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Autore: Alex Ally    11/09/2020    0 recensioni
Sono passati cinque anni dalla fine della guerra e la vita di tutti procede tranquilla finchè non appare un nuovo nemico molto particolare che metterà a dura prova Aang.
a volte i confronti col passato non sono come ci aspettiamo.
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aang, Katara, Quasi tutti | Coppie: Katara/Aang, Mai/Zuko, Suki/Sokka
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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“Ti dirò un segreto giovane dominatore dell'aria, proprio come hai plasmato quelle nuvole tu hai il potere di plasmare il tuo destino.”
-Zia Wu, L'indovina.


La mente era un luogo che rispondeva allo spirito del propriettario e a nessun'altro.
Poteva essere controlalta, ma alla fine a dettare l'ultima parola era la volontà della persona.
Era la volontà di Yangchen che voleva sbarazzarsi d'Avir ma a salvalo fu la volonta di Aang. Sia i veticci che il burono scomparirono e Avir fu di nuovo al sicuro nello spazio che aveva invaso per giorni, guardo Aang sorpresso nemmeno senza ricordi poteva andare contro i propri principi.
«Patetico.» mormoro Avir afferando il braccio di Aang e piegandolo dietro al schiena in modo da fargli male infondo Avir era un'adulto con una corporatura abbastanza muscolosa mentre Aang appariva come il ragazzino di dicasette anni che era nella realtà.
«Ora non fai più la gradassa eh?» disse Avir rafforzando al presa.
Yangchen rimase inmobille e impassibille, se Aang non avesse voluto sbarazzarsi d'Avir allora non poteva fare niente. L'unico modo era cancellarlo dall'esistenza, ma ovviamente Aang non voleva andava contro i suoi principi, Yangchen lo capiva anche lei era una nomade dell'aria però in questo modo aveva le mani legate e non avrebbe potutto aiutarlo se lui non glielo permetteva.
Aang fece una smorfia di dolore, quell'uomo gli stava facendo male ma non poteva risciare che la donna lo mettesse di nuovo nella situazione di prima. Se possibile voleva cercare un'alternativa per cacciarlo dalal sua testa anche se gli ci fossero voluti degli anni lui avrebbe fatto di tutto per trovarla.
Prima di tutto doveva riuscire a liberarsi dalla sua presa, non aveva il dominio però non faceva differenza senza ricordi non avrebbe saputo usarlo comunque, magari se fosse riuscito a distarlo infondo sembrava che al sua attenzione fosse rivolta quasi esclusivamente alla donna.
In qualche modo avrebbe fatto, voleva tornare da Katara, lui doveva tornare da Katara.
Avrebbe fatto di tutto per poterla rivedere.

La gente pensava a lei come qualcuno a che poteva porre il proprio controllo sulla vita altrui. Il suo ruolo, la sua stessa natura la faceva apparire come qualcuno di tiranicco, ma lei faceva solo il suo lavoro anche se questo a volte la metteva nella situazione di dover aiutare qualcuno che non era proprio una brava persona.
Ora però sentiva che c'era una vita che aveva bisogno di lei.

«Non importa cosa tu o la tua fidanzata potette fare riuscirò nel mio intento e tu sparirai una volta per tutte!» disse Avir buttando Aang per terra.
Era la sua occassione appena si avvicino a lui Aang fu più veloce e gli diede un calcio nello stomaco allontanandolo da sé abbastanza per mettersi ad una distanza di sicurezza.
«Lascia in pace questo ragazzo, so della promessa che hai fatto a tua sorella, ma devi rassegnarti hai fallito e il tuo tempo nel mondo è finito.» disse Yangchen. Per tutta risposta Avir si mise a ridere.
«Il mio tempo è finito?» domando alzandosi e guardando i due Avatar con uno sguardo che andava ben oltre l'odio.
«E il tuo invece? Voi Avatar non siete persone siete... niente, non siete niente! Non siete niente di speciale!» Avir abbasso lo sguardo mentre i capelli gli nascondevano il viso, ma Aang vide qualcosa cadere per terra. Una lacrima?
«Siete... siete cosi grandi, ho sempre pensato a voi Avatar come un modo per risolvere problemmi, uno strumento delle persone siete questo niente di più.» disse Avir sempre con la testa bassa. «Eppure... eppure voi vi attegiatte a persone normali pretendette di avere tutto quello che abbiamo noi, ma voi non ve l'ho meritate! Non meritate che qualcuno dia la vita per voi! Mia sorella era la mia unica famiglia e lui me l'ha portata via! Non è giusto!»
«Mi spiace.» disse Aang e Avir lo guardo sorpresso da tale affermazione.
Come poteva dirlo? Aveva capito chi era il cattivo in quella storia?
Avir sapeva che tutto quello che aveva fatto finiro, tradire il suo poppolo, possedere persone innocenti e tentare di uccidere suo nipote erano cose senza giustificazione eppure lui gli stava chiedendo scusa.
Perchè?
Poteva capire se l'avesse detto prima, infodo i monaci insengavano a personare e rispettare al vita, ma Aang non si ricordava questi insegnamenti... era cosi per natura?
Impossibile era semplicemente impossibile.
«Sta zitto! Non ho bisogno della pietà di una persona patetica come te! Non ho bisogno della pietà di un'Avatar!» grido Avir.
«Smettila!» grido Aang a quel punto sbarlodendo sia Avir che Yangchen. «Se c'è l'hai con me perchè ho indirettamente uccisso tua sorella è un conto, ma non voglio più sentirti parlare in questo modo del ruolo di Avatar. Tu non sai cosa si provi ad esserlo!»
«Nemmeno tu! Non hai ricordi!» disse Avir quando si ripresse dallo stupore.
«Hai ragione, non mi ricordo però una cosa la so ed è che essere l'Avatar è una parte di me ricordi o no.» rispose Aang. «L'Avatar forse non sarà una “persona” come intendi tu, ma è comunque dotato di sentimenti e sono questi che lo rendono quel che è! Senza di loro non ci sarebbe alcun motivo per persevare l'equilibrio! Solo perchè qualcuno ha un ruolo importante non vuol dire che sia al di sopra degli altri o che dovrebbe essere visti in modo diverso, una persona è una persona!»
Avir lo guardo con gli occhi spalancati.
Quella frase...
«E adesso voglio che tu esca dalla mia testa una volta per tutte!» disse Aang avvicinandosi ad Yangchen e predendole la mano. I tattuaggi dei due si illuminarono e Aang vide che alle loro spalle erano apparse altre figuri, uomini e donne i qualli molto probabilmente era altri Avatar.
Aang sorisse e poi porto la sua attenzione ad Avir che gli osservava quasi spaventato.

Con un ultimo urlo Aang usci dallo Stato dell'Avatar e la corrente d'aria si arresto di colpo. Katara si lascio sfuggire un sospiro di sollievo, oltre alle urla che aveva dovutto sentire aveva visto come la corrente avesse praticamente distrutto quasi tutto all'interno del tempio nascosto.
Che fosse tutto finito sembrava un miracolo o almeno lo sarebbe stato se lì tra le sue braccia ci fosse Aang, il vero Aang e non Avir.
«Katara?» domando il ragazzo leggermente frastornato.
«Katara!» Il ragazzo l'abbraccio stringendola a sé e Katara non ebbe alcun dubbio, quel sorisso sciocco e quel luccichio negli occhi griggi.
Aang era tornato.
Lo bacio con forza soprafatta dalla gioia di riaverlo con sé. Il loro momento però fu di breve durata perchè da delle macerie usci qualcuno, un uomo adulto vestito come un nomade dell'aria.
  
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