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Autore: crazy lion    21/09/2020    7 recensioni
Il 16 settembre ho perso qualcuno di speciale. Aveva quattro zampe, un miagolio che adoravo, il pelo sempre pulito e soffice come seta e che faceva delle fusa dolcissime. Non scorderò mai il suo nome, che per me resterà sempre uno dei più belli al mondo: Stella. Questa gattina mi ha riempito il cuore e la vita, e qui racconto la sua storia, assieme a quella del fratello e della mia famiglia. Anche se ci ha lasciati troppo presto, sarà sempre viva in me.
Poesia stilata con Emmastory.
Genere: Introspettivo, Poesia, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È nata una Stella

 
Ottobre e autunno, piccole foglie per strada,
portate da un vento che le cullava.
Tempo di cambiamento, di paura, di morte e distruzione,
tempo che ha cambiato della mia famiglia la composizione.
 
Siamo andati insieme in un luogo, ricordo il sole sul mio volto,
un giardino dove la vita iniziava, offrendo un lieto e tenero scorcio.
Tenevo la mano della mamma, mentre lenta mi avvicinavo.
Non li vedevo, ma li sentivo agitarsi in un gran pianto.
 
Ne abbiamo preso uno, ma ha morso papà, poi è scappato.
È ancora un gattino" ho pensato, e poi ci abbiamo riprovato.
Mi è servito un po’ d'aiuto per ritrovarli, ma infine ho toccato il loro pelo,
li ho uditi miagolare, calmarsi e fare le fusa davvero.
 
Non sono solo gatti, ora nuovi membri di un piccolo branco,
come coloro che so e sento di avere sempre accanto.
Ero più giovane allora, andavo all'università ancora,
ci è voluto tempo per abituarmi, ma almeno non ero sola.
Stavo bene, a cuor leggero, con le dita nel loro pelo
mentre, piano, quei gattini crescevano sul serio.
 
Uno Furia, nonostante con me fosse calmo e rilassato
e con gli altri sempre spaventato,
l'altra Stella, me ne ricordava un manto incantato.
Per cinque anni abituati a comportamenti e zelo,
piccole cose che li hanno resi importanti, speciali e meritevoli d'amor sincero.
Appiccicosi, c'è da dirlo, ma non per questo meno dolci e capaci d'affetto,
la loro presenza era reale, aveva per noi un significato stretto.
 
Cinque anni di tempo, d'amore, legame e cura,
finché un giorno, su una parte ha vinto la natura.
"Cielo, no, un incidente, non volevo, ve lo giuro"
la donna già ferma urlava, con Stella sdraiata sull'asfalto duro.
 
Momenti, attimi di puro dolore e agonia,
senza tempo per nervi, screzi o esitazione.
Messa subito al sicuro, un nido di cartone al meglio,
e via in macchina, sperando che non fosse grave, che guarisse presto.
Tremavamo e piangevamo, con gli occhi pieni di terrore
mentre, senza fiato e con un groppo in gola, portavamo via il suo corpo straziato dal dolore.
 
Era viva, respirava piano, ricoperta già di sangue
e io piangevo, gridando: "Voglio con lei un altro istante!"
Il suo corpo era spezzato, ma lo spirito ancora fiero,
per pochi giorni ci è parso che volesse vivere davvero.
Sforzarsi, lottare, sopravvivere alla morte,
anche se il destino si apprestava a chiuderne le porte.
 
Abbiamo fatto di tutto per salvare quella piccola vita,
eppure non è stato abbastanza,
per lei non c’era alcuna speranza.
Se n'è andata e l'abbiamo aiutata,
fatta sopprimere, e in quel momento ho pensato:
L’abbiamo abbandonata!
 
So che la cosa giusta è stata,
ma anche la decisione più dolorosa e difficile.
Ha finito di soffrire,
ma una parte di me non smette di pensarci
e si sente morire.
 
Prima che tutto finisse l’ho accarezzata, baciata, salutata,
le ho detto che sarebbe andata in Paradiso
assieme a tanti altri animali e in mezzo a prati verdi
dove avrebbe potuto correre e giocare.
 
Mentre parlavo, una lacrima è scesa dal mio viso
e si è depositata sul suo morbido pelo.
Il mio cuore pareva sanguinare davvero.
Mi hanno detto: “Non ti sente”,
ma ha mosso un orecchio, voglio credere che lo facesse.
 
Sono passati giorni, sempre più lunghi, gli amici mi aiutano quando cado e piango a fiumi.
Fa male, tanto male, un male che non riesco a quantificare.
Tutto ciò che so è che la casa sembra non respirare.
Vuota, privata di qualcuno da amare.

La rammento abituata alla mia stanza, a stare lì sul pavimento,
fra fusa e miagolii, alla ricerca di un posto in cui stare,
o sdraiata sulla mia scrivania
in quella cesta in cui si lasciava accarezzare,
un letto su cui saltare,
una mano da cui farsi grattare o sfiorare.
 
Più vicina a mia madre, ma a me come a lei,
lasciava che la toccassi rispettando tempi non miei.
Dava ordini da principessa, pretendendo coccole e latte,
anche se spesso non lo beveva, richieste che andavano soddisfatte.
 
Quando poi tornavo a casa, mi aspettava lì all'ingresso
quasi scodinzolando, come un cane in un corpo diverso.
Non soltanto una gatta, c'è chi sa che era un'amica,
una scomparsa come tante, che con lei mi ha portata via.
Quasi non dormo né mangio, sì lo faccio, ma è difficile,
mamma sa, e non si arrabbia, che Dio benedica il suo cuore paziente.
 
La famiglia si è spezzata, ciò che abbiamo sono solo ricordi,
come il modo in cui sulle coperte si sdraiava, o come in tanti armadi col fratello lottava.
Non voleva mai uscirne, a me toccava tirarla fuori di lì,
e nulla aveva importanza, l'amavamo anche così.
La ricordo ancora in casa, con i miagolii diventati urla,
solo perché voleva qualcosa, o il letto dei miei genitori sua culla.
 
In quel terribile giorno ci hanno detto: Starà bene, fatela riposare",
E noi abbiamo accettato, piangendo mentre spariva dal mondo che è qui.
Mi faceva ridere, piangere, alle volte anche arrabbiare,
ma non importava, mi stava bene, per me una figlia, era da amare.
 
Non è molto, troppo poco, il tempo che ora ci separa,
e anche se i ricordi ci sono ancora,
non c'è nulla che non farei per rivederla una volta sola.
Andrò avanti, almeno spero.
Le ferite faranno meno male,
ma ciò non può accadere in poche settimane
o in un solo momento. 
 
C'è chi dice che ora stia meglio, calma e in pace in un posto migliore,
anche se ci ha lasciati, in uno stato ben peggiore.
Ci restano solo pensieri, e una casa che sa di lei,
piccoli pezzi del suo esser felino quieto, mentre aspettiamo di abituarci al resto.
L’avrò sempre nel cuore, come le ho promesso
e, benché mi manchi, la sento vicina anche adesso.
 
Quando ora alziamo gli occhi, per guardare al cielo e alla speranza,
loro vedono, e io sento, che una Stella brilla in lontananza.
   
 
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