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Autore: Aya88    09/09/2020    0 recensioni
Questa storia raccoglie i frammenti di un amore segreto, tratteggiandone le varie sfumature e l’evoluzione quotidiana.
“Complice la semioscurità multicolore del soggiorno, adattato a pista da ballo, un braccio le cinse la vita da dietro e Sakura fu subito travolta dal profumo familiare del dopobarba e dal soffio caldo del suo respiro. Stretta contro il petto del suo maestro, perse ancora una volta la razionalità.”
Paring KakaSaku
I diversi capitoli possono essere letti anche separatamente. Il primo capitolo corrisponde al sommario.
Questa raccolta partecipa alla "Corsa delle 24 ore - VII edizione", alla “Corsa delle 48 ore – IV edizione” e alla Hurt/Comfort Time, organizzate dal forum la “Torre di carta”
Genere: Hurt/Comfort, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kakashi, Hatake, Sakura, Haruno
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ombre in agguatoIl prompt a cui si ispira questa storia è ricavato dall'iniziativa Hurt/Comfort Time indetta dal forum Torre di Carta.



Prompt: A resta ferita durante la fuga, restando indietro - B, ignorando le parole di C, corre in suo aiuto


La fuga veloce dei tre jounin era accompagnata dal rombo lontano di alcune esplosioni, ripercussioni dell’incendio scoppiato in un palazzo della città alle loro spalle.
Il rotolo recuperato durante la missione era stretto tra le mani di Anko, che correva rapida in prima linea, saltando da un albero all’altro.
Kakashi avrebbe dovuto concentrarsi per coprirle le spalle da possibili attacchi.
Anche se erano riusciti a seminare i ninja nemici, infatti, l’importanza dell’oggetto trafugato era tale che i loro inseguitori non vi avrebbero rinunciato tanto facilmente.
La preoccupazione per la kunoichi accanto a lui si scontrava però con quel pensiero razionale, spingendolo a guardare ogni tanto verso di lei: soffocando silenziosamente il dolore, Sakura si sforzava di sostenere il ritmo della loro corsa, con un’espressione sofferta ma determinata sul viso.
Era stata ferita alla gamba durante uno scontro e la necessità di allontanarsi in fretta non le aveva concesso il tempo nemmeno per curarsi superficialmente.
Il copia-ninja avrebbe voluto fermarsi per consentirle di farlo, perché ogni suo lamento represso era una pugnalata lancinante nella schiena.
Non ricordava quando se ne fosse reso conto per la prima volta, ma ormai gli era chiaro che partecipare a una missione con lei metteva in serio pericolo la sua professionalità e il suo proverbiale sangue freddo. Non appena sarebbero tornati a Konoha, avrebbe trovato una scusa convincente e richiesto a Tsunade di non affidargli incarichi che prevedessero la presenza della kunoichi.
Quella decisione si era consolidata nella sua testa da pochi istanti, quando Sakura mise male il piede su un ramo e scivolò davanti ai suoi occhi; il jounin provò senza successo ad afferrarla per un braccio, tuttavia la giovane donna riuscì miracolosamente a utilizzare il chakra per aggrapparsi al tronco di un albero e frenare la propria caduta, ritrovandosi a terra solo con un piccolo tonfo.
D’istinto Kakashi si fermò, guardandola mentre si sedeva esausta, e prima ancora che si muovesse la voce di Anko lo riprese.
“Hatake, non abbiamo tempo!” disse secca, accortasi subito dell’intera situazione ma ligia al proprio dovere. “È perfettamente in grado di cavarsela e tornare da sola, ora la priorità è portare il rotolo al villaggio,” spiegò senza battere ciglio.    
Il copia-ninja era consapevole che la kunoichi aveva ragione, eppure l’idea di abbandonare Sakura ferita e stanca, con i nemici alle loro calcagna, gli era insopportabile.
“Va avanti, ti raggiungiamo tra qualche minuto, ” replicò atono.
Poi saltò giù dall’albero su cui si trovava per raggiungere la sua ex-allieva, ignorando le proteste irritate della compagna di squadra che dopo qualche istante decise di proseguire verso Konoha, sbraitando qualcosa di poco chiaro su un rapporto da scrivere e sulla pellaccia che si augurava riuscissero intanto a riportare a casa.
Quando Kakashi si inginocchiò accanto a Sakura, con l’occhio scuro che la scrutava preoccupato, la giovane donna lo guardò contrariata e infastidita, mentre si malediceva per non essere riuscita a focalizzarsi sulla missione, permettendo a problemi personali di distrarla.
La ferita pulsava dolorosamente e la vicinanza fisica dell’uomo sortiva l’unico risultato di intensificare la vergogna per il suo errore madornale.
“Non dovresti fermarti! Anko ha ragione, me la posso sbrigare da sola!” sbottò nervosa, aggrappandosi a ciò che era rimasto del suo orgoglio.
“Inoltre non penseranno di certo a me se il rotolo…” tentò di argomentare, ma le labbra di Kakashi coperte dalla maschera premettero sulle sue interrompendola.
La kunoichi spalancò gli occhi per la sorpresa, nella testa il vago pensiero che fosse impazzito, ma la sua mano sulla guancia e le sue dita tra i capelli erano come una carezza calda e rassicurante. Incapace di respingerlo, accolse quel contatto inaspettato e gentile, finché il ricordo di Tsunade che le comunicava di volersi ritirare e cedere al copia-ninja il ruolo di Hokage non la trafisse per l’ennesima volta; strinse tra le mani la sua divisa e lo allontanò bruscamente.
“Non so se sei irresponsabile o presuntuoso! Se ci distraessimo e…” lo rimproverò con un tono di voce più alto e concitato, però si bloccò quando sentì il bisogno di piangere per la rabbia e la frustrazione.
Kakashi la osservò per un istante, asciugandole delicatamente con una nocca le lacrime silenziose che scendevano sul suo viso. 
“Probabilmente entrambe le cose, ma ora cura per quanto possibile la ferita, pochi minuti e ripartiamo,” disse alzandosi.
Sakura seguì le sue indicazioni senza avere la forza di replicare, già abbastanza sfinita dai lunghi ragionamenti che da giorni la tormentavano e che non l’avevano abbandonata nemmeno durante quella missione; ogni possibile conseguenza della scelta di Tsunade le rimbombava nella testa, chiudendo il suo stomaco in una morsa d’ansia.
Il jounin la scrutò di sottecchi, domandandosi il motivo delle sue lacrime, mentre prestava attenzione a qualsiasi rumore o movimento intorno a loro; già nei giorni precedenti la partenza aveva notato qualcosa di insolito nel suo comportamento, ma non era riuscito né a ipotizzare una spiegazione plausibile né a trovare l’opportunità per parlare con calma.
Ritornato a Konoha, aveva senza dubbio un po’ di questioni da risolvere.
Fermo nelle sue decisioni, attese per un po’ che Sakura si dedicasse alla propria ferita, poi stroncando ogni sua protesta sul nascere la fece salire sulle proprie spalle prima di riprendere la loro corsa verso il villaggio.      
Appoggiata contro la sua schiena e con le braccia strette intorno al suo collo, Sakura si sforzò di spegnere ogni pensiero sul futuro per concentrarsi solo sui segnali di possibili inseguitori.     


Note dell'autrice

Prima o poi doveva arrivare anche il momento di Kakashi come Hokage. Nelle prossime storie cercherò di sviluppare questa linea narrativa, quindi se la storia appare in qualche modo parziale il motivo è questo. Intanto un grazie a chi segue questa raccolta ^^
  
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