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Autore: Giandra    15/09/2020    0 recensioni
Raccolta di storie incentrate ognuna su una shipping del mondo Pokémon, scritte tutte su vostra richiesta.
Scrivo su:
- anime principale (tutte le stagioni);
- Pokémon Horizons;
- videogiochi (trovate le specifiche nel prologo).
☆ #7. Mizuhiki: Seconda classificata e vincitrice dei premi Sara, miglior stile, miglior grammatica e miglior personaggio al contest "Ho letto un libro, una volta (si chiamava...)" indetto da zbor liber sul forum di EFP.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
Capitoli:
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Cosa succede quando decido di rigiocare a X&Y e al contempo Torre di carta indice una serie di iniziative una migliore dell'altra? Succede che aggiorno questa raccolta, con un format diverso dal solito: tre storie in una. Dato che la prima doveva essere una drabble, mi dispiaceva occupare un intero capitolo per una fic così piccina, per cui ho pensato bene di inserirne altre due basate su personaggi della stessa generazione. Non c'è un tema comune tra le tre, tralasciando il fatto che le ultime due sono scritte sul trope hurt/comfort (ovvero: un personaggio va a consolare l'altro per x motivo).
Ci troviamo quindi di fronte a una Kalos (Calme/Serena, dedicata a fedina), a una BrightTomorrow (Calme/Sana, dedicata a KuroiGungnir) e una Boutique (Sana/Serena, dedicata a Hitsuki). Nel gioco nessuna delle tre mi fa impazzire ma allo stesso tempo nessuna mi dispiace e al contrario mi incuriosisce molto il personaggio di Sana (o Sha(u)na, come è stata tradotta nel west). Ho usato i nomi giapponesi e qualche suffisso che mi sembrava più adeguato, anche i nomi dei luoghi e dei Pokémon sono quelli originali. Spero davvero che vi piacciano e che piacciano alle persone a cui sono dedicate le storie, sempre che ancora frequentino Efp e questa sezione e si accorgeranno dell'aggiornamento ~





Let me stay in your sight - Calme/Serena (KalosShipping)
 
© https://transcendr.tumblr.com/
 
"Oh baby, let me stay your alley cat,/you're my wire to the light/and my spark here in the still of the night./So baby, let me stay where I'm at,/in your sight I always feel alright," (Alley Cat - Seventh Wonder)

Non è che Calme non avesse sentito l'avvertimento di Serena che gli urlava contro di non seguirla, o le grida di Sana, Tierno e Toroba che lo supplicavano di aiutarli a proteggere gli abitanti di Miare City, mentre lei se la sarebbe vista con la Flare-dan: semplicemente, aveva deciso di ignorare bellamente ogni cosa e di fare di testa propria, come sempre.
«Calme-kun, va' via!» esclamò irritata Serena non appena lo notò alle sue spalle.
«Non posso mica lasciare la mia cara vicina di casa a se stessa, Sere-chan» ribatté lui con tono ironico. 
Lei sorrise — e cercò di nasconderlo —, poi alzò le spalle. «Quand'è così... Stai bene attento a non intralciarmi, però!»
Calme ghignò, affiancandola nella corsa, le fece l'occhiolino e le disse: «Contaci»
[ 127 parole, Edizione Speciale: Corsa delle 24 Ore ]





A shoulder to cry on - Calme/Sana (BrightTomorrowShipping)

 © https://glassesrink.tumblr.com/
prompt: Di solito è A che si prende cura di B quando sta male, ma inaspettatamente accade il contrario;
 
Calme era sempre stato un tipo piuttosto intuitivo e con uno spiccato spirito di osservazione: raramente non riusciva a inquadrare subito una persona, ancora meno spesso le sue prime impressioni si rivelavano errate; per quanto concerneva Sana, lui aveva creduto fin dal primo momento che quella ragazza fosse un tripudio di energia, un tornado di schiettezza e un maremoto di vitalità, impossibile da sedare o da controllare; forse non era abile quanto Serena negli incontri tra Pokémon e perciò finiva per spiccare di meno, ma ai suoi occhi brillava più di qualsiasi stella del firmamento. 
Era abituato a vederla con un sorriso sulle labbra e la gioia negli occhi di cominciare una nuova avventura, era sempre lei che gli dava la giusta carica prima di una sfida in palestra o dopo una brutta sconfitta contro un valido avversario. Non era abituato a essere lui quello a cui toccava consolarla, mai si sarebbe immaginato di vederla piangere disperata di fronte ai suoi occhi. 
«Sa-» le parole gli morirono in gola. Non sapeva davvero cosa fare. La ragazzina aveva le mani sugli occhi per nascondere le lacrime, le ginocchia al petto e i capelli castani scompigliati, con numerose piccole ciocche sfuggite a elastici e ferrettini. Calme era vicino a scoppiare a piangere pure lui per il nervosismo. «Sana-chan... stai tranquilla, non è niente...» Si sedette accanto a lei e con cautela le sfiorò il gomito con le dita. 
Il pianto della ragazza parve fermarsi un po', o forse stava solo cercando di controllarlo per non farlo preoccupare troppo. Era qualcosa che lei sarebbe stata in grado di fare — pensare agli altri anche quando aveva bisogno d'aiuto in prima persona.
«Ecco, guarda...» Calme non conosceva nemmeno il motivo per il quale stesse piangendo, e non era certo di come chiederglielo perché non sapeva se fosse in vena di parlarne, per cui gli risultava ancora più complicato trovare le parole adatte. «Sì, ecco, tieni» le disse e poi indicò la propria spalla.
Sana alzò il capo lentamente e gli rivolse uno sguardo perplesso, curiosa di sapere cosa le stesse porgendo. 
«Ecco, sì, uhm... puoi, sì, puoi prendere... non prendere, puoi usare... voglio dire, se ti va, puoi piangere sulla mia spalla» Calme si sentiva un perfetto idiota ed era sul punto di diventare un peperone vivente per il rossore sulle guance; non era riuscito ad apparare una frase sensata e ora non aveva il coraggio di guardarla negli occhi.
Dovette farlo, però, quando una bella risata limpida lo sorprese: alzò lo sguardo e sbatté varie volte le palpebre, confuso, di fronte a Sana che se la rideva da matti, le lacrime ancora sulle guance ma il cui flusso si era finalmente fermato.
«Ma... stai ridendo»
«Però, che occhio!»
«Perfetto. Mi stai prendendo in giro» Calme era vicino all'arrabbiarsi per tutto l'imbarazzo che stava provando.
«No! Scusa, scusa! Calme-kun, è solo che tu normalmente sei sempre così... disinvolto, ecco, forse un po' spaccone, insomma... non hai mai problemi a dire la cosa giusta o la frase in effetto perfetta. Mentre adesso eri... diverso! Ma adorabile!»
«Adorabile non è proprio un termine che un ragazzo vorrebbe sentire riferito a se stesso, Sana-chan»
«Perché no? È una cosa positiva!»
Calme rise. Era vero ciò che aveva detto: vantava una certa boria e vanesia nel modo di atteggiarsi, soprattutto quando si trattava di stuzzicare Serena, ma non si sentiva per niente a suo agio nell'atto di consolare qualcuno.
«Comunque... sarò felice di prendere o usare la tua spalla, in futuro!»
Il ragazzo assottigliò gli occhi e fu vicino a strozzarla per il modo in cui stava usando le sue parole sconnesse contro di lui; tuttavia, alla fine, quando si furono alzati ed ebbero iniziato a camminare, non poté fare a meno di sorridere a trentadue denti, attento a coprire l'increspatura delle labbra con l'ombra del suo cappello.
[ Hurt/Comfort Time ]




Fireworks - Serena/Sana (BoutiqueShipping)


© https://mindofjen.tumblr.com/
 

«Vieni, vieni, Sana-chin»
Sana alzò gli occhi al cielo ma la seguì comunque. Serena ne fu grata. Non era consono per la sua amica essere così giù di morale; Serena voleva permetterle di esprimere tutte le sue emozioni come meglio credeva e darle i suoi spazi e tempi, ma allo stesso tempo non riusciva a restarsene con le mani in mano mentre la vedeva soffrire. 
«Siamo quasi arrivate!» esclamò, vivace, prima di prenderle la mano e guidarla verso il luogo che aveva in mente da quando si erano messe in cammino quasi un'ora prima. Volendo avrebbe potuto chiedere un passaggio al suo fedele Lizardon, ma aveva preferito fare una passeggiata con Sana, che di malumore o meno adorava camminare e muoversi a piedi. 
«Eccoci al percorso 6!» urlò allegra una volta che giunsero a destinazione.
Sana accennò un sorriso.
«Lo attraversiamo per arrivare al palazzo, che ne pensi?»
Il sorriso sul volto della castana si allargò a dismisura. «Certo»
Ormai Serena era certa che Sana avesse capito perché l'aveva trascinata lì, ma ciò non cambiava il fatto che sarebbe rimasta sorpresa per ciò che aveva in serbo per lei. 
Dopo che era diventata Campionessa, Calme aveva continuato ad allenarsi con l'intenzione di batterla, Tierno si era impegnato attivamente per diventare un coreografo professionista assieme ai suoi Pokémon e Toroba aveva ricominciato a darsi da fare per completare il Pokédex; era rimasta solo Sana, incerta e indecisa su quale dovesse essere il suo futuro di allenatrice: non c'era nessuna professione che l'attirava a tal punto da volerci costruire su una carriera. Una volta che questa consapevolezza l'aveva travolta, Sana si era sentita sprofondare. 
Serena le aveva ribadito più volte che non c'era nessuna fretta per decidere: aveva undici anni ed era già famosa in tutta la regione per essere una delle salvatrici che aveva combattuto contro la Flare-dan. Ogni strada era spianata, doveva solo crescere, fare altre esperienze e poi decidere quale imboccare. Tuttavia lei non voleva saperne di rallegrarsi, probabilmente perché si sentiva inadatta e inferiore rispetto ai suoi amici che avevano tutti un obiettivo ben preciso. 
Serena però era ancora più testarda di lei e non le avrebbe consentito di sottovalutarsi in quel modo. 
Entrarono nel Parfume Palace accolte da molti saluti e si diressero verso la terrazza dove quasi un anno prima avevano guardato per la prima volta assieme i fuochi d'artificio.
«Stavolta niente scoppiettii, però» commentò Sana, appoggiandosi alla ringhiera di marmo laccato che faceva ancora la sua figura nonostante i secoli che le gravavano addosso. 
«Tu dici?» Serena si avvicinò al volto dell'altra, restando a un bacio di distanza, e le rivolse un sorriso sardonico. «Aspetta e vedrai» sussurrò.
Gli occhi di Sana luccicarono quando, pochi secondi dopo, un'ondata di fuochi d'artificio fece sfoggiò di sé nel cielo, prendendo forme tutte diverse: prima apparve un cuore d'argento, poi un tenero Lovecus, a seguire un maestoso Mamanbou, infine un dolce Pikachu femmina della quale spiccò la peculiare coda. Sana era palesemente senza parole. 
«Ti sono piaciuti?»
Si voltò verso Serena con le lacrime agli occhi e un sorriso grato. «Sì! Assolutamente sì!»
«Ricordi cosa mi hai detto, proprio qui, in passato?» le domandò Serena, ma senza aspettare la sua risposta continuò: «Mi hai detto che eri felice dei ricordi che avevamo appena creato e che non vedevi l'ora di farne di nuovi. Mi hai detto che li avresti portati con te per sempre»
«Me lo ricordo» disse Sana. «Ma cumulare ricordi su ricordi senza cavarne niente di buono... non so fino a che punto sia utile»
«Senza cavarne niente di buono?» sbottò Serena. «Andiamo, Sana-chin! Sei stata d'aiuto quanto tutti gli altri, forse di più: eri sempre tu a rallegrarci e ad aiutarci ogni qual volta ne avevamo bisogno. Se abbiamo salvato Kalos lo dobbiamo anche e soprattutto a te. Sei una ragazza vivace, piena di energie, sempre col sorriso; e se non sai ancora cosa fare è solo perché ci sono tantissime cose che ti piacciono e questo è un bene! Prendi me, per esempio...» Serena abbassò il capo e nascose gli occhi con l'ombra del cappello. «L'unica cosa che mi elettrizza è lottare e creare un forte legame con i mostriciattoli che incontro. Non c'è altro nella mia vita, un hobby, un interesse... qualcosa al di fuori delle battaglie e dei Pokémon. Sei fortunata, Sana-chin, a essere così vitale... ispiri tutte le persone che incontri!»
Quando si voltò nuovamente verso la compagna, con suo dispiacere la trovò in lacrime; tuttavia, l'espressione era diversa rispetto a prima: era commossa e colpita allo stesso tempo. «Sere-chan... ma cosa dici! Tu... senza di te, io non...» i singhiozzi le impedirono di continuare la frase. Si limitò ad abbracciarla, forte, poggiando il capo sul suo petto. «Grazie, Sere-chan. Sei una persona fantastica, forte, determinata, sempre pronta ad aiutare il prossimo e a metterti in prima linea... non sottovalutarti...»
«Nemmeno tu» disse Serena con la voce roca e spezzata, commossa a sua volta, carezzandole i capelli.
«Ehi, ragazze! Allora, nessun complimento per i miei fuochi d'artificio? Mi sono messo all'opera questa mattina presto per assecondare la richiesta della campionessa di Kalos...» le interruppe il proprietario del palazzo, affiancato come sempre dal suo Trimmien.
Le due si separarono velocemente e Serena non poté fare a meno di scoppiare a ridere di fronte al cipiglio infastidito di Sana, che non riusciva minimamente a sopportare quel tipo. Le spedì una linguaccia e le sussurrò: «Certe cose non cambiano, eh?»
Sana le sorrise, asciugandosi gli occhi umidi, guardò il panorama fuori dal palazzo e le prese la mano. Non poteva esserne sicura, ma Serena credette che le stesse passando tutto il loro viaggio davanti agli occhi, tutti i bei momenti passati assieme, inclusa la prima volta in cui avevano assistito ai fuochi d'artificio. Ne fu certa quando l'altra si voltò nuovamente verso di lei, strinse più forte le sua dita e le disse: «No, certe cose no», ignorando totalmente il proprietario del palazzo che ancora sbraitava alla ricerca di lusinghe.



 
   
 
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