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Autore: eli_mination    17/09/2020    1 recensioni
A Nuova Domino regna di nuovo la pace e i nostri eroi finalmente si concedono una pausa. Crow va a trovare i vecchi amici al Satellite, ma sulla via del ritorno incontra una ragazza che faceva parte del suo passato e che credeva di aver perso per sempre… Come, prego? La trama vi ricorda qualcosa? Significa che siete veterani di questa sezione!
(REMAKE DI “My love, My life”, FANFICTION SCRITTA DA ME E PUBBLICATA PER LA PRIMA VOLTA IL 28/06/2013)
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aki/Akiza, Crow Hogan, Jack Atlas, Nuovo personaggio, Yusei Fudo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Crow

“E così vuole vederci… A che pro?” si fece avanti Yusei, sospettoso.

“Sheila e Beline stanno bene?” domandò subito Crow, temendo che la motivazione per cui la donna volesse parlare con loro fosse perché era successo qualcosa a una delle due ragazze.

Lo psichico con le bende sulle braccia annuì.

“La ragazza con i capelli viola è ancora sulle sue gambe… L’altra, invece, è senza conoscenza…” proseguì il ragazzo, causando una reazione sia in Liyan che Crow.

“Cosa le avete fatto?!” domandò rabbiosa Liyan. La psichica sbuffò, roteando gli occhi per il fastidio.

“Probabilmente l’ha solo tranquillizzata… Oppure le ha impiantato i poteri.” rispose sinceramente lo psichico.

“E chi vi avrebbe dato l’autorizzazione per farlo?!” si unì Crow. “Complimenti, avete approfittato della fragilità di due persone per compiere i vostri scopi. Prima avete rapito Beline senza che lei avesse la possibilità di difendersi, ora avete trasformato mia sorella mentre lei era svenuta! Siete solo dei vili bastardi!”

“La pagherete!” strinse il pugno Jack.

In tutto quel trambusto, l’unico rimasto in silenzio era il terzo psichico, che se ne stava per le sue ascoltando i vari discorsi. Sembrava giovanissimo, dall’aspetto poteva essere un bambino. Cosa ci faceva lui lì?

“Oh, chi se ne frega… Astrid le ha regalato un potere. Deve ritenersi fortunata!” parlò la psichica con superficialità.

“Julie…” la rimproverò lo psichico con le braccia fasciate. La ragazza in questione lo ignorò.

“Il Satellite è pieno di lamentosi, da sempre. Non vi è mai andato bene nulla!”

La volontà di Liyan di picchiare quella ragazza prese il sopravvento sul suo buon senso. Si scagliò immediatamente sulla psichica, senza dire nulla. Entrambe caddero al suolo.

“Ferme, tutte e due!” esclamò di scatto il “bendato”, allungando una mano verso la ragazza dai capelli verdi e usando i suoi poteri per spingerla indietro. Liyan fu sollevata da terra e il suo corpo incontrò rovinosamente il pavimento dopo un volo di un paio di metri. Akiza andò subito da lei per assicurarsi che stesse bene, sotto lo sguardo stupito e preoccupato di tutti.

“Avete smesso di prendervela con i più deboli!”

La voce di Hugo risuonò per tutto il corridoio. Si fece avanti, scansando i suoi amici. E poi… accadde tutto troppo velocemente. Nella confusione generale, Crow vide il ragazzo attaccare lo psichico e lanciarlo contro la parete, poi Julie tentò di reagire a quel colpo ma venne fermata dallo psichico bambino. Il resto dei ragazzi si coprì la testa con le braccia per scongiurare eventuali pericoli, soprattutto in seguito ad un forte tremore del terreno sotto i loro piedi.

Con gli occhi chiusi, i sensi di Crow percepirono solo un urlo femminile. Alzò lo sguardo all’improvviso e vide sia lo psichico con le bende che Julie a terra, svenuti. Il bambino, invece, era l’unico dei nemici rimasti in piedi.  

Hugo stava ansimando. Per la prima volta, da quando lo aveva conosciuto, lo aveva visto con uno sguardo determinato e non più perso. Il ragazzo si guardò le mani, poi spostò l’attenzione su quel ragazzino rimasto solo, per niente impaurito.

“Liyan, tutto bene?” fece Akiza mentre, assieme a Jack, aiutava la ragazza a rialzarsi. In risposta, Liyan annuì, barcollando leggermente mentre si rimetteva in piedi.

Tranquillizzandosi per lo stato di salute della ragazza dai capelli verdi, ora toccava capire cosa fare. Avrebbero potuto approfittare del momento di tranquillità per andare da Beline e liberarla? Che intenzioni aveva invece quel ragazzino? Perché, nonostante i ragazzi fossero degli intrusi, non li aveva attaccati? E perché adesso indicava febbricitante la fine del corridoio?

“C-cosa?” tentava di comprendere Yusei. Il bambino continuava a usare le proprie braccia per fare segno al gruppo di proseguire, senza usare alcuna parola. Poi indicò se stesso.

“Tu… Non ci fermerai?” provò ad interpretare Crow, ricevendo come risposta un pollice alzato da parte del piccolo psichico, saltellando. A quel punto, fece capire al resto del gruppo di non essere in grado di parlare.

“Dovremmo fidarci?” domandò sottovoce Jack. Con sguardo innocente, il bambino annuì ripetutamente.

Crow osservò attentamente quel ragazzino. Non avrà avuto più di dieci anni, era veramente piccolo. Non doveva neanche stare lì, avrebbe dovuto giocare, correre, divertirsi come i suoi coetanei. Invece, a quanto pare, era schiavo di un posto marcio che non guardava in faccia a nessuno. Non veniva fatto alcuno sconto, se eri in difficoltà o non potevi reggere fisicamente il peso di quegli esperimenti a loro non importava. Si ricordò del fratellino di Misty Tredwell e di come, a causa di Sayer e dei suoi ideali sbagliati, era deceduto tragicamente.

“No… Tu non puoi stare qui…” pensò tristemente Crow, avvicinandosi a quel bambino. Si accovacciò così che potesse stare alla sua altezza e gli parlò.

“Ascoltami, non avere paura di noi. Siamo brave persone, siamo venuti qui solo per liberare una nostra amica… A te piacerebbe vedere cosa c’è al di fuori di questo edificio?”

Mentre gli diceva queste cose, sorrideva rassicurante. Il bambino annuì, abbassando lo sguardo e incrociando le dita delle mani.

“Bene!” esclamò poi Crow, mettendogli una mano sulla spalla. “Allora dopo verrai con noi, ti va? Ti faremo conoscere altri bambini della tua età! Fidati, sono bravi ragazzini, li ho educati io!”

Il bambino rise nel momento in cui Crow si indicò con il pollice. Lo aveva trovato buffo.

“Crow, non dimenticarti il motivo per cui siamo venuti qui…” gli ricordò Yusei serio, anche se la scena lo aveva fatto sorridere sinceramente.

“Tranquillo, lo so benissimo!” gli rispose Crow, senza scomporsi, rimettendosi in piedi. Poi si rivolse al bambino. “Aspettaci qui, dopo verremo a prenderti!”

Un piccolo verso d’assenso e un occhiolino da parte di quel giovane psichico e tutti i ragazzi ripartirono. Era arrivato il momento di incontrare Astrid e liberare Beline.

 

Beline

“Sento degli strani rumori…” pensò Beline, udendo il trambusto al di fuori della porta della stanza di laboratorio. Astrid non parve scomporsi più di tanto, da quando aveva mandato il Neo-Psichico fuori per avvertire gli altri era rimasta seduta su una sedia a fissare il vuoto. Il silenzio regnava in quella sala bianca, finché qualcosa non lo ruppe.

“Mh…”

Un piccolo lamento provenne da Sheila, che stava facendo forza sulle sue braccia per mettersi in posizione seduta. Notandola, Beline si fiondò subito ad aiutarla.

“Sheila!” esclamò, correndo in suo aiuto. Era sollevata nel vederla sveglia, per lo meno Astrid non aveva mentito.

Con molta fatica, la sorella di Crow aprì gli occhi. Le li strofinò per bene, poi, abituatasi alla luce, si guardò intorno. In un attimo, comprese tutto: dove si trovava, perché era lì e, soprattutto, chi c’era con lei.

“Beline! Oh mio dio… Cosa ci fai qui?” disse, abbracciandola.

“Dovrei essere io a farti questa domanda…” rispose Beline con tono di rimprovero. “Perché lo hai fatto?”

“Amica mia, volevo aiutarti… Però qualcuno si è messo in mezzo…”

Scioltasi da quell’abbraccio, guardò in cagnesco Astrid. Quest’ultima se ne fregò dell’occhiataccia, provocando uno scatto nella ragazza dai capelli arancioni.

“Ferma, Sheila!” esclamò subito Beline, bloccandola per le braccia. “Non farlo…”

“Perché non dovrei?! Mi ha rapita e ha rischiato di uccidere Akiza!” rispose prontamente Sheila con rabbia. “E non dimentichiamoci di quello che ti ha fatto!”

“Sheila, lo so che adesso sei molto arrabbiata, ma ti prego… Non farle del male…”

Sheila rimase a fissarla con espressione interrogativa.

“Davvero?” le domandò poi. “Non vuoi vendicarti per tutto quello che ti ha fatto?”

Beline distolse lo sguardo con aria triste.

“Non è questa la soluzione, Sheila… E poi c’è anche un’altra motivazione…”

“Quale sarebbe?” insistette la sorella di Crow.

“Abbi pazienza… Tra poco arriveranno anche i ragazzi e vi daremo le dovute spiegazioni…” disse tristemente la sua amica. A quel punto, a Sheila toccò arrendersi.

“La cosa mi preoccupa, e non poco… Però mi fido di te… Aspettiamo gli altri e poi ci dirai tutto, va bene?”

Beline annuì in risposta.

“Beh, mi sa che non dovrete attendere ulteriore tempo…”

Astrid fece sentire la sua voce, attirando l’attenzione delle due ragazze. Fuori alla porta, infatti, il gruppo con cui erano venute era appena giunto e la donna li fece entrare senza opporre alcuna resistenza.

 

Angolo autrice

Hola chicos!

Piccolissima nota (forse anche inutile LOL): la settimana prossima c’è la possibilità che io anticipi o posticipi l’uscita del nuovo capitolo di un giorno. Quindi il capitolo 33 uscirà o mercoledì o venerdì prossimo. Ci sarà anche la minima possibilità che io aggiorni di giovedì, ma intorno alle 22/23. Tutto dipenderà da quando terminerò di scrivere il capitolo in questione (che prevedo sarà più lungo dei precedenti) e se avrò la forza di caricare il capitolo completo di HTML il giovedì con la stanchezza che avrò in corpo xD

Nulla, vi avviso nel caso in cui vi chiederete perché non avrò ancora aggiornato nulla ^^

È tutto (credo xD)! Ci vediamo la prossima settimana!

  
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