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Autore: Nenni47    24/09/2020    1 recensioni
L'ha trovato. Finalmente è lì, di fronte a lui. Ora deve solo riportarlo a casa.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Guardami. Sono qui. Di nuovo. Come se non fosse mai successo niente. Come se guardarti negli occhi non fosse così dannatamente straziante. Come se fossi finalmente riuscito a cancellare il tuo passato. Ho pensato tanto a ciò che ti avrei detto una volta che ti avessi trovato. Mi sono formulato i discorsi nella testa, come un attore che ripassa la propria parte prima dello spettacolo. Ma la mia parte non mi piace. Non mi piace l’inquietudine che mi provoca il solo tentativo di sostenere il tuo sguardo vuoto. Ora mi sei vicino. Eppure, così terribilmente lontano. Vorrei prenderti a schiaffi, afferrarti per le spalle e scuoterti fino a dare un senso al tuo sguardo. Davvero non sai fare di meglio che puntarmi addosso quelle iridi di pece? Ti guardo, ti scruto, come per trovare un passaggio segreto che conduca ai tuoi pensieri, o meglio, al tuo cuore. Quel cuore che hai sempre tenuto imprigionato da qualche parte, in qualche angolo impolverato della tua anima, vittima delle tue assurde ambizioni. Eppure sai, se c’è qualcuno che può dire di conoscerti bene, quello credo proprio di essere io. Ne abbiamo passate così tante insieme che mi sembra quasi di sentire le tue parole, nonostante tu ti ostini ad annegarle in questo tormentoso silenzio. Perché diavolo continui a guardarmi in quel modo? Come se non mi vedessi affatto. E perché cavolo io non riesco a spiaccicare nemmeno una parola? Non riesco, nonostante il mio cuore urli dentro di me, come a voler esternare quei sentimenti che provo ormai da così tanto tempo. Non riesco, non riesco proprio. Posso solo stare zitto, perdermi nelle idee più assurde e rendermi conto di quanto tu sia bello. Così bello da sembrare irreale, un’anima malata, imprigionata in un corpo perfetto. Fa freddo, eppure non mi disturba più di tanto. Fuori c’è la luna piena, lo sai? Poco fa mi sono soffermato alcuni minuti ad osservarla, come a volerla imprimere nella mia mente, forse per ricordarmi di questo giorno. Mi avvicino. Lentamente. Ho paura di vederti fuggire di nuovo, proprio ora che ti ho qui. Ma tu non ti muovi. Continui a fissarmi con uno sguardo così inespressivo da mettere i brividi. Vorrei che mi offendessi. Vorrei che sparassi una delle tue battute su di me, che mi chiamassi con uno dei tuoi stupidi nomignoli. Vorrei che ti scagliassi contro di me, che tentassi di uccidermi. Che avessi una reazione, una qualunque reazione. Continuo ad avanzare e, ad ogni passo, sento il cuore farsi più pesante, aumentare i battiti, accendere amore e paura. Si può provare odio per una persona, al punto di volerla riempire di botte, e al tempo stesso sentire il desiderio di abbracciarla, di stringerla forte per non lasciarla più? Fino a poco tempo fa credevo non fosse possibile, ma ora… Continui a distruggere tutto ciò che credo di sapere, a disilludermi, anche senza parlare. Ora sono vicino, talmente vicino che non puoi scappare. Ti prenderei. Ma tu non sembri intenzionato a muoverti, né a parlare. Continui semplicemente a guardarmi, ma è come se vedessi qualcun altro, qualcos’altro. O forse nulla. Di nuovo mi blocco. Fermo. Immobile. Ad un passo da te. Ho paura. Come se il mio solo respiro fosse sufficiente a farti svanire. E allora ti avrei perso, di nuovo. Come fai a rimanere sempre impassibile? Come diavolo fai? Come fai a mantenere immutato quello sguardo di ghiaccio, mentre dentro di me è il caos più totale? Forse è proprio perché tu non provi niente. Niente. A parte l’odio, certo. Per il resto sei completamente vuoto, totalmente perso. È così? Parlami, dannazione! Tu non puoi capire quello che ho provato. Non immagini nemmeno ciò che ho sentito quando te ne sei andato, quando ogni mia speranza ha perduto il suo valore, quando rabbia e dolore hanno offuscato la mia mente e spento ogni istinto vitale. Quando dentro di me un intero mondo è caduto in pezzi. Non lo capisci. Perché nel tuo cuore c’è posto solo per l’odio. Null’altro. Eppure, sai… Io ho creduto davvero di vedere qualcosa di speciale in te. Una luce, così accogliente, così calda, ma che nessuno, a parte me, sembrava vedere mai. Una luce bellissima per cui credevo davvero valesse la pena lottare, piangere, sanguinare, morire. In qualche modo, ogni tanto, la vedo ancora. E voglio mostrarla al mondo intero perché possa vederti con i miei occhi. Perché possa veder sciogliere, come lo vedo io, questo ghiaccio gelido che sembri avere dentro. Per questo ho giurato che non mi sarei mai arreso. Ho giurato che avrei dato tutto me stesso. In fondo lo so che ci sei tu, lì, da qualche parte… il mio cuore riesce a vederti. Rivedo uno dei tuoi rari sorrisi. Lo rivedo adesso, come ogni singolo giorno, nella mia mente. Naturalmente era in occasione di una presa in giro nei miei confronti…ma questo non ha importanza. Era un sorriso dolce. Caldo. Sincero. Conta solo questo. Io so chi sei veramente e ti voglio con me. Allungo una mano e l’avvicino al tuo viso, come a voler verificare che tu non sia solo un sogno. Ti ritrai un istante, più che altro per la sorpresa. Ma nulla più. Incredibilmente non mi respingi. Non mi attacchi. Continui a fare ciò che hai fatto fino ad adesso: nulla. E io prendo coraggio. Mi spingo un po’ oltre. Fino a sfiorare la tua pelle diafana. Un brivido mi percorre il corpo e indugio un istante, temendo che tu possa accorgertene. Ma tu non dai segno di aver notato o provato nulla. Lentamente ti accarezzo la guancia, mentre il cuore sembra volermi scoppiare nel petto. Sei così bello, così dannatamente perfetto. I lineamenti delicati del volto, i capelli corvini, quelle labbra socchiuse. Non riesco a distogliere il mio sguardo da te. Ripeto la carezza, lenta, leggera, un contatto quasi impercettibile. Poi, improvvisamente, ti animi. Muovi una mano. Tremo. Immagino quello che sta per succedere. Stai per prendere il tuo kunai. Lo afferrerai con decisione, per poi conficcarmelo nel petto senza il minimo indugio. Del resto me la sono cercata. Arrivare fin qui, fino a te, solo, senza un’arma, con soltanto un’immensa voglia di riportarti a casa. Di strapparti al buio che vedo inghiottirti pian piano, alla tenebra che imbeve d’odio i tuoi occhi stanchi. I miei, i miei occhi ora li chiudo. Stringo i pugni, come a prepararmi a qualunque cosa tu abbia intenzione di fare. Aspetto quel colpo che tarda ad arrivare, come in una crudele tortura. E pensare che mi ero illuso avresti fatto presto, per risparmiarmi il dolore, almeno nella morte. Ma io non ero venuto qui per questo. Io sono qui perché manca qualcosa nella mia vita da quando te ne sei andato. Sono qui perché non posso permettere a nessun altro di averti, di sfiorarti anche solo con un dito. L’avevo promesso. E ora, proprio ora che ti ho così vicino, per la prima volta nella mia vita, ho paura di poter fallire. Ho paura di non poterla mantenere questa promessa. Passano i secondi e mi decido ad aprire gli occhi. La tua mano alzata è vicina al mio viso. Vuota. Semichiusa. La sento sfiorarmi delicatamente. La carezza più dolce che abbia mai ricevuto. Ora vorrei poter fermare il tempo, vorrei stringerlo in un pugno e farlo mio, nostro, per sempre. Voglio prendermi il mio lieto fine. Voglio riportarti a casa e che come d’incanto tutto ritorni come prima. Mi accarezzi ancora e una scarica di gioia e disperazione pervade il mio corpo immobile. Sono una marionetta nelle tue mani. Così vulnerabile. Come non sono stato mai. E di nuovo incrocio il tuo sguardo, sguardo che sembra entrarmi dentro, violarmi, frantumarmi lentamente. Sei così bello. Così dannatamente bello. E sei qui. Con me. E poco importa se te ne sei andato, poco importa se mi hai sempre considerato una nullità, poco importa se hai tentato di uccidermi. Il resto non conta niente. Incredibilmente fai un passo verso di me. Siamo vicini, talmente vicini che posso sentire il tuo respiro. E di nuovo istanti, scanditi dai battiti impazziti del mio cuore. Poi succede. Mi abbracci. Delicatamente. Le tue braccia allacciate attorno al mio corpo che in questo momento sento così fragile. E passano lunghi minuti. Così, semplicemente. Mentre cerco di saziare la voglia che ho di te, di estinguerla in questo abbraccio. Cerco di farmelo bastare, perché sento che non ce ne saranno altri. Ho idea che fra poco svanirai davvero ed io non potrò fermarti. Le lacrime cominciano a scendere, disubbidienti e crudeli dai miei occhi. Non riesco, non voglio più fermarle. Non ne ho la forza. Mi limito ad abbassare il capo, nel tentativo di nascondere la mia fragilità. La verità è che sono completamente in balia di te. Totalmente abbandonato a te. E di nuovo la tua mano destra si muove, raggiunge lentamente la mia guancia, in una nuova carezza. Mi sfiori il mento, costringendomi a sollevare il viso, a guardarti ancora negli occhi. Ora riderai di me, lo so. Il solito dobe piagnucoloso. No…tu non mi chiami in quel modo da tempo ormai. Non ridi. Non parli. Ma improvvisamente, inspiegabilmente, posi le tue labbra sulle mie. Un brivido mi corre lungo la schiena e spalanco gli occhi per la sorpresa. Non mi dai quasi il tempo di rendermi conto di cosa sta succedendo, e approfondisci questo contatto meraviglioso. Io non ti ostacolo in alcun modo. Mi baci con dolcezza e trasporto, sigillando quel dolore che ci unisce e ci divide. E io ti seguo. Ti assecondo. Mi muovo insieme a te. Prendo coraggio e lentamente sfioro i tuoi capelli con una mano. Li accarezzo. Li afferro. Li stringo con forza. Quasi come a volerti far male. Forse per vendicare il mio cuore e tutte le ferite che gli hai inferto. Stringo ancora i tuoi capelli, nel tentativo di ancorarti sempre di più a me. Per impedirti di lasciarmi. Ti abbraccio, alimentando quel bacio che non vorrei mai rompere. Ti prendo le guance con le mani, ti accarezzo. Afferro il tuo collo, la nuca, ti stringo e mi avvinghio a te. Come volessi entrati dentro l’anima, averti completamente, essere, esistere solo insieme a te. Passano lunghi minuti, eppure alla mia mente e al mio cuore sembrano soltanto attimi. Non mi basta. Ti voglio con tutto me stesso, e provo a trattenerti mentre sento che ti allontani. Non riesco a capire cosa sia, ma sento che qualcosa cambia. Ti irrigidisci, distogli il viso, e improvvisamente me ne accorgo. È bagnato, rigato di lacrime salate. Stai piangendo? Non riesco a crederlo. Pensavo non ne fossi capace. Ti guardo, ancora incredulo. Sorrido. Adesso ti accarezzo, con tutta la delicatezza e l’amore di cui sono capace. Vorrei dirti tutto ciò che sto provando, vorrei dirti quanto sono felice, che se tornerai a casa con me, curerò tutte le tue ferite. Vorrei solo dirti che andrà tutto bene, che non mi sono mai sentito vicino a te come in questo momento. Vorrei dirti che ce la faremo, perché questo amore che provo farebbe impallidire il sole. Ma non ne ho il tempo. All’improvviso sento un dolore lancinante percorrermi il corpo e qualcosa trafiggermi la schiena, mozzandomi il respiro. Sento le gambe cedermi e istintivamente mi aggrappo a te, al tuo corpo così bramato. Mi sorreggi con una mano e immediatamente tutto diventa chiaro. L’altra mano la tieni dietro la mia schiena. Impugna il tuo kunai. Spalanco gli occhi e il mio respiro si fa incostante, emblema del dolore che provo. Sussurro il tuo nome fra gli spasmi e tu mi mormori piano di non parlare. Mi lascio cadere, senza più forze, ma ci sei tu a tenermi. Mi stringi a te, mi accompagni a terra e mi fai sdraiare lentamente. Agevoli e aiuti il mio contatto con il terreno, sorreggendomi la testa e la schiena. Come volessi assicurarti, ora che mi hai colpito a morte, di non farmi male… Piangi. Piangi forte e delicatamente mi accarezzi la guancia. E io che credevo ti avessero privato dei sentimenti. Perché piangi? Ora sei forte. Forte davvero. Grazie a stanotte potrai avere tutto ciò che hai sempre desiderato. Mi abbracci, mi baci e mi implori di perdonarti. Teme che sei, sai bene che l’ho già fatto. Perdonarti è facile. La cosa più difficile è lasciarti andare. Fuori c’è la luna piena lo sai? È una nottata meravigliosa e io sono finalmente insieme a te. Non voglio perderti. Non ora. Non è giusto. Mi aggrappo di nuovo a te, come mi aggrappassi alla vita. Ma non riesco più. Fa troppo male. Chiudo gli occhi stancamente e il tuo viso è tutto ciò che vedo e che vedrò per sempre. Nel docile abbandono che mi pervade, soltanto una frase mi rimbomba nella mente offuscata da dolore e paura. Un addio. Un sussurro. Una promessa. Sei mio. Per sempre.
  
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