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Autore: PrincessMiyu    09/09/2020    3 recensioni
Un incontro dettato dalla totale casualità, lascerà in Kagome ed Inuyasha un segno indelebile.
Due ragazzi dal carattere diverso, ma accomunati dalla grande passione per i film d’autore, che li porterà a scoprire che in comune non hanno solamente l’amore per le opere cinematografiche.
Un amore cercato, bramato, a tratti non corrisposto e anche sofferto, sono gli elementi perfetti di una storia d’amore meravigliosa che può essere migliore di qualsiasi film.
È davvero possibile che una pioggia di petali di ciliegio, possa far capovolgere completamente i mondi di due persone?
Ecco a voi la long di “At the beginning with you”!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 23: Epilogo. Pov Inuyasha
 
 
TRE ANNI DOPO
 
 
 
Sono passati quasi tre anni dal giorno in cui io e Kagome ci siamo dichiarati, e sono stati i più intensi della mia vita.
I primi mesi, superare la morte di mia nonna non è stato semplice ma Kagome mi è stata molto vicino e sono riuscito ad andare avanti. Credo che il momento più difficile sia stato proprio il giorno dell’apertura del testamento. Sentire quelle parole prettamente sue, ma pronunciate da un altro, mi aveva fatto ben capire che la nonna se n’era davvero andata.
La nonna ha diviso equamente alcuni beni appartenuti a mio nonno, compreso buona parte del proprio patrimonio, tra mio padre e mio zio, il resto lo ha lasciato a noi nipoti e a Kanade.
A Sesshomaru, in qualità di primogenito, ha lasciato la casa ad Hakone. A Kanade ha regalato un pezzo di terreno dove poter vivere in tranquillità in mezzo alla campagna e coltivare i suoi frutti. A me ha lasciato tutta la sua collezione di film e libri ma soprattutto un paio di oggetti che non mi sarei mai aspettato: una scatolina e una lettera che ho aperto appena mi sono trovato da solo.
Mi commosse vedere cosa c’era all’interno della scatolina, non mi aspettavo che la nonna avesse potuto fare una cosa simile. Quando lessi la lettera che aveva scritto solo per me, tutto mi è sembrato più chiaro e mi ha fatto rendere conto ancora di più di quanto sia stato fortunato.
 
 
Per quanto riguarda Sango e Miroku, sono più felici che mai. Sango ha partorito due gemelle che hanno riempito la vita di tutti noi. Lei è una mamma bellissima e Miroku la ricopre di premure e attenzioni di cui non lo credevo capace.
Dopo circa un anno dalla nascita delle bambine, finalmente hanno deciso di sposarsi, seppur con non poche difficoltà, e così ho potuto conoscere il famoso ex di Kagome, cioè Kohaku, il fratello di Sango. È stata una situazione alquanto imbarazzante sia per me che per lei ma alla fine è un bravo ragazzo. Anche lui e la moglie hanno avuto una bella bambina.
Ho avuto anche occasione di parlare con Kohaku da solo. Ammetto che inizialmente è stato difficile, perché non sapevo come sarebbe andata quella conversazione, però mi ha fatto capire che, anche se Kagome rimarrà per sempre il suo primo grande amore, sa che adesso lei è felice accanto a me, così come lo è lui con la moglie.
Ancora oggi ricordo ogni singola parola di quel giorno…
 
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- Amore, pensi che saranno d’accordo su questo regalo? - chiedo.
- Beh, dovranno accettarlo anche se non sono d’accordo. Sono anni che non si prendono del tempo per loro e con questo viaggio gli regaliamo anche po’ d’intimità. -
- E con le bambine? -
- Ci ho già pensato. Ho parlato con Kohaku e mi ha detto che si prenderanno cura lui e Kanna delle bambine, tanto non torneranno subito a Kyoto dopo il matrimonio. -
Già Kohaku, il famoso ex di Kagome. In occasione del matrimonio della sorella è tornato a Tokyo insieme alla moglie e sua figlia, ed anche lui, come Kagome, è il testimone di Sango e a causa di ciò abbiamo passato un bel po’ di tempo insieme.
All’inizio è stato imbarazzante e vedevo anche Kagome abbastanza a disagio, più che altro perché non vedendolo da tanto tempo e soprattutto dopo essersi lasciati male, non sapeva come comportarsi, così, per evitare ulteriori disagi, ha preso coraggio e ha chiarito con Kohaku tutto quello che avevano lasciato in sospeso e questo ha riportato serenità in entrambi.
Vedere Kagome finalmente serena e consapevole di aver scacciato i fantasmi del passato mi rende felice ma non riesco a fare a meno di essere un po’ ansioso. Sono sicuro al cento per cento dei sentimenti di Kagome e non ho di certo paura che Kohaku me la possa portare via, avendo anche una famiglia adesso, però ho questo senso di insicurezza che mi innervosisce.
Non ne ho parlato con Kagome perché sono consapevole che è un problema solo nella mia testa e non voglio farla preoccupare inutilmente. Sicuramente mi sentirò meglio appena lui riprenderà il volo per Kyoto, però mi sa che dovrò attendere un bel po’.
- Amore tutto a posto? Non mi stavi ascoltando per niente. – mi richiama la mia fidanzata.
- Scusami bambina ero sovrappensiero. Comunque va bene questo regalo, sicuramente anche Rin sarà d’accordo. Più tardi la chiamo e glielo dico.  –
- Non ti preoccupare ci penso io, devo sentirmi con lei tra un po’ così, appena ho anche la sua approvazione, prenoto subito. Adesso vado a farmi una doccia. – si alza dal divano e mi dà un bacio sulle labbra – Vuoi unirti a me? – sussurra staccandosi pochissimo dal mio viso.
- Non provocarmi donna. – stuzzico a mia volta per poi riprendere a baciarla con più passione, ma veniamo interrotti dal suono di un cellulare… il mio!
Ci stacchiamo scocciati da quella interruzione.
- Non conosco questo numero. – dico appena prendo in mano il telefono.
- Rispondi allora, potrebbe essere importante. Riprenderemo dopo. -  mi dà un altro bacio e si allontana verso il bagno.
- Pronto? –
- Ciao No Taisho, sono Kohaku Hirai. Scusami se ti chiamo così all’improvviso, mi sono fatto dare il numero da Sango. Spero non ti abbia infastidito.
- Ehm… no tranquillo. Hai bisogno di qualcosa? – rispondo un po’ titubante.
- Sono arrivate le fedi e sono andato a prenderle io perché Sango non poteva. Sapevo che dovevi tenerle tu e visto che sono in giro ho pensato di portartele. Per te è un problema se ci vediamo tra un po’?
- Va bene. Aspetto che Kagome esca dalla doccia e ti raggiungiamo. –
- Non ti preoccupare, non c’è bisogno che venga pure lei. Tanto devo solo lasciarti le fedi. –
- D’accordo. Allora ti mando un messaggio con la posizione. A tra poco. – accetto anche se poco convinto.
- Grazie No Taisho. A tra poco. –
Gli mando la posizione di un bar non troppo distante da casa. Avverto Kagome ed esco di casa.
Kohaku non tarda molto ad arrivare, si vede che si trovava già nei paraggi.
- Ciao No Taisho, ti chiedo ancora scusa per questa improvvisata. –
- Non ti preoccupare, anzi ti ringrazio, sei stato molto gentile ad essertene occupato. –
- Tranquillo, ero libero. - rimaniamo in silenzio per un po’ e poi lui riprende a parlare. - Posso offrirti qualcosa? Vorrei scambiare due parole con te. Sempre se non sei impegnato. - mi chiede con molta serenità e, senza pensarci troppo, accetto.
- Posso chiamarti per nome? Questa formalità sta iniziando a starmi stretta. –
- Certo. Nemmeno a me piace. – ammetto sincero.
- Perfetto! – prende un lungo respiro e ricomincia a parlare.
Ora sì che sono in ansia!
- Senti Inuyasha, sono qui non solo per darti le fedi, ma volevo fare due chiacchiere con te. Da solo. – spiega serio.
- Potevi chiedermelo semplicemente senza che usassi questa scusa. – cerco di essere più tranquillo possibile ma non nego che, anche se non è nemmeno iniziata, sono già nervoso per questa conversazione.
- Beh, non so tu, ma se mi avesse chiamato un ex della mia fidanzata chiedendomi di incontrarci per parlare, non so se avrei accettato così su due piedi, anche se le intenzioni sono del tutto innocenti. –
- Quindi vuoi parlare di Kagome? –
Annuisce semplicemente. Ordiniamo un paio di caffè e appena il cameriere ci lascia nuovamente soli Kohaku riprende.
- Inuyasha, innanzitutto volevo scusarmi con te se in qualche modo ti ho messo in imbarazzo o a disagio. Questa conversazione volevo farla già da tanto tempo, però devo ammettere che non è stato facile nemmeno per me. All’inizio pure io, quando ho rivisto Kagome dopo tanto tempo e con accanto un altro uomo, mi sono sentito fuori posto. Ovviamente tutto questo era dovuto non dai miei vecchi sentimenti ma per come erano andate le cose tra noi. –
- Perché mi stai dicendo tutto questo? Hai già chiarito con Kagome, come è giusto che sia. Non c’entro nulla in questo caso. – lo fermo subito leggermente infastidito.
Perché diavolo mi deve raccontare della sua storia con Kagome?
- È vero, con Kagome ho chiarito ma avevo bisogno di chiarire anche con te. Perché se fossi stato al tuo posto credo che un minimo di ansia l’avrei. –
- E dovrei averla? - ribatto con decisione.
- Assolutamente no! Se mi facessi finire di parlare capiresti che puoi stare tranquillo. – afferma lui.
In parte sono sollevato ma voglio sentire quello che ha da dire perciò lo faccio proseguire.
- Quando Kagome mi ha lasciato, il dolore che ho provato è stato immenso. Stavo così male non c’ho pensato due volte a scaricarle tutta la colpa, vomitandole tutte le mie frustrazioni e andandomene da Tokyo come se fossi stata la vittima. Mi consideravo il ragazzo perfetto che per lei avevo fatto di tutto e mi sono infuriato semplicemente perché non mi amava. Invece di cercare di comprendere cosa è andato storto, capire lei soprattutto, ho fatto in modo che fosse la strega della situazione, considerandola una persona incapace di amare. Che grande uomo sono stato, vero? – ammette con grande amarezza e io continuo ad ascoltarlo con attenzione.
Ora comincio davvero a capire come sia nata quella ferita nel cuore di Kagome. Ovviamente so come sono andate le cose, ma non credevo che questo senso di colpa le fosse stato inculcato.
- Kohaku, tutti possono sbagliare e tutti dicono cose che non pensano quando sono in preda al dolore e alla delusione. Sono il primo che a volte agisce senza pensare e dice cose che non pensa, però sai che Kagome alle tue parole ha creduto sul serio? Per anni è andata avanti con quella convinzione e per lei non è stato facile. -
- Lo so. Ci ho messo molto tempo per capirlo, ecco da cosa derivava il mio disagio nel vederla dopo tanto tempo. Poi quando l’ho vista con che occhi ti guarda, il sorriso che ti rivolge e come ti stringe a sé, mi ha reso davvero felice perché finalmente ha trovato la persona giusta per lei, come io l’ho trovata per me. – sorride e china leggermente la testa. – Ti voglio ringraziare per aver reso felice Kagome. Per me resterà per sempre una ragazza speciale e che merita tutto il bene del mondo. – alza il capo e mi guarda seriamente come se stesse aspettando una mia parola.
- Sembri un padre che mi sta concedendo la mano di sua figlia. – ironizzo cercando di alleggerire un po’ la situazione.
- Dici che ho esagerato? – sta al gioco facendo un mezzo sorriso.
Forse potrebbe pure starmi simpatico.
- Grazie per avermi parlato, però, come ti ho detto, era più importante che chiarissi con Kagome. – dico alla fine ritornando serio.
- Era importante anche parlare con te. Non volevo che continuassi a sentirti a disagio ogni volta che ci vediamo e volevo solo tranquillizzarti. –
- Ma non ero a disagio. – fingo per non far trasparire che aveva ragione.
- Sì certo, come non lo ero io. – risponde sarcasticamente strappandomi un sorriso.
Continuiamo a chiacchierare quando squilla il cellulare di Kohaku.
-È Kanna. Inuyasha ti devo lasciare, mi ha fatto davvero piacere parlare con te. – dice mentre lascia i soldi della nostra consumazione sul tavolino.
- Anche a me, Kohaku. –
- Giusto, quasi dimenticavo. – mette la mano in tasca e tira fuori una scatolina. – Eccoti le fedi. – me la porge.
- Mi ero dimenticato pure io, se lo sapesse Miroku non smetterebbe di rompere. – sorrido mentre l’afferro.
- Allora alla prossima Inuyasha. – mi saluta porgendomi la mano.
- A presto Kohaku. – la stringo con decisione e finalmente anch’io posso dire di essere sereno.
 
 
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Dopo quella chiacchierata è stato più facile per tutti e ci siamo potuti godere quel periodo in tranquillità.
Successivamente, Sango ha lasciato il suo lavoro al “TimeMagazine” per dedicarsi completamente a fare la mamma e alla musica con Miroku che, invece, ha iniziato ad avere un discreto successo grazie alla canzone dedicata a noi.
Ebbene sì! Quei pazzi ci hanno confessato che quella canzone era stata scritta pensando a noi e usando parole che noi stessi abbiamo usato.
 
 
Mia madre e mio padre hanno vissuto a Berlino per un altro paio d’anni per poi ritornare definitivamente a Tokyo, come anche mio fratello e famiglia che poco dopo si sono trasferiti ad Hakone, per la grande gioia di Rin e Kotomi.
Quando seppero di me e Kagome, mia madre pianse dalla felicità e mio padre, ancora più contento, riscosse i soldi da mio fratello. Ovviamente, quel padre e fratello degenere che mi ritrovo, avevano scommesso pure su di me. Per non parlare della felicità di mia nipote che ha iniziato a chiamare Kagome “zia” non appena Rin glielo ha detto e, parlando di lei, ha fatto un urlo talmente forte che credo lo abbiano sentito fino in Germania.
Che bello avere una famiglia che complotta alle tue spalle!
Invece i genitori di Kagome, dopo qualche tempo, hanno ottenuto definitivamente il divorzio. Non è stato facile per lei ma miracolosamente sembra che il loro rapporto sia migliorato. Hanno finalmente capito che non possono fare questo sia a lei che a Sota. Non si ameranno più, ma almeno sono riusciti ad instaurare un rapporto d’affetto e rispetto in modo da restare una famiglia.
“La squadra dei sette” continua a lavorare per noi. Per fortuna (sua!), Bankotsu ha smesso di stare dietro a Kagome e si è trovato una nuova vittima, Ayumi, l’amica di Kagome.
Non c’è mai un momento di pace con quest’uomo!
 
E Kikyo? Eh…
Lei non ha avuto più il coraggio di presentarsi, però non ha certo perso tempo a far diventare tutta la nostra storia di dominio pubblico. Infatti, circa un paio di mesi dopo la rottura, Eri e Ayumi ci mandarono una copia del giornale dove c’era scritto un articolo di gossip: “La famosa figlia di Hisaku Tama si racconta”.
Si può immaginare cosa abbia raccontato. Appena io e Kagome leggemmo l’articolo, ridemmo per mezz’ora (senza esagerare) per tutte le assurdità lette ma, grazie al cielo, questa faccenda non influenzò la vita professionale sia mia che di Kagome, così lasciammo correre senza fare nulla mettendola nel dimenticatoio, in quanto poi si è dimostrato solo fuoco di paglia.
 
Parlando di me e Kagome, invece, va tutto una meraviglia.
Dal giorno in cui abbiamo iniziato a stare insieme non ci siamo mai separati. All’inizio, sfruttavamo ogni singolo minuto per stare insieme perché il tempo ci sembrava sempre poco, addirittura non riuscivamo a dormire da soli, il mio umore cambiava totalmente da quando mi svegliavo da solo o con Kagome tra le braccia.
Ovviamente, come tutte le coppie, abbiamo avuto i nostri momenti difficili. Erano passati alcuni mesi dall'inizio della nostra relazione e Kagome aveva iniziato a comportarsi in modo strano; era sempre nervosa, irascibile, non potevo dirle nulla che mi aggrediva come una furia. Dopo l’ennesima sfuriata decisi di prendere il toro per le corna e, anche grazie all’aiuto di Sango, ho capito che cosa le stava succedendo. Aveva un ritardo del ciclo di parecchi giorni e aveva timore che un bambino, così presto, sarebbe stato un errore ma, soprattutto, aveva paura che col tempo le sarei rimasto accanto costretto solo dalle responsabilità. Era completamente terrorizzata all’idea che le cose tra noi potessero cambiare e che mi comportassi come con Kikyo.
Aveva sempre avuto paura d’impegnarsi perché era consapevole di non provare amore per il suo partener ma, in questo caso, aveva conosciuto una paura tutta nuova che non riusciva a gestire.
Al di là di ogni previsione, però, il test risultò negativo. La cosa ci risollevò il morale ma sicuramente questo episodio ci ha unito molto più di prima, facendoci affrontare tutto il resto insieme e soprattutto senza paure.
Grazie a Kagome ho capito cosa vuole dire essere una coppia e cosa voglio da questa, anche nell’intimità. Con Kikyo non riuscivo mai ad essere disinvolto o passionale. Certe volte tendevo a farlo quasi per obbligo e mi limitavo davvero allo stretto indispensabile; con Kagome, invece, è sempre tutto molto spontaneo e non mi stancherei mai. Non ho mai provato nulla del genere per nessuna, sono completamente pazzo di lei. Solo con lo sguardo riesce a trasmettermi tutto: amore, passione, dolcezza, gioia.
Ripenso alla strada che abbiamo percorso, ne abbiamo passate tante e questi tre anni di relazione ce li siamo goduti ogni giorno, istante dopo istante.
E quando sono arrivato alla conclusione che non potrei più vivere senza di lei, ho preso una decisione importante, proprio subito dopo il matrimonio di Sango e Miroku.

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- È stata davvero una cerimonia bellissima. Sono così euforica che non ho per nulla sonno! – dice la mia fidanzata mentre torniamo a casa.
- Mi spieghi perché ti sei scansata mentre Sango lanciava il bouquet? –
- Perché quell’affare mi porta solo sfortuna. L’ho preso due volte e subito dopo mi sono lasciata, perciò meglio evitare. –
- Allora hai fatto benissimo, anche se non sarà certo un mazzo di fiori a liberarti di me. –
- Meglio non rischiare comunque. –
- Visto che non sei stanca facciamo una piccola deviazione. – la informo continuando a guardare la strada.
- Deviazione? Ma amore è tardi e poi sono vestita così. – dice guardando il vestito elegante.
- Non preoccuparti sei perfetta. –
- E ovviamente non mi dirai dove stiamo andando. -
- Esatto! Anzi già che ci sei, mettiti questa sugli occhi. – le porgo la cravatta che mi ero tolto prima di salire in macchina.
- Addirittura! Ma è proprio necessaria? – chiede confusa.
- Ti fidi di me? – sorrido sghembo sapendo perfettamente che con questa domanda avrei ottenuto quello che volevo.
- Questo è un colpo basso. – gonfia le guance e senza chiedere altro si mette la cravatta per coprire gli occhi.
Guido per altri dieci minuti fino ad arrivare di fronte ad un edificio completamente deserto. Avviso Kagome che sento un po’ in difficoltà ma la rassicuro e scendiamo dalla macchina. La prendo per mano e ci incamminiamo verso il portone. Prendo le chiavi e apro, saliamo fino ad arrivare di fronte ad una porta. La faccio attendere un momento, giusto il tempo di attivare il generatore di corrente. Appena le luci sono accese, prendo la mia fidanzata e la conduco in quell’appartamento ancora vuoto, fino a farla arrivare alla porta-finestra che si affaccia ad un grande balcone.
Così decido di toglierle la cravatta per farle vedere il panorama: una distesa di alberi di ciliegio che incornicia perfettamente tutto il paesaggio.
- Inu, è meraviglioso... ma non capisco. Che posto è? – mi chiede guardandosi intorno completamente spaesata.
- Diciamo che ci sono un paio di cosette che ti ho omesso da un po’ di tempo. - confesso suscitando in Kagome tantissima perplessità, così continuo a parlare – Subito dopo che aprimmo il testamento di mia nonna, ti venni a prendere e andammo al nostro parco per fare una passeggiata. Ti ricordi cosa mi dicesti? –
- Che sarebbe stato bello vedere ogni giorno quegli alberi fuori dalla finestra, anche se non sempre in fiore. -
- Esatto! E per puro caso un giorno, mentre rientravo da lavoro, mi sono trovato di fronte a questo edificio che era ancora in fase di costruzione. In quel momento ho pensato a quella frase e non c’ho pensato due volte a chiamare l’agenzia per vedere il progetto. Così l’ho bloccata. Ho pensato che per noi sarebbe stata perfetta. Qualche giorno fa mi ha chiamato l’agenzia per dirmi che avevano ultimato i lavori e darmi le chiavi, così potevo iniziare le pratiche burocratiche per un eventuale trasferimento. Ora ci resta solo arredarla. – le sorrido.
- Per noi? Cioè… questa è casa nostra? - chiede confusa ma con voce emozionata.
- Certo, se tu lo vuoi. -
- Certo che lo voglio! - afferma piena di gioia saltandomi al collo e baciandomi con estrema dolcezza. Si stacca pochissimo da me – Non potrei essere più felice. È tutto perfetto! -
- Beh, non pensi che questo momento si possa migliorare in qualche modo? – dico leggermente dispiaciuto.
- La vedo difficile. -
-  Nemmeno se ti chiedessi di sposarmi? – chiedo con naturalezza.
- Cosa? – mi risponde completamente spiazzata con un filo di voce.
- Se ti dicessi che mi sono innamorato di te dal primo istante che ti ho vista ci metteremmo a ridere entrambi, visto il tempo che ci abbiamo messo. Però in un certo senso è stato così. Appena ti ho vista mi sei entrata dentro in maniera inaspettata e non facevo altro che pensare a te. Se mi chiedessero come mi vedrei tra dieci anni, risponderei… “Mi vedo con te. Magari a vedere gli oscar nella sala da pranzo di questa casa e con i nostri figli che sono a scuola. Ad ammirare insieme questo panorama mentre sorseggiamo il nostro amato caffè, anche quando saremo dei vecchietti circondati dai nostri nipoti. A guardare i film sul divano fino a tardi con i nostri popcorn.” Non importa cosa ci riserverà il futuro, la cosa che importa di più è che siamo io e te. - mi stacco leggermente per avere modo di arrivare alla tasca per prendere il regalo numero due.
Sicuramente il più importante di tutti.
Appena apro la scatolina di fronte a Kagome inizia a piangere portandosi le mani davanti alla bocca.
-Amore, è bellissimo. - dice emozionata.
- Ecco l’altra cosa che ti ho tenuta nascosta. Questo è l’anello con cui mio nonno ha chiesto a mia nonna di sposarla. Voleva che lo dessi alla persona più importante della mia vita, con la quale avrei voluto svegliarmi accanto ogni mattina, la quale mi illumina la giornata solo con un sorriso. Questa persona sei tu Kagome. Lo sei sempre stata, dal primo giorno che ti ho vista. – mi fermo un attimo per mettermi in ginocchio. – Perciò facciamo le cose per bene allora. - dico strappando un sorriso a Kagome che continua a piangere.
Lo so è un classico ma una volta nella vita si deve pur fare!
- Kagome Higurashi, mi faresti l’onore di diventare mia moglie? - chiedo finalmente con il cuore che tra non molto uscirà dal mio petto.
- Sì, lo voglio! –
Le infilo l’anello al dito e di slancio Kagome mi bacia con più passione stavolta. Ricambio il bacio e non abbiamo nessuna intenzione di fermarci.
- Ti amo da impazzire, Inuyasha No Taisho. – mi sussurra distaccandosi leggermente.
- Ti amo, signora No Taisho. Sarà meglio tornare a casa ora. –
- Sarà meglio, perché non vedo l’ora di togliere questi vestiti. – dice sensualmente mentre mi accarezza il petto.
- I miei o i tuoi? – inizio a provocarla.
- Indovina? – sussurra per poi mordermi il lobo dell’orecchio.
 
 
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E siamo arrivati ad oggi.
Dopo qualche tempo ci siamo trasferiti nella casa nuova e finalmente ci siamo sposati. Sono seduto sul divano e riguardo le varie foto poggiate sulle mensole e non posso fare a meno di sorridere. Oltre alla nostra prima foto alla festa aziendale, ci sono le foto dei nostri viaggi, tra cui anche quella del nostro viaggio di nozze a Los Angeles (non poteva essere diversamente), foto con i nostri amici e le foto del giorno più bello della nostra vita.
Era splendida quel giorno, ero talmente emozionato che ho rischiato di dimenticarmi tutte le promesse.
Non mi sarei mai immaginato che la mia vita sarebbe stata così perfetta… e siamo solo all’inizio.
La TV mi distoglie dal mio viaggio di ricordi.
- Amore, stanno per iniziare! – chiamo mia moglie che si trova in cucina a prendere i popcorn.
- Sì arrivo! –
- Che palle che lo dobbiamo vedere di mattina quando accade di sera. –
- Si chiama fuso orario, amore. Non ti lamentare, se fossi stato in Europa l’avresti visto a notte fonda invece, almeno così ce lo vediamo a pranzo. –
- Siamo usciti prima da lavoro di proposito. –
- Guarda che io sto lavorando. Sei tu che fai il lavativo. – mi riprende mentre si siede accanto a me con la ciotola di popcorn.
Siamo a casa a vederci gli Academy Awards. È quasi mezzogiorno quando a Los Angeles saranno tipo le 20. Ho lavorato fino a qualche minuto fa, così sono andato a prendere Kagome che, a differenza mia, è esonerata proprio per vedere in diretta gli oscar.
- Tsk! E io credevo che ti facesse piacere vederli insieme a me. –
- Di', piuttosto, che avevi il timore che me li vedessi con Hojo. –
- Dannata! Non ho timore proprio di niente. Per un tizio che si chiama “Hojo”, poi. –
- Ti dà fastidio nonostante siamo sposati e siano passati anni? – rivela dandomi un bacio a stampo che sa di popcorn. - Lo sai che ti amo ancora di più quando fai il geloso. – mi sussurra a fior di labbra.
- Ruffiana! – dico sorridendo. – Ma quando si mangia? –
- Il brodo si deve fare un altro po’. –
- Kagome, potevi tranquillamente preparare il ramen istantaneo, non c’era bisogno che lo facessi tu. –
- Ma non esiste che ti faccio mangiare cose istantanee. Devi solo aver pazienza. –
- Agli ordini, capo! –
 
Il programma incomincia, grazie ai Kami non mi sono sorbito tutta la parte del red carpet. Bella all’inizio, ma dopo ti annoia da morire.
Gustiamo poi un buonissimo ramen fatto da Kagome mentre vediamo le varie premiazioni. Altro che ramen istantanei!
 
- Peccato che anche quest’anno non ci siano statuette per l’animazione giapponese. –
- Già! Sicuramente vincerà “Toy Story 4”. Però non dimenticarti di “Parasite”, sono davvero curiosa che cosa vincerà. –
- La vedo dura. È stato un film che ha fatto parlare molto, ma lo sai come funziona e, in questo caso, il film ti piace o non ti piace. Non puoi usare la via di mezzo. –
- Esattamente! Ecco perché sono curiosa. - afferma Kagome con sorriso entusiasta mentre non vede l’ora che inizino le premiazioni.
Finalmente iniziano le premiazioni e siamo completamente elettrizzati nel sapere chi vincerà la categoria come miglior attore non protagonista.
 
 
*…E l’oscar va a … Brad Pitt per “C’era una volta…Hollywood”.*
 
 
- Evvai!- esultiamo insieme e Kagome annota tutta felice sul suo taccuino.
- Mi spiace molto per Joe Pesci. Purtroppo penso che Martin Scorsese quest’anno non vincerà molto. – dice dispiaciuta.
- “The Irishman” non è stato di certo il suo miglior film. – confesso e lei annuisce semplicemente.
Continuiamo a guardare le premiazioni in religioso silenzio fino a quando non stanno per annunciare la miglior regia.
- Ecco! Questo è uno dei premi più importanti. Dopo la grandissima sorpresa di “Parasite” come miglior sceneggiatura originale, non vedo l’ora di sapere chi vincerà ora. – ammette Kagome entusiasta.
- Se vince Quentin Tarantino, vince anche come miglior film. –
- Ci sono talmente tanti film che meritano la vittoria che c’è davvero l’imbarazzo della scelta. –
- A parte “Piccole Donne”. –
- Appunto! Se vince “Piccole Donne” spacco qualcosa. – afferma con fermezza. – Ecco! Stanno per proclamare il vincitore. –
 
*…E l’oscar va a…Bong Joon-Ho per “Parasite”.*
 
Rimaniamo letteralmente sconvolti appena Spike Lee legge il nome del vincitore. Restiamo senza parole per qualche minuto fino a quando è Kagome a parlare.
- Accidenti che colpo, chi se lo sarebbe mai aspettato. –
- Hai visto come si sono alzati tutti per applaudirlo? Vincere contro Tarantino, Scorsese e tanti altri più affermati non è un’impresa da poco. –
- Essendo poi un film sud coreano e avere così tanti consensi è davvero ammirevole. Hojo aveva proprio ragione che non era da sottovalutare. Dovrei ascoltarlo di più. – afferma mentre scrive sul taccuino.
- E sentiamo, quando te lo avrebbe detto? – chiedo facendo il finto arrabbiato.
- Amore, ma stai parlando seriamente? –
La guardo con sguardo truce aspettando con impazienza la sua risposta. Adoro provocarla, anche se Hojo davvero non lo sopporto.
- Come puoi essere geloso di una persona per cui non ho mai provato alcun tipo d’interesse, anche prima che ci mettessimo insieme. –
- Ma ti ricordo che con lui ci sei uscita. –
- Non sono uscita proprio con nessuno e poi, ti rinfresco la memoria, ho accettato di prendere un caffè con lui solo perché quello screanzato, che è tutt’ora mio marito, faceva tutto il fidanzatino perfetto con una scopa in culo. – risponde offesa gonfiando le guance come una bambina.
Quanto la amo, non riesco proprio a resistere.
Sposto la ciotola di popcorn, orami vuota, e mettendola sopra il tavolino di fronte il divano e senza tanti complimenti afferro Kagome e la stendo sotto di me. Rimane sorpresa dal mio gesto non staccando mai gli occhi dai miei. Inizio ad accarezzarle la gamba fino ad inserire la mano sotto il vestito e salire piano piano raggiungendo l’orlo dei suoi slip.
- Inu, devo lavorare. – dice appena ritorna alla realtà, anche se non è molto convinta. Senza dire nulla, prendo il telecomando e premo il pulsante della registrazione.
- Così puoi lavorare dopo. – afferro il suo taccuino e glielo tolgo dalle mani per poi continuare quello che stavo facendo. Scosto leggermente lo slip e inizio ad accarezzarla fino a spingermi oltre. - Sei mia, non dimenticarlo. – sussurro mentre il mio dito è dentro di lei, dandole piacere.
- È difficile dimenticarlo, specialmente col tuo anello al dito. – risponde ansimando buttando la testa indietro e spingendo il suo bacino contro la mia mano, volendo di più.
- Voglio sentirlo dire da te. – aumento il ritmo facendola gemere sempre di più.
- Il mio cuore, la mia anima e il mio corpo ti appartengono. Sono completamente tua. – ammette guardandomi con occhi pieni di passione.
Oddio quanto è bella! Mi odio da morire per quello che sto per fare.
- Ok! Adesso puoi riprendere a lavorare. – mi stacco da lei quasi di prepotenza lasciandola delusa oltre che sorpresa.
Nemmeno il tempo di allontanarmi e Kagome mi afferra il bacino con le gambe non lasciandomi indietreggiare. Di certo non ho realmente intenzione di fermarmi, ma mi fa impazzire questo suo lato intraprendente.
- Non ci penso nemmeno. Ora tu continui quello che hai iniziato. – mi minaccia sensualmente avvicinandomi sempre di più a lei e mettendomi le braccia intorno al collo.
- Perché dovrei. Se non si fosse capito era una punizione. – cerco di rimanere impassibile, ma con scarsi risultati specialmente grazie alla mia eccitazione che accarezza la femminilità di Kagome quasi come se la punizione la stessi subendo io.
La sollevo leggermente ancora attaccata a me per guardarla meglio e soprattutto per sentirla ancora di più.
- Punizione per cosa? Per amarti a tal punto di annullarmi pur di non perderti? – domanda non distogliendo mai lo sguardo da me, trasmettendo sensualità e dolcezza allo stesso tempo come solo lei riesce a fare.
- Non lo avrei permesso in nessun modo. – ammetto con sincerità non avendo più voglia di giocare.
La voglia che ho di lei è sempre più forte.
- E quindi maritino, che ne diresti di continuare a farmi vedere il paradiso? –
- Oh mogliettina, solo con te ho il permesso di andarci. Ti amo. –
- Ti amo anch’io. –
Iniziamo a baciarci senza mai staccarci. La ristendo sul divano e sposto la mia attenzione sul suo collo. Sento gli stessi brividi della prima volta, ma è ancora più bello, elettrizzante, eccitante.
 
 
Il viaggio è stato lungo ma intenso. Un viaggio che ripeterei altre mille volte, anche se è stata dura e in parte sofferta, aver avuto Kagome è stata la cosa più bella che mi potesse mai capitare.
Ripeso a quel giorno di aprile, quando la vidi per la prima volta. In cuor mio sapevo che quella ragazza era speciale, che sarebbe rimasta impressa nella mia mente, nel mio corpo, nella mia anima. Anche la nonna lo sapeva. La sua preziosa lettera è ben riposta nel mio comodino tra le pagine di uno dei libri che mi ha lasciato. È il ricordo più caro che ho di lei e mi ritrovo spesso a leggerla, sorridendo con tenerezza. Era una grande donna. Aveva capito tutto solo osservandomi.
Ho sempre cercato Kagome con ogni mio senso e ora che è tra le mie braccia posso catturare il suo calore, il suo profumo, il suo sapore, la sua voce, il suo sguardo.
Nessuno mi aveva detto che ti stavo per trovare, quello che hai fatto al mio cuore era inaspettato, quando ho perso la speranza e tu eri lì a ricordarmela.
Questo è l'inizio.
Già, amore mio! Questo è il nostro inizio. L’inizio del nostro nuovo viaggio.
Un petalo di sakura ha dato inizio a tutto e ora, anche se ancora non lo sapevamo, stavamo dando “vita” ad un nuovo inizio… ma questa è un’altra storia.
 
 
 
 
 
 
 
 
Fine
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“Caro Inuyasha,
ti scrivo questa lettera, ma non so quando la leggerai. Sai cos’è quella scatolina e ho deciso di darla a te perché voglio che tu la dia alla persona che reputi la più importante della tua vita, la persona con cui vuoi svegliarti accanto ogni mattina, la persona di cui non puoi fare a meno, la persona che ti illumina la giornata solo con un semplice sorriso, la persona con cui vuoi passare il resto della tua vita.
So che questa persona già la conosci, devi solo ammetterlo a te stesso e se segui il tuo cuore puoi stare certo che non sbaglierai.
Meglio fallire con la consapevolezza di aver provato e non vivere con il rimorso per non aver nemmeno tentato.
Ricordati di non chiederti mai come sarebbe stato.
Ti voglio bene.
Nonna”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolino svago
 
 
 
Le frasi in tra gli asterischi sono frasi dette in inglese.
 
 
 
 
 
Che dire… finalmente questo lungo viaggio è finito e posso dire che è stato meraviglioso. Per essere stata la mia prima storia non immaginavo che sarei riuscita a concluderla, ma soprattutto non credevo che molte persone si sarebbero affezionati ai “miei” Kagome e Inuyasha.
Non posso fare altro che ringraziare chi mi ha sempre sostenuto, letto, recensito e non. Ho conosciuto persone meravigliose, come la mia Yasha che ormai è diventata un pezzo di cuore, non so come ringraziarla e sicuramente senza di lei tutto questo non ci sarebbe stato che mi ha insegnato, supportato e sopportato xD.
Avevo tanto da dire, ma nel momento in cui ho iniziato a scrivere le ho perse tutte… spero che possiate perdonarmi e capirmi *_*
Per ora, questa storia si chiude… chissà se in futuro ci sarà dell’altro XD
Buon settembre a tutti :3
E se nel caso non vi rivedessi…. Buon pomeriggio, buonasera e buonanotte (supermega citazioni *ˆ*)
Un abbraccio
Princess Miyu :*
 
   
 
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