Il clima era torrido, la luce così
forte da costringere a socchiudere gli occhi.
Lucufer oltrepassò l'anello di fuoco ruggente dal quale si
generava la cenere che ricadeva sull'Inferno e il caldo
aumentò ulteriormente, ma l'ambiente mutò drasticamente. Un
silenzio innaturale lo circondò e ogni punto di riferimento
scomparve.
Attorno a lui vi era una distesa candida che sembrava non
avere fine. Non esisteva l'orizzonte, poiché non si
distingueva cosa fosse cielo e cosa terra. L'aria tremolava a
causa del calore così intenso che, quando Lucifer posò i piedi
a terra, poté avvertirlo chiaramente attraverso le suole delle
scarpe italiane.
«Hello!» salutò gioviale, sbottonando un paio di bottoni della
camicia, sbuffando. «Maalik, avanti, lo so che sei qua in
giro...»
Una colonna di fuoco si innalzò verso il cielo, a una
cinquantina di metri di distanza e Lucifer si incamminò in
quella direzione, mentre le fiamme si estinsero. Al loro posto
rimase una sagoma umana, sebbene le ali dalle piume che
variavano dal rosso al dorato, ricordando le fiamme. Il sesso
era maschile, la pelle era nera come le colonne di basalto
dell'Inferno e all'apparenza doveva avere la stessa
consistenza. Sembrava una statua, se si escludevano le ali e
gli occhi, che lanciavano lampi fiammeggianti, iridi d'oro
fuso e sclere rosse.
Lucifer sorrise. «Maalik, che bello rivedere i tuoi sorrisi
smaglianti, però dovresti fare qualcosa per questa tua
nudità...» commentò, ottenendo un grugnito in risposta. «Sei
consapevole che Amenadiel è più gioviale di te, vero?»
aggiunse, di fronte all'espressione impassibile del fratello.
«E almeno lui si veste. Non che mi dispiaccia la nudità e
posso capire che qui sul perimetro dell'Inferno il caldo sia
davvero... caldo. Però, insomma, così fai tanto Bronzi di
Riace, anche se riconosco che sei più dotato» aggiunse con un
sorriso tra il malizioso e il divertito.
Maalik era uno degli angeli che lo aveva appoggiato durante la
ribellione, quindi era stato cacciato dal Paradiso a sua
volta, ma la loro punizione era quella di non potersi
incontrare mai. «Padre ci ha vietato di vederci. Il tuo
compito è governare l'Inferno, il mio quello di sorvegliarlo!»
ringhiò.
Lucifer sorrise, si sistemò il polsino e poi aggrottò la
fronte. «Ma davvero? Papà mi punirà senz'altro, pensi potrebbe
cacciarmi all'Inferno!?» domandò ironico, per poi ridere
divertito. «Inoltre, lasciatelo dire, come guardiano lasci un
po' a desiderare. La lista degli evasi che ti son passati
sotto il naso è imbarazzante, fratello» commentò, posandosi
l'indice della mano destra su quello della mancina. «Malcom
Graham» menzionò, per poi toccare il dito medio, «Mamma» si
toccò l'anulare, «e Abele...»
Maalik lo fissò duramente e si limitò a incrociare sul petto
muscoloso.
«Credo il tuo impegno lasci molto a desiderare, sai?» continuò
Lucifer, tendendo il braccio per dare un paio di pacche sulla
testa del fratello, l'angelo più basso del Creato, non
arrivava nemmeno al metro e settanta.
Il guardiano ringhiò furente, fece un passo indietro, mentre
le ali si curvarono e andarono a toccarsi per un istante alle
sue spalle, prima di avanzare rapidamente, creando una potente
folata di vento infuocato, che respinse Lucifer di diversi
metri indietro.«Ho lasciato passare anche te e l'essenza di
mamma è passata due volte, se proprio vuoi fare il pignolo!»
Il Diavolo fu costretto a proteggersi con le proprie ali, sino
a quando il vento non si placò e a quel punto controllò lo
stato del suo completo, sollevato nel non trovare danni. «Ehi,
fai attenzione. Questa è lana italiana, all'Inferno non ne
fanno di completi come questi!» commentò, alzando e abbassando
le mani per indicare la giacca di Armani, per rendere evidente
di cosa stesse parlando. «Quindi riconosci i tuoi errori, la
mia terapista direbbe che è un buon inizio!»
«Brutto...» ringhiò Maalik.
«Sicuramente non stai parlando di me» ironizzò il Diavolo,
posando il mento sul dorso delle dita stese, con le punte
rivolte verso la gola. «Potrei capirlo se ti stessi mostrando
la mia devil face, ma questa non la si può sicuramente
descrivere come brutta, credimi. Forse sei rimasto isolato un
po' troppo...»
Il fratello chiuse gli occhi e si prese l'attaccatura del naso
tra le dita, facendo una smorfia, sforzandosi di mantenere la
calma. Inspirò a fondo, prima di tornare a guardare Lucifer.
«Sei andato via per molto, molto tempo, fratello» esordì.
«Sulla Terra il tempo è volato» ammise lui.
«Mentre qui è passato l'equivalente di
migliaia e migliaia di vite» rispose severo. «E due delle
anime che hai menzionato sono state prese da angeli...
quella di Mamma è l'unica che m'è sfuggita... e se anche
l'avessi intercettata, come pensi avrei potuto fermare la
Dea della Creazione?» domandò allargando le braccia.
«E comunque mentre eri via, di anime ne sono fuggite diverse
decine» aggiunse cupo, stringendo i pugni lungo i fianchi.
Il sorriso scomparve dalle labbra di Lucifer. «Non dirmi che
son tornate sulla Terra...»
Maalik scosse il capo. «No, io e gli Zabaniyya
siamo riusciti a impedirlo, anche se ci è costato
molto caro...» ammise, chinando lo sguardo.
«Botte da orbi e qualche ala lussata?» chiese
Lucifer beffardo.
Le iridi dorate, cariche di astio, si posarono su di lui,
spegnendo ogni vago divertimento che il Diavolo avvertiva.
«Sono rimasto solo io, fratellone. Gli altri sono
morti...»
Lucifer si fece attento. «Non è possibile! Erano angeli,
erano nostri fratelli, siamo immortali!» protestò
incredulo.
Maalik scosse il capo. «Lame forgiate all'Inferno possono
uccidere anche un angelo...»
«No! Ho gettato la spada di Azrael in un'altra dimensione
e Maze ha portato sulla Terra tutte le lame forgiate qua!»
sbottò l'altro.
Le ali del guardiano si abbassarono sino a sfiorare con le
remigranti il suolo immacolato, come se il peso della
vergogna fossero un fardello troppo gravoso da sopportare.
«Devono averne forgiate altre... Rimane il fatto, Lucifer,
che con l'ultima battaglia sono rimasto solo. Come si
riorganizzeranno, non sarò in grado di fermarli. Non
possono minacciare il Paradiso...»
«Ma possono arrivare sulla Terra» mormorò sconcertato il
maggiore. L'altro si limitò annuire rassegnato. Lucifer lo
guardò e gli mise la mano sulla spalla. «Chi sono queste
anime? Dove sono?»
«Si nascondono all'Inferno» rispose il minore,
sostenendone lo sguardo.
L'altro scosse il capo, ridendo istericamente. «Oh, no,
no, no! All'Inferno ci sono stato, lo sto tenendo sotto
controllo, e ti assicuro che vedo tutto» replicò deciso.
Maalik lo guardò. «Sei stato assente per molto tempo
Lucifer. Alcuni demoni hanno cercato assumere una sorta di
leadership mentre eri via e hanno avuto millenni per
prepararsi al tuo ritorno» disse, per poi avvicinare il
viso a quello di Lucifer, che si era chinato su di lui.
«Dromos ha scatenato una rivolta, è vero, ma forse ti sei
concentrato solo su quello che saltava all'occhio. Ti
giuro, non li ho lasciati passare, devono essere ancora
all'Inferno.»
Le iridi di Lucifer baluginarono di rabbia. «Li troverò e
stroncherò qualsiasi loro intenzione» ringhiò furente.
Stava per andarsene, quando Maalik lo afferrò per un
polso. Lo guardò con fastidio.
«Fa' attenzione, fratello. Non dovrebbero essere in molti,
perché avranno anche ucciso 19 dei nostri fratelli e
sorelle, ma ne abbiamo obliterati tanti... Abbiamo ridotto
molte anime ribelli in briciole. Quelle abbiamo imparato a
frantumarle... ma i demoni sono duri a morire... Ma quello
che mi preoccupa di più, sono le anime dei nostri fratelli
e delle nostre sorelle...»
Lucifer fece una smorfia, poi abbassò lo sguardo, quando
vide la lama che Maalik gli stava porgendo. La lama era
nera, fin troppo familiare, ma era più grande dei pugnali
di Maze. «Bloody Hell, cos'è?»
«Un kukri forgiato all'Inferno. Dovevamo pur difenderci,
così ci siamo armati. Ti ho pestato un paio di demoni per
farne realizzare qualcuno» rispose Maalik.
Lucifer prese l'arma, saggiandone il bilanciamento, poi
alzò lo sguardo sul fratello. «Vieni con me. Chi meglio di
te può conoscere gli Zabaniyya?
Se davvero le loro anime sono all'Inferno, io non ho idea
di come si frantumino!»
L'altro si mostrò stupito, abbandonando l'espressione
corrucciata che aveva di default. Si diceva che Papà non
avesse dato la capacità a Maalik di sorridere. La sopresa
durò poco, il guardiano dei cancelli dell'Inferno tornò
alla sua cupa espressione. «Mi è proibito entrare
nell'Inferno. Il mio posto, la mia punizione, è rimanere
qui.»
Lucifer lo guardò incredulo. «Oh, ma dai! Di venti
guardiani sei rimasto solo tu! Non posso farcela da solo!
Non se devo combattere contro le anime dei nostri
fratelli!»
Maalik fece un passo indietro e fissò il maggiore con
sospetto.
«Che c'è?» domandò il Diavolo perplesso.
«Sei... cambiato» azzardò l'altro.
Lucifer
alzò gli occhi al cielo. «Oh, povero me!» esalò
riportando lo sguardo sul guardiano. «Sono il Diavolo,
sono il cambiamento, ricordi?»
Maalik scosse appena il capo. «Lo ricordo, ma ti ho
osservato per millenni e non sei cambiato... non così
insomma. Quanto tempo hai passato sulla Terra?»
Lucifer si schiarì la voce, combattendo con la malinconia.
«Sette anni...»
Maalik inclinò la testa verso una spalla e incrociò le
braccia al petto. «Dovevi prendertela prima la vacanza.
Sei maturato parecchio... Se durante la ribellione ti
fossi fatto aiutare, forse avremmo vinto noi, invece ti
sei fatto fregare da tuo fratello come un idiota.»
Lucifer arricciò le labbra, sapeva perfettamente a quale
fratello si stava riferendo l'altro. Studiò Maalik per
qualche istante. «Lo prenderò come un complimento, ma
lavoraci perché è impostato in maniera terribile. Allora,
andiamo?» domandò battendo le mani una volta.
Maalik scosse il capo. «Non posso. Il mio posto è qui, mi
spiace.»
Un piccolo guizzo sulla gota del Diavolo ne tradì la
delusione. Sbuffò divertito e sorrise. «Vuol dire che mi
divertirò da solo e vendicherò i nostri fratelli»
assicurò.
«Buona fortuna, fratellone, e ricorda: sei il Re
dell'Inferno.»
Torniamo
a Lucifer che è andato a trovare un fratello. Maalik e gli Zabaniyya
sono angeli guardiani dell'Inferno dell'islamismo. In questa
religione si occupano anche di punire le anime dannate, ma
visto che nella serie non è così, mi sono inventata il loro
esilio di periferia, modello guardiani di una prigione di
massima sicurezza.
Grazie
a tutti i lettori.
Se la storia vi piace, per cortesia, mettetela nei
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interessato, può passare a trovarmi presso il mio gruppo
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Daniela
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