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Autore: __World_Of_Dreams__    18/08/2009    1 recensioni
[500 views!!!! Grazieeee XD] Cosa succederebbe se si venisse cataplutati all'improvviso dalla sorte più nera alla speranza più pura di Spira? Se si devesse far fronte ad un proprio alterego ('seconda identità'), con un passato oscuro e forse orribile? E qual è la potenza delle cinque Arti Proibite, tra cui il segretissimo Sacrificio, tenuto nascosto dal clero per evitare il panico e il caos tra la gente? Entra nei panni di una ragazza orfana di diciassette anni, di nome Noemi, e rivivi speciali avventure in tutto il magico continente, ed un lungo viaggio con tutti i tuoi personaggi preferiti, tra nuovi amici e bizzarri antagonisti, e tanti segreti misteri da svelare ed inseguire... Capitolo per capitolo, trova la chiave per capire come tornare a Metropolis e cambiare il destino infelice della ragazza, di Tidus e di tutti gli altri. Per cambiare il proprio futuro, molti pericoli si devono affrontare... [Aggiornamento ad ogni mese o meno^^]
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nonostante la pesante stanchezza, Yuna non riusciva proprio a dormire. Quando c’era qualcosa che non andava, una domanda senza risposta o una difficile decisione da prendere, preferiva alzarsi dal letto e riflettere guardando attraverso una finestra. Vedere la notte, le stelle, o anche la pioggia, la aiutava sempre in qualche modo. Però evitò di aprire le persiane, poiché fuori dal bosco si era passati da un clima primaverile ad uno completamente invernale. Ogni tanto qualche brivido le correva lungo la schiena, sia per il freddo pungente, nonostante le stufe accese, sia per i pensieri che le passavano ogni tanto. Quante volte pensò a quegli occhi color lilla del Maestro!! Quando l’avevano fissata in quel modo, così strano, così…attento. Aveva pensato qualche volta che si fosse innamorato di lei, ma il suo cuore non sembrava molto convinto. Di solito, certe cose, le si riconoscono al volo per istinto, e in questo campo di solito non sbagliava mai. Sicuramente avrebbe voluto sapere qualcosa di più rispetto a quanto aveva capito da quella sfera schiacciata consegnatale, anche perché ne era rimasta praticamente sottoshock dal suo contenuto e da quell’ologramma. Doveva fare qualcosa e fare la scelta giusta, assolutamente.

Wakka si era catapultato sul letto a pancia in giù, addormentandosi di colpo e facendo un “leggero” casino, senza nemmeno rimboccarsi le coperte, mentre Rikku con più calma, si coprì per bene e chiuse gli occhi dolcemente come una principessa. Lulu e Kimahri vennero destinati in una camera unica, e nessuno badò a loro quando il resto del gruppo si separò. Così anche il guardiano professionista e il biondo andarono a dormire in una camera a sé, per non disturbare nessuno al loro ritorno.

Il primo non aveva un filo di sonno. Rimase tutta la notte in parte seduto sul letto affianco al suo compagno, ed in parte su un muretto. Se non camminava lo si vedeva sempre appoggiato da qualche parte. Forse era comprensibile… chissà quante ne aveva passate nel precedente pellegrinaggio!! Magari era stato ferito in modo grave, tanto da averne ancora degli acciacchi irreparabili. Era capace di passare tutta una notte senza pensare, senza che il tempo per lui passasse meno velocemente, come molti che, sbuffando ed aspettando, tenderebbero a credere.

Ogni tanto si voltava verso il letto dell’altro, vedendo continui giramenti, qua e là, a destra ed a sinistra, con le coperte tutte piegate e sparse, e il cuscino che continuava a cambiare angolatura. Gli veniva un po’ da ridere a guardarlo. Chissà che razza di sogno stava facendo… e sperava che fosse anche quello giusto. “A volte i sogni svelano ciò che si è dimenticato, o non si è mai saputo” disse Braska, un giorno… Sinceramente non aveva mai visto una persona agitarsi in quel modo. Non passava un minuto in cui non ci fosse un movimento, seppur minimo. Il volto sembrava mostrare rabbia, arresa ed anche tristezza. Ma quello che più dominava era il cenno “no” con la testa, che andava a colpire il cuscino da entrambe le parti.

Poi Auron pensò per un attimo. La foto ce l’aveva ancora lui o l’aveva buttata o stracciata senza essere visto? Così egli rise sottovoce e chiuse gli occhi, aspettando impassibile.

 

‘Vieni qua…devo parlarti…’ disse un uomo alto e magro, dai capelli ricci, corti e di color grigio scurissimo, vestito in modo semplice, con una bianca T-shirt un po’ macchiata in qualche parte, e dei jeans parecchio strappati, forse nemmeno fatti così apposta, ma piuttosto perché vecchiotti. Era seduto su una vecchia sedia di legno, a guardare una bambina davanti a sé con sguardo perso e severo, con volto pieno di barba corta, e mal tagliata, piuttosto svigorito e scuro non tanto per la pelle quanto per la sua espressione. Aveva il vizio di mettere sempre le mani nelle tasche, come se cercasse qualcosa.

‘Cosa? Cosa c’è papi? Posso comprarmi un gelato?’ chiese con voce innocente la piccola, che portava corti capelli castani mossi e ricci, gli occhi verdi, il volto meno sereno del solito, ed era piuttosto magra, forse anche troppo. Portava al braccio destro un bracciale d’oro, con un ciondolo a forma di cuore, l’ultimo regalo che le fece sua madre, prima di non rivederla più, e vestiva una maglietta a maniche corte leggera, rosa, con diversi orsetti marroni davanti e dietro, e una gonnellina di colore fucsia, tutta ricamata, anche se diverse parti erano sfilacciate rovinate.

‘Vieni, vieni…devi sapere una cosa…’.

Lei era all’ingresso di un piccolo monolocale, dalle mura di color bianco sporco, consumato, con diverse increspature qua e là. Forse quel posto aveva bisogno di un restauro, e sicuramente di oggetti nuovi ed alcuni elettrodomestici lì mancanti. Non c’era un frigorifero, mancavano i fornelli. C’era la televisione, certo, peccato che ne era saltato completamente il tubo catodico. Al centro era un semplice tavolo forse fatto a mano, con due sedie piccole dello stesso autore.

‘Vieni, vieni…!!!’ continuò l’uomo, con voce bassa ed estremamente calma.

La bambina si avvicinò a passi lenti e corti verso di lui, con le mani raccolte e con il suo sorriso improvvisamente svanito. ‘Hai…hai giocato di nuovo? Hai perso??’

L’uomo annuì debolmente, guardando alternamente lei e il locale in cui vivevano. ‘Già… sono stato sfortunato… pensavo di avere tutto in pugno… ed ora devo pagare un pesante debito…’.

La bambina divenne subito triste. Era giunta l’ennesima notizia.

‘Ed adesso cosa si vende? Quegli uomini alti si sono presi tutto!!!’ disse lei, con voce infantile.

Lui guardò quel bracciale che aveva da quando era appena una neonata. Era l’unico modo per non perdere almeno la quella “casa”.

‘Il bracciale… c’è ancora il tuo bracciale… lo dai a tuo padre?’ e le porse la mano aperta davanti.

La bambina subito ritrasse il braccio interessato verso il suo petto, coprendo con l’altra mano il suo grande ricordo. ‘Non posso!! Me l’ha dato la mamma!! E’ unica cosa che ho di lei!!’.

‘Ma se non me lo dai, vivremo sotto i ponti di questa benedetta metropoli!’.

‘NO,NO, e NO!!’ gli ripeté lei, con insistenza e prepotenza. Poi l’uomo stette in silenzio per diversi secondi, guardandosi intorno, sempre con grande calma. ‘Ho il viziaccio di giocare… anche tua madre me lo diceva…’ sospirando.

‘D…davvero??!!’ e la bambina si avvicinò con occhi grandi.

‘Già… e sono sicuro che sarebbe felice se tu aiutassi tuo padre…dammi quel bracciale!!’.

‘NO!!! Non sarebbe felice!! Tu perdi perdi e perdi e poi gli uomini alti si prendono le nostre cose!!’.

‘Dammi quel bracciale!!!’ il tono dell’uomo si fece più forte, quasi da rimbombare su quelle pareti semivuote.

‘NO!!!!’.

Poi egli fece un grande respiro, mantenendo la calma di fronte a quegli occhi dolci. ‘Tua madre è morta… non tornerà più tra noi!! Non lo vuoi capire??!! E’ scomparsa, è stata uccisa da un pirata della strada!!!!’.

‘NO!!!! Io non ti credo!!!! NON è vero!!!!’ urlò lei, toccandosi il bracciale ed iniziando a piangere fortemente.

‘Ti prego, credimi!! Ho bisogno di soldi!! Dammi quel bracciale!!!’ e lui si alzò dalla sedia, avvicinandosi a lei, facendola indietreggiare sempre di più, con crescente paura e tremolii.

‘La mamma è da qualche parte!! Dobbiamo cercarla!!!!’.

L’uomo iniziò a perdere la pazienza, e accelerò i passi. ‘DAMMI il bracciale!!! Altrimenti non potrò più mantenerti, e sarai costretta a cavartela da sola, senza bambole, senza gelati, senza nessuno!!!’.

A quel tono austero la piccola pianse di più ed ebbe voce rotta e singhiozzante. Era ad un passo dall’uscita.

‘Io…vado a cercare la mamma…lei sa…sniff…che cosa fare…sniff…contro gli uomini alti!!!’ così si girò di scatto ed iniziò a correre quanto velocemente poté fare verso la città trafficata e confusa. L’uomo per poco non riuscì a prenderla per il piccolo braccio, e si affacciò verso la porta, guardandola ormai lontana, tra le folle di persone che camminavano un po’ sbalordite da quello che stava accadendo.

‘TORNA INDIETROOOO!!! Fermaaa!!! Dove vaiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii……’.

 

*BONK*!!!!!!

‘A…a…ahiiiii…iiiii…i….iiii……’.

La porta della camera si aprì di colpo. E chi doveva essere?? Wakka, ovviamente, con le sue maniere così delicaaaate…

‘Ehi!!! Svegliaaaa… Uh? HAAHAHAHAAHAHAH!!! Che imbranato!!! AHAHAAAHAH!!!’. disse, portando l’indice davanti a sé e con la mano destra che gli copriva la fronte. Aveva visto Tidus cadere dal letto, mentre ancora si toccava con la mano il fondoschiena dolente. Il letto era tutto sotto sopra, il cuscino caduto dalla parte opposta, le coperte che coprivano metà letto e metà moquette, piuttosto consumata.

‘C’è…ohi…tanto da ridere??…a…ahi!!!’.

L’ex-capitano si avvicinò con gran allegria verso di lui, aiutandolo ad alzarsi tirandolo con la mano destra.

‘Che hai fatto? Quando sei tornato tra noi?? Eheheeh!!!’ chiese, dandogli delle pacche sulla spalla.

‘Si vede che dormivi come un ghiro!!!’—poi si girò verso il letto—‘O…oh…!!’.

‘Ahaahah!!! Quando dormi sei peggio di un cavallo!!! Guarda come hai conciato il letto!!!’.

Che strano sogno…Ma chi era quell’uomo?? Quella bambina…quella bambina mi sembrava tanto…

‘Beh?! Stai a guardare la tua opera d’arte?? Io la intitolerò “la Notte del Giudizio”!! Sai com’è… si parla di paure al “Giorno del Giudizio”..eheheeh!!!’.

Quando smisero di ridere tutt’e due, Tidus notò che Wakka aveva affianco a sé sulla sinistra un pallone di Blitzball.

‘Ahhhh…ora capisco perché sei così fuori, stamattina!!!’ e indicò con lo sguardo il pallone azzurro e bianco.

‘Ehehehe…già…dobbiamo affrontare i Guado Glories…sei pronto??!!’.

‘Co...come?? Adesso??!! L’hai detto agli altri o spariamo come fantasmi?’.

‘E’ già a posto tutto…!! Così daremo a Yuna il tempo per pensare, no?’.

‘Mmmhhh… Hai ragione…massacriamoli!!!’ disse il biondo, con grande determinazione. Così bastò qualche pizzico di Eliomagilite per trasportarli subito a Luka, con ancora tutti i capelli scompigliati…

 

‘Così sono andati a perdere tempo, eh??!!’ fece duramente Auron, che era fuori assieme a Lulu e Kimahri fuori dal locale, sotto la neve che cadeva piuttosto fitta. L’invocatrice era rimasta a letto, e nessuno sapeva cosa stesse facendo. Probabilmente dormendo.

‘Lasciali fare… ci riposiamo di più… il Chiostro della Prova di Macalania non sarà uno scherzo…’ gli rispose la maga.

‘Kimahri non sicuro… Forse altro attacco arriva… migliore cosa è tenersi pronti…’.

 

‘Allora… hai trovato…qualcosa??’.

‘Pochissimo… Ho aspettato che gli Albhed Psyches finisseso la pastita pes fasmi psestase le loso informazioni su di lui…!!’.

A quelle parole di Chicco, Aisha pensò di andare ancora all’attacco. In quel momento si trovavano nei pressi dell’ingresso dello stadio, in attesa delle squadre. Doveva avere quelle informazioni prima di tutti se voleva avere l’esclusiva e diventare ricca. Infatti, quello era da sempre stato il suo, il loro sogno, e ciò l’aveva in parte spinta a fare l’intervistatrice, per cogliere l’occasione giusta. Viveva a Luka ormai da tre anni, e si poteva capire quanto era questo suo impegno al riguardo. Nella lunga pausa tra la precedente partita contro i Kilika [cap.18] e questa, aveva interrogato tutti i compagni dei Besaid Aurochs, senza ottenere nessuna informazione utile. “Boh, e chi lo sa?? Dicono che sia di Zanarkand, ma non ci credo…” disse il centrocampista Letty. “E’ il nostro nuovo capitano…” rispose invece Datt, mentre faceva i pesi. La risposta chiarissima e davvero di grande aiuto fu quella del portiere cicciotto Keepa. “E’ biondo…munch, munch…” con un paninazzo al salame in mano, che quasi faceva vomitare a quella ragazza mulatta. Aveva poi saputo che Wakka ne era un grande amico, però impegnato nel pellegrinaggio con la nuova invocatrice Yuna, impossibile da non conoscere. Di lei si sapeva quasi anche il passato addirittura, e dei guardiani si conoscevano di più solo l’ex degli Aurochs ed Auron. L’uno perché era il capitano della squadra più scarsa in assoluto, anche se molti iniziavano a cambiare idea, l’altro perché ci si chiedeva se lui era proprio lo stesso di mille anni fa, cosa che appassionava i più curiosi.

‘Io…non ho…trovato…un granché… So solo quello che… la gente dice…’ riprese la pantera, mentre si avvicinarono di più all’ingresso dello stadio, là dove le squadre passavano per entrare negli spogliatoi.

‘Gli Albhed dicono che l’hanno visto a fase il guasdiano assieme a Wakka con Yuna…’ disse il tappo con i capelli a caschetto, già pronto con blocchettino, penna e macchina fotografica.

‘Aspettiamo… ho un’idea… E su quel…simbolo?’ chiese lei con voce passionale.

‘Vediamo…’—e tira fuori una decina di carte alla rinfusa, che teneva piegate in una tasca—‘…Era lo stemma della città di Zanaskand, che coincideva con quello della squadsa… ci sono vasie leggende legate ad essa, ma non ho ancosa scopesto niente…’.

Il discorso venne bloccato quando una folla inferocita di intervistatori e giornalisti, con telecamere e flash scattati ovunque si avvicinò a loro spingendoli e rendendoli quasi come sardine nella folla di gente ammassata.

 

‘Q…quanta gente…!! Era da tanto tempo che…’.

‘Seguimi…altrimenti da qui non ci muoviamo più… Permesso…scusate….’ disse Wakka trascinandosi il compagno per un braccio, cercando di crearsi delle vie contro quella marea. Grazie all’aiuto dei controllori dello stadio, riuscirono in breve tempo a raggiungere gli spogliatoi. La squadra era già lì da qualche minuto, eccetto Keepa, che aveva avuto un certo languorino e sarebbe arrivato più tardi. Erano piuttosto fiduciosi nei volti, grazie a quella precedente vittoria contro i Kilika, che li aveva davvero gasati e caricati alla grande, e Wakka ne era contento ora più che mai.

‘Bene, ragazzi… spero che non abbiate poltrito in mia assenza!!’ fece lui davanti alla squadra, mostrando bene petto all’infuori.

‘No…assolutamente….anzi, abbiamo lavorato sodo!!’ gli rispose Jash, il difensore dalla pelle scura, mostrando il pugno chiuso.

‘Sì…abbiamo anche avuto molte interviste!!!’ continuò Letty, che era seduto con gran sicurezza.

‘Incredibile…stiamo diventando famosi!!!’ ribatté invece Botts, forse il più scarso della squadra. Già si montano la testa… ma giocano per passione o solo per essere conosciuti?! L’importante è che diamo una lezione agli altri, dopo essere stati presi così tante volte in giro…

‘Lo diverremo di più se vinciamo il torneo…avete pensato pure a questo??’.

Alle parole piene di certezza di Tidus tutti un pochino ammutolirono. Non erano molto convinti di arrivare fino in fondo, dopo tutte le figuracce degli anni passati. Però di certo non poterono fare a meno di sorridere o annuire timidamente.

‘Heeeeyyyy…ragazzi!!! Ceeeerto che ce la faremo!!! Dobbiamo essere sicuri, certi!!!’ riprese Wakka, davanti a tutta la squadra, quasi abbracciando il compagno affianco.

‘Piuttosto…qual è la situazione al momento??’ riprese.

‘E’ sulla lavagna…c’è tutto!!’.

Essa era bianca e lucida, sulla quale vi si era scritto con l’aiuto di un pennarello rosso. Anche se la scritta era da cani…

 

Guado Glories – Albhed Psyches  1 – 0                    Luka Goers, Guado Glories e Besaid Aurochs 4

Besaid Aurochs – Kilika Beasts     2 – 0                    Albhed Psyches 3

Ronso Fang – Luka Goers             1 – 2                    Kilika Beasts 1

                                                                                     Ronso Fang 0

 

La loro felicità era data anche da quell’incredibile numero segnato alla lavagna. Mai, in due partite, erano arrivati a così tanti punti. Qualcuno già si vedeva circondato dalle ragazze, un altro da montagne di panini gratis, un altro ancora pensava alla gloria e alla fama. Però tra il dire e il fare… certo, nessuno vietava di sognare…

‘Ehm…scusate…posso fare una domanda…?’ disse timidamente Botts, il codino rosso, alzando la mano destra. Tutti lo guardarono. Questo…lo imbarazzò ancora di più.

‘E…ecco…io fino ad adesso non ho più visto la nostra bidella Noemi…non so voi se….’. Queste…domande!!! Deve interessarti davvero tanto quella ragazza!! Ora cosa dico?

‘Ahahaahah!!! Ora si deve pensare solo alla partita!! Poi…andremo a cercarla!!’ rispose Wakka, appoggiandosi ora alla lavagna. A…a cercarla??

 

Gli spalti iniziarono a gremirsi appena appena vennero aperte le porte. Almeno due terzi del pubblico erano tutti Guado, alcuni da Guadosalam, altri invece abitavano lì stesso a Luka, altri venuti chissà da dove a piedi, anche percorrendo strade piuttosto pericolose tra i mostri. Tra quegli spettatori e tifosi regnava una grande sfacciataggine, ripetendo tra loro che avrebbero vinto anche ad occhi chiusi. In realtà, senza ammetterlo, erano meno sicuri del solito. Non avrebbero mai immaginato quella super partenza di quella squadra sempre fallimentare. Ma, stando alle leggi della probabilità, erano fin certo sicuri che stavolta sarebbero stati sfortunati ed imbecilli come al solito. “Senza Wakka, poi…il migliore della squadra…che idioti!! Si vede che si era stufato pure lui ihihihi…”,”Figurati se lo scemo che dice di arrivare da Zanarkand possa fare tutto da solo!! Avrà fortuna, avrà tecnica, ma se hanno un portiere che fa acqua da tutte le parti, cosa vuoi che faccia...??” si dicevano tra loro ridacchiando. Così continuavano a gridare il nome del loro capitano, un attaccante svelto ed agile, di nome Zazi. Un tipo piuttosto serio e zitto, ma quando si trattava di scatti, gare e competizioni, non lo batteva nessuno. Forse era addirittura più veloce degli stessi Hypello [cap.21].

Una minoranza delle ragazze Guado sembrava simpatizzare per il nuovo capitano della squadra avversaria. Certo, volevano una grande vittoria da parte di quelli di Zazi, ed anche schiacciante, ma avrebbero voluto anche conoscere l’altro, o almeno riceverne un autografo. Forse nascondevano tra loro questa loro strana ammirazione o il motivo di essa. Ad alcune interessava perché era misterioso, poiché non si sapeva niente o quasi di lui, altre erano curiose per la figura fatta nelle altre partite, ad altre ancora piaceva perché lo trovava piuttosto carino. Quando il telecronista iniziò a parlare dei Glories, un boato colse tutti al volo, e si misero a tifare insieme come un’unica anima.

I tifosi degli Aurochs non avevano mai occupato così tanti posti prima d’ora. Iniziavano ad urlare, a schiamazzare, agitare bandierine, bloccandosi di colpo appena gli altri tifosi mostravano la loro superiorità e maggioranza. Certo, una loro vittoria non era così probabile, ma contavano ora sulla nuova carica che avevano i loro ragazzi.

‘Ecco a voi!! Le squadre stanno entrando in campo!!!’ disse il telecronista al megafono, seguito poi da un'altra voce, quella del commentatore.

‘Oggi i Guado Glories sono davvero in forma!! Farà un altro dei suoi famosi scatti Zazi??!’.

‘Yeeeeesss!! Forse vedremo altre prodezze anche dell’altro capitano…’ detto questo il telecronista staccò la linea e si girò verso i collaboratori, sbattendo almeno tre volte il pugno chiuso sul tavolo. Subito arrivò un tizio che corse come un pazzo a consegnare alcuni fogli alla rinfusa.

‘Bene…Oh! Sappiamo ora che Tidus è anche un guardiano della nuova invocatrice…!!’.

La palla era già al centro dello stadio. Il telecronista si girò con sguardo fulminante verso quel tizio, parlando a bassa voce per non farsi sentire in diretta.

Un Blitzer…guardiano??!! Non solo siete INCAPACI, ma anche senza CERVELLO!!! Vi farò licenziare tutti!!! E…ehm…spero che sia una buona partita!! Che vinca il migliore!!!’.

La palla venne lanciata verso l’alto per mezzo di un turbine artificiale dal fondo al centro dello stadio dopo il fischio. Le squadre si guardarono in faccia. “Vi stracceremo” pensava Yuma, proprio l’amica di Yuna, che era il portiere dei Glories. “Speriamo che non ci massacreranno!!’”pensava invece Datt in attacco.

  
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