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Autore: MackenziePhoenix94    23/09/2020    0 recensioni
Seguito di: "The Dark Side Of The Moon"
“Vuoi aggrapparti a me?”
“Cosa?”
“Aggrappati a me” ripeté lui, questa volta sottoforma di ordine malcelato; Ginger aveva sempre odiato quel tono di comando che il giovane uomo usava spesso quando parlava, ma a Jen provocò l’effetto opposto e la spinse ad obbedire, benché sentisse improvvisamente le guance calde, in netto contrasto con l’acqua fredda che ancora non era stata scaldata dai raggi del sole: gli passò le braccia attorno al collo e si avvicinò un po’ di più, ma senza stringersi contro il suo corpo, altrimenti il rossore sarebbe diventato impossibile da nascondere “meglio? Adesso ti senti più sicura?”.
La giovane alzò lo sguardo e si rese conto che il viso di Roger era terribilmente vicino, come mai prima d’ora; si rese conto che i suoi occhi azzurri erano molto più chiari di quello che aveva sempre creduto, e si rese anche conto che sul naso e sugli zigomi aveva delle piccolissime lentiggini di cui aveva ignorato l’esistenza fino a quel momento.
Deglutì a vuoto nel vano tentativo di inumidire la gola che, tutto d’un tratto, si era fatta secca ed arida, e ciò non aveva
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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1978, luglio.

    
     

 
Nick tirò scherzosamente una ciocca di capelli castani alla bambina seduta sul grembo della madre, e lei si voltò di scatto a fissarlo con gli occhi azzurri spalancati e con un’espressione tutt’altro che allegra o divertita; il batterista, che non si aspettava una reazione simile, sussultò, strappando una risata a Jennifer.

“Ohh, mio dio, non ci posso credere! Così piccola e già così identica a suo padre! Guarda, la vedi anche tu? Questa è la stessa, identica, espressione che Roger fa sempre quando dico o faccio qualcosa che lo irrita. Le ho tirato per scherzo una ciocca di capelli, ed ora mi sta fulminando con lo sguardo” Nick fissò di nuovo gli occhi chiari della bambina, prese un giocattolo con i sonagli e provò a riconquistare la sua simpatia agitandolo; e lei, anziché perdonarlo, tornò a concentrarsi sul peluche che stringeva tra le manine “ecco, ora mi detesta profondamente!”

“No, Nick , non penso proprio che ti odi… Semplicemente, credo che ad India piacciano poco gli scherzi” rispose Jennifer, continuando a ridere.

India.

Era quello il nome che Roger aveva scelto per la loro bambina e che aveva lasciato tutti alquanto perplessi per la sua particolarità; quando Jen gli aveva chiesto spiegazioni a riguardo, il bassista aveva risposto dicendo che era incappato in quel nome per puro caso, mentre cercava delle possibili opzioni.

Se ne era innamorato subito e quando aveva scoperto che il suo significato era legato all’acqua, aveva capito di aver trovato il nome perfetto per la sua bambina.

India Rosemary Waters.

Nick aveva provato a persuadere l’amico a cambiare idea quando gli aveva fatto notare che la traduzione letterale del nome e del cognome della piccola era: ‘Acque dell’India’, ma ci aveva rinunciato dopo aver incrociato gli occhi spalancati del bassista; si era affrettato a ritirare le sue stesse parole, dicendo che, dopo averci pensato meglio, India era davvero un nome bello e particolare, che non si sentiva spesso in giro.

“Esattamente come a suo padre. A Roger piace fare scherzi, anche molto pesanti, ma non gli piace affatto riceverli. Cavolo…” Mason si chinò di lato per osservare la piccola che aveva compiuto da poco sette mesi e lei, finalmente, ricambiò lo sguardo; il giovane uomo rimase impressionato dai suoi occhi chiari “Jennifer, tua figlia è identica a Rog, te ne rendi conto?”

“Ne sono lieta, così nessuno potrà mai mettere in dubbio l’identità del padre. Ciò che mi preoccupa, sono i futuri litigi a cui andrò sicuramente incontro” Jen sollevò la bambina e lei iniziò subito a scalciare in segno di protesta perché voleva essere messa giù; India aveva appena sette mesi, ma aveva già dato prova concreta di possedere un carattere tanto forte quanto particolare.

La ragazza si era già arresa da tempo all’idea che avrebbe avuto a che fare con una copia in miniatura, ed al femminile, del cupo bassista che aveva sposato otto mesi prima.

Ai piedi del divanetto, Harry stava giocando con delle macchinine da corsa che Nick gli aveva regalato per il suo primo compleanno; per il suo battesimo, Roger e Jennifer avevano voluto Mason e la sua dolce metà come padrino e madrina del piccolo.

E Nick aveva preso molto seriamente il ruolo che il suo più caro amico aveva voluto affidargli, soprattutto quando si trattava di giocare con le macchinette da corsa insieme ad Harry.

“Ti consiglio fin da ora di fare una buona scorta di tappi per le orecchie, perché se India ha ereditato anche le urla da suo padre… A proposito, il tuo dolce maritino dov’è? Prima ci convoca a Britannia Row e poi non si presenta? Credevo volesse farci vedere qualcosa d’importante… Mi era parso di aver capito questo dalla sua telefonata”

“Dovrebbe essere qui a momenti, ormai… Doveva prendere delle cose a casa e poi sarebbe venuto subito qui, almeno a me ha detto così”

Cose? che genere di cose?”

“Non me lo ha detto, ma credo che abbia a che fare con qualche nuovo progetto per voi quattro, visto che quando non è con i bambini, passa il suo tempo chiuso nel seminterrato”

“Allora, sarà meglio che ne approfitti per fumare una sigaretta finché siamo ancora in tempo” intervenne Richard, alzandosi da una poltroncina e andando a prendere la giacca; frugò all’interno delle tasche, alla ricerca di un pacchetto di sigarette e di uno di fiammiferi, e lanciò un’occhiata a David “ti unisci a me, Dave? Non ho voglia di fumare da solo”.

Gilmour annuì, prese a sua volta la giacca e seguì Wright fuori da Britannia Row; i due giovani uomini si fermarono appena all’esterno dell’imponente edificio bianco e grigio, sul marciapiede.

Richard provò più volte ad accendere un fiammifero, ma non ci riuscì a causa delle mani sudate che continuavano a tremare; David si accorse che era in difficoltà e gli allungò il suo fiammifero, che era riuscito ad accendere al primo tentativo.

Il tastierista lo ringraziò con un sorriso, avvicinando la fiamma arancione all’estremità della sigaretta; dopo averla accesa, inspirò una profonda boccata di fumo e la buttò fuori dalle labbra socchiuse.

“Che cosa succede? Di che cosa devi parlarmi?” David andò subito al dunque, esortando l’amico a confessare il motivo per cui l’aveva attirato all’esterno degli Studi, lontano da Jennifer e Nick, dopo aver appreso che Roger stava per arrivare: aveva capito che voleva parlargli di qualcosa, perché cinque anni prima aveva usato la medesima scusa per confessargli la relazione extraconiugale che aveva alle spalle di Ginger.

Rick rimase in silenzio, ma dallo sguardo che lesse nelle sue iridi verdi, David capì che la sua intuizione era esatta: c’era qualcosa che Richard voleva dirgli, ma non sapeva come farlo.

“C’è qualche problema tra te e Julie? Hai per caso incontrato un’altra persona e non sai come dirglielo?” domandò, pensando che stesse attraversando la sua stessa situazione spinosa di cinque anni prima, ma il tastierista scosse la testa in silenzio, continuando a fumare la sigaretta; David ci pensò meglio e si voltò in direzione della porta d’ingresso dell’edificio a tre piani “si tratta di qualcosa che ha a che fare con Roger? Mi hai chiesto di uscire a fumare perché non vuoi che Jennifer o Nick sentano questo discorso?”

“Ricordi quel discorso che abbiamo affrontato in Germania?”

Quell’ assurdo discorso che avevi fatto riguardo alla possibilità di abbandonare il gruppo una volta concluso il tour?” chiese Gilmour, capendo all’istante a cosa Wright si stesse riferendo “non dirmi che ci stai ancora pensando a causa di quello che è successo a Montréal”

“Se ricordi ancora quel discorso, allora ricorderai anche che ti avevo accennato a qualcosa che stavo prendendo in considerazione di fare”

“Sì, ricordo che mi avevi accennato a qualcosa del genere, ma non hai fatto in tempo a spiegarmi di che cosa si trattava perché poi Nick ci ha interrotti e… Ed è successo tutto quel casino tra Roger e Jennifer”

“Ecco… L’ho fatto”

“Hai fatto cosa?”

“Ho registrato il mio primo album da solista. Uscirà a settembre” confessò Rick, aspirando un’altra boccata di fumo dalla sigaretta che ormai si era trasformata in un mozzicone “mi si è presentata questa occasione ed ho deciso di coglierla al volo. S’intitolerà Wet Dream

“Quindi stai dicedo che ci abbandonerai?”

“No… Però volevo esplorare altre strade… Ed ora non ho la più pallida idea di come dirglielo a Roger. Più che altro, non so quale potrebbe essere la sua reazione”

“Tu non devi dare alcuna spiegazione a lui. Otto anni fa ha registrato anche lui un album solista” replicò il chitarrista; otto anni prima, Waters aveva realizzato un album che costituiva la colonna sonora del film ‘The Body’.

Nei due successivi, il gruppo aveva pubblicato altri due album che fungevano da colonne sonore ad altrettanti film: ‘More’ e ‘Obscured By Clouds’.

C’era stato un terzo progetto simile che li aveva portati a trascorrere un paio di settimane a Roma, ma alla fine non era mai andato in porto: il regista italiano che li aveva contattati non era stato affatto contento del materiale che i quattro ragazzi gli avevano presentato, li aveva liquidati senza tanti complimenti e rimpiazzati in fretta.

“Sì, ma in quella occasione abbiamo collaborato anche noi per qualche pezzo. Mi duole dirlo, ma Roger non ci ha esclusi completamente e non lo ha registrato senza dirci nulla. Temo che non possa prenderla affatto bene e non so proprio come dirglielo”

“Dire cosa? A chi?” domandò Roger.

David e Rick erano così concentrati nella discussione che stavano affrontando da non accorgersi del bassista che era apparso dal parcheggio e tantomeno della voluminosa scatola di cartone che reggeva tra le mani; era così grande che per riuscire a vedere i due compagni di band era costretto a tenere il viso piegato di lato.

Dalla sua espressione, sia Gilmour che Wright capirono che fortunatamente non aveva sentito nulla riguardo la faccenda dell’album solista.

“Dirti che sei in ritardo… E non è un comportamento da te”

“Sarei arrivato prima, Richard, se non dovessi fare sempre tutto da solo, e visto che sono già in ritardo, finite in fretta quelle maledette sigarette e venite subito dentro… Abbiamo molto di cui parlare” Roger entrò nell’edificio insieme alla voluminosa scatola di cartone e lasciò David e Rick nuovamente da soli, con le loro sigarette da terminare; Gilmour guardò Wright, e quest’ultimo scosse la testa.

“Non credo proprio che oggi sia il caso di accenargli qualcosa”

“No, d’accordo, ma faresti meglio a metterlo al corrente il prima possibile. Se dovesse prenderla male ora, figurati come reagirebbe nel vedere pubblicato il tuo album senza sapere nulla a riguardo”.

Il tastierista annuì in silenzio, prendendo la saggia decisione di rimandare quel compito arduo al primo giorno in cui avrebbe visto Roger particolarmente di buon umore: forse, se avesse trovato il momento giusto e gli avesse comunicato la notizia con le giuste parole, la sua reazione non sarebbe stata così esagerata e devastante come temeva.

O forse sarebbe esploso comunque.

Quando i due giovani uomini rientrarono, dopo aver spento i mozziconi, Roger aprì la scatola davanti a loro, a Nick, a Jennifer ed a Steve O’Rourke  e presentò loro tutto il materiale che aveva accumulato nell’ultimo anno e che costituiva non una, ma bensì due possibili bozze per due possibili album; aveva dato perfino dei titoli provvisori alle demo.

La prima, quella basata sul concetto del muro invisibile che lo tormentava da tempo, si chiamava ‘Bricks In The Wall’.

La seconda, basata su uno strano sogno che aveva fatto un paio di mesi prima, si chiamava ‘The Pros And Cons Of Hitch Hiking’.

Waters spiegò i retroscena di entrambe le bozze e poi rimase in silenzio, in attesa che i suoi compagni di band ed il loro manager esprimessero la propria opinione a riguardo; i suoi occhi azzurri indugiarono su Jennifer, perché voleva sentire anche il suo parere a riguardo.

Harry, nel frattempo, dopo aver gattonato sul pavimento, si attaccò alle gambe lunghe e magre del padre ed iniziò a tirare la stoffa dei jeans per attirare la sua attenzione e per essere preso in braccio come India; il bassista lo accontentò e si ritrovò a fare i conti con ben due bambini che avevano scambiato i suoi capelli ed il suo viso per dei nuovi giocattoli molto divertenti.

Attese ancora, finché il lungo silenzio non iniziò ad innervosirlo.

“Allora? I vostri pareri? I vostri commenti? Le mie idee fanno entrambe così schifo che non sapete neppure cosa dire? Perché se pensate che siano da cestinare, sono pronto ad ascoltare le vostre idee per un nuovo album. Immagino di non essere stato l’unico ad avere buttato giù qualcosa nel corso dell’ultimo anno… Sicuramente, visto che siamo un gruppo, anche voi avrete avuto qualche idea riguardo a del nuovo materiale” disse senza provare a nascondere l’irritazione sempre più crescente che avvertiva, mentre Harry si divertiva a tirargli delle ciocche di capelli ed India gli premeva il piccolo e paffuto indice destro sulle guance e sulle labbra.

Nick si passò la mano destra tra i capelli neri ed ondulati; sul suo volto tondo era impressa un’espressione carica di perplessità.

“No, Rog, non fraintendere il mio silenzio… Non è che le tue idee non mi piacciano… Sono solo perplesso dalla bozza che parla del sogno. Sinceramente non l’ho ben capita… Hai detto che parla di un tizio che… Che sogna di tradire la moglie, e poi… Poi si ritrova nel camion di uno sconosciuto che si offre di dargli un passaggio? Che razza di sogno ti ha ispirato questa idea? Jennifer, tuo marito ha mangiato ostriche avariate negli ultimi mesi?”

“No, tu non hai… Ohh, lascia perdere, non ho voglia di spiegare di nuovo tutto a delle persone che non vogliono neppure sforzarsi di capire! Queste sono le due bozze su cui ho lavorato negli ultimi mesi e vi sto chiedendo se almeno una vi convince e se, secondo voi, può essere ampliata e trasformata nel nostro prossimo album… Ma, ripeto, se voi avete in mente altro materiale di qualità migliore, sono aperto a qualunque suggerimento” replicò Waters in un tono che dimostrava l’esatto opposto, di sfida; sapeva benissimo che nessuno di loro, nel corso degli ultimi mesi, si era preoccupato di raccogliere le idee per un nuovo album.

E perché non lo avevano fatto?

Ohh, molto semplice: perché sapevano che c’era lui pronto ad accollarsi tutta quella parte di lavoro.

Che senso aveva spremersi le meningi, quando tale compito poteva essere tranquillamente scaricato sulle sue spalle?

Richard si sentì colpire allo stomaco da un pugno invisibile; non avrebbe dovuto sentirsi così colpevole visto il modo in cui Roger si rivolgeva quasi quotidianamente a loro, eppure non riusciva a scrollarsi di dosso la netta sensazione di avere la coscienza sporca e di avere agito alle spalle del suo gruppo da vero meschino.

David si era dimostrato comprensivo come solo un amico poteva essere, anche se non si era veramente sbilanciato a riguardo, ma lo sarebbe stato anche Nick? Lo sarebbe stato anche Roger?

Wright pensò di farsi avanti per un momento, pensò di confessare che da lì a due mesi sarebbe uscito il suo primo album da solista, ma poi preferì rimanere in silenzio, fingendo di essere ancora assorto a riflettere sulle due demo presentate da Waters.

“Io la trovo interessante la bozza sul sogno” intervenne Steve, guadagnandosi un’occhiata sorpresa da parte di Nick; faticava a credere che il loro manager avesse davvero compreso il significato della bozza sul sogno… In realtà, faticava perfino a credere che chiunque, al di fuori dello stesso Roger, potesse capirne il significato: era un concetto troppo complesso e contorto per i suoi poveri neuroni cerebrali “è una idea così particolare che non può passare di certo inosservata. Bisogna trovare qualcosa che colpisca in modo ancora più diretto di Animals e credo che sia questa l’idea che dovreste prendere in considerazione di sviluppare. È strana, è assurda… Entrerà subito in testa alla gente e non se ne andrà tanto facilmente”

“Forse, in questo caso, è fin troppo strana ed assurda?” disse Nick con una smorfia, facendo attenzione a calibrare le parole, perché lo sguardo di Roger era già mutato: l’aria allegra con cui era entrato nello Studio di registrazione era già un ricordo lontano, ed il sorriso si era trasformato in una espressione seria che non prometteva nulla di buono “non prendertela Rog, non sto dicendo che sia un’idea da cestinare completamente, ma non… Non riesco a farla mia, capito? E non so come potrei mai lavorare su qualcosa che io stesso non riesco ad afferrare pienamente… Però l’idea del muro mi piace! Quella sono riuscito a capirla subito!”

“Sì, concordo con Nick” commentò David, incrociando le braccia all’altezza del petto e guardando i numerosi schizzi realizzati dal bassista “credo che l’idea del muro invisibile sia nettamente superiore e più interessante. E si tratta di un concetto che può essere applicato in moltissime situazioni. A conti fatti, chiunque ha a che fare con una barriera che egli stesso innalza davanti a sé, giusto? Il concetto di fondo che vuoi esprimere è questo, esatto?”

“Più o meno è proprio questo” rispose il bassista, per poi rivolgersi a Jennifer che stava ancora osservando i numerosi ed inquietanti schizzi; non erano solo i disegnì in sé ad inquietarla, ma anche la frequenza con cui Roger aveva continuato a realizzarli “Jen, qual è il tuo parere a riguardo? Pensi che una di queste due idee possa essere interessante? Credi che lo sia di più quella del sogno, come dice Steve, o quella del muro, come dicono Nick e Dave?”.

La ragazza fissò ancora gli schizzi e si strinse nelle spalle magre.

“Mi associo a mia volta a quello che hanno detto Nick e David per quanto riguarda la bozza del muro. Penso che il suo significato possa arrivare in modo più chiaro e diretto al pubblico… Roger, sono entrambe valide come idee, ma trovo che questa sia molto più… Non lo so, in questo momento non mi viene in mente la parola esatta, ma credo che dovreste concentrarvi su questo”

“Rick?” Waters si voltò a guardare Wright “il tuo parere a riguardo? Non hai ancora detto nulla”.

Aveva ragione, non aveva ancora detto nulla perché stava riflettendo: stava riflettendo sul suo primo album da solista che sarebbe uscito a breve e sulla bozza del muro invisibile; trovava che calzasse proprio a pennello per il gruppo, perché da dopo la realizzazione di The Dark Side Of The Moon anche tra loro quattro si stava innalzando un enorme muro invisibile fatto di incomprensioni e mancanza di comunicazione.

Ed erano loro che lo stavano costruendo con le proprie mani, mattone dopo mattone.

L’idea era buona, molto più buona e convincente della bozza del sogno, ma dove li avrebbe portati? Che ripercussioni avrebbe avuto sul gruppo un progetto simile, visto che era lo specchio della situazione interna che loro quattro stavano vivendo?

Richard riusciva a vedere solo due possibili scenari: o quella bozza avrebbe fatto aprire loro gli occhi e li avrebbe aiutati a rendersi conto della brutta strada che stavano imboccando prima che fosse troppo tardi, o li avrebbe divisi per sempre.

Richard si chiese se lui stesso, con il suo album da solista realizzato alle spalle dei Pink Floyd, non avesse contribuito ad aggiungere un mattone al loro personale muro invisibile.

“Rick” Roger lo richiamò di nuovo, irritato, perché stava aspettando una risposta da parte sua “allora? Non ti convince nessuna bozza?”

“Se dobbiamo fare una votazione, allora io mi associo a Jennifer, David e Nick. Sì, la bozza del sogno è particolare, ma temo che possa essere troppo particolare e che il pubblico non riesca a comprenderla fino infondo, e su questo do perfettamente ragione a Nick: non riuscirei mai a lavorare su qualcosa che io per primo non riesco a comprendere appieno” e lui più di tutti sapeva molto bene quanto potesse essere frustrante lavorare su qualcosa che non lo appassionava affatto, dato che aveva appena vissuto quell’esperienza con Animals; poteva rivelarsi un’ esperienza simile ad un incubo ad occhi aperti, ed infatti non ci aveva messo il minimo impegno “invece, com ha detto Dave, trovo che il concetto del muro invisibile sia molto più semplice da comprendere per chiunque. Il pubblico ha bisogno di ascoltare qualcosa in cui riesce a rispecchiarsi senza la minima difficoltà, qualcosa in cui riesce a rivedersi in prima persona… Credo che la bozza sul muro invisibile abbia questi requisiti”.

Ohh, sì, li aveva eccome.

Non era, forse, lo specchio di quello che loro per primi stavano vivendo negli ultimi anni?

L’allontanamento forzato di Syd dal gruppo? Un mattone.

I continui litigi tra David e Roger? Un altro mattone.

Gli atteggiamenti tirannici ed autoritari di Roger? Un altro mattone.

Le difficoltà sempre più consistenti che incontravano quando dovevano lavorare al progetto di un nuovo album? Un altro mattone.

La visita di Syd agli Studi di Abbey Road di due anni prima, e le condizioni in cui si era ridotto? Un altro mattone.

L’incidente di Montréal? Un altro mattone ancora.

Anche la perdita prematura di Ginger si era trasformata in un piccolo mattone che si era depositato in cima al muro invisibile tra loro quattro, e la stessa cosa valeva per il tradimento di Roger nei confronti di Jennifer: Nick cercava comunque di difendere il suo più caro amico dai tempi del politecnico, mentre Rick e David erano schierati dalla parte della povera ragazza.

Ed anche se ora tra loro due era tutto risolto, ed erano marito e moglie, gli attriti erano in parte rimasti.

Roger abbassò lo sguardo sulle due pile ordinate di fogli che costituivano le bozze a cui aveva lavorato nell’arco dell’ultimo anno; guardò entrambe per poi concentrarsi su quella del muro invisibile, la prima su cui aveva iniziato a riflettere in seguito all’increscioso incidente a Montréal che tutti i giornali avevano riportato in prima pagina.

A distanza di quasi un anno dall’episodio dello sputo, ancora se ne parlava ed era per quel motivo che il giovane uomo aveva smesso di comprare qualunque rivista; acquistava sempre una copia del Times e leggeva con interesse le pagine che trattavano della situazione politica ed economica del suo Paese, ma evitava accuratamente di sfogliare quelle che parlavano di gossip e spettacolo.

Anche lui si sentiva più propenso a sviluppare quella bozza e di accantonare momentaneamente quella del sogno.

A parer suo, poteva uscirne fuori qualcosa di valido.

Forse perfino qualcosa in grado di eclissare tutti i loro precedenti lavori.
   
 
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