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Autore: Felpie    16/09/2020    3 recensioni
In un tempo di università, amicizie, amori ed esperienze nessun giovane può conoscere il proprio destino. E Merlino non sa proprio cosa lo aspetta, quando sceglie di prendersi in casa un viziato figlio di papà - che poi così tanto viziato e tanto figlio di papà non è - che diventerà ben presto molto di più di un semplice conquilino.
Tra litigi, lotte per la supremazia, risate e malintesi la vita in quel semplice, piccolo appartamento turberà la quiete che Merlino ha costruito intorno a sé e lo porterà nella più magica avventura della sua vita.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Gwen, Lancillotto, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Qualora ti andasse la pizza, ed i cd in macchina senza nome sopra che si confondono tutti. Qualora ti andassero litigate coi piatti che volano, partite alla playstation, il divano sotto il condizionatore mentre in TV ricomincia il campionato o la moto gp, le lenzuola contese e la spesa fatta male con molte caramelle gommose e poche cose importanti.
Qualora ti andassero i barbecue con gli amici in cui tu pensi alle bruschette, metti caso sentissi il bisogno impellente e irrefrenabile di un weekend sulla neve, di una sbronza colossale, di un centinaio di foto stupide, di tortellini fatti in casa la domenica e di farina tra i capelli.
E a proposito dei tuoi capelli mi permetto di dire, vostro onore, che quei capelli sciolti hanno causato più danni dei fast food e delle trivelle per il petrolio e delle band emergenti, a tal proposito, dicevo, se ti andasse pure di lasciarli così come sono e farli svolazzare fuori dal finestrino in macchina alle due di notte vicino al Colosseo e ai Fori Imperiali, si insomma se tu volessi queste cose e magari anche altre mille, fammelo sapere, che passo a prenderti alle otto"
(Tommaso Fusari)



La vita da coinquilini di Artù e Merlino sembra ormai consolidata: certo, ogni giorno è una nuova avventura – vuoi perché il biondo si è messo in testa di preparare dei pancakes e per poco la loro casa non è andata a fuoco, vuoi perché Merlino si ostina ad aprire la porta della camera del coinquilino senza bussare ed ogni volta si ritrova scene di ogni genere davanti agli occhi, o vuoi perché Gwaine e Lancillotto hanno preso bene il ritorno in quella casa ed ogni volta che ne hanno l’occasione si presentano senza annunciarsi minimamente sulla porta, con mille idee in mente.

Artù ha iniziato la sua vita all’università e sembra molto soddisfatto della scelta fatta: si impegna al massimo per essere in pari con le lezioni e per recuperare quelle perse, in modo da poter affrontare gli esami in estate nel migliore dei modi. Merlino ha un po' il terrore di come potrà confrontarsi il suo coinquilino con gli scritti che lo aspettano, non sa minimamente come supportare un Artù sotto esame, ma sa che gli vuole stare accanto perché pensa che la legge e la giustizia siano davvero la strada giusta per lui. E poi perché, anche se Artù non l’ha sentito, il moro gli ha più o meno confessato che vuole il suo bene.

Non che significhi qualcosa, questo è ovvio – o almeno, è quello che si continua a ripetere sempre Merlino – solo che stanno legando molto come coinquilini e come amici ed è normale volersi supportare a vicenda. Come Lancillotto che gli porta il caffè mentre studia o Gwaine che cerca di distrarlo almeno cinque minuti mentre è in biblioteca. O Freya che gli manda dei messaggi carichi di incoraggiamento da perfetta life coach, con Gwen che ogni tanto prepara merende per tutti, in modo da affrontare al meglio lo studio.

E il moro ha notato subito quanto anche gli amici di Artù – che ormai sono diventati anche amici suoi – ci tengano a supportare il ragazzo e la sua scelta e sembrano contenti che finalmente abbia capito cosa fare nella vita.

Le cene tutti insieme si sono moltiplicate – spesso a casa dei due ragazzi – ma la costante è che non sanno mai scegliere cosa mangiare. Inoltre tutti si stanno interrogando sul rapporto di Morgana e Gwaine, dopo il loro bacio di Capodanno, ma nessuno dei due dà una risposta chiara, fin troppo bravi ad evitare le domande e a non cadere in allusioni. Ogni tanto continuano ad isolarsi per confabulare tra loro durante le serate e Freya ha rivelato a Merlino di averli visti insieme da soli più di una volta, anche senza tutto il resto del gruppo.

E così quindi passano tutti i restanti mesi invernali e quelli primaverili, mentre l’amicizia tra Artù e Merlino si rafforza sempre di più. Il moro, dal canto suo, non ha più incontrato Will – non l’ha più cercato e forse anche un po' evitato – e non può fare a meno di pensare al fatto che tutte le sue abitudini e le sue routine con il biondo siano esattamente ciò che cerca in un ragazzo. Vorrebbe questo genere di quotidianità mai monotona che vive ogni giorno con il suo coinquilino, i film stupidi la sera e i litigi per il telecomando, la coperta, l’ultima birra. Vorrebbe lamentarsi dei libri lasciati sempre sul divano – ma come si fa a studiare sul divano? Cioè la concentrazione come fa a trovarla quell’asino reale? – su cui puntualmente si siede, sperando di trovare il morbido, e poi scoppiare a ridere dopo pochi istanti perché Artù dichiara di aver cercato tale libro dappertutto – libro che era, appunto, rimasto sotto il suo naso, o meglio, sotto il sedere di Merlino. Vorrebbe le torte cucinate insieme la domenica – dove lui cucina e Artù legge pigramente la ricetta, riuscendo comunque a sporcarsi – e le spese totalmente a caso, con patatine, birre e caramelle.

Vorrebbe queste e molte altre cose, ma Merlino sa che non potrà averle. Perché queste cose sono speciali perché condivise con Artù e con qualcun altro non avrebbero lo stesso sapore. E quindi solo con lui funzionano. E quando il suo stomaco continua ad attorcigliarsi a certi pensieri, il moro si limita ad archiviarli come “non voglio distruggere la mia routine”. Ma non riesce proprio a spiegarsi perché si sente sollevato quando nessuna ragazza va a trovare Artù la notte e perché si sente così bene quando non può fare a meno di constatare che il numero è drasticamente diminuito rispetto a solo pochi mesi fa.

“Probabilmente è solo perché vuole studiare” pensa subito dopo il moro, ma non può smettere segretamente di pensare al fatto che forse non gli interessino più così tanto.

Ma le pareti dell’appartamento sono davvero sottili e il pensiero sparisce rapidamente quando è costretto a bussare sul muro per chiedere al coinquilino di fare piano, perché lui vuole disperatamente dormire.

Però sono diventate innumerevoli le volte che sono usciti insieme, da soli o accompagnati da Leon, Gwaine o Morgana, e spesso queste uscite sono finite con Merlino costretto a riportare a casa il suo coinquilino – anzi, a riportarlo proprio a forza – arrancando per le strade abbracciati e barcollanti. Ma al moro non dispiace poi così tanto ed Artù, da ubriaco, lo fa proprio ridere. E mentre il biondo ride, Merlino si sofferma ogni tanto un attimo di troppo a guardare le sue labbra, ricordandone la morbidezza; si è chiesto spesso se Artù ci abbia mai ripensato, ma le sue possono essere solo congetture perché non ne hanno più parlato ed entrambi sembrano averlo dimenticato sul serio.

E, all’ennesima volta, ormai Merlino ha capito come trattare l’amico quando è ubriaco ed è quasi diventato un vero professionista nella sua assistenza.

“Merlino, ho caldo!” si lamenta sempre Artù quando il moro lo accompagna fino a letto.

“Se dormi senza maglia con questo freddo, domani ti svegli con 39 di febbre” gli risponde paziente il coinquilino, aiutandolo a levarsi i vestiti e a coprirsi in qualche modo, prima di nasconderlo sotto le coperte.

“Sembri una balia” ridacchia il biondo ubriaco, mentre l’altro sistema le cose a casaccio nella stanza.

“A te serve una balia, Artù, o saresti rimasto di nuovo a dormire sul bancone” anche Merlino non può nascondere un sorriso divertito.

“È successo solo una volta” biascica Artù, girandosi a pancia in sotto per prendere la posizione comoda “E Morgana non avrebbe mai dovuto dirtelo”

“Sei il mio coinquilino: devo sapere tutti i tuoi più torbidi segreti”

“Allora anche io voglio sapere i tuoi!” esclama subito Artù, muovendosi velocemente e mettendosi seduto.

“Artù, per piacere, sono le 3 di notte e domani devo terminare una tesina” sbuffa Merlino.

“Non mi scappi, conoscerò il tuo più grande segreto, prima o poi!”

“Va bene, va bene, ora dormi però. Ne riparliamo domani” il moro si avvicina e gli appoggia le mani sulle spalle per farlo rimettere giù e l’altro, dopo uno sbadiglio, si stringe al cuscino.

“Non mi scapperai così facilmente…” sono le ultime parole di Artù e il coinquilino sente un brivido corrergli lungo la schiena; anche a questo, come ad alcune strette allo stomaco, non sa proprio dare un nome.

Se Merlino può anche solo provare a pensare che una sbornia del genere possa far desistere Artù dal bere per un po' di tempo lo ha decisamente sopravvalutato: non passano che una manciata di giorni da quest’ultima – ennesima – volta che lo ha messo a letto, che il biondo decide di aggiungersi a Gwaine in una “seratina tranquilla”, che in un attimo è diventata una “seratina di ritrovo con tutti”.

Per questo il moro si ritrova di nuovo appiccicato alla schiena di Artù, mentre l’altro sfreccia nel buio della notte per raggiungere il locale.

“Merlino, smetterai mai di essere così fifone?” lo prende in giro come al solito il biondo, mettendo il cavalletto alla moto.

“E tu smetterai mai di essere così antipatico?” replica l’altro, sfilandosi il casco “Ancora non hai mai preso l’autobus insieme a me, quindi non puoi sul serio farmi la predica”

“Ho una moto, perché dovrei prendere i mezzi pubblici?” Artù sorride e gli appoggia un braccio sulle spalle, mentre entrambi si incamminano verso il locale.

“Hai delle argomentazioni davvero banali, non farai grande strada come avvocato, lo sai?”

“Ti tirerò fuori di galera quando ci finirai, ne sono sicuro”

“Finirò in galera per il tuo omicidio, credo sarà improbabile che tu possa tirarmi fuori”

La discussione termina rapidamente – come tutte quelle tra i due – perché il moro apre la porta ed entra nel locale chiassoso, subito seguito dall’altro, e inizia a guardarsi intorno. Al posto di vedere però qualcuno del loro gruppo, individua qualcosa – anzi, qualcuno – che non pensava di incontrare così.

I capelli castani di Will sono di un colore e di un taglio molto comune, ma Merlino li riconoscerebbe ovunque: troppe volte li ha scompigliati, ci ha giocato, li ha visti arrivare da lontano – una volta ha perfino dovuto tagliarli perché si erano impiastricciati di fango e schifezze, dopo che il ragazzo era caduto in un bosco. Per un momento si sente spaesato, confuso e ha un gran desiderio di prendere una boccata d’aria – nonostante sia appena entrato nel locale – ma un attimo dopo Will si gira ed incrocia il suo sguardo: i suoi occhi traspaiono titubanza e disagio e fanno sentire Merlino un po' più sicuro. Incerto sempre, ma un po' più sicuro.

Così il moro si ritrova a tirare la manica di Artù, che si sta guardando intorno per cercare un tavolo.

“C’è Will” dichiara semplicemente.

“Dove?” domanda subito il biondo, guardandosi intorno.

“Laggiù” risponde Merlino, facendo un cenno con la testa.

“Tutto bene? Vuoi andare via?” si preoccupa Artù, ma l’altro scuote la testa.

“No. Anzi, credo che andrò a parlarci, invece. Puoi cercare un tavolo? Gli altri saranno qui tra poco”

“Anche Leon mi ha scritto che è per strada” aggiunge Artù, annuendo “Allora vado a cercare un posto per tutti. Se hai bisogno…”

“Lo so. Non preoccuparti” lo interrompe Merlino; l’altro annuisce, allontanandosi nella folla, e il moro, dopo un sospiro, si incammina verso Will, che nel mentre non gli ha staccato gli occhi di dosso.

“Ciao” lo saluta Merlino, affiancandosi a lui.

“Ciao Merlino…” mormora Will “Sono… contento di vederti”

Il moro annuisce, mentre l’altro aggiunge “Ti trovo bene…”

“Sto bene, Will” lo rassicura il ragazzo: nonostante tutto, gli dispiace per Will.

Era arrabbiato con lui, deluso da lui e si era chiesto varie volte come avesse potuto, ma dopo tutte le morse allo stomaco provate per Artù – dopo aver capito di cosa ha davvero bisogno, anche se non ha il coraggio di ammetterlo ad alta voce – pian piano il dolore è scemato, lasciando posto solo a tanti ricordi.

“Sei con gli altri?” si informa l’ex fidanzato.

“Sì, dovrebbero arrivare tra poco” conferma Merlino “Se dopo li vuoi salutare…”

“Non… ce l’hanno con me?”

Merlino storce la bocca in una smorfia “Forse un po', sì. Ma sei comunque un loro amico da tanto tempo”

“E tu non ce l’hai con me?” aggiunge in fretta Will e l’altro è colto di sorpresa.

“Ce l’ho avuta con te, Will, lo sai benissimo. Ho ignorato i tuoi messaggi, le tue chiamate e ho tagliato ogni contatto. Ma ora va meglio, sono passati dei mesi e sono riuscito ad andare oltre”

“Ti… vedi con qualcuno al momento?” sussurra piano il ragazzo “So che non ho alcun diritto di chiedertelo, ma…”

Merlino scuote la testa “No, mi sono preso del tempo per me, in un certo senso… ho preferito non conoscere nessuno. Non me la sentivo. Tu?”

“Io… sto con Cenred, ora… sai, quello…” Will non termina la frase, ma Merlino ha già capito come si conclude; però la stretta che sente non è forte né così dolorosa come si aspetta: certo, brucia pensare al tradimento ma… per qualche strano motivo è passato avanti. È davvero andato avanti.

“Sì, ho capito” dice in fretta il moro “Sono… contento”

“Sei contento?!” esclama incredulo l’altro e Merlino scrolla le spalle.

“Cioè… se tu sei felice così… io sono contento. E mi fa piacere che non sia stata… solo una cosa di quel momento, insomma. Mi fa sentire… meglio…”

“Merlino, io… davvero, non mi andranno mai via i sensi di colpa…” prova a dire l’altro, sinceramente dispiaciuto.

“Lo so, Will” lo interrompe il moro “È che… probabilmente era ciò che doveva succedere. Per sbloccare la nostra situazione. Era il segnale finale. E non ce l’ho con te per esserti lasciato andare, perché hai solo capito prima di me di cosa entrambi avevamo bisogno”

“Di cosa avevamo bisogno?”

“Di aprire gli occhi”

Will sospira “Sei il ragazzo più buono del mondo, Merlino, e ti auguro tutto il bene possibile. Non smetti mai di ricordarmi perché siamo diventati amici, tanto tempo fa, perché ho pensato che eri il bambino più simpatico che avessi mai incontrato e che sarei voluto diventare tuo amico”

“Ma se siamo diventati amici perché ho diviso il mio panino al tonno con te” ridacchia Merlino, lasciandosi andare ai ricordi “E perché eravamo gli unici bambini del palazzo”

“Non eravamo gli unici, c’era anche quella bambina sempre tutta in tiro con gonna e ballerine” ribatte Will “Non ricordo nemmeno come si chiamava”

“Non voleva mai giocare con noi” annuisce Merlino, prima che entrambi tornino silenziosi; Will gioca con il manico del boccale di birra, perdendosi un attimo nel frastuono del locale.

“Sono contento di averti rivisto, Merlino, e lo sono ancora di più per il fatto che parli ancora con me” mormora.

“Magari mi ci vorrà un attimo per ricominciarti proprio a parlarti come se nulla fosse…” ammette l’altro “Però prima o poi tutto tornerà ad una specie di normalità, credo. Ma sei sempre stato il mio migliore amico, non posso… chiuderti in faccia il portone, insomma. Specie perché è il portone della casa affianco alla mia, almeno nella nostra vecchia città”

“Spero tanto nella normalità” concorda l’ex, lasciandosi andare ad un sorriso, mentre i suoi occhi vengono catturati da un ragazzo che si sta avvicinando nella folla; anche Merlino lo vede con la coda dell’occhio e non ci mette molto a capire di chi si tratta. Nonostante abbia parlato con Will, non è ancora pronto ad incontrare Cenred, quindi preferisce dileguarsi.

“Ti lascio al tuo drink, ora. Buona serata”

“Anche a te”

Ma le parole di Will Merlino le sente già da lontano, mentre va alla ricerca di Artù e della sua nuova normalità.

Lo trova poco dopo, in un tavolo tondo all’angolo del locale, dove ci sono già tutti tranne Gwen e Lancillotto; Merlino saluta con un sorriso, sedendosi nel posto accanto al coinquilino, che subito gli rivolge un’occhiata.

“Ti senti bene?” sussurra, cercando di non farsi sentire dagli altri.

Merlino annuisce “Non hai detto… nulla, vero?”

Fa un piccolo cenno verso gli amici e Artù scuote la testa “Ho pensato che avresti preferito farlo tu, se lo desideravi”

“È stato meno peggio del previsto” confessa il moro “Certo, non... non è stato piacevole e anche quell’aria tesa e di tensione mi pesava parecchio, ma… sono contento di averlo fatto. Di averci parlato”

“Come dici sempre a me, parlare è meglio, no?” esclama Artù con un sorriso, battendogli una pacca sulla spalla.

Merlino sorride “Non te l’ho mai detto”

“No? Lo avrò interpretato da una delle tue continue chiacchiere, allora” il biondo scrolla le spalle “Forza, che abbia inizio la serata. Sappi che ti ho ordinato una birra perché senza un minimo di alcol in corpo sei tremendamente noioso”

Merlino gli sorride, mentre archivia la morsa che sente allo stomaco come “il mio coinquilino è davvero una brava persona” – ma per quanto potrà davvero andare avanti con queste stupide scuse?

I drinks arrivano insieme a Gwen e Lancillotto, che si scusano per il ritardo, mentre gli amici si stringono per far posto anche a loro e la loro serata inizia.

Nonostante l’iniziale partenza un po' in salita, anche Merlino si diverte e si lascia convincere da Gwaine a prendere la terza birra – cioè in pratica si dà alla pazza gioia – con la scusa del “lasciarsi andare” dichiarato a Capodanno. Così si avvicina al bancone – dove non vede più né Will, né il suo accompagnatore – ed ordina.

Si guarda intorno per vedere se riconosce qualcuno, ma i suoi occhi si posano in fretta sul tavolo dal quale si è appena alzato; scorge Artù tra la folla: sta ridendo per qualcosa e le sue labbra sono inarcate, lasciando scoperti i denti bianchi. Invece i suoi capelli biondi scivolano costantemente sulla sua fronte e vanno a coprire gli occhi – benedetti occhi – subito però scostati dalla mano impaziente del ragazzo.

Huston, smettila di guardare quel figo del tuo coinquilino e torna sull’ordinazione o il problema diventerà enorme.

Mentre il barista gli prepara la sua bionda alla spina, si ritrova a pensare a quanto è cambiata la sua vita nell’ultimo periodo e gli viene da sorride a pensare che se qualcuno gli avesse predetto una cosa del genere solo un anno fa lo avrebbe preso totalmente per matto: andiamo, lui che prende la sua terza birra, in un giorno normale, quando domani dovrà andare all’università, facendosi peraltro convincere da Gwaine? Improbabile, no? E ritrovandosi ad essere il coinquilino – e un amico – del ragazzo più bello che abbia mai visto? Quasi impossibile detto così, no?

“Scusa, è libero questo?”

Merlino viene risvegliato dai suoi pensieri da un ragazzo con gli occhi scuri e la camicia celeste che lo fissa, indicando lo sgabello affianco a lui, e si ritrova ad annuire. Lo sconosciuto si accomoda, girandosi poi verso di lui.

“Sono Alator, piacere” continua lo sconosciuto, allungandogli la mano; il moro la osserva un attimo, prima di stringerla.

“Merlino”

“Posso offrirti qualcosa?”

E al sorriso gentile del ragazzo, complici anche le due birre già bevute, e con il pensiero della sua nuova vita, Merlino annuisce con un sorriso, facendo poi cin cin con il bicchiere dell’altro e bevendo un lungo sorso di birra, mentre la schiuma gli solletica le labbra.






Spazio autrice per cercare di riconquistare i fan di Will amante della quotidianità
Anche se può sembrare un capitolo non troppo rilevante per la storia ci tenevo parecchio ad inserirlo per vari motivi:
1) perché Merlino per come lo vedo io sogna una quotidianità ed una normalità semplici, non eccessive e senza troppe promesse d'amore eterno, ed è un aspetto che mi piace molto.
2) per far capire ai suoi fan che anche a me piace Will come personaggio e che non volevo farlo passare come il cattivo della storia. Semplicemente le cose erano destinate ad andare così e nessuno dei due poteva farci nulla: spero che anche il fatto che stia ancora con Cenred lo faccia capire. Volevo lasciare un bel ricordo di lui, ecco (perdonatemi per averlo dipinto come mostro, anche perché sono convinta che è vero che chi tradisce sbaglia, ma che a volte bisogna andare un po' più in fondo e vedere le ragioni alla base e quindi in questo caso non gli voglio dare il 100% di colpa).
3) perché è apparso Alator (e sarà da tenere d'occhio). Artù non può avere vita troppo facile e, poverino, bisogna tirargli parecchi pezzi di prosciutto in testa prima che si renda conto di ciò che ha di fronte agli occhi azzurri - bellissimi occhi azzurri.
4) perché Merlino, invece, si sta iniziando lentamente (mooolto lentamente) ad accorgere che Artù non gli è proprio del tutto indifferente e che il suo corpo sta cercando di mandargli dei segnali.
Ringrazio come sempre royal_donkey che recensisce ogni mio capitolo instancabilmente e non smette mai di dirmi quanto ama questa storia (il che scalda sempre il cuoricino) e NorwegianWoodFields per la recensione allo scorso capitolo. Un piccolo ringraziamento anche a voi lettori silenziosi perché siete comunque importanti per me e perché spero che la storia vi piaccia, anche se non me lo dite. E anche a chi ha aggiunto la storia tra le seguite/ ricordate/ preferite (mi sa che nello scorso capitolo mi ero dimenticata di voi, perdonatemi).
A presto,
Felpie

 
   
 
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