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Autore: sab2fab4you    16/09/2020    0 recensioni
Non ho mai capito cosa fosse l’amore. L’ho sempre visto come una specie di droga, l’uomo è sempre alla ricerca di una nuova dose da iniettare nel suo corpo perché ne sente il bisogno, senza curarsi del fatto che essa lo uccide pian piano fino a portarlo all’overdose. Non ho mai capito cosa fosse l’amore fino a quando non ho incontrato lei, la mia droga personale, portatrice di salvezza e distruzione allo stesso tempo e da allora tutto ha iniziato ad avere senso.
***
Lily e Ben sono due semplici ragazzi di Bristol ma la loro vita è sempre stata complicata. Lily non sa chi sia suo padre e sua madre è in prigione; Ben vive con dei genitori completamente assenti, il padre lavora giorno e notte e la madre è sempre in giro. Sono l'uno il punto di riferimento dell'altro. Ben è da sempre innamorato di Lily ma non ha il coraggio di confessarle i suoi sentimenti perché ha paura di rovinare la loro amicizia. Lily d’altro canto prova dei forti sentimenti per Ben ma non ha mai capito cosa significhino realmente. L'amore tra Ben e Lily sboccerà oppure appassirà per sempre?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 18


Lily


Non avevo mai realizzato quanto vera potesse essere la frase “essere pietrificata dalla paura” fino a questo momento. Il rumore delle macchine che trafficavano per strada era scomparso e l’unico suono che riuscivo a sentire era il battito del mio cuore che ormai era arrivato anche alle orecchie. Stavo sudando freddo.

Avevo gli occhi fissi sul portone che era a pochi metri da me, ci avrei impiegato un attimo ad arrivare eppure non riuscivo a muovere neanche un dito, ero immobile. Avrei dovuto solo salire due rampe di scale e bussare alla porta sulla destra, era li che mi aspettava la donna che da sempre popolava i miei incubi.

<< Sento che tra poco mi esploderà il cuore >> pronunciò Finn con tono grave.

Guardai mio fratello e realizzai che anche lui era nella mia stessa situazione. Eravamo di fronte al condominio in cui viveva nostra zia Linda e nostra madre era con lei.

Mi feci più vicino a lui e gli presi la mano, strinsi le dita attorno al suo palmo come facevo quando ero piccola e inspirai a fondo.

<< Se non farai tu il primo passo non credo che riuscirò a muovermi >> dissi con il fiato corto.

Ci muovemmo all’unisono per entrare nel palazzo e mentre salimmo le scale nessuno dei due lasciò la mano all’altro. Avevo la testa vuota, leggera, e sono sicura che se non ci fosse stato Finn a mantenermi probabilmente sarei già crollata. Ci guardammo negli occhi un’ultima volta prima di premere il campanello, d’istinto trattenni il respiro come se fossi sott’acqua e non lo rilasciai fino a quando non si aprì la porta.

Linda Murphy non era cambiata affatto in tutti questi anni: capelli rigorosamente tinti di un rosso fuoco, un sorriso sghembo stampato sul viso che lasciava intravedere i suoi denti marci e la pancia di chi beve solo ed esclusivamente birra. Appena ci vide il suo sguardo si posò prima su di me e poi su mio fratello, c’era un non so che di maligno nei suoi occhi. Da sempre Linda non aveva mai sopportato Finn, e ora che lui aveva la colpa di aver mandato in prigione la sorella lo odiava ancora di più.

<< Non avrei mai pensato che vi sareste presentati, vi facevo senza palle >> la donna accompagnò quelle parole dure con uno sbuffo di fumo che dimostravano tutta la sua simpatia per noi.

<< Non sei mai stata brava a pensare, Linda >> rispose Finn con tono di sfida.

Scoppiò in una risata amara prima di farci spazio per poter oltrepassare la soglia. << Sempre il solito maleducato >> sussurrò.

Come immaginavo il suo appartamento era rimasto sporco, puzzolente e incasinato come quando ero bambina. Era davvero uno schifo. Notai che Linda continuava ad osservarmi, forse si aspettava che avrei detto qualcosa ma l’unica cosa che feci fu lanciarle uno sguardo di sfida per poi superarla e darle una leggera spallata.

Mentre attraversavamo il corridoio sentivo che la paura stava abbandonando il mio corpo per far posto a qualcos’altro. Mi passai una mano sulle orecchie e constatai che erano bollenti, ero arrabbiata, furiosa. All’improvviso non vedevo l’ora di trovarmi avanti Lara per poterle dire tutto quello che pensavo.

Finn mi raggiunse in quello che sarebbe dovuto essere il salotto ma che in realtà era una stanza spoglia con solo un divano e un tavolino ricavato da una cassa di legno.

<< Calmati, si vede lontano un miglio che sei arrabbiata >> sussurrò il ragazzo indicando le mie orecchie.

Incrociai le braccia sotto al seno e feci un respiro profondo, non dovevo cadere nelle trappole di Linda.

<< Siete cambiati >>.

Successe tutto in pochi secondi ma a me sembrò una vita intera. Io e Finn ci girammo lentamente verso la voce, sapevamo benissimo chi aveva appena parlato.
La donna era in piedi e reggeva una sigaretta fra le dita della mano destra, appoggiata allo stipite della porta della camera da letto, coperta dalla penombra della stanza buia.

Lara Murphy sembrava un’allucinazione. Sapevo che era lei, perché insomma non si dimentica di certo il viso della persona che ti ha ferito di più al mondo, ma c’era qualcosa di diverso, era cambiata.

Aveva il viso scavato, gli occhi stanchi e contornati di rughe, e la pelle butterata. Era così magra da far paura. Riuscivo a intravedere dei tatuaggi sul collo che non ricordavo avesse ma quello che mi fece più impressione furono i capelli, erano corti come i miei. Sembrava uno scheletro e per un momento mi sembrò di star guardando la me stessa del futuro. Si portò la sigaretta alle labbra per poi fare un tiro e rilasciare il fumo senza mai toglierci gli occhi di dosso.

<< Che ti avevo detto? Li hai lasciati che erano dei bambini e ora sono diventati adulti >> Linda calcò l’ultima parola con scherno, << Sai, dovresti essere fiera del tuo ragazzone, è famoso qui a Bristol >>.

<< Che vorresti dire? >> pronunciò Finn.

<< Quei cosi che hai disegnati addosso >> e indicò il filo spinato tatuato sul collo di Lara, << è così bravo a farli che tutti vanno da lui >>.

Nostra madre avanzò di qualche passo per affiancare la sorella. << Quindi sei un tatuatore, così ti guadagni da vivere >> disse gesticolando con la mano della sigaretta, il suo tono aveva un non so che di sarcastico.

<< Sì beh, è un lavoro onesto >> aggiunsi pungente mentre mi accomodavo sul divano.

<< Oh sì, a proposito della ragazzina, non è così brillante come il fratello… passa tutto il tempo a giocare a basket al Bearpit con il suo fidanzatino >>.

<< Linda, come fai a sapere tutte queste cose? >> chiese mio fratello confuso e a tratti spaventato.

<< Ho molti amici in giro per Bristol e sai com’è, le voci corrono >>.

Non riuscivo, anzi non potevo distogliere lo sguardo dagli occhi di Lara, era una sfida a chi resisteva più tempo.

<< Mi dispiace tanto di non essere come Finn, da oggi in poi cercherò di fare di meglio, okay? Magari inizierò a bere birra dalle dieci del mattino per poi collassare verso ora di pranzo, come fai tu zia Linda, oppure potrei fare come Lara e produrre droga in casa. Così sarai fiera di me, mamma? >> pronunciai l’ultima parola con tutto il veleno possibile.

Lara abbozzò un sorriso per poi assottigliare lo sguardo. << Non sei cambiata affatto >> uno… due… e me la trovai di fronte, << sei rimasta la solita ragazzina insolente e maleducata di un tempo… porta rispetto che stai parlando con tua madre! >> tuonò la donna.

All’improvviso mi sentii spostare e la visuale mi fu coperta dalla schiena di mio fratello.

<< Hai superato ogni limite di nuovo >> disse Finn a denti stretti.

<< E tu, tu sei quello che si dovrebbe vergognare più di tutti… hai denunciato tua madre! >>.

<< E lo rifarei altre cento volte! Come osi definirti tale? Una vera madre non farebbe mai quello che hai fatto tu! Ti sei dimenticata di quando mi costringevi a pisciare nei contenitori per far superare i test antidroga al tuo fidanzato? Oppure di quando Lily aveva tre anni e per poco non ha rischiato di morire perché stava giocando con le buste di cocaina che c’erano in giro? Denunciarti è stata la cosa migliore che io abbia potuto mai fare, avresti dovuto marcire dietro le sbarre >>.

Il petto di Finn faceva su e giù ad un ritmo irregolare, riuscivo ad intravedere la vena del collo in rilievo ed ero sicura che aveva gli occhi infuocati perché Lara lo guardava spaventata. Gli strinsi la mano per cercare di calmarlo almeno un minimo e per fargli sapere che aveva tutto il mio appoggio.

<< Avevi ragione, non saremmo mai dovuti venire qui >> si girò verso di me dispiaciuto di quanto accaduto. Con le labbra mimai un “non ti preoccupare” per poi rivolgere la mia attenzione a Lara.

<< Spero che questo ti serva da lezione. Non voglio più sentire il tuo nome o vederti in giro, anche perché se una cosa del genere dovesse riaccadere sappi che insieme a noi verrà anche la polizia e questa volta a essere arrestata non sarai solo tu ma anche Linda >>, guardai negli occhi mia zia e indicai il divano << So che ci nascondi la droga li dentro, ho sentito il rumore delle buste di plastica sotto ai cuscini >>.

Linda ci stava fulminando con gli occhi perché avrebbe voluto controbattere ma sapeva che avrebbe perso in partenza, io e Finn avevamo ragione. E Lara, beh, aveva realizzato che ormai ci aveva persi, che nulla sarebbe tornato come prima perché non aveva più nessun diritto.
Finalmente io e mio fratello potevamo voltare pagina.

**

Ben


<< Ben, per favore ti puoi sedere? Mi stai facendo girare la testa >> disse mio padre dal divano.

Mi fermai al centro della stanza e lo guardai come se fossi appena caduto dalle nuvole. << Che cosa? >>.

<< Siediti e calmati, vedrai che Lily chiamerà presto >>.

Presi posto accanto a lui sbuffando, l’ansia mi stava divorando. Conoscevo Lara Murphy solo dai racconti di Lily e questo era abbastanza per non farmi stare tranquillo.

Quando c’era di mezzo quella donna tutto portava verso una sola direzione: problemi.

<< Esco a fare due passi, magari mi calmo un po’ >>.

Mentre scendevo le scale presi il cellulare per scrivere un messaggio a Lily ma proprio nel momento in cui lo sbloccai iniziò a squillare, solo che a chiamare era Daniel.

<< Dove sei? >> domandò di botto affannando, constatai che stava correndo.

<< Sono uscito per fare due passi ma sono ancora fuori casa >>.

<< Ci vediamo fra 5 minuti nel vicolo dietro casa tua, quello pieno di cassonetti >> e attaccò senza darmi il tempo di rispondere.

Capii all’istante che c’era qualcosa che non andava per cui mi affrettai a raggiungere il nostro punto di incontro. Più volte era capitato che venisse beccato a disegnare graffiti quindi pensai che stesse scappando dalla polizia ma ciò che era strano era il fatto che mi avesse chiamato.

I cassonetti emanavano un fetore nauseabondo che cercai di filtrare mettendo una mano davanti alla bocca e al naso. Dopo nemmeno due minuti Daniel arrivò correndo.

<< Sono nei guai, mi devi aiutare >> disse mentre si guardava furtivamente intorno.

<< Che cosa è successo? >> domandai, avevo paura di come avrebbe potuto rispondere.

<< Non ho tempo per spiegare, ti dirò tutto più tardi, ora mi devi solo fare il favore di nascondere questa >> e cacciò una busta da sotto la felpa nera. La presi per poi nasconderla come aveva fatto lui.

Daniel gettò la felpa in uno dei cassonetti sotto il mio sguardo furente. << Grazie Ben… e scusa >> disse per poi scavalcare il cancello che divideva il vicolo.

Mi incamminai verso casa con il cappuccio tirato su e le mani nelle tasche del jeans, con una busta d’erba di mezzo chilo nascosta nella maglietta. Ero diventato un complice.



 
   
 
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