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Autore: harrypotter_vita    25/09/2020    0 recensioni
Solitamente, ci vuole molto poco per distruggere la vita di qualcuno. Basta sposare la persona sbagliata, oppure dimenticarsi di utilizzare le protezioni quando servono e ritrovarsi con una bocca in più da sfamare in piena crisi economica. Ma non è questo il caso. In effetti, nessuno avrebbe mai pensato che una una pozione non completata in grado di ridurre un essere umano alle dimensioni di una Barbie sarebbe bastata per mandare all'aria i piani di due intere famiglie.
E così, uno Scorpius Malfoy alto neanche dieci centimetri e una Rose Weasley visibilmente irritata si ritrovarono a dover convivere per cercare di risolvere quell'enorme casino che si era venuto a creare, cercando di nascondere tutto il fattaccio agli occhi dell'intera Hogwarts.
Si prospettava essere un settimo anno molto interessante, terribile, sì, ma molto interessante.
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Dal testo:
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" Rose cadde pesantemente in ginocchio, la rabbia sparì completamente dal suo volto, lasciando un'espressione vuota e disperata al suo posto. Era incredibile. Non riusciva ancora a metabolizzare che Scorpius Hyperion Malfoy le aveva appena rovinato la vita. "
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Storia pubblicata anche su wattpad con lo stesso titolo
Genere: Comico, Demenziale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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CAPITOLO 3

I LIBRI FANNO MALE








– Come va con il lavoro? – Hugo affiancò Rose in biblioteca appena ebbe finito di pranzare, ossia alle cinque del pomeriggio. Si sedette insieme a lei ad un lungo tavolo di legno scuro perfettamente lucido, messo a dura prova dalla quantità esorbitante di libri che la ragazza teneva in equilibrio di fronte a lei.

Rose era sommersa di cose da fare. Aveva già ripreso a lavorare al suo progetto nonostante fossero a scuola da soltanto due giorni. Erano ormai ore intere che studiava, quel pomeriggio, ma non si era schiodata dalla sua posizione, neanche per andare in bagno. Ciò che voleva costruire era troppo importante per lei, e spaccarsi di studio era la cosa minima che potesse fare per raggiungere il suo obbiettivo. Si immaginava già tutte i meriti che avrebbe conseguito, le avrebbero consegnato senza neanche pensarci il posto di lavoro come Ricercatrice, ne era certa.

– Ho già finito i miei compiti oggi, ma per il resto sono indietro sulla tabella di marcia.

– Eh? – Hugo afferrò la sua tabella organizzativa, posata al fianco dei libri. – Mi sembra normale, se ti programmi di studiare quattro ore al pomeriggio per la scuola e altre quattro alla sera per la pozione. Un essere umano normale non ce la farebbe mai. Ah, a proposito, ti sei dimenticata di segnarti in agenda che devi respirare!

Rose lo guardò malissimo. – Harry Potter alla mia età era già resuscitato due volte dalla morte. Non c’è qualcosa che io non possa fare se ci sono riusciti i nostri genitori.

Il fratello sbuffò, roteando gli occhi all’indietro. Cambio posizione e si sedette di fronte alla rossa, fissandola mentre studiava con tensione. Non sarebbe mai riuscito a capire sua sorella. Era letteralmente ossessionata dall’acquisire meriti, dall’essere la migliore sempre in tutto, il che la rendeva parecchio fastidiosa. Da anni aveva ormai il sospetto che Rose volesse superare sua madre, la generazione precedente, chissà per quale assurdo motivo.

– Hai ancora tutto l’anno davanti, perché sei fissata dal volerla finire ora? – Dopo qualche minuto di interminabile silenzio, Hugo prese parola. Non sopportava quel posto: la biblioteca, pieno di libri impolverati e ragazzi secchioni.

Rose lo guardò sbuffando, come se fosse un bambino delle elementari a cui bisognasse spiegare le addizioni per la millesima volta. – Questa boccetta –. Prese dalla borsa un piccolo barattolino di vetro contenente del liquido trasparente, alzandola di fronte a sé. – È una versione ancora troppo primitiva –. Gliela fece roteare sotto gli occhi, comportandosi da saputella. – Per non parlare poi della consistenza e del colore: sembra acqua! E la pozione in sé non funziona neanche, è instabile, inverte la trasformazione e il suo effetto è troppo poco duraturo!

– E quindi? -

– E quindi, Hugo... – Si irritò. – La devo testare e rifare finché non troverò la versione perfetta da brevettare! E quanto potrei impiegarci? Anche vent’anni! No, voglio finirla quest’anno, quindi stasera faccio un altro esperimento, devo allungare la durata e renderla più stabile, anche se sono sicura che non sarà affatto la versione più completa, perché ci sarà sempre un errore da qualche parte!

– È da qui che provengono gli urli di un basilisco in calore? – Albus fece il suo teatrale ingresso in biblioteca e qualche primina per poco non svenne. Il loro cugino, oltre alla fama, aveva un grandissimo fascino. Occhi verdi come smeraldi, il suo aspetto inizialmente timido per poi dimostrarsi un ragazzo tanto coraggioso quanto meschino. Insomma, l’uomo perfetto per molte, dolce ma bastardo allo stesso tempo.

– Che vuoi?! – Rose sbraitò. Quel giorno tutti cercavano di interrompere la sua strada al successo, una cosa di cui si sarebbero pentiti. Appena sarebbe diventata la ricercatrice più famosa al mondo, avrebbe inviato i suoi scagnozzi a trucidare chi nel passato aveva interrotto le sue sua sessioni di studio.

Albus alzò le mani in segno di resa, ma ciò non l’avrebbe salvato dalle azioni vendicative di Rose. – Volevo soltanto venire a vedere come stavi, è da quando siamo arrivati ad Hogwarts che non ci vediamo più. Sei così impegnata a studiare.

– Lo sai benissimo perché.

– Non vorrei dirti qualcosa che possa farti stare male... – Sospirò il serpeverde. – Ma mio padre è diventato famoso aprendo i libri soltanto il giorno prima della verifica.

– Tuo padre sarebbe morto subito se non fosse stato per mia madre.

Hugo fece spallucce. – È vero.

Albus si sedette al suo fianco guardandola con rimprovero.

Rose ricambiò lo sguardo. Era da giorni che si aspettava delle spiegazioni riguardo al suo amico Scorpius Malfoy. Non le era per niente andato giù quello che era successo, esigeva delle risposte.

Albus la squadrò, notando il suo sguardo contrariato e impaziente. – So a cosa pensi –. Disse.

– Ci credo sei un legilimens del cazzo, proprio come il tuo caro amichetto.

Il ragazzo sorrise, mostrando la sua dentatura perfetta e smagliante. Il verde dei suoi occhi brillò, come per magia, e qualche ragazzina infoiata alle loro spalle non riuscì più a staccargli gli occhi di dosso. – Mi dispiace –. Le disse con un sospiro.

– Che gli è preso? – Rose era preoccupata, sua madre le aveva esplicitamente detto di avere un dialogo normale con Scorpius Malfoy, una cosa che al momento le sembrava praticamente impossibile. Non aveva ancora capito per quale assurdo motivo avrebbe dovuto interagire con lui in modo amichevole, ma era abbastanza sicura che fosse per una delle maniere da crocerossina di Hermione Jane Granger.

– Non lo so –. L’ingenuo Albus alzò le spallucce. – Di solito non si comporta in questo modo.

– L’ho notato –. Soffiò la ragazza. Scorpius Malfoy le era sempre sembrata una persona molto riservata.

– Quella sera era solo un po’ stanco, lascialo perdere.

– Non è la prima volta che mi importuna in quel modo.

– Non è che ti va dietro?

Albus e Rose fulminarono Hugo con lo sguardo, impalandolo sul posto.

Il rosso deglutii. – Insomma, andare dietro nel senso che ha un particolare interesse nei suoi confronti, sai, girano molte voci riguardante il suo harem.

Rose lo prese quasi a schiaffi e cominciò letteralmente a tirargli calci sulle ginocchia. – Quella schifosa serpe, come osi. Devo ricordarti cosa mi ha fatto al sesto anno?

I due ragazzi cercarono allora di ignorare l’attacco fisico, e rimasero zitti e muti, a subire.

Rose si calmò presto, non era mica una schizzata lei, assolutamente no! Si rimise subito a sfogliare le enormi pagine verdi fogna di un enorme libro color verde fogna e dall’odore di fogna.

Gli altri due cercarono di capire cosa stesse leggendo, ma fu praticamente impossibile interpretare quella scritta corsiva all’incontrario. Ogni volta che Rose girava la pagina essa faceva uno strano rumore, come se stesse sfregando un enorme straccio imbevuto d’acqua. E a vedere il colore del libro sembrava proprio quello.

Guardarono la pila di libri che era posata di fronte a lei, e spalancarono gli occhi alla vista di un tomo particolarmente conosciuto lì ad Hogwarts: le pagine di quest’ultimo, infatti, erano famose perché sparavano delle fiamme cocenti contro al povero studente, se quest’ultimo non avesse trattato il libro con rispetto e cura.

– Porca Miseria, ci fosse internet in questa maledetta scuola! – Sbottò Rose all’improvviso, facendo sobbalzare tutti. Evidentemente, anche lei si era resa conto che suo carico di libri era leggermente ridondante.

– Ma così si rovinerebbe tutta la magia! – Protestò Hugo, evidentemente contrariato da una cosa nuova come internet, nel 2023, oppure generalmente contrariato a qualsiasi cosa che andasse a genio a sua sorella.

Rose lo guardò con i capelli di fuoco: – Cosa me ne importa dell’atmosfera magica! Devo restare sveglia fino a notte tarda per cercare informazioni su dei libri tardi quando il resto del mondo civilizzato ha internet? Ma andiamo! – Sbuffò.

Un gruppetto di studenti dentro alla biblioteca cominciò ad organizzare una congiura per far fuori Rose Weasley, visto che quel giorno non sembrava essere intenzionata a stare zitta un secondo e aveva anche cominciato ad oltraggiare le loro tradizioni in favore di quegli sporchi oggetti babbani.

– Vallo a dire a uno che fa le versioni di greco fino a tarda notte che non può usare internet solo perché altrimenti rovina la magia del “Dizionario da 3 chili”! – Continuò ad urlare, puntando il dito contro ad Hugo e accusandolo dei più grandi crimini dell’universo. – Vedi poi cosa ti fa!

Il fratello si ammutolì. – Io non voglio essere picchiato con un dizionario di greco…

– E fai bene.

Albus stava per controbattere in difesa dell’amico quando Hugo interruppe l’arringa sul nascere: – Oh, sentite, mi sono rotto –. Si alzò dalla sedia e si sistemò un po’ i capelli rossicci e crespi. – Rose cara, giovedì prossimo diamo una festicciola notturna nel bagno dei prefetti –. Le fece l’occhiolino, per farla stare calma e per non farle distruggere l’intera biblioteca, anche perché a momenti l’avrebbe fatto una grossa fiammata proveniente da quel maledetto libro. – La festa è solo per Grifondoro –. Guardò male Albus.

– Non è giusto! Siamo cugini! – Protestò la serpe.

Il rosso rise e li salutò entrambi, dandosela a gambe prima che i congiurati della biblioteca avessero l’intenzione di colpire pure lui. – La festa dura fino alle due di notte, Rose, se riesci a finire di studiare prima, sarebbe bello se tu facessi un salto.

– Ma abbiamo lezione il giorno dopo! – Urlò lei, staccando il volto dalle pagine per un nanosecondo, ma Hugo era già scappato via.



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Stalker, ecco cos’era. Un fottutissimo stalker.

Era così che Scorpius si era sentito quando era sgattaiolato furtivamente all’interno della biblioteca verso ora di cena, nel momento in cui era completamente vuota. Sarebbe stato meglio se nessuno l’avesse visto prendere dallo scaffale quel libro in particolare, aprirlo su un tavolo e leggerlo in tutta tranquillità per ore intere.

 
L’ultima guerra magica

 
Era roba da secchioni studiare la storia recente, lo aveva sempre pensato, ma lo aveva sempre fatto anche lui. In molti casi si era rivelato particolarmente utile, specialmente quando aveva zittito i soliti figli di mezzosangue che mettevano in giro voci insensate su suo padre, in particolare quella in cui lui si sarebbe mangiato dei bambini.

Si mise in un tavolo a ridosso del muro, nascosto dalle lunghe librerie che occupavano la biblioteca, così se fosse entrato qualcuno non l’avrebbe mai visto. Essere intelligente sì, ma sembrare un secchione anche no.

Il libro era parecchio grande ed era rilegato in una copertina di pelle di drago marrone, molto solida e resistente. Stampato sulla copertina c’era, giusto per sottolineare l’evidenza, il magico trio: Harry Potter, Ron Weasley ed Hermione Granger, accompagnati sullo sfondo da Albus Silente, Severus Piton, tanta altra gente che conosceva ormai a memoria, e, per ultimo, in fondo, Lucius Malfoy, suo nonno. Era ritratto molto indietro, la nebbia si mischiava insieme ai suoi capelli platinati, rendendolo quasi irriconoscibile. Era girato di schiena e guardava altrove, del tutto distaccato da tutto quello che stava succedendo in quegli anni, come se avesse voluto fuggire, cosa che, poi, aveva fatto davvero.

Anche Scorpius avrebbe tanto voluto scappare da tutta quella situazione, ci aveva provato sin da quando era infante, ma gli errori dei suoi antenati gli erano inevitabilmente caduti addosso. Era lui l’ultimo discendente di casa Malfoy, ormai maggiorenne, e avrebbe dovuto condurre il futuro della sua famiglia allo splendore che era un tempo, perciò doveva assolutamente avere Rose Weasley.

Aprì subito il libro al capitolo di Hermione Granger, grande quasi quanto quello di Silente. Niente male la Ministra, pensò.

Nonostante sapesse la sua storia praticamente a memoria la rilesse, alla ricerca di qualche dettaglio riguardante sua figlia che gli era sfuggito. Si rese subito conto del fatto che Granger fosse più una paladina in difesa dei più deboli, rispetto a una secchiona come sua figlia. Non sembrava neanche che la Mezzosangue avesse tanti amici, mentre la Weasley invece ne era circondata e sommersa, tra amici, ammiratori e leccaculo. A Scorpius venne un groppone alla gola al pensiero che lui avrebbe fatto parte dell’ultima categoria, lui non leccava i piedi di nessuno, mai, erano gli altri a farlo a lui.

Riguardò bene la foto della Granger, quello sguardo risoluto, che sembrava penetrarti fin dentro l’anima, in grado persino di distruggerti con una sola occhiata. La sua determinazione era così evidente che sarebbe riuscita a spostare una montagna soltanto guardandola, d’altro canto era il Ministro della Magia. Scorpius le coprì i capelli castani e riguardò meglio la foto. Sguardo determinato, coraggioso e intelligente… quella era Rose Weasley, cazzo. E si immaginò pure che muovesse le labbra e gli dicesse: “La prossima volta ti impalo con quella scopa Malfoy”. Sì, sarebbe stata capace di farlo.

– Ehy.

Delle morbide e calde labbra si appoggiarono sul suo collo, cominciando poi a spostarsi con fluidità e calore fino al suo mento. Scorpius si girò, anche se sapeva già di chi si trattasse. – Ciao Erika. Che ci fai qui? – Borbottò.

– Ma come? – Lei gli sorrise con una punta di malizia, cominciando ad accarezzargli i capelli in modo dolce. – Perché continui a fingere di non essere un secchione? Ogni volta che entro qui ti trovo sempre a spolverare qualche vecchio libro –. Gli prese dalle mani il grande tomo, senza staccare l’altra dalla sua nuca. – Storia della magia? Addirittura, Scorpius?

Il ragazzo se lo riprese senza troppa galanteria. Anche se era stato beccato con Erika il suo segreto era al sicuro. – Stavo studiando –. Disse con uno sbuffo, cercando di mostrarsi disinteressato.

– Oh... – A Erika si illuminarono gli occhi e fece ondeggiare i suoi capelli neri lunghi fino al sedere, con un ghigno provocante. – Quale nuovo incarico ti ha dato tuo padre? – Sghignazzò.

– Come hai fatto a capirlo?

– Sono una serpeverde, diamine Malfoy –. Lei sbuffò, prendendosi una ciocca di capelli fra le dita e cominciando ad arrotolarla, come faceva quando si metteva in mostra. – E la tua mente è stata fin troppo agibile, eri sovrappensiero? Ho visto che pensavi a qualcosa che aveva a che fare con la tua famiglia.
Scorpius non le rispose, ma allontanò la sedia su cui era seduto dal tavolo, invitandola a sedersi sopra di lui.

Lei si sedette sulle sue gambe, mettendosi tutta comoda e la sua smorfia maliziosa divenne improvvisamente affettuosa. – Mi vuoi dire cosa succede? – Fece gli occhi dolci, una mossa meschina visto il colore blu profondo che avevano. Come se non bastasse cominciò a sistemargli la cravatta e a lisciargli la camicia, ruffiana maledetta.

– Non c’è bisogno che utilizzi questo tipo ti tattica, cara –. Scorpius ghignò. - Lo sai che ormai ti dico quasi sempre tutto –. E le prese il viso tra le mani, avvicinandosi a lei.

– Appunto, quasi tutto –. Sussurrò lei con un sorrisino.

– Non posso mica rivelarti tutti i miei segreti –. Le soffiò in un orecchio e lei ebbe un piccolo brivido.

Erika riprese ad accarezzargli il petto, guardandolo con una punta di desiderio. – Un tempo, però, lo facevi.

– Quegli anni sono passati –. Scorspius ad essere un po’ più serio.

Lei si alzò allora dalla sue gambe, lasciandogli un buffetto a fior di labbra. – Mi se mancato, Scorp, per tutta l’estate –. Gli disse con una punta di tristezza. – Tuo padre ti ha sempre trattenuto in casa per quelle sue faccende, e oltretutto sono una Mezzosangue, non mi avrebbe mai fatta entrare in casa tua.

– Lo so… E non sai quanto mi dispiace.

Ne era davvero rattristato, Erika era una sua grande amica, sin da quando aveva iniziato a frequentare Hogwarts, ma non aveva mai avuto l’occasione di ospitarla al suo maniero, e lui non era mai potuto andare al suo. La famiglia di Erika proveniva da un lontano ramo nobile, quindi anche loro erano dei sangue blu in un certo senso, ma suo padre si era sempre mostrato irremovibile nelle sue decisioni. Se non si trattava di un sangue puro, la risposta era sempre stata un secco no, a meno che la persona in questione non avesse dei particolari agganci politici, come la Weasley, ad esempio.

La ragazza si mise a ridacchiare. – Non fare quella faccia, su!– Gli diede una sberla sulla spalla.

– Che fai? Mi picchi?

– Oh poverino.

– La mia spalla, la mia povera spalla… – Scorpius cominciò a massaggiarsela. – Ora la mia pelle non sarà più liscia e bianca come quella di un tempo, sigh.

– Che male c’è nell’essere un pellerossa? – Erika mise le mani sui fianchi, con uno sguardo divertito. – Se vuoi ti faccio diventare tutto rosso, dalla testa ai piedi, come un vecchio indiano!

Scorpius fece una smorfia disgustata. – Bleah. No grazie, ci tengo a rimanere nella mia candida pelle bianca.

La ragazza aprì la bocca, stupita, si mise le mani tra i capelli e con fare molto teatrale urlò: – Uh, RAZZISTA! – E scoppiò a ridere, puntandogli il dito contro.

Scorpius dovette alzarsi dalla sedia e zittirla, per evitare che le sue urla attirassero qualche curiosone. Non era la prima volta che si era ritrovato ad essere il protagonista di un episodio simile, e non era mai andata a finire bene. Baciò Erika sulla punta delle labbra, e questo bastò a farla tacere.

– Mio Dio, volevi solo un bacio? – Scorpius si mise una mano nei capelli, sospirando.

Erika annuì con forza.

– C’era il rischio che io finissi al centro di una rissa di nati babbani vendicativi solo perché tu volevi un bacio? – Fece il finto offeso. – Okay, ora sparisci. Aria, sciò – E la scacciò.

Erika gli diede un ultimo buffetto sulla guancia e lo salutò. – Giovedì prossimo, di sera, c’è una festa qui ad Hogwarts, ci porta lì Albus. Vorrei tanto che tu venissi, e poi passiamo la notte in camera tua come un tempo, mi sei mancato –. Gli fece un occhiolino malizioso e se ne andò, dopo avergli accarezzato ancora una volta la chioma di capelli biondi.

Scorpius la salutò e promise che sarebbe venuto, quella sera. Anche a lui era mancata tanto in quegli ultimi mesi. Erano quasi completamente inseparabili, due amici sin dall’infanzia. Un’amicizia proibita, visto il loro sangue.

Alla fine quella giornata si concluse con il nulla assoluto. Scorpius chiuse il grande libro con un tonfo e lo ripose al suo posto. Era già in ritardo per la cena e si incamminò a passo svelto verso la Sala Grande, per non saltare completamente il pasto.



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Il titolo:

Semplicemente si riferisce a quanto i libri siano pericolosi, sia per la loro eccessiva mole che per il loro contenuto (specialmente se sputano fiamme, diciamo)




Spazio autrice:

Eccomi qui con il terzo capitolo! Il prossimo sarà leggermente più lungo, e ci avviciniamo sempre di più al momento in cui succederà tutto il casino che farà partire la vera trama della storia. (Spoiler: sarà tra due capitoli)

Spero il capitolo via sia piaciuto, ci vediamo il prossimo venerdì ;)

- Martaina
   
 
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