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Autore: Dreamer47    16/09/2020    0 recensioni
Seguito di "Heartbeats" e "Storm don't last forever"!
Ecco la terza ed ultima parte della storia che coinvolge i fratelli Winchester e le tre sorelle Collins, che si colloca esattamente all'inizio della decima stagione e continuerà fino all'ultima.
Genere: Avventura, Fluff, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bela Talbot, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Family don't end with blood'
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Capitolo 2.
Touched by Evil Once.


 
Hailey si grattò nervosamente la nuca, facendo oscillare continuamente lo sguardo dal corridoio alla grande porta di ferro del bunker: sapeva che non era stata affatto una buona idea spedire Judith da Phil e da Clay, e che probabilmente la ragazza avrebbe sentito la puzza di menzogne una volta entrata a casa del nonno, ma sperò che fosse abbastanza matura da capire il motivo per cui non la volessero lì con loro in quel preciso momento.
 
Ormai tre sere prima, Sam rispose ad una chiamata di Katherine durante la quale gli fornì un indirizzo di New Orleans e lo informò di portare anche le manette antidemone, dicendogli esattamente come e dove avrebbe potuto trovare Dean.
Sam e le due Collins seguirono le istruzioni sperando che non si trattasse di una trappola, ma comunque armati fino ai denti nel caso li attendesse una brutta sorpresa, e si recarono sul posto dopo ben due giorni di viaggio; la minore sbuffò pensando che Katherine e Dean non avrebbero potuto trovare posto migliore.
Si trovavano esattamente nel quartiere francese, il posto più ricco di leggende, folclore e miti dell'intera Louisiana. Almeno sapevano come mimetizzarsi, dovevano dargliene atto.
Non appena arrivarono - più o meno le tre del mattino- non fu semplice riuscire ad entrare nel bar indicato da Katherine, probabilmente perchè la Regina ed il Re dovevano essere protetti dalla cerchia di demoni di cui si fidavano: dopo averne uccisi almeno sei, imbracciarono le loro armi e si avviarono verso l'interno, dove adocchiarono immediatamente Katherine al bancone.
Si avvicinarono in silenzio, ma la donna non parve accorgersene ed il barista che parve adocchiarli in un primo momento, girò in fretta gli occhi probabilmente per non avere guai, spingendo i tre cacciatori a chiedersi cosa diavolo stesse succedendo in quel posto.
Sam si schiarì la voce ed attirò l'attenzione della donna seduta al bancone, che si voltò e piegò le labbra in un sorriso divertito non appena li riconobbe.
Saltarono i convenevoli e subito Katherine li condusse verso il piccolo motel presente davanti al locale, intimando loro di non fare troppo rumore mentre si avviarono per le scale proprio verso il terzo piano dell'edificio, giungendo probabilmente alla stanza più grande.
Dopo essersi fatta dare le manette e aver confermato loro che di lei si potevano davvero fidare, disse di aspettarla proprio fuori la porta, che lasciò socchiusa prima di dar loro un'ultima occhiata.
Katherine si avviò nella stanza buia, trovando Dean sdraiato a letto con ancora i vestiti della sera precedente addosso, intendo a tenere la testa fra le mani per via della forte emicrania che fosse scaturita dal troppo alcol che avesse mandato giù qualche ora prima; la donna sorrise, pensando che il suo tempismo fosse fin troppo azzeccato, e si avvicinò fino a lui, che aprì gli occhi e la guardò con un mezzo sorriso.
"Sei tornata qui per il sesso? Quando mi prendevi a pugni però, non ne avevi più voglia.." sussurrò il ragazzo con voce stanca, tirandosi su ed appoggiando le spalle fasciate dalla camicia rossa contro la testiera del letto.
Katherine sorrise audacemente e si sporse nella sua direzione, mettendosi a cavalcioni su di lui e guardandolo con sguardo ambiguo sul volto; Dean la lasciò fare ed ancorò le mani ai suoi fianchi, portandola più vicina a sè ed al suo volto, mentre la donna fece svicolare le mani sul suo petto. "Non si parla qui dentro, lo hai dimenticato?".
L'uomo sorrise divertito e colmò la distanza fra i loro volti, baciandola in maniera quasi dolce come se avesse sentito la sua mancanza in quei due giorni in cui non si fossero neanche rivolti la parola, e la strinse con forza contro il suo corpo, approfondendo sempre di più quel bacio per coinvolgerla di più.
Le tolse velocemente la giacca che ancora tenesse e con le mani tornò sui suoi fianchi, dove incontrò qualcosa di metallico e circolare, qualcosa che riconobbe subito, e subito Dean sorrise divertito contro le sue labbra, che però non si accorse di nulla. 
Aveva capito che Katherine stesse architettando qualcosa alle sue spalle, ma non pensò fino a quel punto: continuò a baciarla come se nulla fosse, stringendola e facendola sentire desiderata, fin quando si staccò per qualche secondo per guardarla dritto negli occhi con avidità.
"Distrarmi con il sesso, davvero Kath?" chiese il ragazzo riducendo la voce rauca ad un sussurro, aumentando la forza con cui le stringesse i fianchi fino a farle male per non farla allontanare. La donna ignorò il dolore e lo guardò con aria interrogativa, fin quando riconobbe nel suo sguardo una luce che aveva già visto durante quei mesi: furia cieca. "Pensavi che non sapessi della chiamata con Sam? O che volessi fermarmi con delle manette?".
Katherine sgranò gli occhi quando osservò Dean sventolargliele fra le mani a mo' di presa in giro, poi lo sentì afferrarla di peso e scaraventarla contro il muro della stanza con forza, facendole mancare il fiato per un lungo momento e facendole sbattere la testa, e tutto sarebbe andato secondo il piano di fuga di Dean, se fuori dalla porta non ci fossero stati Sam, Hailey e Bela ad aspettarlo armati fino ai denti.
 
La donna continuò a sbuffare e fece spallucce, sentendo lo sguardo di sua sorella minore dietro di sè; Katherine avanzò verso di lei con un'aria seria sul volto, fermandosi proprio a pochi passi da lei e fissando lo sguardo serio e tirato nel suo.
"Avete fatto bene a tenere Judith lontana da qui" disse la minore delle Collins facendo spallucce, ringraziandola silenziosamente per aver tenuto sua figlia lontana dal bunker, per poi avviarsi verso il corridoio con aria ancora più seria. "Le cose si faranno molto turbolenti da queste parti".
Si avviò verso la prigione con le braccia conserte e l'aria di chi non si facesse scalfire da nulla, fin quando sentì delle urla fin troppo familiari giungere alle sue orecchie e farle davvero male; non aveva più importanza ciò che continuasse a ripetere a se stessa per autoconvincersi delle sue parole, vedere e sentire Dean soffrire in quel modo era un colpo al cuore ogni volta.
Sapere di esserne la causa, le spezzava il cuore. E non importò che fosse la Regina dell'Inferno o che avesse tante cose a cui pensare, il suo posto era lì, accanto a Sam che stesse tentando con tutte le sue forze di far tornare Dean umano esorcizzandolo con il sangue di uomo benedetto.
Si appoggiò allo stipite della 7b e si morse il labbro con forza quando vide Dean dimenarsi da quella sedia, cercando di resistere a quel sangue che Sam continuasse ad iniettare nelle sue vene con fede e speranza.
Udì Dean iniziare ad inveire contro il suo stesso fratello, dicendo una serie di frasi e di brutti pensieri che inevitabilmente ferirono Sam in quel momento: gli ricordò tutti i suoi fallimenti e gli disse quanto fosse semplicemente un peso per tutti, di come avesse sacrificato tutto per lui e adesso lo ripagasse in quel modo, arrivando persino a rinfacciargli che la loro mamma sarebbe ancora viva se Sam non fosse mai nato.
Dean prese fiato per continuare a disseminare odio, quando il suo sguardo vagò per la stanza fino ad intercettare quello della ragazza, che serrò immediatamente la mascella ripetendo a se stessa di prepararsi all'imminente ondata di odio da parte del demone.
L'uomo iniziò a ridere di gusto, divertito dal fatto che finalmente avesse trovato il coraggio di farsi vedere, ed osservò la sua intera figura mentre un bagliore di lussuria attraversò i suoi occhi. "Finalmente la mia aguzzina preferita è passata a trovarmi".
Katherine sorrise amaramente e pensò che avrebbe fatto bene ad allontanarsi e a far lavorare in pace Sam, ma lo sguardo sul suo volto le suggerì che avesse bisogno di una pausa da tutto quell'orrore e dalla tortura del proprio fratello, così si avvicinò in silenzio e tolse dalle mani del minore una siringa ancora piena, e con un cenno della testa gli fece capire di poter uscire dalla stanza per qualche minuto.
Sam non avrebbe voluto fidarsi di lei, ma aveva davvero bisogno di allontanarsi da lì per un po, così sospirò ed uscì da quella stanza sentendosi combattuto, prima di lasciarsi il fratello e Katherine alle spalle.
La donna afferrò la sedia abbandonata davanti al tavolo con tutte le scorte di sangue e la voltò al contrario nella direzione del demone, in modo da poter appoggiare le braccia ed il viso alla spalliera; lo osservò per qualche momento e vide il modo in cui Dean cercasse di nascondere la sofferenza che il sangue gli stesse arrecando. Il viso, chino contro il proprio petto, era imperlato dal sudore ed il suo corpo si mosse ad intervalli regolari, come scosso da piccole fitte dolorose.
Dopo poco lo sentì ridere debolmente, fino a sollevare il capo nella sua direzione ed incastrare lo sguardo con il suo. "Allora, mi hai incastrato per non finirci tu stessa in questa sedia o perchè ti dava fastidio il fatto che mi scopassi altre ragazze mentre tu stavi a dirigere il tuo noioso Regno?".
Katherine roteò gli occhi scocciata e sospirò rumorosamente, osservando il modo in cui la guardasse con odio. "Dean, lo sto facendo per aiutarti".
"Oh, risparmia questa favoletta per i tuoi amichetti, io so il vero motivo per cui lo hai fatto".
La donna sollevò un sopracciglio udendo quelle parole e corrugò la fronte, desiderosa di fargli chiudere quella bocca per non sentirsi dire una moltitudine di parole orribili, ma fece spallucce consapevole che Dean avrebbe parlato ugualmente.
"Ti stavo rovinando i piani e hai fatto quello che sai fare meglio: tradire le persone".
"Io non ti ho tradit-".
"Ti racconterò la vera versione dei fatti, quella che io e gli altri ti abbiamo addolcito quanto ti sei svegliata dal coma: sei solo una puttana che ha tradito Clay, Sam e poi me quando stavamo insieme!" esclamò Dean in preda alla furia cieca, stringendo i pugni così tanto da far diventare le nocche bianche, e la donna ringraziò mentalmente che le corde con le quali lo avesse legato Sam fossero abbastanza robuste. "E poi arriviamo alla parte più bella: hai buttato Judith come se fosse un giocattolo rotto, hai tradito tua figlia, il tuo stesso sangue! La lasciavi con Giles e poi con Liam quando ti stava fra i piedi e non te ne volevi prendere cura! Hai una quantità di cadaveri sulla coscienza che supera di gran lunga la mia: almeno io posso incolpare il Marchio per essere diventato ciò che sono.. ma tu? Tu non hai alcuna scusa! Essere per metà figlia di Azazel non ti ha fatto scaturire quell'istinto omicida: lo avevi anche prima che lo venissi a sapere! E hai ucciso così tante persone che.. wow, anche Lucifero ne era rimasto impressionato".
Katherine strinse la mascella ed incassò i colpi in silenzio, attenta a non cambiare la sua espressione per non fargli intuire quanto quelle parole le avessero fatto davvero male, ed abbozzò un sorriso come se si stesse divertendo a sentire tutte quelle frasi fuoriuscire dalle sue labbra, compatendolo per la piccolezza che stesse dimostrando.
"E non mettere su quell'aria da dura: sappiamo tutto che sei una ragazzina troppo spaventata dall'idea di soffrire perchè il suo caro paparino ha preferito tirare le cuoia invece che passare un altro solo istante con te!".
La donna non riuscì più a resistere e scattò in avanti nella sua direzione, impugnando la siringa e facendo entrare l'ago alla base del suo collo per iniettare un'altra dose e fargli chiudere la bocca, ma Dean iniziò a ridere divertito, scuotendo la testa ed osservando il modo in cui avesse appena centrato le sue debolezze.
Dean si inumidì le labbra, ignorando la sensazione del sangue che bollisse nelle sue stesse vene - un po' per il sangue benedetto, un po' per la rabbia- e continuò a guardarla negli occhi con la stessa strafottenza di prima. "Notizia flash: non ti amavo più da ormai tantissimo tempo e tutto ciò che volevo era lasciarti, ma avevo paura che tu impazzissi e facessi un'altra delle tue stragi per vendicarti di me".
"Io non avrei mai..".
"Ucciso Sam, le tue sorelle, Phil o Judith? Sei sicura, Katherine?" chiese Dean sorridendo e facendo spallucce, fissando i suoi occhi addolorati. "Io dico che lo avresti fatto e poi saresti tornata da me piangendo e supplicandomi di riprenderti con me per sistemare i casini che hai sempre fatto da che ho memoria".
Katherine non ci pensò due volte e lo colpì con un sonoro pugno in pieno viso, costringendolo a voltare il capo e mettere su un ghigno divertito. "Visto? E' così che reagisci quando le cose non ti stanno bene: con la violenza".
La donna sospirò e scosse la testa, riconoscendo di essersi fatta prendere un po' troppo la mano da quando Dean avesse aperto bocca e si morse un labbro, dandogli le spalle e chiudendo gli occhi per qualche secondo.
"Adesso cosa farai? Mi curerai e tornerai all'Inferno, per governare un Regno che non ti appartiene e di cui realmente non ti frega nulla?" chiese Dean alzando il tono della voce e desiderando di potersi muovere per farla voltare e guardare il suo viso.
"Il mio compito è quello di aiutare gli altri a far tornare il tuo culo umano.." sussurrò la donna passandosi l'indice ed il pollice della mano destra sugli occhi, prima di voltarsi nuovamente verso di lui. "Troverò un modo per toglierti quell'affare dal braccio e poi me ne andrò per sempre dalla vostra vita, Dean. E' una promessa".
L'uomo cercò una risposta canzonatoria per poter avere l'ultima parola e vincere la discussione, ma inaspettatamente le parole gli morirono in bocca; c'era qualcosa nello sguardo di Katherine che gli fece credere che questa volta fosse davvero sincera e che stranamente non gli stesse mentendo. E gli fece tremendamente male.


 
 
Bela continuò a premere il ghiaccio sintetico sulla ferita alla testa provocata proprio quella notte da Dean, quando in un impeto di rabbia riuscì a liberarsi da quelle corde e superare la chiave di Salomone proprio grazie al sangue benedetto, che lo rendeva sempre meno demone; avevano iniziato una vera e propria caccia all'uomo, chiudendo il bunker per evitare che riuscisse ad uscire, ma Dean fu più furbo di loro e riuscì ad isolare Bela, prendendola in ostaggio.
Non era un segreto per lui che la donna non fosse particolarmente abile nel corpo a corpo, così scelse di prendere lei per barattare la sua uscita dal bunker e la promessa che non lo avrebbero mai più cercato; la sua furbizia però non fece i conti con la determinazione di Sam, che imbracciò pistola e sparò nella sua direzione senza esitare, colpendolo alla spalla e permettendo alla ragazza di fuggire verso di loro, dove Hailey immediatamente la controllò per capire se fosse ferita, mentre Sam e Katherine si mossero velocemente verso Dean come due soldati istruiti a dovere. Non si parlarono, ma riuscirono a capire esattamente cosa avrebbero dovuto fare; la donna lo colpì alla nuca per stordirlo, mentre Sam gli legò le mani insieme tramite una corda che avesse precedentemente preso.
Era in trappola e questa volta per sempre: lo riportarono nella prigione e lo legarono nuovamente con corde più resistenti e più strette, e continuarono a somministrargli il sangue di demone in maniera disperata, sperando che ciò riuscisse a farlo tornare di nuovo umano.
"Come va la testa?" chiese Katherine avvicinandosi di qualche passo fino a raggiungerla e sfiorare appena la folta chioma di sua sorella, guardandola con dispiacere. 
"Come se t'importasse!" esclamò Bela acidamente senza neanche guardarla, voltandosi a fissare Sam e sua sorella seduti sul lato opposto del tavolo, che la fulminarono con lo sguardo, coscienti che adesso avrebbero dovuto occuparsi di lei. Bela si mise più dritta con la schiena e fece spallucce, abbassando il ghiaccio e guardando la sorella con più dolcezza negli occhi. "Comunque va meglio..".
Katherine abbozzò un sorriso imbarazzato, perchè sapeva che sua sorella avesse cambiato atteggiamento aggrappandosi a qualche speranza che Sam ed Hailey le stessero fornendo; sapeva che tutti ce l'avessero con lei per averli abbandonati, per aver voltato le spalle alla famiglia ed essere scappata insieme a Dean senza neanche dir loro che fosse vivo.
Sapeva di avere davvero sbagliato nei loro confronti e, adesso che ce li aveva tutti davanti e che iniziò a leggere il loro dolore nei loro occhi, iniziò a sentire i sensi di colpa della sua parte umana prevalere sulla strafottenza della sua parte demoniaca.
Sospirò ed abbassò lo sguardo, provando il forte impulso di scappare via da quel posto per non farvi più ritorno, ed iniziò a cercare 
le giuste parole per dileguarsi, ma si rese conto che nessuna frase li avrebbe aiutati ad accettare un ulteriore abbandono da parte sua, così fece spallucce e si fece coraggio, alternando lo sguardo fra loro. "Io..".
"Si è svegliato!".
La voce di Castiel - che nel frattempo tornò al bunker dopo un lungo viaggio con l'angelo Anna- le fece morire le parole in bocca e sospirò, quando vide le sue sorelle e Sam alzarsi di scatto per correre di corsa verso la 7b; inizialmente i suoi passi si mossero in quella direzione, attraversando l'intero corridoio, ma poi qualcosa la fece bloccare a pochi passi dalla stanza e rimase in silenzio per ascoltare i suoni provenienti da essa.
Sentì Sam richiamare il fratello, ancora non del tutto cosciente, e gli lanciò l'acqua santa in viso, e quando questa non gli fece alcun effetto udì la sua famiglia tirare un respiro di sollievo ed iniziare a slegare l'uomo, che continuò a chiedere cosa fosse successo e perchè lo avessero legato in quel modo.
Katherine abbassò il viso e si morse il labbro, perchè una parte di sè la stesse implorando di entrare nella 7b per rivedere i suoi occhi emanare quella dolcezza che segretamente le fosse mancata nei tre lunghi mesi precedenti, ed in fondo era tutto merito suo se Dean fosse ritornato umano; si ricordò che però, se lei non avesse fatto tutti quei casini una volta svegliatasi dal coma, probabilmente Dean non avrebbe mai avuto il Marchio, così scosse la testa e si voltò dalla parte opposta.
Tornò nella sala vuota ed afferrò il suo giaccone di pelle beige e sospirò, scrivendo su un pezzo di carta che si sarebbe fatta sentire lei solamente nel caso in cui avesse trovato una cura per il Marchio e di non cercarla, tanto sarebbe stato impossibile trovarla.
Katherine lanciò un ultimo sguardo alla sala lettura, mentre mille ricordi piacevoli le tornarono in colpo solo e sorrise amaramente, costringendo se stessa a salire gradino dopo gradino quella scala in ferro, sentendosi per la prima volta in quell'estate felice che Dean fosse tornato umano e che stesse finalmente bene, conscia del fatto che adesso sarebbe toccato a lei trovare una soluzione per toglierlo dai guai in cui lei stesse lo avesse messo.
  
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