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Autore: Felpie    08/09/2020    3 recensioni
In un tempo di università, amicizie, amori ed esperienze nessun giovane può conoscere il proprio destino. E Merlino non sa proprio cosa lo aspetta, quando sceglie di prendersi in casa un viziato figlio di papà - che poi così tanto viziato e tanto figlio di papà non è - che diventerà ben presto molto di più di un semplice conquilino.
Tra litigi, lotte per la supremazia, risate e malintesi la vita in quel semplice, piccolo appartamento turberà la quiete che Merlino ha costruito intorno a sé e lo porterà nella più magica avventura della sua vita.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Gwen, Lancillotto, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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A Filippo,
perché non ti stanchi mai
di fare bella figura con tutti



E il moro davvero riesce a tornare alla sua solita vita – per quanto dubitasse fortemente di poterci riuscire.

Certo, ogni tanto si ritrova a fissare Artù quel minimo di troppo, ma distoglie subito e prontamente lo sguardo per evitare che l’amico lo veda; sì, amico, perché la loro amicizia va davvero alla grande: Merlino non si ricorda se anche con Lancillotto si divertisse così tanto, in ogni minima parte della loro vita da coinquilini.

Ormai è diventato quasi un gioco quello di Artù, lanciargli contro qualsiasi cosa gli capiti tra le mani: guanti, cappelli, fazzoletti, bottiglie di plastica vuote, ogni cosa che ha sotto tiro. E Merlino evita ormai con grande maestria, prima che entrambi finiscano per ridere e dividersi una birra. O quando Artù entra in bagno, il moro si intrufola in camera sua e gli ruba i vestiti, nascondendoglieli in ogni parte della casa, per poi ridere come un matto mentre il coinquilino cerca i calzini nella dispensa o i pantaloni tra i cuscini del divano.

Artù sta anche imparando a fare la spesa – ora compra decisamente meno uova e più latte – ma il moro ha ancora paura di farlo avvicinare ai fornelli, però è rimasto piacevolmente sorpreso quando, poco prima dell’inizio dell’università, il biondo ha iniziato a svegliarsi presto la mattina, in modo tale da prendere il ritmo per frequentare le lezioni. Ed è piacevole fare colazione insieme alle otto di mattina, quando entrambi hanno ancora troppo sonno per dire qualsiasi cosa: Artù, poi, è proprio buffo con quell’anonima maglietta grigia che usa come pigiama, i capelli sparati e gli occhi pieni di sonno e Merlino inizia sempre la giornata meglio quando lo vede inveire in quello stato contro un pacco di biscotti che non si apre o contro il bacon bruciacchiato. Gli sembra qualcosa di così… familiare, in un certo senso.

E, a proposito di famiglia, Merlino non sta più nella pelle perché a fine mese lo verranno a trovare sua madre e lo zio Gaius, visto che a Natale non si erano riusciti a vedere. In realtà sono davvero venuti poche volte a trovarlo, perché il moro ha sempre preferito tornare a casa, anche per una questione economica, ma soprattutto per rivedere la sua cameretta e il posto in cui è cresciuto. Però visto che le lezioni sono riprese non si può proprio allontanare e Hunit e Gaius sono stati felici di prendersi qualche giorno per andare da lui.

C’è solo un piccolo, insignificante, ma non tanto trascurabile dettaglio: non ha ancora detto a nessuno dei due che si è lasciato, che non sta più insieme a Will. E quando la madre lo aveva chiamato per comunicargli l’orario preciso di arrivo, Merlino aveva capito che prima o poi glielo avrebbe dovuto dire, soprattutto perché Hunit aveva avuto l’idea di andare a cena loro quattro e… l’idea era alquanto improbabile, ecco.

Perché non glielo ha ancora detto? Merlino non lo sa. Non vuole che si preoccupino per lui, perché entrambi hanno quel vizio spettacolare di sapergli leggere dentro e capire i suoi sentimenti prima ancora che lui abbia ragionato di provarli. Non vuole che pensino che lui possa essere stato male, non vuole che anche loro sappiano come si è comportato Will, perché lui è pur sempre il ragazzino che andava ogni giorno a far merenda da lui e che Hunit lodava tanto per il suo appetito. E quindi Merlino non sa proprio cosa inventarsi per questa cena.

Ma quando vede il frigo totalmente vuoto gli viene l’illuminazione: potrebbe portare Artù. Intanto eviterebbe che il biondo debba ordinare qualcosa o – assolutamente no – cucinare e poi sarebbe l’occasione perfetta per presentare il suo coinquilino. E Merlino è perfettamente consapevole di che bella figura riesca a fare Artù ad una cena, di quanto sappia ben tenere il tono con persone che non conosce e che sua madre e suo zio ne rimarrebbero sicuramente colpiti. Ma il suo coinquilino potrebbe accettare una proposta simile?

Quando mancano poche ore all’arrivo dei familiari – e ancora il moro non ha detto nulla della rottura con Will, né annunciato al coinquilino che quella sera si sarebbe dovuto arrangiare per la cena se non fosse andato con lui – Merlino prende definitivamente coraggio e, dopo essersi sistemato il colletto della camicia allo specchio, va in camera di Artù – senza bussare, come al suo solito.

“Merlino! Sul serio, la tua è una patologia” esclama Artù, chiudendo la rivista che sta leggendo.

“Scusa… che fai?”

Artù lo guarda confuso, prima di sventolargli la rivista davanti “Ma ci sei?”

“Sì, hai ragione, mi sono espresso male. Intendevo stasera”

“Stasera? Nulla, credo, perché? Hai dei piani particolari? Come mai sei vestito così?”

“Ti ricordi che ti ho detto che venivano mia mamma e mio zio a trovarmi?”

“Sì…?”

“Stanno arrivando” dichiara Merlino, prima di aggiungere a voce più bassa “Ti andrebbe di… venire a cena con noi?”

“Io? A cena con la tua famiglia? Perché?”

“Ecco… potrei aver omesso di dir loro di aver rotto con Will e non vorrei… andare lì da solo, insomma”

“Devo fingermi il tuo fidanzato?”

Merlino sbatte le palpebre “Che? No! Ma che hai capito… semplicemente non vorrei essere solo, così eviteranno di fare quella cosa che mi leggono dentro senza che io abbia pronunciato mezza parola. O meglio, lo faranno ma non potranno dirmi troppe cose”

“Sì, ho capito a cosa ti riferisci, anche Morgana lo fa continuamente con me. Credo sia per questo che vinca tante scommesse” concorda il biondo, prima di ridacchiare “Mi stai usando così malamente, Merlino?”

“Ti sto invitando a cena, veramente” il moro ignora il tono divertito del coinquilino “Ma se hai da fare non importa, chiederò a Gwaine”

“Pensi sul serio che Gwaine sia migliore di me per una cena?” Artù si sistema più comodamente, con un braccio dietro la testa e la schiena appoggiata al muro “Andiamo, lo sai che sono un fenomeno in certe cose”

“Guarda che mamma e zio già lo conoscono, eh. E allo zio Gaius piace molto, perché dice che è sempre allegro”

Lo sguardo di Artù si incupisce “Allora questa è proprio una sfida: non permetterò a Gwaine di essere più simpatico e di miglior compagnia di me, puoi starne certo. Dammi cinque minuti che mi preparo e ti faccio vedere chi è il miglior amico che puoi portare a cena”

Merlino lo guarda un po' stupito e anche Artù sembra accorgersi delle sue parole, perché si corregge “Cioè, non che tu sia il mio migliore amico – anche se, ammettiamolo, io sono il miglior amico che potresti desiderare – però sono la persona migliore che puoi portare a cena. Questo volevo dire. E tu lo sai benissimo”

“Io so solo che sei un vero idiota” Merlino scoppia a ridere “Va bene, allora ti lascio al tuo vestiario e ti aspetto di là”

“Arrivo”

Il moro si siede su una sedia della cucina e dopo poco più di cinque minuti si vede apparire davanti un Artù tutto profumato e preparato a regola d’arte.

“Sicuramente” si ritrova a pensare Merlino “Artù sa come fare bella figura”

Il coinquilino ha infatti messo una camicia così bianca da essere quasi accecante e un cardigan blu scuro che gli fascia il fisico scolpito e che si intona alla perfezione con i pantaloni eleganti; si sta ancora allacciando il polsino della camicia, quindi non si accorge dello scanner che Merlino gli rifila: è davvero un bel ragazzo.

Merlino scuote la testa per risvegliarsi da quei pensieri e commenta “Ti sei messo di impegno, eh. Ci tieni proprio a fare bella figura”

“Non posso permette che qualcuno apprezzi Gwaine più di Artù Pendragon” si limita a dire il biondo.

“Sei davvero competitivo” Merlino scoppia a ridere, prima di fare un gesto verso la porta e seguire il coinquilino nel buio della sera.

Questa volta il moro ha perso, non è riuscito a convincere il coinquilino a lasciare a casa la moto: nonostante gli abbia dato dell’incosciente circa una dozzina di volte, si sia lamentato del freddo e delle strade buie, alla fine si è ritrovato a salire dietro Artù e a stringersi a lui – stritolarlo – come ogni volta che provava anche solo a dire la sua su quell’aggeggio infernale. Non sa esattamente come faccia Artù a vincere ogni volta quella discussione, ma se sarà un avvocato così non perderà mai nessuna causa.

Almeno non si lamenta ogni volta che Merlino lo stringe più forte che può per evitare di cadere e rompersi il collo – e anche se Freya glielo ha chiesto, in tono malizioso, il moro le ha assicurato che non è una scusa per abbracciare Artù. E vista la sua paura per le moto non è troppo difficile da credere.

Il ristorante che Merlino ha scelto per la cena è piccolo, ma molto elegante, un genere che è sicuro che possa piacere molto a sua madre; lui e Artù arrivano per primi e vengono fatti accomodare da una giovane ragazza ad un tavolo un po' isolato, in modo che possano passare la cena in intimità. Non fanno però in tempo ad ordinare nulla da bere, né a dirsi qualcosa, perché l’anziano Gaius entra, tenendo al braccio Hunit e chiacchierando amabilmente.

“Merlino!” esclama la donna, appena riconosce il figlio, che si alza e corre ad abbracciarla.

“Mamma, buon anno. È andato bene il viaggio?”

“Lungo, devo dire. Fortunatamente Gaius era insieme a me o sarebbe stato davvero faticoso”

“Ragazzo mio, che bello rivederti. Buon anno” il vecchio signore abbraccia vigorosamente il nipote, con uno dei suoi soliti sorrisi bonari.

“Buon anno, zio. Anche se con quasi un mese di ritardo in pratica” risponde Merlino, prima di girarsi verso il biondo “Lui è Artù, il mio coinquilino”

Artù, che si è alzato in piedi appena ha visto l’amico abbracciare la donna, si avvicina e stringe la mano di entrambi “Molto piacere”

“Così sei tu il famoso Artù!” le labbra di Hunit si aprono in un sorriso gentile “Merlino ci ha parlato tanto di te. Grazie per avergli fatto compagnia a Natale, ci sarebbe dispiaciuto molto se fosse rimasto da solo in un giorno così di festa”

Artù sembra essere preso un attimo in contropiede da quel ringraziamento e sorride un po' nervosamente.

“Perché non ci sediamo, Hunit? Avremmo tempo di chiacchierare con i ragazzi, ma sto iniziando a sentire la fame e la stanchezza del viaggio” interviene Gaius.

“Hai scelto davvero un posto carino, Merlino” commenta Hunit mentre tutti prendono posto a tavola.

“Sapevo che ti sarebbe piaciuto. Ci sono venuto con Gwen e Freya qualche settimana fa e ti ho pensato subito” Merlino sorride felice, facendo una piccola carezza sulla mano della madre “Si mangia anche molto bene”

“Tu c’eri mai stato Artù?”

Il biondo, che probabilmente non si aspettava di essere interpellato con una domanda così semplice, sembra ancora più a disagio e si ritrova a scuotere la testa.

“Non è molto il mio ambiente”

“Spero comunque che sarà di tuo gradimento” il sorriso non abbandona mai il viso di Hunit, mentre inizia a sfogliare il menù “È così bello essere qui con te, figliolo. Si sente la tua mancanza nel nostro vecchio palazzo”

“Cosa avete fatto per Natale?” si informa il ragazzo.

“Tua madre ha colmato la tua mancanza con la cucina e mi ha rimpinzato di cibo come se non mangiassi da mesi” risponde Gaius, facendo scoppiare a ridere Merlino, mentre Artù si limita ad un sorriso tirato, che al moro non sfugge: avverte chiaramente la rigidità dell’amico al suo fianco, come se fosse ad un esame e dovesse fare bella figura per forza. Non riesce davvero a capire perché faccia sempre così, come se non concepisse l’idea di non risultare perfetto davanti ai suoi amici o, come in questo caso, alla sua famiglia.

“Anche io ho cucinato” esclama il moro “Ma le cose non penso fossero buone come le tue, mamma”

“Hai imparato tutti i miei trucchi, sono convinta che alcune cose tu le sappia preparare meglio di me” ribatte la donna.

“Effettivamente abbiamo perfino fatto una torta con una ricetta improbabile, ma alla fine, tutto sommato, mi è sembrata buona, vero Artù?”

“Sicuramente è durata poco: credo che già il 27 non ce ne fosse più” dichiara il coinquilino e sia Gaius che Hunit ridono divertiti.

“Ce la rifarai la prossima volta, allora” Merlino annuisce alle parole della madre, che si gira verso Artù e gli domanda “Tu che cosa fai nella vita? Studi o lavori?”

“Ho iniziato da un paio di settimane l’università di legge” risponde Artù, subito interrotto da Gaius.

“Un futuro medico e un futuro avvocato nella stessa casa? Non vorrei mai passare nel vostro appartamento quando si avvicinano i vostri esami! Per favore, avvisateci, così resteremo ben lontani”

“Non so se ti sei accorto, Artù, ma Merlino sotto esame tende ad essere un po' stressato” commenta Hunit, guardando il figlio con una punta di orgoglio “Anche se dopo riesce sempre benissimo”

“Non iniziate a coalizzarvi, ora” si lamenta subito Merlino “Già ho Lancillotto e Gwen che sono fantastici come coach motivazionali, non me ne servono altri”

“Sì, signora, ho avuto il piacere di seguire Merlino nel suo studio dell’anatomia… ogni tanto avevo paura che venisse nella notte ad analizzare le mie ossa solo per avere una cavia umana” risponde invece il biondo, facendo scoppiare a ridere tutti.

“Oh, Artù, chiamaci pure per nome e dacci del tu. Non servono questi formalismi con noi” lo incoraggia la donna, con un sorriso, che subito viene ricambiato dal ragazzo.

Con l’andare avanti della cena, Merlino vede l’amico rilassarsi sempre di più: i muscoli sono meno in tensione, il suo sorriso è più spontaneo come anche le sue parole e sorride educatamente, mentre si informa della vita di Merlino a casa o dei lavori e degli hobby di Hunit e Gaius. Quando arrivano al dolce il moro finalmente ha ritrovato il suo coinquilino solare e alla mano che vede tutti i giorni e Hunit sembra davvero catturata da lui.

“Siamo così contenti di vedere che stai bene, tesoro, e che hai un amico che vive con te” dichiara la donna “Sai, eravamo un po' preoccupati per te”

“Sì?” domanda il moro, abbassando rapidamente lo sguardo e giocherellando con il cucchiaino con il dolce.

“Ci fa piacere vedere che Artù sia un così bravo ragazzo e hai fatto bene ad invitarlo a cena con noi, questa sera” aggiunge Gaius “Dopo Will avevamo paura che ti fossi un po' chiuso in te, ogni tanto tendi a farlo”

“Io non tendo a fare nul… aspettate, sapevate che io e Will non stavamo più insieme?” esclama incredulo il ragazzo “Ma avete proposto di andare a cena tutti e quattro!”

“In realtà non sappiamo proprio tutti i dettagli, se avete passato solo un brutto periodo o se la rottura sia stata definitiva. Quando abbiamo visto che avevi portato il tuo coinquilino abbiamo immaginato che eravate in un punto di non ritorno” dice Hunit, guardando verso Gaius.

“Come facevate a saperlo?”

“La mamma di Will è ancora la nostra vicina di casa, non scordartelo. E lui è tornato a casa a Capodanno: è venuto a salutarmi e ha detto che avevate avuto alcuni problemi” gli spiega la madre “Non ti abbiamo chiesto nulla al telefono perché volevamo aspettare di parlarti dal vivo, se ne avevi bisogno”

“No… insomma, ci hanno già pensato ampiamente i miei amici, non… non c’è bisogno di riaprire il discorso” risponde in fretta il ragazzo.

Gaius annuisce “Ma certo, ragazzo. L’importante è che tu sappia che la tua famiglia è dalla tua parte, in ogni caso”

“Lo so, zio, non preoccuparti. Grazie”

“Bene, lasciate che vada a pagare, così possiamo fare due passi” esclama Gaius, alzandosi e subito Merlino sente Artù irrigidirsi nuovamente al suo fianco, come agli inizi della cena.

“Aspetta! Lascia che paghi la mia parte” prova subito a dire, ma viene fermato da Hunit.

“Nemmeno per idea, Artù. Sei nostro ospite, lascia che ti offriamo la cena”

“Ma mi avete conosciuto solo stasera…”

“Non vedo quale sia il problema. Sei comunque un amico di Merlino” interviene lo zio “Rimani pure seduto, non preoccuparti”

Il biondo fa per replicare qualcosa, ma Merlino gli fa un cenno con la testa e ci ripensa.

“Allora vi ringrazio” commenta solo infine.

I quattro escono nella notte fredda e camminano un po' stretti nei loro cappotti pesanti, prima che sia Hunit che Gaius inizino a mostrare cenni di stanchezza visto il viaggio e la giornata lunga e quindi si congedano dai due coinquilini, dopo aver abbracciato Merlino e preso accordi per il giorno dopo. Artù ringrazia nuovamente e poi si dirige con il moro a riprendere la moto.

“Fa un freddo cane, non capisco perché dobbiamo prendere questa cosa quando potremmo benissimo andare in taxi” si lamenta Merlino, infilandosi il casco.

“Io ho te che mi stai così appiccicato che è come se avessi non una ma tre giacche addosso” ridacchia Artù, montando e scavallando la moto “Forza, muoviti, così te ne potrai tornare nel tuo bel lettino caldo”

Merlino non si prende la briga di rispondergli e sale dietro, stringendosi nuovamente ad Artù per cercare di racimolare quanto più calore possibile; l’altro, però, non accenna a partire.

“Che succede? Perché siamo fermi e al gelo?” chiede subito il moro, ma l’altro non gli risponde all’istante.

“Mi piace la tua famiglia” commenta, dopo qualche secondo.

“Cosa?”

“È… accogliente. Sì, accogliente. Piccola ma accogliente” mormora Artù “Un po' tipo il nostro appartamento…”

Merlino si sporge un po', per poter guardare il profilo del viso del biondo “Ti sei trovato bene?”

“Sì…” è quasi un sussurro la risposta del ragazzo “Tua madre è molto dolce. E anche tuo zio, si preoccupano per te. Devono tenerci molto”

“Siamo una famiglia, è normale preoccuparsi l’uno dell’altro” risponde il moro, con un sorriso che però Artù non può vedere.

“Tu hai davvero tante persone che si preoccupano per te”

“Anche tuo padre si preoccupa per te” commenta il moro “In maniera diversa, forse, ma si preoccupa del tuo futuro e del tuo avvenire. E anche Morgana, Leon e Parsifal vogliono solo il meglio per te”

Il ragazzo sente l’amico sbuffare divertito, ma invece Artù non sente un “E anche io” sussurrato da Merlino, perché il rombo della moto che parte sovrasta la sua voce già flebile.






Spazio autrice ehilà che belli che sono Gaius e Hunit

Ora, ditemi che non sono l'unica che ama Gaius perché, davvero, io lo vedo come un mentore straordinario. E volevo davvero inserirlo ad ogni costo, insieme ad  Hunit, perché mi sembrano due figure importanti nella vita di Merlino anche se, purtroppo, con la storia c’entrano poco. Però li ho voluti mettere e basta (uuuh quanto potere) e l'ho un po' sfruttato come modo per vedere le molte insicurezze di Artù e il modo dolce con cui Merlino inizia a guardarlo. Perché sì, anche se ancora non lo ammette, Merlino inizia a guardare il suo coinquilino ed anche Artù, sotto sotto, lo fa.
E appena ho pubblicato il capitolo scorso ho deciso che saprete il punto di vista di Artù su quel bacio, ma ovviamente non sarà così facile e vi farò aspettare (uuuh quanto potere pt.2). Per ora accontentatevi della quotidianità dei nostri due piccoli coinquilini amorevoli, perché secondo me è il primo segno di amore.
Ringrazio, come sempre, royal_donkey per la recensione allo scorso capitolo, per farmi ridere con ogni suo commento o messaggio, per ricordarsi sempre di me e per essere così legata alla mia storia, e ringrazio MAAE_8830 per la recensione allo scorso capitolo perché è sempre piacevole scoprire lettori/ recensori nuovi e perché scalda il cuore sapere che qualcuno aspetta i miei aggiornamenti.
Spero che non ci siano errori, come sempre sono di fretta e spero che le mie precedenti riletture siano state sufficienti a correggere ogni cosa.
A presto,
Felpie

 
   
 
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