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Autore: Blue_Wander    15/09/2020    3 recensioni
"Ti odio così tanto che non vedo l'ora di vedere il giorno in cui ti rovinerai con le tue stesse mani. E ti strapperò quei meravigliosi occhi. [...] La vita vera non è come nelle favole. I principi non si innamorano delle fanciulle del popolo, non rinunciano alla loro vita agiata per una donna, non si fanno mettere i piedi in testa da qualcuno solo perché nei suoi occhi è riflesso il bene più puro o il male più oscuro. [...] Però, mia mortale nemica, non c'è cosa peggiore di conoscere i sentimenti di una persona e non poter farci nulla comunque."
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Seokjin/ Jin, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Un'opportunità migliore

 

Quando Hoseok e Namjoon salirono a bordo della barca di Jimin, Blanche pensò di svenire sul colpo e Jungkook si precipitò verso di loro seguito da Yoongi, il cui scopo era in realtà la minuta figura sempre elegante e intrisa di mistero che camminava un po' staccata dagli altri. I due ragazzi dell'ultimo gruppo sorreggevano Laila, coperta di graffi e sangue, i vestiti quasi completamente strappati e la katana che era solita portarsi dietro sparita insieme alla cintura a cui era appesa. Il principe si fece avanti per aiutarla, ma Blanche lo ostacolò e lasciò che Hoseok la poggiasse tra le sue braccia, per poi sparire sottocoperta con il corpo ferito e malconcio della sorella.

Jungkook chiese spiegazioni, ma quello che ottenne furono degli sguardi sfiniti e notò dei segni di lotta sia sul Guardiano che sul proprio generale. Stava per girare i tacchi e scendere anche lui per andare a vedere con i suoi occhi, ma la voce di Seyun lo bloccò improvvisamente.

-Dei Mostri ci hanno attaccato.- spiegò, cercando di liberarsi dalla morsa di Yoongi che, imperterrito, controllava che stesse bene nonostante fosse l'unica del gruppo senza neanche un piccolo graffio. -Laila è caduta in uno degli ingranaggi di un macchinario e si è salvata solo grazie alla sua agilità, ha rischiato di venire schiacciata o peggio, forse anche tranciata in due. Namjoon e Hoseok hanno cercato di salvarla, ma alla fine sono dovuta intervenire io.

Yoongi annuì con la testa, intuendo a cosa la giovane si stesse riferendo, mentre Jungkook capiva sempre meno le sue parole. Non ci diede peso e si allontanò, evitando di raggiungere le due sorelle ma anche di stare in compagnia di qualcun altro.

Seyun dal canto suo si allontanò dal re e affiancò Kerasi e Seokjin, chiedendosi dove fossero Veral e gli altri due, ricevendo come risposta solo la stessa domanda.

-Yoongi.- lo chiamò Hoseok. -Grazie per aver inviato la fenice a dirci di venire qui, non sapevamo come fare con Laila in quello stato.

-Non ringraziarmi.- lo interruppe. -Sono solo grato che Seyun stia bene, ma non riesco a capire perché siete stati attaccati. Il gruppo del principe ha persino incontrato Smeraldo che non li ha neanche sfiorati, perché qualche spirito incorporeo dovrebbe prendersela con dei semplici viandanti?

-Io credo abbiano riconosciuto Hoseok, qualche Jawahrat potrebbe aver detto ai nemici che ha lasciato il Muro per unirsi a noi.- ipotizzò Namjoon, mentre Yoongi sembrava scettico.

La conversazione morì lì e ognuno di loro prese a fare qualcos'altro, rendendosi conto che ormai non potevano cambiare quel che era successo e che scoprirne il motivo sarebbe stato probabilmente inutile visto che il re sapeva che una di quelle creature aveva persino attaccato Jimin una volta.

Hoseok sbirciò al di là della scala per il locale in cui Blanche era intenta a lavare via le ferite di quella che considerava una sorella minore; si sentiva un po' in colpa per l'accaduto: lui e Namjoon erano stati talmente tanto attenti a Seyun che avevano dimenticato completamente di tenere d'occhio anche l'altra ragazza. Decise di raggiungere la maggiore e le poggiò una mano sulla spalla, chiamando il suo nome per non farla spaventare e lei si girò, guardandolo con occhi stanchi ma gentili. -Hai bisogno di qualcosa?- gli chiese con un filo di voce.

L'altro scosse la testa. -So quanto questo ti faccia male, mi dispiace per Laila ma vedrai che si riprenderà presto. Anche se sorridi io so che sei triste.

La giovane dai lunghi capelli cremisi si mise a sedere su una delle panche poste ai bordi della piccola stanza della barca in cui si trovavano e invitò il ragazzo a fare lo stesso. -La mia famiglia morì quando avevo quattro anni e mia madre e mia sorella maggiore riuscirono a nascondermi in una cassa del mercato della mia città. Non conobbi mai né mio padre né la sua famiglia, ma da quel poco che so sono stati tutti uccisi anche loro. Non ricordo nient'altro, solo sagome buie di qualcuno che mi saluta per sempre.- prese a giocherellare con lo straccio umido con cui aveva pulito le ferite di Laila. -Ho vagato per giorni, anni. Ero diventata brava a rubare nei grandi mercati e un giorno la trovai all'interno di una cassa piena di arance, nell'identico punto in cui avevano lasciato me. Era nata solo da qualche giorno e nella mano teneva stretto un foglio stropicciato su cui era stato scritto molte volte il suo nome. Chiunque l'abbia abbandonata è stato costretto a farlo: un genitore a cui non importa non si scomoda a donare un'identità al proprio bambino.

-Per questo tieni molto a lei.- rifletté. -È la tua famiglia ormai.- improvvisamente Hoseok si ritrovò a pensare a Rozany, ma poi riposò l'attenzione su Blanche.

-Non voglio che le persone a cui voglio bene rischino la vita.- spiegò alzando leggermente la voce.

Il Guardiano la osservò attentamente. -Allora perché non torni a Karilin? Che cosa ti spinge a rimanere qui.

La ragazza lo guardò negli occhi. -Un'opportunità migliore.

 

Jimin e Veral uscirono dalla cabina del ragazzo, mentre Taehyung sistemava alcuni fogli che erano stati messi in disordine. Entrambi sembravano molto decisi sul da farsi, ma ancora non sapevano che cosa gli altri avrebbero detto, soprattutto perché Laila era stata ferita.

Il ragazzo chiese a tutti coloro a bordo della barca di riunirsi sottocoperta e una volta che anche Yoongi ebbe smesso di lamentarsi, i due cominciarono a spiegare il loro piano.

-Non è stato facile metterci d'accordo.- cominciò il biondo. -Ma alla fine Veral è riuscita a convincermi.- li guardò tutti e poi puntò gli occhi sulla castana al suo fianco. -L'unico modo per ottenere delle risposte sui punti deboli di Smeraldo è parlare con una persona che lo conosce bene e che sarà disposta a tradire la sua fiducia, l'unica in grado di sfuggirgli: Kaìla, una sirena a cui ero molto legato.- Jimin continuò, raccontando in breve quel che successe tra loro e il motivo che li spinse a prendere strade diverse.

-Quando una creatura marina viola le regole del mondo marino viene esiliata, per questo non possiamo evocarla come si fa con qualsiasi altra sirena. Abbiamo bisogno di un rituale: se è stata una trasgressione a ridurla nello stato attuale tutto quello che occorre sarà qualcuno disposto ad elencare alla divinità del mare quel che di positivo ha fatto la sirena nel corso della sua vita.- spiegò Veral, risoluta e precisa nella scelta delle parole da usare. -E Jimin lo farà per noi.

Yoongi la interruppe e gesticolò appena, visibilmente spazientito. -Non hai mai pensato che lei non ci aiuterà? Appena vedrà la faccia del suo amico d'infanzia che ora di mestiere uccide i pesci cercherà di scappare.

-Non lo farà.- lo sorprese la ragazza. -Ricordate come abbiamo sconfitto Diamante? Le abbiamo fatto credere quello che volevamo per sfruttare la cosa a nostro piacimento ed è esattamente quello che dovremmo rifare per Kaìla. Pensateci: da quello che Jimin ha raccontato sembra che lei abbia rischiato tutto solo per salvare la divinità del mare quindi sappiamo quel è il suo scopo e per cosa è disposta anche a tradire la fiducia degli altri.

Il ragazzo al suo fianco sostenne le sue parole e continuò per lei. -Dobbiamo solo farle credere di avere quello che vuole.- fece una piccola pausa e guardò la castana deglutendo a fatica. -E minacciarla se non volesse collaborare.

Jungkook si alzò in piedi e fece come per andarsene. -Non sono d'accordo.

-Siediti Jungkook.- proclamò Namjoon. -Se questo è l'unico modo non ci tireremo indietro.- sorrise ai due in piedi davanti a lui, ma Jungkook non tornò a sedere, così Kerasi lo seguì sotto consiglio del fratello. -Devo essere onesto.- riprese il leader. -Non mi piace questa sirena: voltare le spalle al proprio mondo solo per scopi personali è completamente privo di moralità. Questa divinità potrebbe anche non esistere per quel che ne sappiamo, probabilmente è sempre stata in combutta con Smeraldo.

Jimin provò a dire qualcosa ma Veral lo bloccò. Non avevano tempo per discutere, anche se non sopportava l'idea di dover convincere Jungkook. Si incamminò verso le scale e sentì la voce di Kerasi farsi sempre più alta, intenta a spiegare al principe che quel piano sarebbe stato l'unico modo di vincere contro Smeraldo, una creatura potente in grado di controllare tutto quel che si trovava a contatto con la terra.

La ragazza si nascose dietro al muro della cabina quando udì anche Jungkook perdere il controllo delle sue parole, il tono più alto. -Perché credi che io faccia così?- si innervosì. -Io sono il principe del regno più influente del continente, ma a nessuno sembra importare qualcosa. Mi hanno sempre detto di stare attento alla mia vita e a quella degli altri, che il compito di un sovrano è quello di proteggere. Tu Kerasi sei sempre stata l'unica persona che volevo davvero tenere al sicuro: sei stata al mio fianco come guardia del corpo, come amica, come una sorella.- prese fiato e distolse lo sguardo. -Io sono Jeon Jungkook, il ragazzo dietro alla maschera di principe, ma mi sento il centro del nulla.- cercò di trattenere le lacrime, non aveva alcuna intenzione di mostrarsi debole nonostante sapesse che Kerasi non lo avrebbe mai giudicato. -Sono cresciuto sapendo che sarei stato l'unico vero re della nazione e tutti qui hanno cominciato a criticarmi per questo. Non ho chiesto io di essere principe, non ho chiesto io di nascere. La verità è che mi sento la persona più inutile nel gruppo e da quando siamo partiti faccio solo errori per cui Yoongi continua a rimproverarmi.

Jungkook fece una pausa e l'amica gli prese il volto tra le mani, accarezzandogli le guance e tirandolo a se in un abbraccio confortante, emettendo un verso intenerito mentre lui ancora non capiva dove volesse andare a parare. -Il piccolo principe della famiglia reale Jeon, il piccolo Kookie, è finalmente diventato un uomo.- lui si staccò da lei leggermente rosso e la ragazza sorrise. -Ascoltami, c'è una persona tra quelle che ti giudicano e sgridano che per te darebbe la vita. Devi solo darle un'opportunità per dimostrartelo e a quel punto ci sarà qualcuno nel tuo cuore che desidererai proteggere molto più di me.- lo guardò negli occhi e gli accarezzò una ciocca di capelli scuri ormai cresciuti. -E a quel punto non sarà la parola data a costringerti, ma il tuo cuore.

I due si strinsero nuovamente in un abbraccio amichevole e consolatorio, mentre Veral, ancora nascosta dietro al muro della cabina di Jimin, si era ormai seduta con la schiena appoggiata alla parete e le ginocchia al petto, le lacrime incessanti e le mani giunte sulle labbra per impedirsi di far uscire anche solo quello che poteva sembrare un suono. Improvvisamente si sentì toccare la spalla da qualcuno e i suoi occhi incontrarono quelli gentili e preoccupati di Seokjin. Il maggiore le prese una mano e le asciugò il viso con la manica della sua camicia sgualcita, aiutandola poi ad alzarsi e a tranquillizzarsi almeno quanto bastasse per poter completare il piano che aveva spiegato lei stessa con tanta professionalità.

-So quanto ti fa soffrire cercare di fingere che i tuoi sentimenti non esistano.- le disse pettinandole con le mani dalle dita un po' storte i capelli castani cercando di non farle male. -Quindi dovresti smetterla. Yoongi non è di sicuro il migliore a dare pareri d'amore in questo gruppo, il fatto che in fondo sia una persona buona non vuol dire che devi per forza seguire tutti i consigli che ti dà. A volte è solo una la cosa da fare ed è quella che ti dice lui.- concluse indicandole il cuore dal proprio petto.

Veral gli sorrise e lo abbracciò, impedendogli di continuare a pettinarla come se fosse una bambola di porcellana sul punto di rompersi. -Grazie.- sussurrò. In realtà non sapeva che cosa le dicesse il cuore; forse voleva solo che Jungkook fosse felice? Scosse leggermente la testa e continuò a sorridere tra le braccia di Jin perché quelle parole avevano risvegliato in lei quella stessa luce che le crude parole di Yoongi avevano soffocato con l'oscurità.

E così, mentre il sole tramontava, Veral sperava con tutta se stessa di non sbagliarsi ancora.

 

La mattina dopo Jimin era davvero nervoso. Veral aveva spiegato che la divinità del mare -che esistesse o meno- non era altro che un'entità onnisciente. I suoi poteri erano ovviamente limitati al mondo marino, perciò il ragazzo avrebbe dovuto immergere anche solo parte del proprio corpo per far si che il rituale fosse compiuto. Da quel che aveva letto nei suoi libri sembrava che ogni buona azione passata ricordata facesse prendere circa due minuti di tempo alla creatura esiliata per emergere in superficie, poi sarebbe stata imprigionata nuovamente, tirata verso le profondità del mare da una pesante catena attaccata direttamente al corpo del prigioniero.

Taehyung si avvicinò all'amico e gli poggiò una mano sulla spalla, confortandolo in silenzio per qualche secondo mentre il resto del gruppo si avvicinava alla costa dalla spiaggia dorata senza proferire parola dopo la notte passata tra le mura delle stanze reali. I due marinai andarono loro in contro e il biondo proclamò di essere pronto per il compito affidatogli; avanzò verso le flebili onde mattutine e si immerse fino a metà dei polpacci per poi sedersi e guardare verso l'orizzonte.

Jimin non disse niente per un bel po' e proprio quando il suo migliore amico stava per andare ad affiancarlo si decise a pronunciare le prime parole, facendolo fermare sul posto. -Sono passati molti anni.- dichiarò. -Da quando ti ho conosciuta e da quando ti ho persa.- fece una pausa, non sapendo bene da dove cominciare. -Ero al corrente della tua vera natura, ero io la tua buona azione dopotutto, hai cercato sempre di sembrare buona davanti agli altri perché era così che ti sentivi di essere.- Jimin vide che l'acqua cominciava ad incresparsi. -Park Jimin era un ragazzino povero e solo che nessuno voleva come amico e per dimostrare la tua appartenenza al bene hai scelto di starmi accanto. All'inizio lo hai fatto solo per te.- s'interruppe da solo quando vide il mare tornare calmo, ma poi continuò. -Però le cose sono cambiate perché ti sei resa conto che infondo siamo sempre stati uguali e hai fatto di tutto per offrirmi un'opportunità migliore. Per questo sono l'unico in grado di rivelare quel che hai fatto di buono.- le onde ricominciarono a crescere e quando arrivarono a riva toccando il corpo del giovane, l'acqua prese a brillare e Jimin vide il proprio riflesso più nitido, vivo in un certo senso. Infatti gli sembrava che lo stesse ascoltando, come se l'incaricato a riconoscere il vero dal falso fosse proprio l'immagine di se sotto i suoi occhi. Ci pensò bene, infondo era così: chi meglio di noi stessi sa se stiamo mentendo o meno?

Gli altri presenti non sentirono più nulla e anche se vedevano che Jimin era intento a muovere le labbra, da queste ultime non usciva alcun suono. Gli occhi si puntarono su Veral, l'unica in grado di capire qualcosa in quel momento, ma la castana a sua volta non disse niente. Conosceva la verità: Jimin stava guardando nei suoi ricordi più profondi e stava cercando ogni buona azione che Kaìla aveva compiuto in passato. Non serviva a nulla dirle ad alta voce poiché avrebbe complicato le cose e oscurato il giudizio e la determinazione delle parole dure che avrebbero dovuto riservarle. Ecco perché questi esseri devono essere evocati tramite un rituale prescelto, se non fosse così potrebbero ancora commettere le malefatte che li hanno resi prigionieri. Quando invece deve essere un altro a liberarti elencando quel che hai fatto per onorare la tua posizione di paladino del bene è raro far uscire i prigionieri semplicemente perché nessuno vuole ricordare di essersi fidato del male.

Eppure Veral lo aveva capito all'istante. Jimin era diverso. Si sforzava di dimenticare ma il suo cuore lo spingeva verso di lei perché nonostante le loro strade fossero completamente differenti lo aveva salvato.

L'acqua si calmò di colpo e cominciò a ritirarsi quanto bastava per lasciare Jimin sulla sabbia, impedendogli di toccare nuovamente la superficie incolore. Namjoon e Jungkook posarono le proprie mani sull'impugnatura delle spade alla loro cintura e dalle profondità del mare emerse velocemente una figura minuta ma mostruosa, dotata di denti aguzzi, occhi completamente grigi e coda mangiucchiata con molte lacerazioni sulle pinne. I capelli erano ormai quasi del tutto scomparsi, tranne per una piccola parte del cranio dove, ancora per poco, alcune ciocche ricordavano quella chioma che un tempo faceva innamorare tutti.

-Ehi Jimin, non avevi detto che era la sirena più bella della Riva Ghiacciata?- ricordò Hoseok.

Il giovane si girò con sguardo serio. -Ragazzi, vi presento Kaìla.

-Che cosa vuoi?- pronunciò lei, attirando la sua attenzione. -Perché mi hai evocata?

Jimin stava per rispondere, ma Veral lo precedette. -Sono stata io a chiederglielo. Io sono colei che può darti la cosa che più brami in questo mondo.

Kaìla emise un verso sprezzante dopo averla guardata per bene. Lei la ricordava. -Anche se riuscissi a spezzare questa catena non potresti mai darmi quello che voglio.- fece una pausa per osservare la reazione dell'altra che però non cambiò. -Ciò che cerco non ha niente a che fare con la mia libertà.

Veral rimase impassibile. -Forse.- la creatura sembrò sorpresa. -Ma centra con quella di qualcun altro.- non entrò nei dettagli. Se avesse anche solo sbagliato una parola il loro piano sarebbe potuto saltare.

La sirena si rattristì. -Ho imparato a mie spese che è sbagliato schierarsi con una fazione. La luce e il buio sono identici, il loro scopo è sempre lo stesso.- la guardò fisso negli occhi e ancora si ricordò di lei.

-Ecco perché ti proponiamo un valido compromesso.- aggiunse Kerasi, affiancando la minore. -Noi non ti chiediamo di stare dalla nostra parte, ma solo uno scambio equo.- Kaìla mostrò interesse e la rossa andò avanti. -Jimin ci ha detto che sei stata alleata di Smeraldo. Se vuoi che il tuo desiderio si realizzi dovrai dirci come sconfiggerlo.

-Come faccio a sapere che non mi state imbrogliando?- ribatté. -Perché dovrei fidarmi?

Seyun fece qualche passo avanti, tirò fuori dal mantello la sua arma e mirò alla testa. -Perché altrimenti ti sparerò in faccia.

-Quindi mi state minacciando?- alzò un sopracciglio, visibilmente in difficoltà. -Pensavo che voi foste i buoni.

-Era per essere chiara.- la mora si strinse nelle spalle ma non perse la presa sulla minigun.

Veral riprese il controllo della situazione. -Ci aiuterai?

Kaìla diede un occhio a Taehyung e fece uno sguardo disgustato, poi si girò verso Jimin. -Avresti dovuto pensarci prima.- ghignò ed emise una risata sinistra, mentre il suo aspetto peggiorava: parte della pelle cominciò a marcire e i pochi capelli rimasti si staccarono. Seyun e Veral si scambiarono un gesto d'intesa e la maggiore cominciò a sparare, lacerando il viso già deforme e spaventoso della sirena. L'acqua si macchiò di sangue e come sottofondo al rumore delle onde poteva essere udito solo un pianto straziante.

Eppure Jimin non stava versando nessuna lacrima.

 

Quando tutto si calmò e il lamento sinistro ed incorporeo cessò, emerse dalle profondità del mare un baule. Ed era proprio quello che stava in centro al cerchio creato dai presenti, riuniti tutti sulla barca di Jimin, seduti sul pavimento a prua. Blanche lo aprì con i propri coltelli e all'interno vi trovarono solo altre due scatole completamente fradice. Jimin aprì la prima: qualche bottiglia di vetro con dei fogli arrotolati dentro, un pettine e un ciondolo con una pietra verde dalla forma romboidale. Il giovane lo prese tra le mani: picchiettandoci si rese conto che non aveva alcun valore, eppure gli ricordava qualcosa, era sicuro di averlo già visto ma di certo mai su di lei.

-Che c'è? Trovato qualcosa di utile?- chiese Tae, ricevendo un gesto positivo del capo come risposta.

-Sono sicuro che lo abbiamo già visto questo.- glielo mostrò e l'altro lo fece cadere per terra con una manata mentre Jimin gli riservava un'occhiata confusa.

-Quello è di Smeraldo! Lo ha sempre quando deve fare del male a qualcuno.

Blanche si portò una mano al mento. -Eppure non lo aveva l'ultima volta.

-Che cosa vuoi dire?- chiese il moro

-È semplice: se lo usa solo per uccidere vuol dire che amplifica i suoi poteri, ma se quando lo abbiamo incontrato non lo indossava vuol dire che se ne separa.- vide i due diretti interessati guardarla con occhi vuoti perciò decise di andare dritta al punto. -E quindi che è facile da rubare.

-Pensi di riuscire a recuperare il vero ciondolo?- chiese Jungkook, mentre la ragazza si girava verso di lui per ascoltarlo.

Blanche annuì. -Però non posso andarci da sola, mi serve qualcuno che venga con me.

Il principe aprì la bocca per parlare, ma l'unica cosa che furono in grado di sentire furono dei passi e una voce roca. -Verrò io.- pronunciò, facendo trasalire la rossa che subito si alzò in piedi, guardandosi le spalle. -Non posso mica rimanere a letto per sempre. Prima mi metto in moto e prima guarirò.

-Non se ne parla!- alzò la voce la maggiore. -Laila, se ti catturano verrai uccisa. Devi restare qui.- guardò dalla parte opposta e i suoi occhi incontrarono quelli di Hoseok. -Sarà il Guardiano a venire con me. Non voglio sentire altre storie.

L'altra provò a dire qualcosa ma venne interrotta da Seyun. -Come facciamo a sapere che sia proprio quello il suo punto debole? Potrebbe comunque piantarci una pallottola in fronte.

Seokjin allungò una mano sui messaggi in bottiglia subito dopo aver chiesto con lo sguardo l'approvazione di Jimin. Stappò la prima e ne tirò fuori un foglio stranamente asciutto. Gli diede una rapida lettura e poi lo lasciò cadere per terra: quelli non erano messaggi, ma piani d'attacco.

E sì, Smeraldo li stava aspettando, ma non di certo per dare loro un'opportunità migliore.

 

  
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