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Autore: Evola Who    17/09/2020    2 recensioni
“Eccoci qua, Naboo” disse Mando, uscendo dall'iperspazio e fissando il maestoso pianeta da dietro il suo elmo che componeva l’armatura Mandaloriana.
“Pianeta ricco, pieno di spazioporto, colonie commerciali e altre cose” elencò, con tono quasi monotono: “Ma, soprattutto, paludi, colline e laghi. Un buon posto per riprendersi un po' dall'ultimo viaggio. Tu che ne dici?”
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Baby Yoda/Il Bambino, Din Djarin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3
Rivelazioni
 
 

Il viaggio continuò.

Mando non faceva altro che guardarsi intorno e spesso si fermava dove gli alberi erano più fitti nel tentativo di individuare la nave.
Ben ogni tanto urlava “Papà!”, sperando di farsi sentire. Ma nessuno rispondeva ai suoi richiami, e così la tristezza del bambino aumentava di momento in momento.

Ma il Mandaloriano cercava di confortalo dicendogli di non scoraggiarsi.

Più tardi, mentre scrutava la zona con il binocolo, Mando fu distratto dalle risate dei bambini. Si girò verso di loro, rimanendo sconvolto.

Ben era seduto a gambe incrociate davanti all'alieno, la mano protesa in avanti. Davanti a lui volteggiavano a mezz'aria due dadi d’oro da Sabbac.

E Mando capì subito che quella non era opera del suo piccolo trovatello, perché era intento a intento a fissare quello spettacolo con stupore.

Era incredulo, pensava che solo l’alieno fosse in grado di usare questi poteri. Ed era per questo che il cliente e il Signore della Guerra lo volevano così tanto…

 
Ma all'improvviso si ricordò le parole dell'Armaiola:
 
“… Canti delle epoche antiche, narravano di battaglie di Mandaro il Grande e di un ordine di stregoni, chiamati Jedi…. Che usavano simili poteri…”
 
Allora, anche Ben possedeva quei tipi di poteri? Forse avrebbe potuto dargli una spiegazione più dettagliata riguardo questi Jedi…

“Hey!” disse Mando, attirando l’attenzione dei bambini.

Ben alzò la testa verso di lui, abbassando la mano e facendo cadere i dadi a terra, con un forte tonfo.

“Come ci sei riuscito?” disse, in un tono quasi brusco.

“A fare cosa?” chiese lui un po' incerto e intimorito dal suo cambio di tono.

“Quello” disse Mando, indicando i dadi: “Come sei riuscito a fare…”

Non finì la frase, che i suddetti dadi iniziarono di nuovo a volteggiare in aria. Ma, questa volta, non fu opera di Ben, bensì del piccolo, che cominciò a muoverli con una estrema facilità, sotto lo guardo rapito dell'umano.

“Questo…” concluse Mando.

Nonostante avesse già visto che cosa fosse possibile fare con quei poteri, in situazioni ben più pericolose, non poteva far altro che lasciarsi catturare dalla confusione, davanti a quella scena.

“Hooow, non ci posso credere….” disse Ben ad occhi spalancati, vedendo i suoi dadi volteggiargli attorno testa: “Allora tu sei uno Jedi!”

Il piccolo si fece distrarre dalla voce entusiasta dell’umano, facendo cadere l’oggetto a terra e fissandolo con i suoi occhioni perplessi.

“Avevo percepito qualcosa di potente in te! Ma non immaginavo che fossi già in grado di usarla! Pensavo che fossi solo sensibile alla Forza!”

Ben era estasiato da quella scoperta, mentre il piccolo fece qualche verso.
Sensibile?” chiese Mando, confuso: “Che vuol dire essere ‘sensibile alla Forza’?”

“Vuol dire che riesce a percepire la Forza intorno a sé. Ma non tutti possono controllarla, alcuni la sentono e basta. Non tutti sono in grado di fare la stessa cosa che abbiamo fatto con i dadi” spiegò Ben. “Come la mia mamma. Lei è sensibile alla Forza, ma non ha il potere di controllarla come noi.”

“E tu… riesci a percepirla?”

“Beh, tutti i Jedi ci riescono. Ci circonda, e ci  permette di sentire le emozioni e i sentimenti delle creature intorno a noi. Come quando la mia mamma è arrabbiata, riesco a sentirla. La sento quando è felice o triste. Come i sentimenti di questa strana creatura.” E guardò il piccolo alieno con un sorriso dolce.

Questa spiegazione non fece che accrescere la confusione di Mando.

L’Armaiola  aveva parlato di antiche battaglie e di stregoni nemici del loro popolo, eventi accaduti tanti anni prima, forse addirittura secoli o millenni. E, le uniche volte che aveva visto usare questi poteri, era in due bambini!

“E questo ‘potere’ è una cosa che tutti possono avere?”

Ben ci pensò, riflettendo su quella domanda: “Non proprio… io ci sono nato perché mamma, mio zio e mio nonno erano sensibili alla Forza. Me non tutti lo sono. Solo i Jedi possono conoscerla e controllarla. È la loro possanza.”

Mando cercò di capire quella spiegazione. Ma non era affatto semplice.

“La Forza è un campo energetico creato da tutte le cose viventi" continuò Ben. "Ci circonda, ci penetra, mantiene unita tutta la Galassia. Almeno, è quello che mi ha detto mio zio Luke.”

“E questo Luke, è uno Jedi?”

“Ma certo!” rispose con entusiasmo: “Lui è il maestro Jedi più forte della Galassia da un sacco di tempo!”

Ben spiegò con entusiasmo la storia del Maestro Jedi Luke Skywalker, di come fosse potente nell’uso della Forza, di come avesse dato un aiuto determinante nella guerra, e cercò di riassumere in poche frasi la sua abilità nell'uso della spada laser e il suo duro addestramento, prima di diventare maestro.

“Quindi, anche tu ti stai allenando per diventare uno Jedi?” chiese Mando.

“No. Zio Luke dice che sono ancora troppo piccolo, per addestrami con lui…” rispose l’umano abbassando gli occhi, il volto lievemente imbronciato.

“Per ora, mi ha insegnato soltanto il controllo mentale e a spostare piccoli oggetti con la Forza. Ma un giorno, quando sarò addestrato da lui, diventerò un degno Jedi, potente nell'uso della Forza, e avrò una spada laser tutta mia!”

Ben non faceva altro che ridere per quei pensieri, immaginandosi chissà cosa.

“E chissà, magari zio Luke vorrà addestrare anche te!” aggiunse, guardando il piccolo alieno. “Così potremo addestrarci insieme, diventeremo abili e forti e proteggeremo l’intera Galassia da ogni male! E poi combatteremo insieme con le nostre spade laser! E chissà, magari la tua sarà verde! Come quella di zio Luke o come il colore della tua pelle!”
Toccò il piccolo naso dell’alieno, ridendo divertito. Tutto sotto alla supervisione del Mandaloriano.

Il trovatello girò la testa verso Mando, alzando gli occhi in alto per fissarlo con una espressione confusa, mentre Ben continuava a ridere.
Probabilmente, si chiedeva che cosa stesse dicendo il piccolo umano.

Mando lo guardò pensosamente, anche lui con la stessa reazione sotto al suo casco. Pensava solo a questo: “È tuo dovere riportarlo ai suoi simili…” aveva detto l’Armaiola.

Perciò, erano questi i suoi “simili”? I Jedi? Doveva lasciarlo a loro? Con questo maestro Skywalker?
Ma, soprattutto, sarebbe stato in grado di farlo?

Non ebbe il tempo di trovare una risposta alle sue domande, che sentì una voce in lontananza: “Ben!”
Tutti rimasero in silenzio, guardandosi intorno e sperando di sentire di nuovo quella voce.

“Ben! Ben!”

“Papà!”

Ben si alzò, scese dal carro con un salto e cominciò a correre in tutta fretta, urlando: “Papà!”

“Ehi! Aspetta ragazzino!”

Mando scese anche lui dal carro, portando in braccio il piccolo, per poi appoggiarlo a terra, pronti per seguirlo. Ma non prima di prendere un’ultima cosa…

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Note:
Ecco un'altro episodio delle
avventure di Mando e Ben! :D
Scherzi a parte, sperto che questo capitolo
vi sia piacuto.
Perchè l'idea che Mando fosse vicino,
a Luke e al vecchio Yoda, ma allo stesso
tempo, così lontando....
Che deve sapere qualcosa di più della
Forza, da un bambino di quattro anni.
Han, dovrà confrontasi con qualcuno
non molto piacevole da ricodare...
Spero che questo capitolo vi
sia piacuto e ci vediamo venerdì.
al prossimo capitolo!
Evola


 
   
 
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