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Autore: therealbloodymary01    13/09/2020    3 recensioni
Quando i predoni arrivano ad Ealdor, Merlino è disposto a fare tutto ciò che è in suo potere per salvare la sua gente. Artù scopre della sua magia ed è troppo confuso per pensare in modo lucido. Ma in qualche modo, nessuno dei due è disposto a perdere l’altro, almeno non senza lottare.
Dal testo:
Perché, perché l’aveva fatto? Aveva lasciato che la rabbia lo sopraffacesse, che il suo orgoglio prendesse il sopravvento sul buon senso, ed aveva gettato via l’unica cosa bella che aveva.
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione, Contesto generale/vago
Capitoli:
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La nuova cella era fredda come la precedente, forse giusto un tantino più stretta. Non che importasse, all'alba sarebbe comunque tutto finito.

Avrebbe voluto chiudere gli occhi e riposarsi, ma Urian – così aveva capito che si chiamasse - continuava a fissarlo camminando avanti e indietro, e la cosa lo stava facendo impazzire. Il tintinnio continuo delle chiavi appese alla cintura della guardia carceraria gli penetrava fin dentro il cervello e, come se non bastasse, era completamente disidratato. Non riusciva a ricordare l'ultima volta che aveva bevuto dell'acqua. Forse era stato quella mattina? Non ne era sicuro.

A pensarci bene, solo poche ore prima si era trovato in quegli stessi sotterranei, fermamente convinto che Artù lo avrebbe fatto condannare a morte. Ora la situazione per lui non era certo cambiata, ma almeno sapeva di avere ancora l'amicizia con il principe, se tale poteva definirsi il loro rapporto, a cui aggrapparsi per rimanere lucido. Gli sembrava fossero passati secoli da quel mattino, e invece era lo stesso giorno. Pazzesco come la mente si smarrisca quando viene sconvolta emotivamente.

Dei passi leggeri interruppero il flusso dei suoi pensieri, annunciando l'arrivo di un visitatore. Eleanor, una delle servitrici di corte, venne a portargli il pasto, che Urian le strappò brutalmente dalle mani.

È meglio che non ti avvicini a lui, potrebbe essere pericoloso, dolcezza” le disse, passandole un braccio attorno ai fianchi. La giovane, evidentemente infastidita, si divincolò dalla presa con quanto più garbo possibile e si congedò con una scusa. Urian sbuffò, avanzando verso la sua cella per aprire la porta. “Eccoti la cena, stregone” cantilenò, lanciandogli il piatto con un calcio. “Ti conviene mangiare, visto che sarà l'ultima” aggiunse, sfoderando un sorriso macabro. A Merlino ricordò l'espressione di certi gatti scheletrici che si vedevano girare per strada quando stavano per affondare gli artigli nella loro preda.

Sai, ho sentito dire che essere bruciati vivi fa così male che arrivi a sperare che il fumo ti soffochi prima che le fiamme riescano a bruciarti del tutto. Ma in fondo, io cosa ne so? Sarai tu a dirmelo” concluse, ormai ridendo sguaiatamente.

Merlino avrebbe voluto rispondergli a tono, come faceva ogni volta che qualcuno lo provocava. Ma quel giorno si trattenne. Qualcosa dentro di lui era scattato e gli stava dicendo che era una battaglia persa, ormai. Perchè continuare a combattere? Anche se fosse stato scagionato, prima o poi lo avrebbero scoperto comunque, lì al castello. Tanto valeva farla finita una volta per tutte. Magari nel posto dove andava sarebbe stato più felice, più spensierato, per una volta.

Ma Artù, se la sarebbe cavata senza di lui?

Riflettendoci, aveva vissuto senza conoscerlo fino a due anni prima, ed era riuscito a sopravvivere benissimo. Sì, forse per lui i guai erano arrivati proprio nel momento in cui i loro cammini si erano incrociati. Altro che protettore, per il principe lui non era che un'arma a doppio taglio. Sarebbero stati tutti meglio senza di lui.

Alzò la testa fino ad incrociare lo sguardo carico di odio di Urian. Le mani gli formicolarono, ma si sforzò di darsi un contegno. Ripensò a Gaius, a Gwen e a tutti coloro a cui voleva bene. Sperò che trovassero la forza di perdonarlo, per essersi arreso.

Le sue iridi brillarono di mille riflessi dorati.

Forb fleoghe!”

~°~

Il suono metallico della campana d'allarme arrivò alle orecchie di Artù proprio nel momento in cui si apprestava a dirigersi verso l'ala ovest del palazzo, per mettere in atto il piano architettato insieme a Morgana. Anche Gaius e Ginevra alla fine erano stati messi a parte della missione. O meglio, il principe aveva cercato di non coinvolgere altre persone in quell'avventura potenzialmente suicida ma, trovandosi di fronte una resistenza incontestabile, aveva dovuto accettare, suo malgrado.

Era molto semplice: la protetta del re avrebbe dovuto scendere giù nei sotterranei e dire alle guardie di aver visto un losco individuo girare in fondo al corridoio, e quando queste ultime fossero andate a controllare avrebbero trovato Artù a metterle al tappeto. Poi Gaius e Ginevra, che sicuramente sarebbero passati più inosservati rispetto ai due rampolli reali, avrebbero dovuto prendere le chiavi della cella di Merlino e liberarlo, fuggendo poi dall'uscita secondaria del castello che il principe aveva fatto opportunamente sguarnire dalla sorveglianza con una scusa.

Tutto questo fu spazzato via in un attimo da quel suono martellante, che annunciava la presenza di un fuggitivo.

Artù si rese conto di aver corso a perdifiato solo quando, arrivato all'ultima rampa che conduceva alle segrete, dovette fermarsi per riprendere fiato. Non credeva che un cuore umano potesse battere tanto forte senza esplodere, ma in qualche modo il suo ci stava riuscendo. Scese anche quegli ultimi gradini che lo separavano da Dio solo sapeva cosa, e giunse davanti alla cella di Merlino. Era vuota.

Urian era a terra riverso su sé stesso, privo di coscienza. Era una delle guardie più fedeli a suo padre, una di quelle persone che faceva il suo mestiere non perchè avesse a cuore la giustizia, ma perchè provava piacere ad infliggere dolore. Ad Artù non era mai piaciuto. Si avvicinò per controllare se fosse ancora vivo, e notò qualcosa di strano sul suo volto, che da lontano e nella penombra non aveva notato. La sua faccia era la stessa di sempre, con le sopracciglia aggrottate e un'espressione arcigna, solo che, al posto del suo naso, ora ne aveva uno da maiale.

Il principe avvertì il suono di una risata, e si rese conto solo dopo qualche secondo di essere il proprietario di quella voce.

Non cambierai mai, non è vero?

Il flashback fu inevitabile.

Quella risata spontanea si assopì presto, lasciando il posto ad un sorriso amaro. Il principe si passò una mano sugli occhi, accorgendosi che erano umidi. Merlino era capace di dargli speranza anche nei momenti più inquieti. Lo aveva mai ringraziato per questo? Non avrebbe saputo dirlo.

Entrò nella stanzetta rettangolare che aveva ospitato il suo amico fino a pochi attimi prima. A terra c'erano delle sporadiche macchie di sangue. Urian doveva averlo torturato.

Rabbrividì.

Doveva uscire di lì o avrebbe avuto un conato.

In quel momento irruppero nelle segrete alcune guardie, precedute dal re in persona. Dietro di loro accorsero anche Morgana, Gwen e Gaius.

Uther spostò lo sguardo da una parte all'altra della scena che si ritrovò davanti, visibilmente sorpreso.

Trovate il fuggitivo” ordinò. “Vivo o morto”.

Le guardie ubbidirono, sparpagliandosi nei dintorni del palazzo.

Dello stregone, ovviamente, non fu trovata nessuna traccia. Si era letteralmente volatilizzato nel nulla. Il sovrano era furioso. Nessuno dei prigionieri accusati di stregoneria che aveva catturato in tutti quegli anni era mai stato in grado di abbattere le sbarre di ferro della cella. Erano state costruite appositamente per bloccare ogni tipo di magia. Il che poteva significare soltanto una cosa: Merlino era più pericoloso di quanto potesse immaginare, e lui aveva lasciato che fosse il servitore personale di suo figlio per tutti quegli anni. Non riusciva a capacitarsene. Artù, quella sera, assaggiò a malapena la zuppa che gli fu servita per cena, la mente che viaggiava a ritmo febbrile, tirando fuori ricordi che non sapeva neanche di aver conservato. Dov’era Merlino in quel momento? Stava bene? Era solo, spaventato? Gli sarebbe bastato un segno, una qualunque prova che stesse bene. Si alzò presto da tavola accusando un gran mal di testa, che poi era anche vero, e decise di ritirarsi nelle sue stanze. I corridoi bui del castello, le pareti spoglie ed i candelabri spettrali, tutto gli sembrava opprimente, nonostante fosse lo stesso ambiente che conosceva dalla nascita. Si chiuse la porta della camera alle spalle, appoggiandosi contro lo stipite. L’espressione “sentirsi mancare la terra sotto i piedi” non aveva mai avuto più senso. Scivolò per terra, fino a sedersi sul pavimento gelido. Sotto il grande letto a baldacchino, con suo grande stupore, qualcosa si mosse. Artù si alzò di scatto, sguainando la spada.

“Mostrati” ordinò.

Una familiare zazzera di capelli color dell’ebano sgusciò fuori da sotto il letto. Aveva il volto coperto di lividi ed un labbro tagliato, ma ciò non gli impediva di sorridere.

“Merlino! Ma che… credevo che fossi andato via”

“Ci ho pensato, ma il vostro real didietro non resisterebbe un giorno senza i miei preziosi servigi.” scherzò come suo solito.

“Ti cercano tutti qui! Devi andartene!”

“Nah, ho già trovato una soluzione. Sapete, ho pensato davvero di tornarmene ad Ealdor e stare con mia madre. Ma poi dove sarebbe stato il divertimento?”

“Per te rischiare la vita ogni giorno è un divertimento?”

Il corvino ridacchiò.

“Non vi preoccupate. Entro domani tutti si saranno dimenticati di ciò che è successo, e potrò tornare ad essere il vostro servitore.”

“Vuoi ancora esserlo? Voglio dire… potresti prenderti il regno, se volessi. Vuoi veramente fare ancora la parte del servo?”

“Artù, non c’è niente di degradante in ciò che faccio. Sono fiero di servirvi, sono nato per questo. Anche se voi siete una testa di fagiolo e mi trattate come una pezza da piedi” aggiunse, ghignando.

Il principe lo osservò, ridendo a sua volta.

“Non pensare che questo cambi. Sei comunque il peggior servitore della storia”

“Lo so, e ne vado molto fiero. Comunque temo proprio che per questa notte dovrò restare qui, sapete com’è, mi stanno cercando tutti e non vorrei rischiare di essere sbattuto nelle segrete per la terza volta. Sarebbe un record.”

Il biondo sorrise. 

“Che cosa poco appropriata.” commentò.

“Dormirai per terra, sappilo!”



Angolino autrice:
Eccomi qui con il nuovo capitolo di Poisoned! Innanzitutto ci tengo a precisare che è stato veramente molto difficile da scrivere in quanto non avevo bene in mente che direzione avrebbe preso la storia, forse è un po' forzato ma dal prossimo entreremo nel fulcro della questione ;)
Vorrei ringraziare innanzitutto @royal_donkey (che mi ha praticamente minacciata di aggiornare XD), @felpie e @maar_jkr97 per aver recensito, e inoltre ringrazio anche Dany_skywalker, evuzzola, G14d4, LadyTsuky, lelagleek, royal_donkey (sempre presente) e vanessatomasino per averla aggiunta tra le seguite ed aver pazientato anche con i miei aggiornamenti tutt'altro che rapidi! Se voleste anche lasciare una recensione, ne sarei felicissima ;)
Spero che la storia continui ad appassionarvi!
A presto,
therealbloodymary01
   
 
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