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Autore: Aulularia    17/09/2020    4 recensioni
******Nuovo - nuovo capitolo******
Raccolta di piccole avventure e momenti della vita insieme di Kyo e Tohru dalla fine del manga.
Non mancheranno momenti in cui ritroveranno anche gli altri membri della famiglia Souma.
Perché la parte più bella inizia proprio ora!
Rating arancione/quasi rosso per secondo capitolo!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kyo Soma, Toru Honda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano da poco passate le 15:00 quando la lezione che Kyo stava tenendo venne interrotta dall’ingresso in palestra del maestro del doujo che lo informò che c’era una chiamata urgente per lui.
Quando sollevò la cornetta nel piccolo ufficio in cui era stato condotto riconobbe dall’altra parte la voce calma del maestro Kazuma, suo padre.
“Ciao Kyo”
“Maestro, cosa succede?” chiese il ragazzo allarmato; se lo chiamava durante l’orario di lavoro doveva per forza essere qualcosa di urgente.
“Stai tranquillo, mi ha chiamato il nonno di Tohru perché non riusciva a mettersi in contatto con te. A quanto pare questa mattina Tohru è caduta dalla bicicletta mentre faceva delle commissioni ed è stata portata all’ospedale”, il cuore di Kyo ebbe un tonfo, “hanno già assicurato al nonno che non si è fatta nulla di grave, ha solo perso i senti per lo spavento, i controlli non hanno rivelato alcun trauma cranico o frattura” concluse.
Kyo rimase ancora per qualche secondo in silenzio, combattendo con la rabbia che stava montando in lui, amplificata dalla paura che per un attimo lo aveva assalito, ma si impose la calma.
“Va bene, ti ringrazio ora vado da lei… Se senti il nonno avvisalo, vi terrò aggiornati.”
 
L’ospedale della cittadina non era molto grande così una volta entrato Kyo venne subito avvicinato da un’infermiera che gli offrì il suo aiuto.
“Buongiorno. Sì, sto cercando Tohru Honda, è la mia fidanzata. Dovrebbe essere arrivata qui questa mattina in seguito ad un incidente in bicicletta!”
“Ah sì certo, mi ricordo, me ne sono occupata io. Aveva perso i sensi quindi abbiamo cercato il contatto del parente più prossimo… Ci ha avvisato che non abita qui ma che si sarebbe messo in contatto con te. Prego seguimi!” disse precedendolo su per la rampa di scale che portava al primo piano della struttura.
L'odore di disinfettante e l'innaturale silenzio avevano ricordato a Kyo il perché non sopportasse gli ospedali, rendendendolo ancora più inquieto.
“Ti avranno già detto che non c’è da preoccuparsi, la tac non ha rilevato alcun problema, ha solo preso una botta! Però in questi casi non lasciamo mai andare via il paziente solo… Se dovesse avvertire nausea o giramenti di testa nelle prossime 48 ore è meglio che torniate per altri controlli altrimenti sarà sufficiente un po’ di riposo.”
Arrivati alla camera, l’infermiera entrò per prima seguita a ruota dal ragazzo.
Tohru era seduta sul lettino già vestita e con la borsa in mano, pronta ad andarsene. A parte un grosso livido sulla fronte e alcuni graffi sulle braccia sembrava stare bene. Non appena vide Kyo il suo volto si illuminò: “Kyo mi dispiace averti fatto preoccupare… Ho detto che potevo anche tornare a casa sola ma…” le sue parole vennero interrotte dall’infermiera che sorridendo le ribadì che era meglio di no, poi disse che ora potevano andare e dopo averle raccomandato riposo si congedò.
 
Il viaggio di ritorno in taxi fu piuttosto silenzioso. Tohru si accorse ben presto di come l’umore di Kyo fosse piuttosto nero ma quando provò a parlargli il ragazzo la rassicurò dicendole che stava bene e ribadendole di riposarsi e non preoccuparsi per lui.
Arrivati a casa la mandò subito a letto nonostante le sue proteste: voleva ad ogni costo sistemare la spesa e dimostrare a Kyo che non era successo nulla di grave.
“Non ti preoccupare di questo. Ci penso io. Tu vai a riposarti, verrò da te non appena avrò fatto” disse secco Kyo, la sua voce era piuttosto calma e cercò anche di sorriderle ma Tohru, che lo conosceva meglio di chiunque, intuiva come dietro quel sorriso e il volto disteso si stesse colpevolizzando per l’accaduto e per non essere stato lì per lei subito.
Decise comunque di non insistere e di fare come le aveva suggerito; avrebbero parlato non appena l’avesse raggiunta in camera.
“Va bene Kyo-kun. Ti aspetto in camera allora…” e così dicendo sparì oltre il corridoio.
 
Quando rimase solo il sorriso tirato sul volto di Kyo scomparse rapidamente, lasciando posto ad un cipiglio preoccupato.
Il pensiero che non era stato lì per lei, che non era stato avvisato per primo dell’accaduto lo tormentava.
“So benissimo che in ospedale non potevano sapere di me…” si ritrovò a pensare “se Tohru era priva di sensi non ha potuto informarli… In fondo sulla carta io e lei non siamo nulla… Il suo parente più prossimo è il nonno!”
Il pensiero del nonno gli fece ricordare che era meglio telefonare per avvisarlo che erano a casa, ed era meglio avvisare anche il Maestro.
 
Dopo aver fatto le telefonate e riposto la spesa si diresse infine, con una tazza di the alla menta fumante, verso la camera in cui riposava Tohru. Entrato la trovò addormentata, il viso disteso e tranquillo; appoggiò la tazza sul comodino e si sedette sul bordo del letto accanto a lei.
Mentre la osservava i pensieri ripresero a turbinare prepotenti nella sua testa.
“Voglio essere io quello che chiamano per primo se succede qualcosa. Voglio essere io la persona più vicina a lei e voglio esserlo per tutto il mondo… Voglio legare Tohru a me per sempre! Io… dannazione, io voglio sposarla!” 
Nel momento esatto in cui quest’idea gli balenò nella testa la trovò così sciocca ed infantile che si vergognò anche solo di averci pensato. Eppure ora che lo aveva fatto non riusciva più a smettere di pensare che questa sarebbe stata la soluzione migliore e soprattutto era la cosa che più poteva desiderare dalla sua vita; nulla lo avrebbe reso più completo e felice.
Era così immerso nei suoi pensieri che non si accorse che Tohru si era svegliata fino a quando non sentì la sua mano posarsi lievemente sul suo braccio.
Trasalì mentre il viso assumeva il colere dei suoi capelli, quasi come fosse stato colto sul fatto mentre faceva qualcosa di terribilmente imbarazzante.

Un dolce aroma di menta arrivò alle narici di Tohru svegliandola dal suo sonno leggero. 
La prima cosa che vide quando aprì gli occhi fu Kyo, seduto accanto a lei, immerso nei suoi pensieri.
Quella dormita le aveva fatto bene ed ora si sentiva decisamente meglio: la testa non le faceva più male e sentiva di essersi ripresa anche dallo spavento.
Ora poteva affrontare la conversazione con il ragazzo senza rischiare di dire qualche sciocchezza o essere fraintesa; sapeva fin troppo bene che quando Kyo si trovava in quello stato le parole erano sempre da pesare attentamente.
Immaginò che avesse passato tutto il tempo che lei aveva trascorso a dormire a preoccuparsi, a rimuginare sull’accaduto e probabilmente a colpevolizzarsi per chissà quale ragione.
Delicatamente posò la mano sul bracco del giovane.
“Buongiorno Kyo-kun" disse, regalandogli un sorriso colmo di amore, "mi sento decisamente bene ora che ho riposato un po’! Non ti preoccupare, è stato solo un piccolo incidente. Sono così distratta, mi dispiace averti fatto preoccupare…” disse abbassando lo sguardo, ora visibilmente dispiaciuta e preoccupata, gli occhi leggermente lucidi.
Quella vista colmò il cuore di Kyo di tenerezza; istintivamente si mise in ginocchio ai piedi del letto, prese le mani di Tohru tra le sue e stingendole forte se le portò alle labbra per posarci un lieve bacio.
“Tohru non piangere. Non sono arrabbiato e lo so che non potevo fare nulla per aiutarti! Ho imparato che sono cose che possono accadere. Ora sono solo felice non sia successo nulla di grave. Solo che…” rimase un istante ancora incerto, a cercare il coraggio e a chiedersi ancora se non fosse una cosa troppo folle e stupida da dire, ma ormai non poteva più farne a meno.
“Tohru tu lo sai, per me sei la persona più cara che ho, sei la persona più importante, l’unica per me. Io…”
“Lo so Kyo, anche tu sei la persona più importante per me! Ti amo così tanto!” lo interruppe lei.
“Io lo so che noi sappiamo che ci amiamo” proseguì il ragazzo, deciso a non perdere il filo dei suoi pensieri, “ma non sopporto il fatto che per il resto del mondo io e te siamo come estranei. Non hanno chiamato me all’ospedale perché io non sono la tua famiglia… Io non sono la tua famiglia per questo mondo, noi non siamo niente per il mondo” di fronte allo sguardo dubbioso della ragazza proseguì prima che il coraggio gli venisse meno.
“Ma io voglio esserlo! Voglio essere il tuo punto di riferimento, la persona più vicina a te e vorrei che fossimo… vorrei che fossimo una famiglia quanto prima possibile” concluse il ragazzo.
Tohru rimase in silenzio per alcuni minuti, incapace di distogliere gli occhi da quelli di Kyo, le farfalle si librarono mentre una morsa famigliare e piacevole la opprimeva.
Il ragazzo aveva la stessa espressione di quando, dopo averla rincorsa, le aveva finalmente detto che era innamorato di lei, era uno sguardo che non lasciava spazio a fraintendimenti: le stava ancora una volta aprendo il suo cuore.
“K-kyo-kun… Tu vuoi… Mi stai dicendo che vuoi che ci sp-sposiamo?” chiese titubante, il cuore che le batteva all’impazzata, le guance tinte di rosso.
Il ragazzo abbassò gli occhi e rimase alcuni istanti (che a Tohru parvero infiniti) a fissare le loro mani intrecciate, poi li riposò su di lei: aveva lo sguardo risoluto ma il rossore evidente sul viso tradiva l’emozione che provava in quel momento.
“Sposami Tohru!”
Le guance rigate dalle lacrime della ragazza contrastavano con l’immenso sorriso dipinto sulle sue labbra.
“Sì Kyo” rispose la sua piccola pallina di riso.
 
Il ragazzo si sollevò da terra avvicinando il viso a quello di Tohru che ora poteva sentire il calore del suo fiato ad un soffio dalle sue labbra.
"Ripetilo Tohru, dimmi che mi vuoi sposare" disse.
"Ti voglio sposare Kyo" rispose la ragazza.
Le labbra di Kyo si incresparono in un sorriso euforico mentre con trasporto raggiungevano quelle di Tohru. 
Senza interrompere il bacio la prese tra le braccia avvicinandola a se. Quel pomeriggio fecero l’amore come fosse la prima volta e per tutto il tempo nessuno dei due smise di sorridere.
  
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