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Autore: _sesshomary    09/09/2020    2 recensioni
A distanza di un anno dalla fine della storia di Inuyasha succede qualcosa di nuovo e inaspettato. In attesa del nuovo anime che sarà il seguito di Inuyasha, io voglio dare la mia visione di come è andata avanti la storia.
Spero vi piaccia, buona lettura.
Tratto dal nono capito: “Mi è piaciuto questo bacio, perché ti sei allontanato?” gli chiesi, desideravo ancora baciarlo. Era stata la prima volta per me e mi sentivo soggiogata da quella splendida sensazione di benessere che mi aveva dato.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il tempo scorreva velocemente e adoravo trascorrerlo con Rin, una così dolce bambina, sempre sorridente e pronta ad aiutare tutti al bisogno. Un giorno mi raccontò che non ricordava più sua madre e che le mancava molto una figura materna ma che, nonostante questo, non smetteva mai di sorridere e di donare affetto agli altri. Ero sempre più affascinata della facilità con cui Rin riusciva a farsi spazio nel cuore di chi le stava accanto. Anche a me è successo lo stesso, mi è entrata nel cuore dal primo istante in cui l'ho vista, rendendomi le giornate più luminose con i suoi sorrisi. Con il suo calore ero riuscita a non pensare ai miei genitori e all'episodio della mia aggressione.
Ormai erano passati due mesi dal mio arrivo in quel villaggio e io e Rin eravamo rimaste da sole, la vecchia Kaede ci aveva lasciato da qualche settimana. La sua perdita aveva scosso tutto il villaggio e avevamo celebrato un funerale degno di lei. A sostituire Kaede ci avrebbe pensato Kagome.
Ci trovavamo nella capanna quando ad un tratto sentimmo bussare alla porta. Subito andai a vedere chi era che ci cercava e mi trovai davanti un piccolo demone che mi squadrava perplesso. Subito dietro di me comparve Rin che tranquilla si avvicinò alla creatura.
“Ciao Jaken, è venuto a trovarmi il signor Sesshomaru?” disse lei raggiante, lasciandomi perplessa. -Chi era questo piccolo demone? E soprattutto chi era quello che Rin chiamava signor Sesshomaru?-
“E lei chi è?” chiese il piccolo demone a Rin.
“Oh lei è venuta a vivere qui da circa due mesi e ora che non c’è più Kaede, mi accudisce e cerca di darmi tutto ciò di cui ho bisogno” rispose Rin sorridente.
“Piacere, io sono Hideko” dissi al demone.
“Io mi chiamo Jaken” rispose lui.
“Hideko, vado con Jaken per incontrare il signor Sesshomaru vuoi venire con noi? Sai, lui prima che io venissi a vivere qui al villaggio mi ha salvato la vita e mi ha sempre protetta. Vorrei che lo conoscessi” mi disse lei con uno sguardo dolce per cercare di convincermi e io annuii sorridendo.
Ci incamminammo quindi nel bosco e poco dopo mi trovai davanti la figura di un demone meraviglioso, dai lunghi capelli argentei e gli occhi dorati come quelli di Inuyasha. Anche se a differenza sua aveva due segni su ciascuna guancia e uno spicchio di luna sulla fronte. -Che siano fratelli?-
La piccola Rin gli si avvicinò calorosa e lui con un gesto piuttosto freddo le accarezzò il capo.
“Ciao Rin, come stai?”
“Adesso bene, signor Sesshomaru. Ma qualche settimana fa Kaede ci ha lasciati. Ero molto triste, per fortuna con me c’è lei ora” riferì la piccola, mi indicò sorridendomi e io le ricambiai il sorriso. Subito dopo il mio sguardo incrociò quello di Sesshomaru e rimasi abbagliata. Il suo sguardo freddo e penetrante era riuscito a catturarmi.
“Io sono Hideko, piacere di conoscerla” dissi senza distogliere lo sguardo, perché pur volendo non ci sarei riuscita. Mi sentivo incatenata.
“Piacere mio” rispose lui con la sua voce fredda e calma.
Sesshomaru si avvicinò con eleganza a Jaken e gli diede un colpo con il piede, il piccolo demone barcollò per un istante e poi si mise nuovamente in posizione eretta. Si diresse di fretta verso Rin e le consegnò un pacchetto.
“Rin questo è tuo” disse Jaken, porgendo alla piccola il pacchetto, incartato per bene con una bellissima carta dorata.
Stavo osservando curiosa la scena, ma mi ero sentita per tutto il tempo osservata. Alzai lo sguardo tranquilla e notai che Sesshomaru mi fissava. Per quanto quello sguardo fosse tutt’altro che rassicurante la sensazione che provavo, sentendo quegli occhi puntati su di me, era proprio di sicurezza.
Rin scartò in fretta il pacco e tirò fuori un bellissimo kimono. Era di colore rosa tenue con dei disegni astratti sul blu.
“Grazie signor Sesshomaru! É bellissimo” esclamò lei raggiante, stringendo fra le sue mani il nuovo kimono.
Poi, quell’insolito demone dall’aspetto glaciale di nome Sesshomaru senza proferire parola si voltò e si allontanò insieme a Jaken.
“Ciao signor Sesshomaru” disse Rin, ma non ricevette nessuna risposta.
Rin non rimase affatto delusa e si avvicinò a me mostrandomi il suo nuovo kimono.
“Non è bellissimo?” mi chiese, contenta. 
“Sì, è stupendo” le dissi abbracciandola, poiché sentivo che aveva bisogno di affetto.
“Ora però torniamo a casa, è ora di mangiare" continuai prendendola per mano e dirigendomi verso il villaggio.
La visita di Sesshomaru mi era sembrata fosse durata al massimo un paio di minuti, invece era passata all’incirca mezz’ora da quando era venuto Jaken a chiamare Rin. Il deciso bagliore del sole e il leggero calore del giorno erano completamente scomparsi lasciando spazio al tenue riflesso della luna e al freddo della notte. Forse però il brivido che continuavo a sentire lungo la schiena non era dovuto al freddo.
Dopo cena ci preparammo per andare a dormire. Dormivamo insieme sin dal primo giorno, nonostante la stanza di Kaede fosse ormai vuota.
Rin si sdraiò sul futon e io feci lo stesso accanto a lei, prendendola tra le mie braccia. Quella notte volevo dormire abbracciata a lei, perché quel contatto rilassava entrambe e poi il brivido che sentivo non era ancora scomparso e speravo con tutta me stessa di poter trovare quella sensazione di calore che da quel tardo pomeriggio era svanita.
La mattina seguente mi sentivo un po' meglio. Il freddo era svanito e mi sentivo più tranquilla della sera precedente. Quella mattina io e Rin avevamo deciso di preparare dei pacchettini di erbe medicinali da consegnare agli abitanti del villaggio, quando venne a trovarci Kagome. Ormai la sua pancia cresceva rapidamente e mancava poco al termine della gravidanza. Rin senza proferire una parola corse ad abbracciarla.
“Dovresti stare a riposo, manca poco meno di un mese al termine della gravidanza” la rimproverai, ma con dolcezza.
“Avevo voglia di camminare. Quando lo faccio lei qui dentro si rilassa e smette di prendermi a calci” mi disse lei toccandosi la pancia.
“In effetti hai ragione, è come se i bambini si sentissero cullati quando la donna che li porta in grembo cammina. Ma sei così sicura che sia una femminuccia?” aggiunsi io sorridendo, riferendomi al pronome che aveva appena pronunciato.
“Io sono sicura che sia una femminuccia, ogni volta che mi avvicino è come se me lo dicesse” si intromise Rin guardandomi negli occhi. Io la guardai di rimando, sembrava così sicura.
“Come avete intenzione di chiamarla?” chiesi poi io a Kagome.
“Se è femmina Moroha e se è maschio Inumaru”
“Sarà femmina, ne sono certa” ribattè subito Rin sorridente.
Sia sul mio volto che su quello di Kagome si formò un sorriso rassicurante.
Poco dopo arrivarono anche Inuyasha, Sango e Miroku con i tre pargoli.
“Noi tre abbiamo un lavoro da fare. Hideko tu saresti disposta a guardare i nostri piccoli, senza far stancare Kagome?” mi chiese cortesemente Sango.
“Ma certo che posso, devo ancora sdebitarmi con voi, siete stati così gentili con me” risposi andando verso la donna per prendere in braccio il piccolo Tadashi che era sveglio e vispo, ma tranquillo.
“Zia, possiamo giocare con Rin?” mi chiesero Hana e Yuki all’unisono.
“Ma certo. Dai Rin, portale a giocare fuori. Mi raccomando, per qualsiasi cosa chiamami subito e fate attenzione” dissi e subito le vidi uscire tutte e tre allegre.
“Sango, Tadashi ha bisogno di qualcosa?”
“Ha mangiato poco fa, quindi potrebbe voler essere cambiato. Grazie”.
“E’ ora di andare. Mi hanno detto che i demoni che dobbiamo eliminare sono abbastanza forti, per questo c’è bisogno dell’aiuto sia di Sango che di Inuyasha” mi spiegò Miroku uscendo dalla capanna, seguito subito da Sango e Inuyasha.
Intanto Kagome continuava a fare avanti e dietro nella capanna.
“Posso provare a farti una tisana per calmarla?” le chiesi.
“Può essermi utile, oggi è proprio agitata” mi rispose lei sorridendo. Preparai la tisane e lei bevve rapidamente, era stanca di camminare. Ogni sorso che beveva sembra darle un po’ di sollievo e sinceramente lo speravo. Il viso di Kagome mostrava tutta la stanchezza e lo stress di quei giorni. Più si avvicinava il parto e più sarebbe stato difficile tenerli a bada.
Finalmente dopo qualche minuto del termine della tisana la piccola, ormai anche io davo per scontato fosse una femmina, sembrò calmarsi così Kagome si sedette accanto a me.
“Ieri ho conosciuto il signor Sesshomaru. Rin mi ha detto che è una figura molto importante per lei e che le ha salvato la vita” dissi io rompendo il silenzio. Avevo intenzione di fare conversazione e c’era un argomento di cui mi premeva parlare con qualcuno, per quanto Rin fosse matura non era la persona a cui chiedere informazioni.
“Sai, Sesshomaru è il fratellastro di Inuyasha, però, a differenza sua è un demone completo”.
“Avevo notato una certa somiglianza” aggiunsi ripensando a quegli occhi luminosi ma allo stesso tempo cupi che mi avevano rapito sin dal primo sguardo. Ed ecco spiegato perché aveva quei segni sul volto che Inuyasha non aveva; per non parlare delle orecchie che invece possedeva solo Inuyasha.
“Non sono andati mai molto d’accordo, però ultimamente sembra che i dissapori tra loro si siano calmati. In effetti non si vedono molto spesso, ma si rispettano”.
“Capisco” le risposi.
“Sesshomaru in genere non apprezza molto gli esseri umani, ma è molto affezionato a Rin anche se non sembra”.
“No, non sembra affatto. A parte il kimono che le ha regalato e una piccola carezza, non le ha dato nessun segno d’affetto”.
“Rin però ormai lo conosce bene e il solo fatto che venga a trovarla per lei vale più di ogni altra cosa. Probabilmente quando sarà grande tornerà a stare con lui”.
“Ah si?” dissi io preoccupata da quelle parole del tutto inaspettate. Se Rin se ne fossa andata con Sesshomaru, mi sarebbe dispiaciuto tantissimo, averla accanto era talmente tanto bello che associavo a lei quella sensazione di tranquillità che avevo appena ritrovato.
“E’ stato il patto che hanno stipulato prima che lui la lasciasse qui al villaggio. Lei non voleva allontanarsi da Sesshomaru, ma lui si era lasciato convincere dall’anziana Kaede a lasciarla vivere nuovamente tra gli umani affinché riprendesse fiducia in loro. Sesshomaru sarebbe tornato a farle visita qualche volta e fino a che lei non gli avesse chiesto di tornare con lui. Probabilmente Sesshomaru aveva paura che non sarebbe riuscita ad ambientarsi qui, ma Rin ha un animo estremamente buono ed ha subito ritrovato la fiducia nel genere umano”.
Rimasi in silenzio, non sapendo cosa rispondere. Le parole di Kagome mi avevano rattristata.  
Il piccolo tra le mie braccia, quasi avvertisse la mia inquietudine, iniziò a dimenarsi e scoppiò a piangere. Così, presi a cullarlo mentre Kagome mi si avvicinò.
“Posso provare a calmarlo io? Dovrò abituarmi presto”.
“Certo, tieni” risposi allungando le braccia per porgerglielo.
Al contatto con Kagome, il piccolo si tranquillizzò subito e si addormentò pochi minuti dopo.
“Sai, pensavo sarebbe tornata da lui dopo la morte di Kaede, ma non l’ha fatto e credo sia principalmente a causa tua. È probabile quindi che Rin decida di restare qui, visto che ormai è parte del villaggio e tutti le vogliono un gran bene, soprattutto” come se avesse percepito la mia inquietudine, Kagome continuò cercando di rassicurarmi, sempre cullando il piccolo tra le braccia. Il tentativo però non andò a buon fine, perché le uniche cose a cui riuscivo a pensare era ad un futuro da sola.
Passarono delle ore, le gemelle e Rin erano rientrate e giocavano con il piccolo Tadashi che Kagome con molta abilità aveva cambiato da poco. Poco dopo rincasarono anche Inuyasha, Sango e Miroku.
“Tesori di papà siamo tornati, vi siete divertiti oggi?” disse gioviale Miroku rientrando in casa e rivolgendosi ai suoi figli.
“Sì, tanto papà” risposero le gemelle all’unisono correndo ad abbracciare il padre.
Kagome si alzò e si diresse verso Inuyasha.
“E’ ora di andare, ci vediamo domani” mi disse Kagome mentre Sango e Miroku prendevano con loro le gemelle e il piccolo Tadashi.
Mi salutarono ed uscirono dalla capanna lasciandomi da sola con Rin. La mia mente non riusciva a non pensare a quello che mi aveva detto Kagome.
“Hideko, sei pensierosa, c’è qualcosa che non va?” mi disse Rin avvicinandosi a me.
Le accarezzai una guancia e la guardai negli occhi.
“No” le dissi in un sussurro. “Sono un po’ stanca” aggiunsi cercando di non farle notare la tristezza che sentivo dentro.




Ecco il nuovo aggiornamento, mi farebbe un sacco piacere sapere cosa ne pensate!
A presto :)
   
 
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