle tue mani
Giocare con te un eterno gioco proibito
Che l'oggi restasse oggi senza domani
O domani potesse tendere all'infinito
(F. Guccini, vorrei)
 



19.
Grifondoro contro Tassorosso
 

Draco si rigirò nel letto, non del tutto sicuro di volersi svegliare. Gli ci vollero una manciata di secondi per rendersi conto che Anastasia non fosse nel letto con lui, nonostante fosse più che convinto di essersi addormentato con un braccio attorno alla sua schiena.
Con enorme fatica, aprì un occhio, giusto in tempo per vedere la giovane Black uscire dal bagno saltellando su un piede solo mentre cercava di infilarsi la scarpa destra e con l’altra mano si pettinava i capelli.
Sempre più confuso, Draco si alzò per reggersi sui gomiti. «Credevo avessimo deciso che andava tutto bene» le disse con voce roca.
Lei si voltò verso di lui, riuscendo finalmente ad infilarsi la scarpa. «Certo che va tutto bene» lo tranquillizzò, senza nascondere una certa fretta anche nel tono di voce.
«Allora perché sembra che tu stia scappando?»
Anastasia regalò a Draco un mezzo sorriso. «Sono in ritardo» spiegò.
«Dove devi andare?»
Lei si infilò la giacca di pelle che avevano abbandonato ai piedi della poltrona su cui lei spesso si perdeva a leggere. «In uno dei miei posti preferiti al mondo» sorrise di nuovo. «Vuoi venirci con me?»
Allora lui le sorrise di rimando. «Certo» le disse, mettendosi a sedere sul letto per poi alzarsi, recuperare la bacchetta dal comò e vestirsi con un rapido incantesimo.
«Oh, sei così Purosangue a volte» si lamentò lei mettendosi gli occhiali da sole sul naso. «Io impiego dieci minuti solo per capire dove sia la bacchetta»
«Lo so» sorrise lui torvo. «Allora, dove andiamo?»
Anastasia rovistò in una delle tasche laterali della sua giacca di pelle fino al gomito per estrarne una cornetta di un telefono con il cavo arricciato tagliato di netto. La allungò verso di lui tenendone un margine, e nel momento in cui Draco l’afferrò, si maledisse per non essersi chiesto perché Anastasia portasse con sé un vecchio telefono scollegato.
La Passaporta diede loro il solito giramento di testa, ma entrambi riuscirono ad atterrare in piedi, e Anastasia riuscì a godersi appieno la faccia dell’ultimo dei Malfoy quando si rese conto di essere atterrato nel cortile della torre dell’orologio, nel cuore di una Hogwarts che si preparava ad abbracciare l’autunno.
«Anastasia …» iniziò lui con il tono di un serpente sibilante di rabbia, ma lei fu più veloce: gli afferrò la mano e gli posò un bacio sulla guancia.
«Non ti preoccupare» gli disse. «Nessuno si accorgerà di noi»
«Certo» sputò lui. «Avresti dovuto dirmelo»
«Non saresti venuto»
«Certo che non sarei venuto!» sputò di nuovo lui.
Anastasia scosse la testa e si incamminò verso quella che – Draco tirò un sospiro di sollievo – era l’uscita del castello. Bene. Quindi non sarebbe entrato a Hogwarts accanto ad Anastasia eccetera eccetera Black. Molto bene. Una volta resosi conto del fracasso che proveniva dall’immenso parco che circondava il castello, però realizzò che ci fosse qualcosa di ben peggiore dell’entrare dalla porta principale o qualsiasi altra cosa si fosse immaginato in quei pochi secondi che gli erano stati concessi per realizzare che forma avrebbe avuto la sua domenica. Era ormai evidente che Anastasia lo stesse conducendo verso lo stadio di Quidditch, dove era altrettanto evidente che si stesse per svolgere una partita.
«Avresti dovuto dirmelo» ripeté allora lui, a denti strettissimi.
Camminandole accanto, notò comunque che Anastasia alzò gli occhi al cielo.
«Eddai, biondo, è la prima partita dell’anno» gli spiegò. «E ti giuro che siamo così in ritardo che nessuno si accorgerà che-»
«Anastasia!» tuonò una voce alle loro spalle.
Draco si voltò sentendo lo stomaco in una gelida morsa: Minerva McGranitt, con il solito cappello da strega e un mantello rosso di velluto pregiato, camminava dietro di loro allo stesso passo spedito.
«Per Godric, Anastasia, riuscirai mai ad arrivare puntuale da qualche parte?» 
«Sei in ritardo quanto me, Minnie, o sbaglio?» la incalzò la ragazza.
«Io sono la Preside!» ribatté, superandoli di gran lunga per poi girarsi verso Draco. «Signor Malfoy, è un piacere riaverti tra noi» gli disse con un sorriso di pura gentilezza. Poi, riprese a camminare quasi trotterellando verso il campo da Quidditch che si faceva sempre più vicino.
«Che partita è?» domandò allora facendo un respiro profondo e capendo che non avrebbe avuto scampo.
«Grifondoro contro Tassorosso»
«Non esiste» rispose allora lui. «Io devo tifare per la mia Casa»
Anastasia gli sorrise con la stessa gentilezza di Minerva poco prima.
«Non posso sedermi in mezzo ai Grifondoro o ai Tassorosso, io devo …»
«Draco, non ci siederemo tra gli studenti» lo tranquillizzò lei con tono dolce. «Ci sono le tribune bianche e nere, te ne sei dimenticato?»
«Ci sono i professori, lì»
«Biondo, la metà dei professori non ti conosce, e l’altra metà non ha voglia di parlarti» sbuffò lei, rallentando perché erano giunti alla porta degli spogliatoi. «Lupin!» chiamò, a gran voce.
«Quale Lupin, adesso?!»
«Senti, la devi smettere di pensare che la gente voglia farti a fette e mangiarti per cena, solo perché – finalmente
Un ragazzo troppo alto e troppo magro, con dei capelli rossi e oro, uscì dalla tenda. «Oh, tu dici a me ‘finalmente’?! Dovevi essere qui mezz’ora fa!» si lamentò. «Lyall è teso come una molla, Nicole è in mutismo selettivo, Augustus ha sognato di cadere dalla scopa e Anne non – hai portato il tuo biondo!» si accorse poi. «Potevi avvertire, testa d-»
«Non mi sembra sia questo il problema principale» tagliò corto Anya. «Com’è la formazione?»
«Non lo so, Anastasia, anche mamma me l’ha chiesto, ma io non lo so, non capisco un accidenti di queste cose, lo sai, lo sapete!» continuò a lamentarsi lui.
«Tua madre Ninfadora?»  domandò Draco sentendosi improvvisamente la fronte sudata. «Ninfadora è qui
«Si, ma è un segreto, Lyall si agita il triplo se sa che ci sono mamma e pap-»
«Anche tuo padre?! Anastasia, non posso-»
«Stai un po’ zitto, biondo» tagliò corto lei di nuovo. «Dora e Remus sono con Neville e Minerva e gli altri insegnanti»
«Neville Paciock?!» sputò lui.
«Anastasia!» improvvisamente, un ragazzo con le spalle larghe quanto un armadio uscì dalla tenda e strinse Anya in un abbraccio che sembrava più una morsa letale. A Draco ci volle qualche secondo per riconoscere quel naso sottile e quegli occhi dorati, ma poi, senza margine di errore, catalogò quello che apparentemente era una sottospecie di gorilla come Lyall Lupin.
Distolse l’attenzione dalla conversazione tra i due quando notò come Anastasia con estrema cura si impegnasse a mantenere il contatto visivo con Lyall per tranquillizzarlo, fino a quando non fu effettivamente chiaro a tutti che il giovane Grifondoro fosse sinceramente più tranquillo. Anastasia allora gli batté un pugno forse troppo forte sul braccio muscoloso, perché a Draco non sfuggì affatto che ad essersi fatta male alle nocche, in realtà fosse lei.
«Torno dentro, sennò mi toglieranno la spilla da Capitano» decretò Lyall. «Grazie, Anya. Oh, tu devi essere Draco!» sorrise verso di lui.  «Chiedo scusa, sono un po’ agitato» si pulì la mano destra dal sudore nei pantaloni della divisa da gioco e la tese verso di lui. «Sono Lyall Lupin, tanto piacere»
Draco si trovò spiazzato: quel ragazzo era stato così gentile che non riuscì a fare altro che improvvisare un sorriso che assomigliava troppo ad una smorfia di dolore e accettare la stretta di mano.
«Spero che potremo offrirti da bere, alla festa dopo la partita»
«Lyall, non-»lo stava fermando Anastasia, ma una ragazza con capelli castani raccolti in due strettissime trecce e occhi verdi colmi di curiosità, saltellò fuori dalla tenda mostrando una divisa identica a quella di Lyall. «Draco? Hai detto Draco? Anya ha portato Draco?» domandò in uno squittio. «Uh!» come Lyall, si asciugò la mano dal sudore nella divisa e tese la mano verso il Serpeverde. «Finalmente!» squittì di nuovo. «Io sono Nicole, Nicole Redfort-Levre, e sono-»
«Oh, certo»le sorrise Draco. «Ho sentito molto parlare di voi» si sforzò di aggiungere, stringendole la mano, mentre sorrideva ai tre ragazzi. «In bocca al lupo, ehm … si fa per dire, ovviamente! Buona fortuna, ecco»
Sentì su di sé lo sguardo stupito e commosso di Anastasia e se ne compiacque. Alla fine, sapeva che tutto questo per lei era importante, e il fatto che lo avesse portato lì, per farlo stare a pochi passi di distanza da tre delle persone più importanti della sua vita, era una cosa importante e bella, e se ne era reso conto solo guardando Nicole che gli si presentava con fin troppo entusiasmo.
«Grazie» risposero i due giocatori, mentre Lyall lo scrutava cercando di non farsi notare.
E Anastasia, con tutta la naturalezza del mondo, si riavvicinò a lui per prendergli la mano e insieme si incamminarono verso la tribuna bianca e nera.

«Se vuoi, puoi salire prima di me, e io posso sedermi a qualche posto di distanza e fingere di non conoscerti» gli disse lei, a pochi passi dall’ingresso della tribuna. «Ma comunque ci tengo a dirti che se raccontassi a tutta la gente seduta qui oggi che stiamo insieme, gli unici a crederti sarebbero i tre disgraziati che hai appena conosciuto»
Lui si guardò rapidamente attorno e le prese il polso per attirarla a sé e posarle un bacio deciso sulle labbra. «Grazie, Black»
«Grazie?»
«Per avermi presentato Nicole e i Lupin e avermi riportato qui»
Lei sorrise e gli regalò un secondo bacio. «Si figuri, signor Malfoy»
«Ora vai a sederti e mi raccomando, se incroci il mio sguardo, fai una faccia schifata» scherzò allora lui. «Non vorrei mai che qualcuno pensasse male»
«Va bene» acconsentì lei. «Tu siediti accanto a Lumacorno e non fare il bulletto con Neville o con Dora»
«Agli ordini, signorina Black» rise lui, rubandole un terzo bacio. Le lasciò la mano e si incamminò verso l’ingresso degli spalti, voltandosi per guardarla prima di salire le vecchie scale di legno, e trovandola che lo guardava con un sorriso adorante.


«Quella parata è stata un sogno, Nicole» le disse Draco. «Mai visto niente del genere»
Nicole mostrò il suo migliore sorriso. «Ti ringrazio» gli disse con tono commosso.
«E la vostra Cercatrice è una scheggia» aggiunse il biondo.
«Già!» si entusiasmò Lyall. «Ci credi che è solo al secondo anno?»
«Secondo anno?!» domandò Draco spalancando gli occhi. «Ed è così veloce?!»
«E ha una Nimbus» aggiunse Nicole. «Pensa se avesse una Firebolt!»
«Non c’è paragone» sospirò Anastasia. «Firebolt tutta la vita»
«Lo dici solo perché ti sei persa i tempi d’oro delle Nimbus» le disse Draco. «Chiedi ai tuoi fratelli!»
«Santo cielo, Draco, quanto sei vecchio in questo momento!» rise Anastasia.
Lui si finse offeso e scosse la testa. «Va bene, va bene. Siete stati davvero bravi, e non avrei mai pensato di dirlo, ma Grifondoro si meritava davvero di vincere»
«Sono un buon Capitano, in effetti» si compiacque Lyall.
Anastasia rise di gusto. «Grazie a me»
La stanza delle Necessità li aveva accolti come sempre, trasformandosi in un salotto con delle poltrone, un tavolino e cinque calici di Burrobirra. Draco non la smetteva di guardarsi attorno, e Anastasia dal momento in cui si erano allontanati dal campo di Quidditch, non gli aveva mai lasciato la mano.
«Lo scorso anno, con me come avversaria, non avresti avuto quello schema»
«Ti dedicherò un pezzo del mio discorso quando vinceremo la Coppa di Quiddtch» rispose Lyall, sorseggiando la sua Burrobirra.
«Oh, che carino» lo prese in giro Anastasia.
«Chi ha vinto lo scorso anno?»
«Noi» rispose fiero Ted. «E avremmo vinto anche la Coppa delle Case, se non fosse per …»
«Oh, ancora Ted?» gli disse il fratello con tono scocciato. «Superala!»
«No» si difesero i due Tassorosso.
«Che è successo?» domandò Draco sottovoce ad Anastasia.
«Il Prefetto Serpeverde tolse un sacco di punti a … come si chiama?»
«Penny, Penny Haywood» rispose Lyall sicuro. «La più bella Tassorosso di sempre. Dopo Anya, ovviamente»
«Così bella da essere beccata rientrare al castello all’alba e toglierci cento punti» scosse la testa Anastasia.
«Cento?!» si stupì Draco.
«Cento!» confermò Ted. «Così a vincere la Coppa delle Case sarebbero state le serpi, quegli infami. Beh, presenti esclusi, ovviamente»
«Oh, ma noi siamo infami» gli sorrise Draco debolmente, e Ted, inaspettatamente, rispose al sorriso e alzò il suo boccale di Burrobirra verso il Serpeverde. «Alle serpi infami» disse, e tutti alzarono il loro boccale quasi vuoto. «E a questa serpe infame nello specifico, perché ha la nostra benedizione»
Draco sorrise così tanto da lasciare i tre studenti a bocca aperta.

«Lyall è stato davvero bravo»
«Sì, lo hai già detto, Ninfadora» Lei guardò torva il marito e scosse la testa.
«Credo sia stato aiutato da Anastasia» aggiunse allora.
Sirius sembrò alzare le orecchie. «Tu dici?»
«Sì» confermò lei.
«Era lì?» domandò Martha.
«Sì» le disse Remus. «Non lo sapevi?»
Martha scosse la testa, tagliando la carne che aveva nel piatto. «Non ha dormito a casa»
«Allora è una cosa seria!» si entusiasmò Aaron.
«Non lo so» rispose Martha.
«No che non lo è» la corresse il marito. «Altrimenti ce ne avrebbe parlato»
«Forse non ve ne ha parlato proprio perché è una cosa seria» suggerì Damian. «La carne è ottima, Aaron»
«Ti ringrazio» gli sorrise Aaron. «Tu non sai niente? Nicole non ti ha detto niente?»
Damian scosse la testa. «Neanche per sbaglio, sai come sono unite»
Anche Sirius scosse la testa, sorseggiando il vino che Aaron aveva portato dal suo ultimo viaggio di lavoro. «L’importante è che Grifondoro abbia vinto e ch i ragazzi si siano divertiti» decretò.
«Sirius Black, signori e signore» sorrise Martha. «Più di cinquant’anni, quattro figli e cinque nipoti più due in arrivo, e ancora prega che Grifondoro vinca la Coppa del Quidditch»
«Ma ho anche dei difetti!»
 
NdA, questa volta discretamente utili: causa ferie, la prossima settimana non aggiornerò. Vi posso promettere, però, che tra due settimane sarò immancabile e che vi dedicherò un aperitivo sulla spiaggia. (Al mare a settembre, piccolo uragano? Sì, amici. Costa meno)
Fatto il misfatto, 
C

 
   
 
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