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Autore: _armida    14/09/2020    2 recensioni
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E se Ben Solo non si fosse mai unito al Lato Oscuro?
Probabilmente sarebbe rimasto a seguire gli insegnamenti di Maestro Luke (e magari si sarebbe ritrovato tra capo e collo un'altra padawan di nome Rey). Senz'altro si sarebbe unito alla Resistenza per combattere il Primo Ordine.
...ecco la mia versione (da ridere) di come sarebbe potuta essere una giornata alla Resistenza (con inconveniente annesso).
Dal testo:
"Come era la vita in una base ribelle? Tutti si sarebbero aspettati sparatorie e attacchi a sorpresa del Primo Ordine a non finire.
Certo.
Un giorno su trecento poteva essere così, se andava bene - e per quel giorno la finissima espressione "e mo' so' cazzi" sarebbe parsa la più adatta di tutte -...ma gli altri?
Una noia mortale"
...o forse no.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Rey
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Parte II

 

Naboo…

 

“Ti avevo detto di volare basso, non di cimare tutti gli alberi di questa foresta!”, protestò Rey, visibilmente alterata per via della poca cura che secondo lei Ben aveva del Falcon. 

“Se prendo altra quota ci vedono!”, ribatté il ragazzo, sbuffando. 

“Certo, perché gli abitanti di questo pianeta hanno dei sensori di altitudine al posto di occhi e orecchie!” 

“Siamo lontani chilometri da luoghi abitati, non può averci sentito nessuno”

Erano da poco entrati nell’atmosfera di Naboo e per evitare di essere intercettati sia dagli abitanti che da eventuali apparenti al Primo Ordine, avevano optato per un volo basso… forse un po’ troppo basso, almeno secondo Rey. 

Ben credeva ciecamente di essere nel giusto… erano gli alberi su Naboo ad essere troppo alti. 

“La prossima volta guido io”, borbottò Rey. 

Osservò con occhio estremamente critico le manovre di atterraggio in una radura e non appena il Falcon toccò terra, sganciò la propria cintura di sicurezza e si diresse a lunghe falcate verso il portellone d’uscita. “Io avrei fatto un atterraggio più dolce e avrei anche parcheggiato meglio di te”, aggiunse. 

Ben sbuffò portando gli occhi al cielo e la raggiunse, sorpassandola a passo svelto in modo da poter mettere piede a terra prima di lei. 

Una piccola rivalsa su quella Jedi logorroica della sua ragazza. 

Luke si riferiva spesso a loro come a dei bambini capricciosi durante gli allenamenti… e in momenti come quello era davvero difficile non essere d’accordo con lui. 

Ben si arrestò improvvisamente appena sceso dalla rampa, cogliendo Rey, distratta ad osservare la folta foresta che si sviluppava pochi metri più in là, di sorpresa. La ragazza finì per urtare con il naso la schiena di marmo di lui. 

Prevedibile. 

“Ahi!”, si lamentò. “Lo hai fatto apposta”

Un sorriso sfrontato comparve sul viso del giovane. Si girò verso di lei. “E anche se fosse?”, sussurrò suadente avvicinandosi pericolosamente al suo viso. Dovette chinarsi di parecchio per farlo. 

“Continua a comportarti da bambino e verrai mandato in bianco fino a data da destinarsi”, lo minacciò lei, scostandolo in malo modo e incamminandosi. 

“Chi si sta comportando da bambina adesso? Sai almeno dove stai andando?”, la stuzzicò nuovamente lui. 

Questa volta fu Rey ad arrestarsi di colpo, mettendosi a braccia conserte in attesa di altre sue parole. Tutto ad un tratto l’enorme masso alla sua destra divenne molto molto allettante… chissà come sarebbe stato sulla testa di Ben? 

Probabilmente data la sua cocciutaggine si sarebbe rotto il masso piuttosto che la sua testa… 

“Illuminami, prego”, gli rispose sarcastica. 

Il ragazzo fece nuovamente un sorrisetto sfrontato, per poi scoppiare a ridere. “Ora ho capito! Sei il quel periodo”, disse. “Questo significa che anche per questo mese abbiamo fatto i bravi” 

E se invece del masso in testa lo avesse trafitto seduta stante con la propria spada laser? 

Rey ci stava seriamente pensando. 

“Non sono in nessun periodo”, sibilò. 

“Come dici tu, ma sappi che i buoni marinai navigano anche nel mar rosso!”, ribatté lui continuando a ridacchiare. Rimase in silenzio giusto un paio di secondi, immobile, poi improvvisamente riprese a camminare in una direzione diversa da quella in cui Rey aveva pensato di andare. 

La ragazza lo osservò irritata per quella battuta e allo stesso tempo confusa. “Dove stai andando?”, gli domandò. 

“Da qualche parte dovremmo pur iniziare la ricerca”, risposte Ben scostando alcune felci giganti. “E poi prima finiamo, prima posso riscuotere la mia ricompensa” 

“E quale sarebbe?”, chiese lei, ingenuamente. 

“Tu, ovviamente. Però senza quegli inutili vestiti addosso” 

Un sasso spuntato da non si sa dove - o forse sì - lo colpì in testa esattamente appena finita la frase. 

 

***

 

D’Qar…

 

“Hai permesso ai ragazzi di prendere il Falcon?!”

Han Solo era rimasto scioccato alla notizia che Leia aveva permesso a Ben e Rey di prendere il Millenium Falcon per andare… non si ricordava nemmeno più dove, forse, se avesse lasciato finire di parlare il ragazzo che aveva dovuto riferirgli la notizia, lo avrebbe saputo. Invece si era immediatamente diretto a passo di marcia verso la sala del consiglio, dove era certo di trovare sua moglie. 

Ma poi gli importava davvero sapere dove quei due fossero andati? Sì… ma anche no, il vero punto era che non era nemmeno stato interpellato. Il Falcon era la sua nave e che diamine! 

“L’ultima volta che qualcuno ha preso in prestito il Falcon c’è mancato tanto così che finisse per andare tutto a fuoco!”, sbottò, riferendosi a quell’incosciente di Poe Dameron e a quella volta in cui,  per sfuggire al Primo Ordine, si era messo a forzare l’iperguida. Il risultato erano stati fuoco e fiamme sulla sua preziosissima nave. 

Ne era certo: quella era la volta buona che il Falcon non sarebbe tornato alla base intero. 

Non sarebbe proprio tornato, punto. 

“Quante storie per una nave! E poi sia Ben che Rey sono ottimi piloti”, ribattè Leia, cercando di liquidare suo marito il più velocemente possibile: era nel bel mezzo di un’importante riunione quando quell’uomo era entrato nella sala come una furia, vaneggiando sulla sua nave e facendone cupe predizioni. 

Dallo spavento tutti gli altri presenti era scappati a gambe levate. 

“Hai insegnato tu a nostro figlio come guidare responsabilmente… o no?”, domandò il Generale con sarcasmo. 

“Appunto per quello ho la certezza che la mia nave non tornerà mai a casa sana e salva!” 

Leia alzò gli occhi al cielo. “Sono andati su Naboo, cosa vuoi che possa accadere loro là?” 

Han aggrottò le sopracciglia. “Su Naboo? E cosa diavolo sono andati a fare su Naboo?” 

“Li ho mandati io”, gli rivelò lei. “Con la scusa di qualche attività sospetta del Primo Ordine. Ma non ti preoccupare: là non c’è nessun Primo Ordine. È solo un pretesto che mi sono invernata per permetterli di stare un po’ soli, qui alla Base per loro non c’è privacy”, spiegò. 

Suo marito aggrottò nuovamente le sopracciglia, fortemente perplesso. “Privacy? E per cosa?”, chiese. 

Leia lo osservò con un’espressione più che eloquente. “Noi che cosa facevamo alla loro età?”, domandò a sua volta con ironia.

“Combattevamo per la Resistenza”, fu la pronta risposta. 

“Anche quando eravamo soli?” 

Il viso dell’uomo si fece improvvisamente pallido, gli occhi sgranati per aver finalmente compreso  il fine delle macchinazioni della moglie. “Hai mandato i ragazzi in camporella su Naboo?!”, urlò. “Con il Falcon?!”, aggiunse con maggiore preoccupazione. 

“Devo ricordarti dove Ben è stato concepito?” 

L’uomo si passò le mani sul volto in un gesto di disperazione. “Sono troppo giovane per diventare nonno!”, si lamentò. 

“A me dei nipotini piacerebbero…”, ribattè invece Leia con voce sognante e sguardo assente. Già si immaginava un esercito di piccoli Ben in miniatura che sgambettavano veloci per la base, riempiendo l’aria di sorrisetti sdentati e risatine. 

Fu l’ennesimo lamento uscito dalla bocca del marito a riscuoterla. Si lasciò andare ad uno sbuffo irritato. “Vedrai che saranno di ritorno nel giro di qualche ora. Come ti dicevo, su Naboo non accade mai nulla” 

Han Solo emise un lungo sospiro, certo che la sfiga fosse dietro l’angolo. 

…e per una volta il contrabbandiere non si sbagliava. 


Angol-INO dell'Autrice
Buongiorno a tutti! Puntuale (per una RARISSIMA volta) come avevo promesso, ecco qui la seconda parte di questo racconto. Siete stati davvero tanti a leggere la prima e di questo voglio ringraziarvi. Come sempre vi auguro una buona lettura e attendo i vostri pareri. 
Che la Forza sia con voi! 
 
   
 
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