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Autore: ElfaNike    14/09/2020    1 recensioni
Avatar Darje è scomparso da tempo, ma nessuno è mai riuscito a trovare il suo successore, la sua reincarnazione. Finalmente, dopo quindici anni, Monaco Norbu, vecchio amico di Avatar Darje, riceve la notizia del ritrovamento di un candidato... parte così un viaggio alla ricerca del nuovo Avatar e alla scoperta di quattro giovani di grandi speranze e talenti fuori dal normale.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Nuovo personaggio, Rapunzel
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il viaggio verso la Nazione del Fuoco fu particolarmente solitario per Monaco Norbu, ormai abituato ad avere con lui i suoi discepoli. Probabilmente, lasciare i due giovani comportava qualche rischio, qualche colpo di testa di Jack Frost, qualche sgridata da parte delle guardie e dei giardinieri, magari qualche incrinatura nello zelo necessario al loro allenamento. Tuttavia, Monaco Norbu non si preoccupava molto per questi dettagli, e questo per due motivi. Per prima cosa, nutriva una certa fiducia sul buon senso dei due ragazzi, per cui non sarebbero andati a mettersi in una situazione più spinosa di quella in cui erano già finiti. In secondo luogo, sentiva che la soluzione al mistero attorno all’erede di Avatar Darje era sempre più vicina, e l’affetto verso il suo vecchio amico lo spingeva a cercare con maggiore energia indizi che potessero sostenere la piccola ipotesi che stava andando a formarsi nella sua mente.
Arrivò sul territorio della Nazione del Fuoco e prese con decisione la direzione per raggiungere il Popolo del Sole. Ormai la strada la conosceva, e sarebbe tornato al villaggio atterrando al centro della piazza.
Quando gli uomini del Popolo del Sole lo videro arrivare lo salutarono agitando le braccia, e corsero verso Champa che atterrava dolcemente. Fu subito circondato e salutato, e Stoik avanzò verso di lui con un’espressione a metà tra il sorpreso e il perplesso.
-Che piacere!- esclamò il nerboruto capo villaggio -Non ci aspettavamo certo che sareste tornati così presto!-
Scaracchio comparve dietro di lui: -Non ci aspettavamo che sareste tornati e basta, oserei dire.-
Astrid e le altre reclute si guardavano intorno sospettose: -I vostri discepoli non ci sono?- chiese la ragazza.
-No. Purtroppo sono stati trattenuti altrove.- il monaco non si aspettava certo, dopo quello che i suoi allievi gli avevano raccontato, che le reclute fossero deluse da quell’assenza, e infatti i giovani fecero un’espressione fra l’imbarazzato e il sollevato con la sola eccezione di Astrid, che invece si corrucciò. Evidentemente aveva sperato in una rivincita.
-Non importa, non importa.- rise comunque Stoik, battendo una manona sulla spalla di Monaco Norbu -A cosa dobbiamo il vostro ritorno, monaco?-
-Alle stesse ragioni per cui viaggio, capo villaggio Stoik.- il nomade attese con un sorriso sereno la reazione del suo interlocutore, che non tardò ad arrivare.
Stoik ricordò la missione del monaco, la sua ricerca del nuovo Avatar, e la sua presenza lì gli fece allargare gli occhi dalla sorpresa. Allora si fece da parte e cedette il passo al suo ospite: -Parliamo.- disse solo.
Presero a camminare per le vie del villaggio, mentre Scaracchio e le reclute li seguivano poco distanti, lasciando che il resto del popolo si occupasse di Champa.
-Credete che la reincarnazione di Avatar Darje si trovi in questo villaggio?-
-Vorrei potervi dire che ho indizi certi, ma purtroppo torno portato solo dal sospetto di uno dei miei allievi.-
-Ero convinto che sarebbe dovuto nascere fra i Nomadi dell’Aria.-
-E in effetti il ciclo delle reincarnazioni non lascia dubbi.- assentì il monaco.
Stoik attese che aggiungesse qualcosa, ma dopo un silenzio dubbioso esclamò: -Allora cos’è andato storto?-
Monaco Norbu si fermò: erano al tempietto dedicato ad Avatar Darje: -Sono qui per scoprirlo. Avatar Darje era una persona complicata e purtroppo non bastano i soli ricordi della nostra amicizia ad aiutarmi a capire dove ritrovarlo.-
-Non è fra i nomadi? Potrebbe essere chiunque?- chiese allora gravemente l’uomo -E questi due ragazzi che vi portavate dietro... nonostante fossero di due popoli diversi... hanno qualche cosa a che fare con lui?-
-Non erano certo normali, quelli lì!- esclamò Moccicoso da poco più indietro.
-Sarebbe a dire?-
Astrid fulminò Moccicoso con lo sguardo, mentre le reclute abbassavano lo sguardo per non incontrare i suoi occhi. Allora Scaracchio prese la parola: -Pare avessero i domini invertiti.- spiegò grattandosi la pancia -E che abbiano dato una bella batosta alle nostre reclute. Per questo si vergognano a parlartene.-
Stoik scosse la testa, basito, e tornò a rivolgersi a Monaco Norbu: -I domini invertiti! Quindi questi ragazzi sarebbero...-
-I loro popoli li presentano come candidati al ruolo di Avatar. Ma non hanno potere su tutti gli elementi, come dovrebbe essere.-
-E quindi cosa sono?-
-Ho la mia ipotesi, e possiamo dire che loro rappresentano degli indizi per capire chi è veramente il nuovo Avatar.-
-Loro ti porteranno a trovare l’Avatar.- Stoik prese un momento per riflettere -E pensate di trovare un nuovo indizio qui?-
-Esattamente. Ma prima- Monaco Norbu allargò il suo sorriso -Posso chiedere se c’è un fabbro, nel vostro villaggio?-

Nel momento in cui la porta della forgia si aprì, si sentì un rimbombare di oggetti metallici e una quantità di utensili cadere per terra.
Il capo villaggio Stoik sospirò mentre faceva strada a Monaco Norbu.
-Hiccup.- disse -Non lo starai facendo ancora, spero.-
Agli occhi del monaco di presentò un ragazzino magrolino e instabile, con delle pinze in mano e l’aria assolutamente colpevole: -Io... cosa? Stare facendo cosa? Stavo martellando il ferro per quelle pentole...-
Il capo villaggio Stoik sospirò di nuovo e disse a Monaco Norbu, indicando il ragazzo: -Hiccup, mio figlio.
-Il monaco sorrise in guisa di saluto: -Vostro figlio, dite? Eppure l’ultima volta non abbiamo avuto il piacere di conoscerlo.-
-In effetti. Sapete, non esce da qui molto volentieri.-
Hiccup roteò gli occhi, mentre da fuori arrivava la voce di Moccicoso che esclamava: -È uno strano pure lui!- e il tonfo sonoro di una botta in testa, verosimilmente tirata da Astrid per zittirlo. A quelle parole, Hiccup abbassò le spalle con aria desolata.
Monaco Norbu prese la situazione in mano: -Se non vi dispiace...- chiese -...vorrei parlare con il giovane Hiccup da solo. In seguito, potremo continuare a riflettere sugli indizi di cui vi parlavo prima.-
Stoik alzò le spalle e uscì, chiudendo la porta.
-Quindi sei il figlio del capo villaggio.- esordì subito Monaco Norbu, spostando poi lo sguardo dalla porta a Hiccup -Eppure non sembra che ti considerino molto.-
Il ragazzo guardava il nuovo arrivato rigido e stretto alle sue pinze, senza parlare.
Il monaco lo studiò un momento, poi prese il suo bagaglio: -Sono qui alla ricerca di qualcuno. Un Maestro del Dominio del Fuoco... sapresti consigliarmi qualcuno?-
Hiccup continuò a fissarlo senza parlare, perplesso sul motivo per cui lo straniero si rivolgesse a lui per questa domanda nonostante fosse stato col capo villaggio fino a un momento prima.
Allora Monaco Norbu comprese che non sarebbe riuscito a rompere il ghiaccio in questo modo e svuotò un sacco su un tavolo della forgia: caddero oggetti da viaggio, chiavi e bussole, e il pupazzetto. Tutti danneggiati.
-Durante il viaggio purtroppo mi si sono rovinati un po’ di oggetti. Potresti ripararmeli mentre discuto con tuo padre riguardo alla mia ricerca?-
-C’è stato un incendio?- chiese allora Hiccup. Aveva visto, evidentemente, l’unico oggetto bruciato.
-In qualche sorta. Saresti in grado di ripararmeli prima della mia partenza?-
Il ragazzo annuì. Non lo aveva più guardato: si era concentrato sugli oggetti da riparare. Monaco Norbu lo lasciò lavorare.
Uscì al sole, dove il capo villaggio Stoik lo aspettava.
-Un ragazzo davvero interessante.- commentò il monaco.
-E siete tornato qui per lui?-
-In realtà, sono venuto nella Nazione del Fuoco alla ricerca di un maestro. Vedete... poco fa, quando vi ho parlato delle capacità dei miei allievi, non vi ho detto che ho incontrato una giovane molto particolare nel Regno della Terra.-
-Da come parlate, sembra che lei sia un’altra dal dominio sbagliato.-
-In effetti.- Monaco Norbu allargò le mani -Per questo sono tornato da voi. Ho promesso di trovarle un Maestro del Dominio del Fuoco, e sono venuto dove questo dominio trova le sue radici per chiedervi di indicarmi qualcuno che faccia al caso mio.-

La piramide a gradoni che si ergeva in cima al villaggio era il Tempio del Fuoco, oltre il quale partiva il sentiero che portava ai monti gemelli delle cerimonie. Il capo villaggio Stoik prese a salire verso la cima della piramide con passo deciso, mentre Monaco Norbu gli trottava dietro.
-Non so assolutamente come aiutarvi a trovare il miglior Maestro del Dominio del Fuoco della Nazione del Fuoco.- spiegava in tutta onestà l’uomo -Siamo un popolo abbastanza chiuso, e le montagne che ci circondano rendono difficile le comunicazioni con l’esterno. Credo che voi siate i primi stranieri dopo anni a essere arrivati qui.-
Monaco Norbu annuiva piano.
-Tuttavia, possiamo chiedere alla sacerdotessa del Tempio del Fuoco e dei Draghi. Lei potrà darvi sicuramente più informazioni di me.-
Arrivarono in cima e una donna si avvicinò. Dietro di lei, su un ampio altare bruciava un alto fuoco.
-Vi presento la sacerdotessa dei Draghi. Il suo nome è Valka.-
Monaco Norbu si inchinò con un sorriso cordiale e lei ricambiò con dolcezza.
-Sono la madre di Hiccup.- aggiunse lei con espressione d’intesa.
Stoik la guardò con disapprovazione e lei replicò: -E quindi? Vi ho visti entrare alla forgia, poco fa.-
L’uomo scosse la testa, poi tornò a rivolgersi al suo ospite: -Come vi dicevo, in quanto sacerdotessa del fuoco può esservi d’aiuto nella vostra ricerca.-
Il monaco annuì e i due furono lasciati soli.
-Mi è stato raccontato del vostro arrivo, l’ultima volta che siete stati qui.- esordì la donna -Purtroppo ero in ritiro presso il Monte dei Maestri assieme ai miei draghi.-
-Sono comunque contento di fare la vostra conoscenza. Mi chiedevo se poteste indicarmi un buon Maestro del Dominio del Fuoco.-
La donna si appoggiò al suo bastone a sonagli: -Mi stupisce che siate venuto qui da noi, che siamo un popolo molto chiuso, invece di recarvi ai Templi del Fuoco della Nazione del Fuoco o, più facilmente, al Tempio dell’Aria del Nord.-
Monaco Norbu non seppe bene cosa rispondere. Allora lei continuò: -Ci sono altre ragioni per cui siete tornato qui?-
-Cerco il Dominio del Fuoco più puro. Ha a che fare con l’Avatar.- e le spiegò brevemente di Rapunzel, di Jack Frost e soprattutto di Merida, e della questione dei domini invertiti.
-Capisco.- la sacerdotessa si sollevò dal suo bastone -E pensate che questo possa implicare anche Hiccup, in qualche modo? Perché, in quel caso, lasciate che vi dica che vi sbagliate.-
-Che cosa ve lo fa pensare?-
Lei agitò avanti e indietro il bastone, seguendolo con gli occhi mentre parlava: -Perché i giovani di cui parlate mi fanno comprendere che state ancora cercando qualcuno. Loro sono solo tre, mentre i domini sono quattro. E, invece di rivolgervi ai Templi, invece di considerare qualunque altro giovane del mio popolo, siete entrato direttamente nella forgia. Ma mio figlio, lui... ha dei doni molto singolari. È vero, non è un Dominatore del Fuoco, e questo ha molto deluso suo padre. In compenso, quello che Hiccup è in grado di fare ha messo Stoik molto in difficoltà. Cerca in tutti i modi di reprimere i doni di suo figlio.-
-Sono doni particolari?-
-Non rientrano in nessuno dei domini. E questo spaventa molto il villaggio: evidentemente gli dei furono in collera con noi per qualche motivo nel momento della sua nascita.-
Monaco Norbu rifletté su quello che aveva appena sentito. Poi chiese: -Se potessi aiutarvi a sciogliere il mistero attorno a vostro figlio mi lascereste fare qualcosa?-
-So cosa state cercando, Monaco Norbu. I domini sono quattro e volete trovare il quarto giovane col ‘dominio sbagliato’. Lasciate perdere. Hiccup non è un Dominatore della Terra.-
Monaco Norbu non disse più niente, così la sacerdotessa riprese: -Tuttavia... se vi serve un maestro per la vostra Merida, un maestro degno dell’Avatar, posso seguirvi io. La vostra giovane così speciale di cui mi parlate potrà apprendere il dominio più puro: se si rivelasse essere l’Avatar, andrà tutto a suo vantaggio. Nel caso in cui non lo sia... in ogni caso potrà allenarlo lei, una volta che l’avrete trovato.-
L’uomo accettò con un inchino e intraprese la discesa del tempio.

Hiccup corse al mucchio di utensili e raccattò il primo che gli capitò a tiro nel momento in cui sentì la porta aprirsi.
-Stai tranquillo, stai tranquillo.- salutò Monaco Norbu -Sono solo io. Non sentirti in dovere di nascondere il tuo dono.-
Il ragazzo lo guardò perplesso, stringendo il suo cacciavite, mentre un muso nero compariva dietro un tavolo di lavoro e osservava la scena con un occhio perplesso.
-Sono venuto a vedere a che punto fossi.-
Allora Hiccup appoggiò il cacciavite: -Ho iniziato a riparare la bussola. Finora sono riuscito a fare solo questo.- prese un oggetto in un panno e lo porse a Monaco Norbu.
L’uomo lo prese e lo scoprì: dentro c’era il pupazzetto di Avatar Darje. Riparato. Non nuovo, né diverso. Era esattamente come prima dell’incidente di Merida. I meccanismi interni erano stati ricostruiti con precisione e funzionavano in maniera identica per le due braccia, quella che si era salvata e quella rifatta. Le parti in legno erano state ricostruite e l’intero pupazzetto era stato ridipinto, nonostante il tempo prima e le fiamme poi avessero fatto sbiadire completamente i colori. E, questo, senza alcuna indicazione o disegno o istruzione.
-Stupefacente.- Monaco Norbu si rigirò l’oggetto fra le mani -L’hai pure ridipinto.-
-Sicuramente non erano così, i disegni.-
-Sì. Sì, sì.- l’uomo guardò il ragazzo: -Posso chiederti come hai fatto a lavorare il ferro delle articolazioni?-
Hiccup guardò da un’altra parte, la bocca sigillata.
-Non sono tuo padre. Conosco una nomade che domina l’acqua e un ragazzo della Tribù dell’Acqua che domina l’aria.-
-Sono i due che hanno sconfitto le reclute?- chiese il ragazzo -Ho sentito Scaracchio sgridarli, dopo che siete ripartiti.-
-Già. E ti dirò una cosa: secondo me a loro sarebbe piaciuto conoscerti.- sorrise allo sguardo incredulo di Hiccup: -Hanno un dono ‘sbagliato’. Sicuramente ti avrebbero capito.-
-Davvero?-
-Già. Se ti portassi da loro in questo momento, sono sicuro che sarebbero contenti di conoscerti.-
Hiccup prese un lungo momento per metabolizzare la novità. Monaco Norbu attese pazientemente, così il ragazzo ad un certo punto chiese: -Ha mai pensato al metallo?-
Il monaco non rispose, così continuò: -Il metallo è un elemento che può essere lavorato, e può essere reso quello che uno vuole. Ma ha mai pensato a come si arriva a questo risultato?- ci fu un cenno di diniego da parte del monaco -Il metallo viene scaldato, fuso e picchiato. Il metallo è un elemento spezzato, pressato, per dargli la forma che vuole qualcun altro.- Hiccup prese un pezzo di metallo da un mucchio di scarti e lo fece levitare sopra al palmo della mano. Quando poi la chiuse pugno, il metallo si accartocciò come una foglia secca: -Quando mio padre si è aspettato che diventassi un Dominatore del Fuoco, io sono diventato così.- e appoggiò il metallo compresso accanto al pupazzetto.
Monaco Norbu rifletté intensamente. A quelle parole si era scoperto preda di una lotta interiore: da un lato, nella sua ricerca del quarto giovane che la sacerdotessa aveva molto acutamente indovinato, si affidava a prove come l’intuizione di Jack Frost e, soprattutto, alla prova del pupazzetto che, nonostante non fosse stata condotta in maniera molto ortodossa, poteva essere ritenuta superata; dall’altro, il discorso di Valka e questo potere fuori da ogni concezione lo facevano esitare. Se Rapunzel, Merida e Jack Frost dicevano che i loro domini erano ‘sbagliati’ usavano una certa imprecisione: i domini erano invertiti. Ma questo potere... era sbagliato davvero. All’inizio poteva aver sperato che Jack Frost avesse visto male, ma questa era una conferma inequivocabile.
Alla fine si alzò: -Grazie per la chiacchierata.- si sarebbe preso qualche ora per pensare -Ti lascio finire il lavoro.- e uscì.

Il mattino dopo Champa fu preparato e Monaco Norbu e la sacerdotessa Valka salirono. Il monaco aveva confidato al capo villaggio i suoi dubbi, ma questi gli aveva caldamente sconsigliato di portarsi dietro Hiccup. Monaco Norbu non aveva potuto opporsi al volere del capo villaggio e aveva ceduto. Il bisonte prese il volo e i due partirono per il Regno della Terra. Mancava poco allo scadere dei dieci giorni concordati con i DunBroch ed era necessario rientrare.

Merida, dopo il litigio con sua madre per la rottura del suo fidanzamento, si era persa per le vie della città, e le nuvole avevano reso cupa le fine del pomeriggio. Jack Frost e Rapunzel l’avevano raggiunta e cercavano di confortarla. Sotto le prime gocce di pioggia non si erano resi conto che qualcuno li seguiva.

Dopo un’oretta di viaggio sorvolavano il mare, quando si sentì uno starnuto provenire dal mucchio di bagagli. Valka allungò la mano, per scoprire un Hiccup molto rosso sulle guance.
-Hiccup! Che cosa ci fai qui? Che fine hanno fatto le provviste?!-
-Le ho fatte scaricare a Sdentato.- rispose il ragazzo con un filo di voce.
Il monaco lo guardò dall’alto della sua posizione di guida: -A cosa dobbiamo quest’improvvisata?-

I tre ragazzi correvano per le strade, sotto la pioggia. Gli uomini li inseguivano e li braccavano da tutte le parti. Jack Frost era saltato su un tetto con l’aiuto del bastone, ma un masso lo aveva preso al fianco e lo aveva fatto precipitare.
Rapunzel ghiacciò per terra per far scivolare gli inseguitori, ma il selciato della strada si alzò intorno a lei e la intrappolò fino al collo.

-Aveva dimenticato il pupazzetto alla forgia.- si giustificò il ragazzo.
Monaco Norbu sorrise: -Ti ringrazio, ma ero convinto lo avessi messo nel bagaglio con gli altri oggetti che avevi riparato.-
Allora Hiccup divenne tutto rosso, sotto lo sguardo di disapprovazione della madre, e confessò: -Volevo venire a conoscere i suoi ragazzi dal dominio sbagliato. Non mi riportate indietro, vero?-
Valka sospirò e guardò il monaco, che disse, con un sorriso contento: -Temo di no: ormai siamo troppo lontani e perderemmo troppo tempo.-

Jack Frost tirava Merida per la mano. Si guardava intorno con occhio febbrile: avevano perso Rapunzel, e si odiava per questo.
In una stradina si trovarono presi da due lati e lui, in guisa di diversivo, lanciò l’aliante aperto perché lo inseguissero. L’oggetto fu abbattuto con due massi poderosi e cadde a terra spezzato.
Allora Jack Frost lanciò una folata potente nello stomaco di Merida e la spinse in un vicoletto laterale nel momento esatto in cui un sacco calava sulla sua testa.
La ragazza rotolò dietro un mucchio di rifiuti e rimase lì, senza fiato. Sentiva gli uomini imprecare: -Ma non si parlava di una ragazza della Tribù dell’Acqua o di un nomade?! Che razza di informazioni sono queste?!- e poi -Chissà quale dei due è l’Avatar?- a cui rispose una voce cavernosa: -Non è importante. Cominciamo a prenderli entrambi.-
Merida attese piangendo che tornasse il silenzio, poi strisciò fuori dai rifiuti e si rimise traballante in piedi. Tenendosi ai muri delle case vagò per le strade, completamente terrorizzata e disorientata. Fu quando raccolse l’aliante spezzato che qualcosa scattò nella sua testa, e in preda al panico corse a casa sua. Jack Frost e Rapunzel erano stati rapiti: Monaco Norbu non sarebbe stato contento.

 




Angolino dell’autrice:
Finalmente è arrivato anche il quarto dei Grandi Quattro! Ma non per questo, a quanto pare, il nostro gruppo preferito si riunirà già nel prossimo capitolo...
Puntualizziamo qualcosa, vi va?
Partiamo dal dominio del metallo ...perché alla fine è proprio questo, no? Allora aggiungiamo due cose: la prima è un doveroso riferimento al fumetto di Avatar - La promessa, parte due. Le parole del nostro Hiccup, nel momento in cui descrive il suo potere sul metallo, sono ispirate alla descrizione che Toph fa del Dominio del Metallo. Anche a questo punto fermo subito i puristi: nessuna paura, non ci sarà alcuna discontinuità con la storia di Avatar.
La seconda cosa è la reazione di tutti nei confronti di questo potere. Proprio perché non c’è ancora stata Toph, i contemporanei di Hiccup lo considerano un potere assolutamente sbagliato... questo anche Monaco Norbu che, nonostante sia aperto e paziente e pronto ad accettare tutti, resta figlio del suo tempo.
La seconda puntualizzazione riguarda il rapimento da parte dei banditi: come a Merida, anche a loro sono arrivate notizie vaghe sulla vera identità dell’Avatar, poiché quando le notizie si diffondono oralmente possono essere deformate, specie se molto imprecise. A questo punto si capisce perché Merida tema tanto che si diffondano voci sul suo legame con Avatar Darje, no?
A presto
Nike

  
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