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Autore: Patman17    21/09/2020    0 recensioni
Sei anni dopo la sconfitta di Yggdrasill i Digimon tornano nel mondo reale. Ikari è all'ultimo anno di superiori, incompreso e sempre solo finalmente incontrerà degli amici che lo aiuteranno a cambiare.
Genere: Avventura, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fin da quando ho memoria non sono mai stata una persona piena d'amici.
Vivevo in un paesino tra le montagne, lì la maggior parte degli abitanti erano anziani e c'erano veramente pochi i bambini, ci conoscevamo tutti. Non amavo stare in compagnia, preferivo giocare con il mio tamagotchi, l'avevo rinominato “Mochi” come il mio dolce preferito, me ne prendevo cura ogni singolo giorno della mia vita e quando moriva facevo in modo che ne rinascesse un altro uguale identico, Mochi era il mio vero migliore amico.
Una volta compiuti 12 anni io e i miei genitori ci trasferimmo a Tokyo per avere una vita migliore, io come al solito non avevo amici se non Mochi; anche nella grande città uscivo solo per prendere i miei dolcetti e poi tornare a casa per guardare i miei anime preferiti. Fu a scuola che un ragazzo mi approcciò, era della mia stessa classe, provò a far amicizia con me ma l'imbarazzo provato mi impediva di apparire interessante... lui però non badava a certe cose, divenne il mio primo vero amico. Il suo nome lo ricorderò per sempre, fu solo grazie a lui che io divenni molto più interessante agli occhi di tutta la classe, mi feci montagne di amici... ma, l'unico importante per me era solo lui.
L'anno dopo quel ragazzo si trasferì a causa di un brutto malinteso, tutta la scuola lo ripudiava e lo considerava un delinquente... io però l'avevo conosciuto, per me era la persona più dolce del mondo; grazie a me lui iniziò a guardarsi molti anime e a comprare manga, ricordo le nostre giornate nelle fumetterie a scegliere un manga da leggere insieme, lui amava gli shoujo con scene romantiche, diceva che avrebbe voluto una storia d'amore così con la ragazza che gli piaceva, il mio cuore sussultava ogni volta che penso a quel dolce sorriso innocente.
Per anni ho sognato il giorno in cui lo avrei potuto rivedere, ogni capodanno chiedevo al tempio di farmi rincontrare il ragazzo che mi aveva cambiato la vita con un semplice sorriso, avrei voluto salvargli la vita come lui la aveva salvata a me, mi sarei impegnata ad ogni costo per ridargli la sua vita spensierata che purtroppo, il suo aspetto inquietante gli aveva portato via.
Durante i primi anni di superiori i miei pensieri verso di lui si facevano sempre meno presenti, ma non lo stavo dimenticando anzi, rifiutavo ogni tipo di interazione con chiunque perché solo con una persona avrei voluto passare il resto della mia vita, quel ragazzo dal cuore gentile che piangeva sempre nel vedere il bacio in un anime.
All'ultimo anno di superiori però, i miei genitori si separarono e io andai a vivere con mio padre, visto che mia madre decise di tornare nel nostro paese natale. Presi il cognome di mio padre e crescendo divenni molto più femminile di quanto ero alle medie. A causa della separazione dei miei genitori dovetti cambiare scuola e, fu proprio durante quel periodo che incontrai un piccolo ladruncolo dalle fattezze di un bruco, era ferito ed era astioso nei confronti degli esseri umani, mi avvicinai lo stesso al piccolo bruco per donargli il mio ultimo dolcetto, egli lo accettò e finimmo per parlare ore e ore della nostra vita. Lui, con quel suo fare molto supponente mi raccontò la vita nella compagnia degli Wormmon; il mondo digitale e infine... di come venne bandito dal suo gruppo. Wormmon si era stancato della vita da ladruncolo, voleva tornare nel mondo digitale senza creare più guai, affrontò anche il suo boss con esiti negativi, desiderava vivere in pace e non come un delinquente il quale ha come unico scopo nella vita è il rubare solo per il suo tornaconto personale. Decisi di chiamare quel piccolo esserino digitale “Mochi” in memoria del mio piccolo tamagotchi e di portarlo con me, non avrei mai potuto lasciare qualcuno così debole e solo alla mercè dei suoi inseguitori.
Arrivò il mio primo giorno di scuola, entrata nella classe notai un ragazzo estremamente bizzarro, tutti lo evitavano o cercavano di litigare con lui... il suo volto era molto familiare, anche il suo nome... o meglio io conoscevo quel ragazzo, era il mio compagno di classe delle medie... il ragazzo che per anni avevo desiderato incontrare nuovamente.
I giorni passavano e Mochi ormai non riusciva più a sopportare la mia dannatissima goffaggine da innamorata, lui era lì nella mia nuova scuola, nella mia nuova classe... come facevo a non fargli notare il rumorosissimo battito del mio cuore? Mi sarei dovuta dichiarare nei giorni a venire, avrei fatto in modo che finalmente quei bulli la smettessero di chiamarlo “gigante cattivo”, lui era il mio dolce gigante che mi aveva fatto scoprire la bellezza nell'avere degli amici.
Arrivò il giorno in cui decisi di dichiararmi, lui non venne a scuola... probabilmente dopo quell'avvenimento era inutile aspettarlo, così non appena misi piede sullo scalino per entrare nella scuola il piccolo Mochi apparve allarmato, aveva visto i suoi ex compagni e il suo boss poco lontano da qui. Io ero spaventata ma, Mochi era davvero ostinato nel lottare e fermarli, era un pazzo si sarebbe fatto uccidere... ma, ogni mia parola era inutile. Così in quella bella giornata in cui avrei detto a lui di amarlo mi ritrovai a dover lottare con un gruppo di ladri e il loro capo.
Quando arrivammo lì sul campo lui e il suo partner erano già sul posto a fare i due scemi otaku, non era cambiato per niente... ma non era il momento, Stingmon era davvero forte come Mochi mi raccontava; i due vennero battuti tempo zero e l'unico modo per salvarli fu intervenire, io mi nascosi sapevo che Mochi avrebbe trovato il modo per non affrontare in modo diretto Stingmon e di salvare quegli idioti. Fu una lotta abbastanza veloce, Mochi riuscì a svignarsela ed a tornare da me, felice e arrabbiata con quel grosso gigante idiota ci dirigemmo a prendere dei dolci.
“Buongiorno Haru-chan, anche oggi affamata di dolci?” domandò il commesso che, come per consuetudine mi diede un pacco con vari dolci all'interno, erano i soliti che prendevo per me e Mochi, questa volta ne avrei dati anche ad Ikari.

   
 
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