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Autore: DanilaCobain    09/09/2020    0 recensioni
A pochi mesi dalla rottura con il fidanzato, Sveva torna in Italia per lavoro dopo aver vissuto a lungo a New York. Si aspetta di trovare un po' di tranquillità e riposo dalla vita frenetica newyorkese ma deve presto ricredersi. Suo fratello Enrico, calciatore professionista, è determinato a farle trascorrere un'estate indimenticabile tra festini, serate in barca, vacanze improvvisate insieme ai suoi compagni di calcio, compreso Kieran, l'uomo più arrogante che Sveva abbia mai conosciuto. Tra i due è odio a prima vista. Kieran non sopporta l'aria saccente di Sveva, Sveva detesta i modi di fare di Kieran. Enrico non ha nessuna intenzione di rinunciare al suo migliore amico né tantomeno ai suoi piani per la sorella. Di tempo insieme ne passeranno parecchio e chissà che dietro tutto quel disprezzo possa nascondersi qualcosa di più potente.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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33

 

Kieran giaceva nel letto; il lenzuolo stropicciato gli avvolgeva parte dei glutei e una gamba, mentre la schiena era scoperta. I tatuaggi che la ricoprivano erano un insieme di intricati motivi che Sveva in quel momento stava percorrendo con le dita.

Lui si era addormentato subito dopo aver fatto l’amore, sfiancato dalla nottata insonne. Anche lei era stanca ma non riusciva a prendere sonno. In realtà quasi non riusciva a credere che si trovasse lì.

Si sentiva come se finalmente avesse il pieno controllo di se stessa anche se tutta la sua vita in quel momento, tutta la vita che aveva sempre pianificato con cura, stava aleggiando sospesa in una bolla. Si sarebbe potuta schiantare al suolo e frantumarsi in mille pezzi o innalzarsi verso vette mai conosciute e esplorate prima. Non era mai stata così bene.

Si alzò dal letto. I pensieri negativi e sconfortanti si affacciavano nella sua testolina ma le bastò lanciare di nuovo un’occhiata a Kieran per scacciarli. Le stavano dicendo che presto sarebbe tornata in Italia, che presto sarebbe iniziata la mancanza, i momenti per vedersi sempre più pochi. Ma era lì e non avrebbe permesso a niente di turbare quel momento. Era vero, presto sarebbe tornata a Milano ma non ci avrebbe pensato. L’ansia del dopo sarebbe servita solo a rovinarle il momento e lei si era ripromessa di vivere con più leggerezza.

Fece una doccia. Il sorriso non abbandonò mai le sue labbra. Si immaginò sola, a Milano, a rimuginare sul fatto che Kieran non fosse con lei, a rimpiangere tutto, se la sera prima non avesse avuto il coraggio di prendere il primo volo e partire, senza neanche sapere come avrebbe reagito lui.

Certo, il rischio era stato grande. L’ultima volta che si erano visti c’era stata una chiusura netta da parte di Kieran. Era stato lui a dire che le cose non avrebbero mai funzionato. Però, quel messaggio, quel mi manchi, aveva riaperto tutto nel cuore di Sveva.

Non poteva essere più felice di così. E in effetti sarebbe stata felice in ogni caso, perché aveva avuto il coraggio di fare qualcosa che non avrebbe mai fatto prima. Si era messa alla prova e aveva superato i suoi limiti. Era stata folle e sconsiderata, eppure l’energia vitale che sentiva dentro in quel momento era impareggiabile.

Quando uscì dalla doccia lui era sveglio e stava parlando al telefono, in svedese. Le sorrise e subito dopo chiuse la conversazione.

«Era Helena. Le ho detto che sei qui.»

Sveva accennò un sorriso e si sedette sul letto accanto a lui. «Avrà pesato che sono fuori di testa.»

«In effetti ha detto che non se lo sarebbe mai aspettata da te ma forse con questo gesto l’hai conquistata ancora di più. Mi hai reso felice e lei mi vuole bene.»

La attirò a sé facendo sì che l’accappatoio scivolasse, e una porzione abbondante di pelle della spalla e del collo vennero alla luce. Le diede un bacio, mentre le dita accarezzavano la parte scoperta, con la chiara intenzione di insinuarsi più giù.

«Quindi sei felice…» fece lei, sorridendo sulle sue labbra.

«Tu no?» Kieran le scostò i capelli dal volto e fissò gli occhi in quelli di lei. Sveva non aveva mai provato un trasporto tanto grande per un uomo. Bastava davvero un solo sguardo di Kieran per farla sciogliere completamente.

«Sì, io sì.»

Si baciarono per un po'. Kieran cercò di toglierle completamente l’accappatoio ma lei faceva di tutto per non lasciarglielo fare. Solo per giocare, per non dargliela vinta. E fu proprio in quell’istante che si chiese che tipo di vita avrebbero vissuto insieme se lei si fosse trasferita lì. Non ci stava pensando davvero. O forse sì?

«Lo sai, hai avuto un tempismo perfetto» disse lui spezzando i suoi pensieri, mentre le mordicchiava un lobo e glielo solleticava con la lingua. «Oggi ho un appuntamento per vedere alcune case. Così possiamo sceglierne una insieme.»

Sveva prese il volto del ragazzo tra le mani e si tirò indietro sul letto per poterlo osservare meglio. Sembrava averle letto nel pensiero.  «Kieran, scegliere una casa insieme è un passo molto importante. Sei sicuro di volerlo fare? Non devi sentirti obbligato solo perché in questo momento sono qui e tu sei preso dall’euforia.»

«Sveva, pensavo avessi capito come sono fatto. Pensavo di piacerti proprio per questo. Dico e faccio solo quello che voglio, e voglio che scegliamo una casa insieme. Se sei tu a non sentirtela…»

«No, io voglio.» rispose subito. Come se avesse paura che lui potesse cambiare idea, come se avesse paura lei stessa che quella magia potesse finire.

Kieran la strinse, affondando il viso nell’incavo del suo collo. «Sono un uomo fortunato.»

In quel momento, qualcuno bussò alla porta.

 ***

Kieran a malavoglia abbandonò il tepore del corpo di Sveva stretto al suo. Infilò un paio di pantaloncini e andò ad aprire la porta. Non aspettava nessuno, e non aveva idea di chi potesse cercarlo. In genere se c’era qualcuno per lui la reception lo avvertiva sempre prima.

La persona che si trovò davanti era l’ultima che avrebbe voluto vedere in quel preciso istante. Annelie.

«Kieran. Stai ancora dormendo?» Lei fece per entrare ma lui non si mosse. Annelie si morse il labbro e lo fissò. «Che succede?»

«Avevamo un appuntamento?» Chiese lui.

«No. Ma sono passata per portarti a pranzo fuori. E per parlare di quello che è successo stanotte. Non mi fai entrare?»

Kieran si irrigidì e lanciò un’occhiata dentro, verso la camera da letto dove c’era Sveva. «Sono con una persona adesso, non posso.»

Annelie strabuzzò gli occhi. «Mi hai mandata via per chiamare una escort? Fammi entrare, non mi scandalizzo mica.» Sembrava risentita.

«Ma che dici, quale escort? Sono con la mia ragazza.»

«La tua che? Non mi hai mai detto di avere una ragazza.» Fece ancora un passo verso la porta, ma Kieran rimaneva immobile. Percepì dei movimenti nella stanza e con la coda dell’occhio scorse Sveva che si aggirava nella camera da letto.

«Annelie, ora non è il momento. Ti chiamo dopo, va bene?»

«No che non va bene!» Il tono di voce si era fatto più alto e dall’occhiata che gli stava lanciando ora sembrava in collera, come un’amante tradita.

Kieran dovette fare un profondo respiro per calmarsi. L’atteggiamento di Annelie era incomprensibile ai suoi occhi e di certo non aveva intenzione di trattarla male ma se Sveva…

«Chi è?»

Kieran spostò lo sguardo di lato. Sveva si era vestita e gli sorrideva. Lui scosse la testa, gli occhi che tradivano la colpa. Non poteva certo sbattere la porta in faccia alla sua assistente, così si scostò per lasciarla entrare, tenendo lo sguardo fisso in quello di Sveva. E lei passò dall’essere serena e felice a diventare seria e chiusa quando vide entrare Annelie.

Lui era infuriato con se stesso per aver permesso alla ragazza di entrare così tanto in confidenza da essere irriverente e voler per forza entrare in quella dannata stanza. Le due ragazze si studiarono per pochi secondi. Fu Annelie a parlare per prima.

«Ciao, io sono Annelie.»

Le spalle di Sveva sembrarono rilassarsi. «Oh. Ciao. Kieran mi ha parlato di te.» Allungò una mano verso di lei. «Io sono Sveva, molto piacere.»

Annelie sollevò un sopracciglio. Non fece un passo e incrociò le braccia al petto. «Ah, ti ha parlato di me? Strano, perché a me invece non ha detto una parola su di te.»

«Annelie era passata per vedere se avevo bisogno di qualcosa, ma sta andando via.» Lo sguardo che lanciò alla ragazza avrebbe fatto paura a chiunque e non ammetteva repliche.

«Non vedo perché avrebbe dovuto parlartene», rispose Sveva. Qualsiasi cosa stesse pensando non trapelava nulla dal suo sguardo calmo. Kieran la guardò ammirato e ammaliato. Possibile che fosse così perfetta? Evangeline avrebbe aggredito verbalmente Annelie in meno di due secondi, magari anche qualche altra ragazza se la sarebbe presa, invece lei manteneva un controllo e una classe da fare invidia. Si aspettava comunque che le chiedesse delle spiegazioni sul comportamento di Annelie.

Un comportamento assurdo, per quanto potesse vedere Kieran. Assurdo perché non capiva tutto quell’astio nei confronti di Sveva. O forse si sentiva solo tradita da lui per non essere stata messa al corrente della sua relazione. Kieran però non aveva tradito nessuno, perché fino a qual momento non aveva avuto nessuna relazione.

«Beh dice che sei la sua ragazza mentre fino a ieri era single.»

«Già.» Sveva lo guardò e sorrise. Un sorriso intimo e complice. «Fino a ieri era single. Sei la sua assistente, giusto? Io sono Sveva Romanini, non so se hai presente il calciatore Enrico Romanini. È mio fratello. Prima che Kieran partisse abbiamo avuto una storia ma è durata poco. Per questo non ti ha parlato di me. Non c’era niente da dire.»

«Non è vero che non c’era niente da dire. Solo che ho preferito tenerlo per me.» Kieran guardò Sveva, cercando invano di sfiorare la sua mano. Forse ci era rimasta male. Di sicuro ci era rimasto male lui quando l’aveva sentita pronunciare l’ultima frase. Se le stava facendo del male in quel momento doveva saperlo.

«Beh, non so cosa dire. Scusatemi tanto per l’interruzione. Scusami Kieran, magari ci sentiamo. Se avete bisogno, chiamatemi.»

«Aspetta un attimo» fece Kieran. La ragazza aveva il viso imbarazzato, quasi come se si stesse vergognando della reazione che aveva avuto di fronte a quella situazione. Kieran seppur infastidito non voleva lasciarla andare così. Era pur sempre una sua amica.

«Sveva, ci puoi lasciare un attimo da soli?»

E sapeva benissimo che avrebbe dovuto fare i conti con lei dopo, ma meglio affrontare tutto subito. Sveva accennò un sorriso a Annelie, la salutò, e scomparve in camera, chiudendo la porta per lasciare loro maggiore privacy.

 

Ciao a tutti! 
Volevo solo informarvi che la prossima settimana pubblicherò due capitoli, il 34 e l'epilogo. 
Sì, la storia giunge al termine... Grazie veramente di cuore a tutti voi che state leggendo. Lasciatemi un commento, se vi va, facciamo qualche supposizione su come andrà a finire! 
Un abbraccio grande

Danila
   
 
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