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Autore: HHall93    23/09/2020    0 recensioni
Fu durante un'estate della sua adolescenza che la vita di Aria cambiò.
Amore e amicizia uniti a segreti e misteri la condurranno verso qualcosa che mai si sarebbe aspettata.
Genere: Commedia, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Non l'avevo mai visto in città ma da quando mi aveva attaccato bottone Chandler sembrava essere ovunque. A volte avevo perfino il sospetto che mi pedinasse. Qualche giorno dopo l'uscita con Marina e le altre me lo ritrovai al supermercato.
Mi ero offerta di comprare alcune cose per Clover dato che era via tutta la giornata con i suoi genitori. Ero al reparto dolci quando mi scappò da ridere leggendo la lista di cose da comprare scritta dalla mia amica: solamente lei al mondo avrebbe potuto scrivere H2O e la formula chimica dei detersivi sulla lista della spesa. Fu proprio mentre buttavo nel carrello due prodotti a caso sperando le andassero bene, che lo vidi.
Non ci eravamo più sentiti da quando avevo rimandato l'uscita.
Sapevo che prima o poi avrei dovuto dirgli qualcosa ma speravo più in un poi che in un prima.
Di solito non sfuggivo mai ai problemi ma lui mi metteva in agitazione. O forse ero io che non volevo ammettere di avere paura a confessargli la verità, ovvero che mi piaceva già un altro e che i suoi tentativi erano inutili.
Mi nascosi dietro lo scaffale dei detersivi e prodotti per la casa, sperando di non essere notata. Era insieme ad un ragazzino che non avevo mai visto, probabilmente suo fratello. Mi allontanai da quello scaffale procedendo al contrario trascinandomi dietro il carrello, determinata a svignarmela, quando sentii la sua voce dietro di me: -Ehi Aria! Come va?-
Sobbalzai sbiancando e voltandomi di scatto, probabilmente facendo l'ennesima figuraccia con lui. Come aveva fatto ad essere così veloce?
-Mi hai spaventato!- gli sorrisi forzatamente. -È la seconda volta che mi compari alle spalle!-
-Se la prossima volta non cerchi di evitarmi magari ci possiamo incontrare normalmente-
Stavo per replicare super imbarazzata ma fui interrotta dal bambino che aveva accanto: -Chi è questa tipa che ti evita?- chiese rivolgendosi a Chandler e guardandomi male, con aria sospetta. Bambino impertinente.
-È un'amica, non rompere le palle e vai a farti un giro- lo spinse scostandoselo di dosso.
Il bambino stranamente ubbidì e si allontanò, rigorosamente tenendomi d'occhio.
-Scusa, mio fratello è un rompipalle- si scusò lui.
-Non vi somigliate per niente-
-Meno male. Allora, cosa fai qua?-
Ehm... magari compro cose, dato che sono in un supermercato?
-Mi hanno commissionato alcune cose da comprare- alzai gli occhi al cielo fingendomi scocciata. In realtà ero contenta di rendermi utile per Clover e la sua famiglia.
-Se hai quasi finito possiamo andare a prendere qualcosa al bar qui fuori-
Ecco che torna alla carica.
Decisi che questo glielo dovevo, anche solo per avermi considerata, a dispetto di tutti gli altri ragazzi.
A parte James, anche lui mi considerava tutto sommato. E si baciava altre.
Basta Aria.
-Si, mi mancano poche cose-
-H2O?- fece lui allungando il collo e sbirciando la lista.
-Ehm... no, non l'ho scritto io ma una mia amica- altra figuraccia. Grazie Clover.
-Tranquilla, non nascondere il tuo lato da secchiona- mi fece l'occhiolino e io mi limitai a sorridere mettendomi i capelli dietro le orecchie, evidenziando solo il mio nervosismo. Ero pessima con i ragazzi. Proprio pessima.
Dopo una silenziosa ed imbarazzante fila alla cassa per pagare ci dirigemmo verso il bar.
Mi guardavo intorno peggio di un investigatore, terrorizzata dall'idea di veder comparire James o chiunque altro che gli avrebbe potuto riferire che ero con un ragazzo, lo stesso della panchina per di più. Come se a lui fosse importato...
-Stai cercando qualcuno?- mi domandò infatti poco dopo.
Quel tizio era troppo sveglio ed impertinente, doveva smetterla.
-No no, guardavo così- eh sì, il supermercato era molto affascinante.
-Stai cercando James?- ecco, lì scoppiai e cominciai a balbettare cose completamente senza senso: -No assolutamente... No, James... pff- ridacchiai.
Volevo sprofondare. Che casino.
Come aveva fatto a capirlo?
Ero davvero così evidente?
Magari era un mago e leggeva nella mente.
Come poteva essere sempre così schietto?
-Ma state insieme?-
-No ehm... è solo un mio amico-
-Vi conoscete da molto?-
-Beh sì da un po' ormai- che cazzata.
Lui annuì e finalmente ci sedemmo a quel maledetto bar.
-Scusa dico solo a mio fratello dove siamo senò comincia a chiamare tutti i parenti- disse prendendo fuori dalla tasca il cellulare.
Approfittai di quel momento per ricompormi.
-Allora, cosa vuoi prendere?- mi chiese mettendo via il cellulare.
-Hai dei consigli?- gli domandai afferrando il menù indecisa.
Mi suggerì dei cupcakes al cioccolato che diceva essere squisiti.
Li ordinai ed in effetti erano davvero buoni.
Dopo poco risbucò suo fratello e si sedette al tavolino con noi due.
Sono certa che Chandler lo avrebbe disintegrato ma per me rese la situazione leggermente meno imbarazzante.
Si chiamava Evan e aveva 10 anni e mezzo, come ci tenne a precisare. Alla fine non era male ma aveva, come suo fratello, uno sguardo troppo da furbetto, come se sapesse di essere sempre un passo avanti a te. D'altronde però doveva essere anche una gran palla al piede dato che, se anche non era a conoscenza degli scopi del fratello, ci sarebbe potuto arrivare che ci stava provando con una ragazza.
Fortunatamente le brevi conversazioni seguenti furono più leggere, sulla scuola, sul college, le vacanze estive che per me quell’anno si limitarono a sole gite in giornata ecc...
Pensavo che non l'avrei mai detto ma, figuracce a parte, fu una mattinata abbastanza piacevole. Era stato gentile e mi aveva anche pagato i numerosi cupcakes di cui mi ero abbuffata. Ci salutammo fuori dal supermercato e tornai a casa a piedi, avendo così tutto il tempo per ripensare al racconto di Marina di qualche giorno prima.
Ne avevo discusso con le altre e mi avevano risposto che dovevo smetterla di farmi questi gran viaggioni su qualsiasi cosa. Gran viaggioni? C'erano anche loro quando due dei ragazzi più fighi della città e dintorni si erano baciati! La verità è che speravo di trovarci qualcosa di interessante in quel racconto, non seppi nemmeno io il perchè.
La sera, mentre ero sotto alla doccia, mi venne in mente che invece di farmi tutte queste domande avrei potuto provare a capire veramente se almeno James sapeva qualcosa. Sì, avrei tentato.

Qualche ora dopo mi trovavo a casa di una mia compagna di allenamento insieme alle altre della nostra squadra. Si poteva dire che avevamo formato un ottimo gruppo col passare degli anni, nonostante avessimo tutte età differenti.
-Mia mamma oggi è andata a ritirare la pagella e finalmente ci hanno consegnato gli annuari! Ci mettono sempre un secolo!- disse Sarah buttandosi a sedere sul divano di casa sua mentre noi altre mangiavamo popcorn e patatine. Era una delle migliori ginnaste della squadra, forse anche per il corpo esile e non troppo alto.
-Posso vedere l'annuario? Magari conosco qualcuno della tua scuola- le chiese Beth.
-Certo- le indicò il grande armadio della sua camera.
-Tutti nove come sempre in pagella Sarah?- le domandai. Io ero brava, ma non come lei.
Era tipo Taïsse, una di quelle ragazze che eccelleva più o meno in tutto ciò che faceva, quelle che fanno venire il nervoso insomma.
Ma lei stranamente era simpatica.
-Ho anche due otto- mi rispose ammiccando.
Le alzai gli occhi al cielo sorridendo.
-Scusa ma non lo trovo e non voglio frugare tra le tue cose- Beth riemerse dall'armadio.
-Tranquilla, è in fondo- Sarah si alzò per prenderlo e io la seguii.
Aprì il cassetto con gli annuari e mentre Beth guardava quello nuovo io e Jane, l'altra ragazza del gruppo, ci divertimmo a sfogliare quelli vecchi, riconoscendo persone che diciamo avevano fatto un gran cambiamento in meglio nel corso degli anni.
-Oddio ma quanto eri carina!- esclamò Jane indicando la piccola Sarah nella foto.
-Taci... riconosco che è orribile- la rimbeccò lei.
Risi e tornai a guardare la foto della classe di Sarah. L'occhio mi cadde su un ragazzino riccioluto che indubbiamente avevo già visto. Controllai l'elenco dei nomi sotto alla foto ed in effetti era proprio lui, tuttavia anche un altro mi rimase impresso: Charlotte Anderson. E così una delle sorelle di Chris era stata veramente in classe con Nathan. Su questo Marina non aveva mentito. Probabilmente si erano veramente conosciuti così.
-Ma eri in classe con Nathan Price?- le chiesi subito, nonostante avessi la foto che lo confermava sotto al naso.
-Frequentavamo solo qualche corso insieme e ho anche avuto una cotta per lui per due anni- mi rispose con occhi sognanti.
-E chi non l'ha avuta- commentò Jane.
Peccato che sia gay
-Fortunata te che adesso ci esci- sospirò Beth.
Avevo aggiornato anche a loro sul fatto che avevo avuto la fortuna di conoscerli.
-Ehi frena, ci sono uscita due volte-
-Beh e come è? È simpatico?-
-Si si certo, solo un po' imbranato- dissi per scherzare, ricordando l'avventura con i risciò, la quale in realtà ancora mi lasciava brividi. Le altre risero.
Non sapevano nulla riguardo ai miei sentimenti per James ma non perchè non mi fidassi di loro, semplicemente era una cosa che non volevo condividere; sembrava che mi montassi la testa a pensare di poter stare con uno come James e questa cosa non mi piaceva. Loro inoltre non penso lo conoscessero nell'anno in cui mi cominciò a piacere, ovvero quando aveva i capelli lunghi, l'apparecchio e faceva battute squallide. Beh, quelle le faceva ancora. Non era per la popolarità insomma.
Cenammo con una bella grigliata e grazie a loro quella sera mi distrassi dai miei pensieri, riguardando nostre vecchie foto di gare ed esibizioni.

-Sai per caso quand'è' è la festa della scuola?- stavo bevendo un ottimo frappè mentre tornavo a casa dopo un allenamento super faticoso. Abitavo parecchio distante dalla palestra e dovevo sempre fare un lungo tragitto a piedi per arrivarci.
-Sì, stanno spargendo volantini ovunque. È questo sabato- mi rispose Noelle dall'altro capo del telefono.
-Cosa!? Non potevano informarci prima? Non so cosa mettermi!-
-Aria te lo dico sempre che bisogna per forza avere un vestito elegante nell'armadio per ogni evenienza-
-Sì va beh... troverò qualcosa, ci sentiamo dopo-
Riattaccai e bevvi un altro lungo sorso di frappè. Come sempre fui attirata magneticamente dal negozietto di gioielli in fondo alla via quando dal negozio accanto vidi uscire Nathan, dirigendosi verso la sua auto.
-Ciao Aria, che ci fai qua?- mi sorprese lui salutandomi allegramente.
Mi aspettavo fosse arrabbiato con me.
Marina e le altre erano davvero state zitte?
-Ciao! Sto tornando a casa da allenamento-
-Vuoi un passaggio?- mi chiese gentilmente.
Mio Dio sì, non avevo proprio voglia di camminare.
-Guarda se non è un problema accetto volentieri- lui mi aprì la portiera.
Se me l'aveva domandato solo per formalità gli era andata male.
-Ma quale problema, sto tornando a casa anche io- forse aveva visto la mia faccia stravolta e aveva compiuto questo gesto di pietà.
Mentre regolavo il sedile realizzai quanto il tragitto sarebbe stato imbarazzante dato che lui sapeva che li avevo visti quella notte in discoteca. Sperai non accennasse a nulla del genere.
-Allenamento di cosa?- mi chiese lui accendendo il motore.
-Ginnastica artistica-
-Wow, e sei brava?- si voltò verso di me.
-Beh... me la cavo- arrossii impercettibilmente.
Mi sorrise e tornò a guardare la strada.
-Mi devi dire dove abiti però-
-Oh si certo, ti indico la strada-
Per tutto il percorso non disse nulla che mi facesse sospettare che sapesse del mio "tradimento". Era vero che non ci conoscevamo bene, ma questo non mi giustificava. Arrivammo di fronte a casa mia, stavo per scendere quando lui mi fermò: -Allora ci vediamo sabato-
Pensai un attimo. Ah sì giusto, la festa.
-Sì, certo. Grazie ancora-
-Ma figurati Aria-
Tirai fuori le chiavi ed entrai in casa, immensamente contenta di essere ancora sua amica e consapevole del fatto che siccome alla festa ci sarebbe stato Nathan Price, ci sarebbe stato anche il suo migliore amico.

   
 
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