Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: armen66    18/09/2020    0 recensioni
Questa storia partecipa alla challenge Anime Gemelle/ Soulmates del Giardino di Efp. Prompt 3, uno nasce l'altro muore (non proprio letteralmente)
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Eddard Stark, Nymeria, Sansa Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Per confermare la pace, per sospendere le ostilità, per dare stabilità al governo del Nord, Arya chiese la mano di Jaquen.
Il motivo – gli spiegò Arya poi - era anche per non dover sposare qualcun altro al fine di cementare alleanze politiche o dinastiche.
Jaquen era in grado di guardare dentro di lei e comprendere la sua forza. Non un nobile, un principe o un re. Solo un nome era nella mente di Arya, da tanto tempo, da quando era arrivata alla Casa seguendo la strada che la moneta aveva aperto.
Non fu una proposta propriamente romantica, almeno a giudizio di Sansa.
Arya aspettò che Jaquen arrivasse nella sala del comando come ogni mattina, indicò una panca e poi sedette accanto a lui; se Jaquen era curioso, non lo lasciava trasparire. Arya non si preoccupò, era abituata all’impassibilità del suo volto.
“Il nostro maestro ti ha assegnato a me, vero?”
“Proprio così.”
“Per quanto tempo?”
“Non lo so, questa missione non ha un termine certo.”
“Ti sei accorto che non parli più sempre in terza persona?”
“Ora sono diventato Jaquen H’ghar. Anche lo spirito di tuo padre lo conferma.”
“Allora possiamo sposarci.”
Un uomo rimase a bocca aperta, incredulo: di tutte le idee di Arya, questa era la più inaspettata.
“Allora?”
Arya aspettava una risposta, il labbro inferiore intrappolato tra i denti.
“Sposarci…tu e io?”
“Chi altro? Hai lasciato la Casa e hai bisogno di un posto dove vivere e di un ruolo, mentre a me serve un marito. Qualcuno che mi rispetti e di cui mi possa fidare. Non un nobile qualunque che mi costringa a vivere in una prigione dorata.”
Arya si era guadagnata il diritto di scelta del consorte con le sue imprese da guerriera, lo aveva esteso a sua sorella maggiore - libera di sposare Sandor, il suo protettore – e alle altre figlie dei nobili del Nord; una cadetta era diventata più importante del primogenito.
Nessuno poteva imporre un marito a Arya o imporsi come marito, dopo la proposta di matrimonio Jaquen scese nel giardino, per riflettere e sperare che Stark non fosse inorridito dall’idea di sua figlia con un assassino, anche se lei stessa era stata appositamente istruita ad uccidere.
La galleria degli antenati di Arya, ritratti nei quadri appesi nel salone, era impressionante e lui poteva solo portare i ricordi di una casa bruciata e di una famiglia distrutta, non nobile anche se suo padre era stato un fedele soldato.
Gli eredi del titolo sarebbero arrivati dal nipote Jon, da Sansa sorella maggiore – secondo Arya, un cucciolo umano era già in arrivo - dagli altri maschi Stark; Jaquen voleva un futuro con Arya, doveva parlare on il suo maestro per capire di essere sciolto in parte dai voti: impossibile pensare di lasciarla, dopo quanto li aveva uniti.
Seduta a un tavolo di pietra, Sansa gli fece cenno di sedersi accanto;. ai suoi piedi Nymeria e altri due enormi lupi, il loro manto invernale folto e lucente.
Nymeria voleva capire se Jaquen era davvero parte del branco e l’annusò, c’era l’odore della sua padrona sulla pelle e sugli abiti.
Sansa e Jaquen non avevano mai conversato molto, sansa era presa dai suoi doveri di Signora di della casa, dal novello sposo e dal restauro di Winterfell.
“Arya mi ha anticipato l’idea del vostro matrimonio.”
Jaquen abbassò il capo; era logico per Arya informare la sorella, il capo della famiglia.
Sansa osservò con attenzione l’uomo che Arya aveva scelto, una decisione che rispecchiava la vera natura della giovane Stark. Dopo gli anni al servizio del Dio dai molti volti, Arya non poteva optare per un semplice cavaliere e nemmeno per l’ex fabbro ora legittimato alla sua casata.
“Mia sorella dice che ti obbedirà sempre, ma non ti obbedirà mai.”
“Sono sempre stato io a obbedire.”
“Hai una scelta, accettare o rifiutare il matrimonio.”
“Non ho mai scelto, un uomo per anni ha solo servito il suo Dio.”
“Mia sorella deve davvero tenere a te per chiederti in sposo. Ha sempre rifiutato l’idea del matrimonio.” Concluse Sansa prima di alzarsi e allontanarsi seguita dai lupi.
“Proprio così.” Rispose Jaquen, riprendendo il suo percorso nel giardino.
Stark era davanti al cancello che dava sui bastioni, lo teneva chiuso e bloccava il passaggio.
Jaqen capì e annuì. Doveva restare.

 

Ancora Jaquen non credeva che in poche ore, all’apice del sole, nella gelida luce invernale, sarebbe diventato lo sposo di Arya, davanti alla famiglia e ai nobili del Nord riuniti.
Arya sarebbe stata unita a lui per la vita, secondo le leggi e gli Dei. Era la strada che il suo maestro aveva disegnato nel loro ultimo incontro, essere un nome e dare il proprio nome a qualcun altro.
Significava abbandonare una parte della vecchia vita, non la fede nel suo Dio, al servizio ora della sua donna.
Jaquen spostò il mattone del camino che il raggio di luce aveva colpito e nella cavità trovò un rotolo legato con un nastro bianco.
La pergamena era sottile, impalpabile e resistente allo stesso tempo; la srotolò con attenzione, le mani insicure, un nuovo segno da un padre, soddisfatto che i suoi figli avessero trovato pace.
Il disegno si rivelò ai suoi occhi: un uomo con una ciocca bianca in testa, accanto a una figura femminile in abiti da uomo, più bassa, le trecce scure legate al modo del Nord, in mezzo ai due un bambino dagli occhi grigi e dai capelli rossi, ai loro piedi un grande lupo, sopra un aquila.
I dettagli erano precisi e decisi, la donna era Arya, l’uomo era lui e il bambino con i tratti distintivi dell’una e dell’altro, era loro.
Un figlio, un altro erede per Winterfell, per gli Stark, per Arya.
Jaquen guardò meravigliato il disegno, aveva sempre preparato per Arya l’infuso che evitava il concepimento ogni volta che i loro corpi si erano uniti, dopo la cerimonia la scelta – o il destino – diventava di Arya, lui non voleva influenzarla. Un figlio non era facile per una guerriera come lei, c’era un cugino a governare, un fratello a giudicare e la sorella a tenere la corte, lui e Arya erano liberi di scegliere la loro vita. Ma di una famiglia non avevano mai parlato, magari dopo il viaggio verso Ovest che Arya tanto agognava.
Forse il disegno era giusto, un figlio, uno soltanto, nessun altro, Arya gli avrebbe trasmesso i suoi poteri e Jaquen insegnato a combattere per se stesso e per la famiglia.
La porta di aprì ed il Mastino chiamò Jaquen.
“Sei pronto?”
Un uomo che una volta era senza nome e senza volto si alzò e raggiunse sulla soglia Sandor, vestito come lui con abiti eleganti e un po’ a disagio.
“Puoi ancora evitarlo. C’è un cavallo sellato pronto nella stalla.” La voce di Sandor aveva una punta di rimpianto, alla sua Sansa il futuro cognato piaceva e Arya aveva parlato così tanto del suo vero assassino quando lei e Sandor avevano viaggiato insieme. Ma forse Jaquen aveva altri progetti e altri destini, Sandor voleva offrigli una via di fuga.
“Sfuggire a una Stark? Chi è mai riuscito a farlo?” I due uomini si guardarono a lungo negli occhi, arrivando a comprendersi mai come in passato.
“Hai ragione, è impossibile.”
“Andiamo, non posso far aspettare la mia cara ragazza.”

   
 
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