Film > Star Wars
Segui la storia  |       
Autore: Evola Who    11/09/2020    4 recensioni
“Eccoci qua, Naboo” disse Mando, uscendo dall'iperspazio e fissando il maestoso pianeta da dietro il suo elmo che componeva l’armatura Mandaloriana.
“Pianeta ricco, pieno di spazioporto, colonie commerciali e altre cose” elencò, con tono quasi monotono: “Ma, soprattutto, paludi, colline e laghi. Un buon posto per riprendersi un po' dall'ultimo viaggio. Tu che ne dici?”
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Baby Yoda/Il Bambino, Din Djarin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2
La ricerca 

    


 

Mando, Ben e il piccolo erano a bordo di un carro gravitazionale, intenti a esplorare il bosco, alla ricerca della ‘nave più grande e veloce di tutta la galassia’ – almeno, stando alle parole del disperso - anche se il compito non sembrava troppo semplice, dovendo seguire soltanto le indicazioni confuse di un bambino di quattro anni.

Siccome l’umano si sentiva troppo stanco per camminare, il cacciatore di taglie aveva deciso di prendere quel carro trasportatore – recuperato nel corso di una delle sue ultime avventure - dalla stiva della sua nave e iniziare a guardarsi attorno.

E, di certo, Mando non si sarebbe mai dimenticato il commento insolente da parte di Ben, alla vista della sua nave. “Quella del mio papà è molto più bella e veloce!”. Il Mandaloriano incassò in silenzio. In fondo, che cosa avrebbe potuto rispondergli?

Tutti e tre, quindi, partirono alla ricerca del padre del bambino sperduto. Secondo Mando, non poteva essere troppo lontano dalla riva del lago, e forse non sarebbe stato troppo complicato individuarlo, almeno stando alle parole del bambino, che asseriva che la nave fosse “molto facile da riconoscere, perché è super famosa!”

“Non ho mai visto una creatura del genere!” disse Ben, seduto, tenendo il piccolo alieno in mezzo alle braccia con delicatezza.

“E il mio droide conosce tutte le razze della Galassia, da dove arrivano e che lingua parlino. In ordine alfabetico. Ma non mi ha mai parato di qualcosa simile a lui!” E, con delicatezza, toccò le punte delle lunghe orecchie del piccolo.

“So che esistono molte creature basse, dalle orecchie lunghe, grandi occhi e la pelle di ogni colore. Ma fatti così non lo avrei mai pensato!” e ridacchiò.

Mando ascoltò tutto, mentre pilotava il carro e si guardava intorno, ma non fece commenti. Che cosa avrebbe dovuto raccontare? Che il piccolo all’inizio era solo un “lavoro” commissionato da un cliente che aveva ancora rapporti con l’impero?

Che c'era ancora gente che gli dava la caccia pur di mettere le mani su quel piccolo dotato di quegli strani poteri? In fondo, al riguardo, non ne sapeva molto di più rispetto a Ben.

“Sai da dove viene?” domandò il bambino con ingenuità.

“No” rispose Mando con tono secco: “Lui è un trovatello…”

“Come me…” concluse, perdendosi nei suoi ricordi, sia lontani che recenti.

“Vuol dire che… ha perso i suoi genitori?”

“Suppongo di sì…”

Ben abbassò lo guardò verso il piccolo alieno, fissandolo per qualche secondo.

“Sai? Anche la mia mamma e mio zio sono cresciuti lontani dai loro genitori…” raccontò Ben. “Per questo, nonostante siano fratelli, sono stati cresciuti in due famiglie diverse in due pianeti lontani, per moooolto tempo. E non sapevano di avere un fratello o una sorella… ma almeno hanno avuto una famiglia che li amava e a cui hanno voluto bene! E poi si sono incontrarti, hanno fatto un sacco di cose insieme e ora si vogliono tanto bene e siamo tutti una grande famiglia!” E sorrise, facendo girare il piccolo verso di sé e fissando i suoi grandi occhioni neri.

“E siamo molto felici e ci vogliamo tanto bene! E chissà, magari anche tu un giorno incontrerai la tua mamma o il tuo papà e ritroverai la tua famiglia e vivrete tutti insieme sul vostro pianeta natale! Per sempre!”

Ben sorrise per quelle parole, mentre il piccolo alieno lo fissava un po' stranito, quasi confuso.

“Come sei riuscito a perderti in questo bosco?” chiese Mando all’improvviso, cercando di cambiare discorso.

“Cosa?” chiese Ben, alzando la testa con espressione confusa.

“Come sei riuscito a perderti nel bosco?” ribatté Mando: “Sei di questo pianeta?”

“No, abito a Hanna City. A Chandrila.”

Chandrila? La sede della Nuova Repubblica" pensò il Mandaloriano

“Ma siamo qui per una piccola vacanza a Theed. Io, papà, mio zio e il nostro droide. Siamo arrivati solo oggi e abbiamo passato tutta la mattina nella città, ed è stato fantastico! Ho visto un sacco di cose e ne ho imparato tante altre! Tipo, lo sapevi che i sovrani di questo pianeta vengono eletti e hanno un mandato da rispettare? E che la regina più giovane che abbiano mai avuto aveva solo quattordici anni?”

Ben, avvinto dall'entusiasmo, raccontò tutto quello che aveva visto e scoperto nel corso di quella giornata.
Nonostante fosse la prima volta che visitava il pianeta, diceva di sentirsi già legato a essa. E, a giudicare dalle sue parole, in un modo quasi spirituale…

Mando interruppe il racconto di Ben, chiedendogli ancora come si fosse perso.

“Beh… ecco, papà ha deciso di fare una piccola scampagnata nel bosco, sempre con la nave…” raccontò il bambino, con la testa china e la voce bassa: “E, quando siamo atterrati, io volevo subito uscire a giocare vicino al lago! Ma papà ha ricevuto una chiamata olografica da parte della mia mamma, che sta lavorando a Hanna City. Ma hanno iniziato a ‘discutere’ e si sono dimenticati di me…”

Il Mandaloriano girò la testa verso di lui, vedendo che Ben aveva la testa china a terra, con gli occhi tristi e un'espressione malinconica, capendo subito che, probabilmente, non era nemmeno la prima volta che succedeva una cosa del genere.

“Così sono andato a chiedere a zio Chewbe se voleva giocare fuori con me. Ma era occupato ad aggiustare dei tubi insieme al nostro droide. E io mi annoiavo! Volevo solo giocare fuori! Così sono uscito dalla nave, a giocare a imitare le gesta di mio zio Luke e… mi sono perso…”

Ben non alzò gli occhi da terra, forse per tenere nascoste le lacrime che li avevano resi lucidi.

Mando, sentendo quel racconto, non ebbe nessuna idea di che cosa avrebbe potuto rispondere. Sapeva solo che provava dispiacere per lui, che aveva dei genitori amorevoli – almeno, a giudicare da come ne parlava - ma dai quali finiva spesso coll'essere ignorato, per chissà quale motivo.

Questo gli fece provare pietà verso Ben, anche se non glielo disse. Ma decise di essere almeno la voce della ragione e dell'autorità, dicendo: “Sai che non dovresti uscire dalla nave, per giocare da solo, in mezzo al bosco? Hai solo una vaga idea di quanti pericoli avresti potuto incontrare?” e lo disse con tono autoritario ma allo stesso tempo in un modo calmo.

“Sì, ma io volevo solo uscire fuori a giocare!” ribatté Ben sicuro, alzando la testa e assumendo un'espressione convinta.

“Ma papà e mamma non facevano altro che discutere! E a me non piace vederli così! Anche se mio zio Luke dice che è normale, perché loro si sono incontrati discutendo e si sono innamorati discutendo! Quindi, per loro è un modo per dimostrarsi che si vogliono bene. Ma non mi piace! Perché sento le emozioni cattive di mamma e di papà e questo mi fa stare male! Io non voglio vederli così!”
Girò la testa di lato, incrociando le braccia e facendo il broncio, tutto sotto agli occhioni curiosi del piccolo alieno, che emise un piccolo verso.

Mando era completamente spiazzato da tutto questo: che cosa avrebbe dovuto dirgli? Come ci si deve comportare, davanti ai capricci di un bambino di quattro anni? E che cosa voleva dire, esattamente, “Sento le emozioni cattive di mamma e papà”?

Forse, non doveva dire nulla. In fondo, doveva solo riportarlo dalla sua famiglia e basta. Per il resto, dovevano pensarci loro. A lui importava solo che fosse sano e salvo.

Aveva già un bambino di cui occuparsi, ed era una situazione del tutto nuova e già abbastanza complessa da non avere bisogno di complicarla ulteriormente. Così, gli diede le spalle e continuò a guardarsi attorno.

“Quando mi innamorerò, mi sposerò una donna bella come la mia mamma e ci faremo la promessa di non litigare mai e poi mai!” concluse Ben con convinzione e con un sorriso soddisfatto sulle labbra.

“Certo, ne sono convito…” rispose Mando, sospirando, completamente indifferente.

Quelle erano solo le parole ingenue di un bambino, che aveva ancora parecchi anni, davanti a sé, prima di conoscere la dura realtà della vita.

Per ora, tanto valeva lasciarlo a godersi quella illusione.


---------------------------------------------------------
Note:
Capitolo breve, ma importante.
Così, Vediamo un piccolo pezzo
della Infazia un pò solitatia di Ben, e 
l'inzio del suo legame con Mando e il
Bambino :)
Spero che questa storia vi stia
piacendo, spero delle vostre recesioni
e... a venerdì!
Evola 

 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Star Wars / Vai alla pagina dell'autore: Evola Who