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Autore: crazy lion    12/09/2020    5 recensioni
In questo componimento ho parlato della mia esperienza con l'ansia, descrivendo i momenti nei quali è molto forte. Si tratta di un disturbo spesso sottovalutato, ma che può rendere davvero difficile la vita di una persona.
Dal testo:
Desidero di morire, per un momento,
che il dolore e il fiato corto mi uccidano
piuttosto che seguitare con questo tormento.
Poesia stilata con JustBigin45.
Genere: Introspettivo, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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L’ANSIA DI CUI PARLO

 
Nasce da una paura che non so superare e resta a farmi compagnia.
Provo a distrarmi, cerco di scacciarla via.
Eppure rimane per ore o giorni, continua e costante
ed esplode nel petto con un dolore lancinante.
 
Impetuosa, fa crollare ogni oggetto a me vicino,
mi sembra di cadere ogni volta che cammino.
Le pareti si sbriciolano, sprofonda il pavimento,
ed io resto immobile, in preda allo sgomento.


Manca il respiro come il senso a tutto ciò che sto vivendo,
è come se fossi in una giungla e mi ci stessi perdendo.
Sento le onde gelide infrangersi su di me come fossi in alto mare.
Cercano di annegarmi, violente
e, incapace di reagire, mi lascio trasportare.


Il petto brucia per un lungo istante,
o forse per minuti interi…
so solo che sto male, il resto non è più importante.
 
I pensieri si mescolano, si confondono
e non si arrestano, anzi, si sovrappongono.
Seppur naufraga, non è un branco di squali che mi circonda,
e nemmeno l'acqua salata che mi affonda.
È un vento freddo che si dipana dentro lasciando fuori brividi
e nell'anima ormai stanca tanti pulsanti lividi.
Ferite che fanno male, sanguinano copiosamente,
mentre un macigno mi cade sul petto
non andandosene neanche se lo prego
con la voce o con la mente.
 
Ma la forza di parlare, di pensare, è troppo poca,
e mi domando se io sia viva o morta.
Sono svuotata, privata di ogni forza,
mentre questo mostro orrendo mi stringe nella sua morsa.
Con la poca energia che ho, provo a gridare,
ma la mia bocca si apre e non ne esce alcun suono.
La testa vortica come una trottola impazzita
e non capisco più nemmeno dove sono.
 
La mia camera, in cui spesso questa bestia mi assale,
non mi sembra più così familiare.
Non so come riesco a farlo,
ma pur essendo debole tocco gli oggetti, cammino
e mi accorgo che questo luogo mi pare sconosciuto.
 
Mi domando se uscirò da tutto ciò
o se, invece, ce l’abbia con me il destino.
Cos’ho fatto per meritarmi un tale inferno?
Non trovo una risposta nemmeno guardandomi all’interno.
 
Intanto il mostro continua, non mi lascia mai stare.
Con gli artigli e i denti ghermisce la mia carne
andando in profondità,
senza alcuna pietà.
Sa che non riesco a urlare,
ma piango, gli chiedo di mollare.
Lui sembra non ascoltare
e divertirsi nel vedermi stare male,
mentre una risata profonda e agghiacciante dalla sua gola risale.
 
Non so più cosa sto provando,
se mi trovo tra le sue grinfie o in quel mare,
ma, quando immagino di nuovo le onde, da esse mi lascio trasportare.
Non ho altra scelta, adesso,
sono troppo stanca per comportarmi in modo diverso.


Sospiro, poi riprendo a respirare con affanno,
annaspo in cerca d’aria, sento di star soffocando.
Alzo le braccia e le lascio ricadere.
Non riesco più a muovermi,
né ho la forza di continuare a vivere.
 
Desidero di morire, per un momento,
che il dolore e il fiato corto mi uccidano
piuttosto che seguitare con questo tormento.
 
Quando dopo ore sto un po' meglio e a qualcuno ne parlo,
spesso mi sento rispondere che non devo farne un dramma,
che basta che mi riposi e finirà tutto quanto.


Molti scambiano l'ansia per semplice agitazione,
per qualcosa che dura un momento e poi se ne va
e per il quale non serve stare così male,
sempre in tensione, pieni di preoccupazione.


Ma chi dice questo, non sa davvero cosa sia,
o non si documenta, o non ha voglia,
o è poco sensibile, o non gli interessa,
non so dove la verità stia.


Ma so una cosa: quei commenti fanno male.
Quando li ascolto, a volte, le lacrime mi bagnano con acqua e sale,
mi sento in colpa, mi dico che forse hanno ragione,
che dovrei sentirmi più tranquilla, essere più forte.
Ma poi mi rendo conto che lo sono stata anche troppo,
perché ho superato un episodio in cui mi sembrava
di stare andando incontro alla morte.


L'ansia non si può del tutto controllare.
La si deve solo vivere,
affrontare e, in qualche modo, con farmaci o terapia, superare.
Io la vivo da anni e so che ad alcuni sembra impossibile,
ma giuro che, anche se con fatica, ce la si può fare.


Perciò lascio stare quella gente
con i suoi commenti pieni di niente
se non di parole stupide e cariche di di veleno
delle quali, nella mia vita, faccio volentieri a meno.


Mi sfogo con le amiche, prendo farmaci, né parlo in terapia.
Queste persone mi aiutano, mi stanno accanto
ed io le ringrazio davvero tanto.
Ma so che nessuno può entrarmi nella testa
e che la vita che vivo è soltanto la mia.


Il mostro perfora il petto, insistente come un tarlo.
Solo chi prova può capire
l'ansia di cui parlo.
   
 
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