Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: Eato    22/09/2020    0 recensioni
In una immaginaria Atene tra il VI e V secolo l'amore tra un matematico e il suo giovane allievo, la determinazione di una ragazza che sogna di imparare i segreti della scienza contro ogni legge umana e divina, il coraggio di un maestro anticonformista che riunisce attorno a sé un gruppo di giovani pieni d'entusiasmo. Amori, amicizie, scoperte e ardori nell'indagare i segreti del mondo.
Genere: Erotico, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità, Antichità greco/romana
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Non mi dire non mi dire!”
Abbiamo finito di allenarci per la corsa e Teofilo non mi dà pace. “Lo sapevo che succedeva prima a te. Lo sapevo! Sembri un’acqua cheta, e poi invece”
Non riesco a non sorridere mentre finisco di allacciarmi i calzari.
“Dimmi chi è. Subito.”
Continuo a sorridere ma il nome non lo dico. Non ancora.
Sono corso da Teofilo col cuore in gola, oggi, solo per raccontarglielo. Eppure non mi escono le parole, come se volessi conservarle dentro di me. Come se avessi paura che dicendolo non sia più vero, tanto mi pare un sogno. Sono tutto in subbuglio.
Mai avrei sperato. Mai… non ci avevo neppure mai pensato, tanto mi sembrava fuori dalle possibilità. Ai banchetti, quando servivo il vino con Teofilo, li guardavo tutti gli uomini. Ne ero attratto eppure intimorito. Avevo sempre saputo che a qualcuno avrei ceduto prima o poi. Eppure quando uno di loro mi dedicava qualche attenzione, l’idea poi di ritrovarmici solo mi metteva a disagio.
Con lui invece non avevo temuto un solo istante.
“E’ Melagro?”
 
Scuoto la testa
No no.
 
“Anteo, il soldato! L’ho visto che vi guardavate!”
“Non ci arriverai mai!”
 
“Allora chi?”
 
Esito.
 
“Pantoo”
 
“No! Il tuo maestro?”
Faccio segno sì.
“E non mi dici niente? … da quando ti corteggia?”
 
A pensarci non è che ci sia stato un vero corteggiamento. E’ successo diversamente da come lo immaginavo. Da come di solito vanno queste cose.
 
“E tu? Da quant’è che pensavi a lui? Perché non mi hai detto niente?”
Perché no. Non ci pensavo. Non osavo pensarci. Mi ero sempre sentito fortunato a poterlo seguire. Ricordo la gioia che avevo provato quando mi aveva parlato la prima volta. Andavo ancora a scuola e avevo convinto Aristandro a fare filone con me, per andare ad ascoltare questo matematico samio dalla mente geniale, uno che aveva viaggiato in lungo e in largo, aveva appreso le scienze degli egizi, degli astronomi caldei, degli zoroastriani persino, e le aveva fatte sue.
Eppure a sentirlo parlare era semplice, chiaro, prendeva d’incanto.  Aveva un brillio negli occhi profondi, emanava grandezza, ma senza mai farla pesare. E mai l’ha fatto, da che lo conosco, nemmeno una volta. Anche quando la sua mente vede anni più avanti di quanto riesca la tua, ha sempre la pazienza di aspettarti, di porsi al tuo livello, senza condiscendenza, rispettandoti.
Io e Aristando quel giorno eravamo i più giovani e inesperti di tutti. Due ragazzini fuggiti dalla scuola. Non con poca impudenza, che di solito non mi appartiene, andammo a parlargli di una nostra improbabile teoria. Avevo le guance imporporate per la vergogna, ma lo facemmo lo stesso. E lui si fermò a discutere con noi, come fossimo suoi pari. Con un sorriso divertito, apprezzò i nostri ragionamenti pur definendoli in alcuni punti bizzarri, lo disse così con un eufemismo gentile e un po’ ironico.
“Tornate domani!”
Quel “tornate domani” mi diede una gioia che faccio fatica descrivere.
Tornammo ancora e ancora, ogni volta che riuscivamo a marinare la scuola. Inventavamo qualsiasi cosa per fermarci a parlare con lui.
Quando poi radunò intorno a sé un piccolo gruppo di allievi, noi due fummo i primi di cui si ricordò.
Ma dopo solo un anno Aristandro andò via, quando Eato entrò a far parte del nostro gruppo. Disse che era una vergogna costringerci a studiare insieme ad una donna, un’indecenza.
Ma Pantoo sosteneva che nei suoi viaggi aveva conosciuto donne molto sapienti, da cui non aveva avuto che da imparare, quindi non c’era motivo di lasciarle fuori dalla conoscenza. E se quasi su tutto era disposto all’ascolto, su questo punto aveva fatto capire chiaramente che non ci sarebbe stata discussione. Chi non poteva accettare di condividere il lavoro con Eato, era invitato ad andarsene. L’unico a prendere la porta fu Aristandro. Tutti gli altri, decidemmo di restare, tenendoci per noi le nostre perplessità. Che nel lavoro fossi uno dei suoi favoriti lo sapevo. Col tempo mi aveva permesso di entrare in confidenza con lui, avevamo un rapporto di fiducia. Mi affidava i compiti più complicati, tante volte mi sceglieva per accompagnarlo nei lavori che gli affidavano in città o nelle sue ricerche personali. Vedevo i suoi occhi brillare nel notare i miei progressi, nello scoprirmi sempre più autonomo nel cercare, più ardito nelle strade da battere . E io mi sentivo libero di esporgli dubbi e questioni, anche di contraddirlo. Su questo era sempre stato apertissimo. Chiunque di noi sentisse di esporre un pensiero divergente dal suo trovava sempre spazio per esprimerlo. Lui ogni volta ascoltava le nostre argomentazioni con molta pazienza , prendendole sul serio, anche quando erano fragili o arroganti. Sapeva molte cose della mia vita ormai, frequentavo la sua casa, avevamo imparato a conoscerci, con stima e affetto. Con me spesso scherzava o mi prendeva in giro in modo bonario, il nostro legame si era fatto stretto. Io tenevo molto a lui. Ma mai mi aveva fatto pensare ad altro. Mai lo avevo visto dedicare attenzioni galanti a qualcuno fra noi, né a nessun altro ragazzo in città. Ignoravo persino se lo avesse mai amato un ragazzo o se lui, a sua volta, quando era adolescente, fosse stato amato. Sapevo di alcune donne che erano state importanti nella sua vita. Ma di giovani amati non avevo notizia. Alle cene mondane lo si vedeva si rado. E i pettegolezzi su di lui erano pochi. Lo scandalo che riguardava sua moglie o se avesse davvero rapito Eato, così come era stato accusato o ancora, la vera natura dei suoi rapporti con le tre belle ragazze che istruiva alle scienze, come fossero uomini. Roba vecchia, di cui nessuno chiacchierava neanche più. Cose che gli venivano perdonate, stranezze di un uomo geniale. Solo quel pomeriggio a casa sua, quando ero in angoscia per i doni di Melagro, Eurimaco, che gli è amico da quando erano ragazzi, ha cominciato a raccontare di loro adolescenti. E’ stato Pantoo , a spingerlo “Dovresti farti dare consigli da Eurimaco” ha detto “ Era un esperto in materia!” Eurimaco rideva “Sì si, dice tanto di me ma pure lui ne aveva di pretendenti. Però lo sai com’è fatto, non se ne accorgeva nemmeno. Un disastro.” Ho visto un velo di pudore sulle sue guance “E a qualcuno hai ceduto mai?” Gli ho chiesto Ha annuito “Ma è stato più tardi, quando sono tornato a Samo.” Per tutto il pomeriggio abbiamo parlato di amori, Eurimaco soprattutto. E io ho immaginato per un istante, se invece che da Melagro, avessi avuto la fortuna di essere corteggiato da lui, Pantoo, che fortuna inimmaginabile mi è parsa. Eppure no. Perché proprio io? Fra noi allievi ce n’erano di belli e lievi come giovani dei. Pasio, volto dolce come Ganimende, Demostene occhi di mare, Lisandro dai riccioli come giacinti. Non si era invaghito di loro, avrebbe mai potuto avere attenzioni per me?
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: Eato