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Autore: _armida    28/09/2020    2 recensioni
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E se Ben Solo non si fosse mai unito al Lato Oscuro?
Probabilmente sarebbe rimasto a seguire gli insegnamenti di Maestro Luke (e magari si sarebbe ritrovato tra capo e collo un'altra padawan di nome Rey). Senz'altro si sarebbe unito alla Resistenza per combattere il Primo Ordine.
...ecco la mia versione (da ridere) di come sarebbe potuta essere una giornata alla Resistenza (con inconveniente annesso).
Dal testo:
"Come era la vita in una base ribelle? Tutti si sarebbero aspettati sparatorie e attacchi a sorpresa del Primo Ordine a non finire.
Certo.
Un giorno su trecento poteva essere così, se andava bene - e per quel giorno la finissima espressione "e mo' so' cazzi" sarebbe parsa la più adatta di tutte -...ma gli altri?
Una noia mortale"
...o forse no.
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Rey
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Parte IV

 

“Sarebbe questo il tuo geniale piano?!”, urlò Ben a voce talmente alta che per un istante Rey credette che sarebbero stati scoperti seduta stante. 

Il Jedi la osservò con un’espressione sconvolta sul volto, mentre la ragazza cercava di capire che cosa avesse detto di tanto scioccante. Aveva solo esposto il proprio piano. 

Il più semplice, rapido ed indolore piano che le fosse venuto in mente. 

Era anche facile: Ben avrebbe finto di farsi catturare, in modo da attire l’attenzione di Hux su di sé e nel frattempo Rey avrebbe posizionato delle cariche esplosive lungo le cisterne contenenti il plasma. 

Avrebbe anche lasciato il detonatore in mano a Ben, in modo che fosse lui a far saltare tutto in aria. Che cosa voleva di più?

Assunse un’espressione perplessa: forse non lo convinceva la parte in cui avrebbe dovuto fare gli occhi dolci ad Hux per essere certi che così facendo sarebbe stato completamente distratto? Quella era la parte facile in confronto al dover strisciare inosservata tra tubi e cavi per piazzare le cariche esplosive. 

Davvero non lo capiva. 

Sbuffò spazientita. 

“Che c’è adesso?”, chiese bruscamente. 

“E me lo chiedi anche?! La parte in cui devo provarci spudoratamente con Hux non ti dice niente?”, sbottò lui. 

Rey scosse la testa. “Non vedo cosa ci sia di così sconcertante”, disse con un tono in apparenza disinteressato. La verità era che da un momento all’altro sarebbe senz’altro scoppiata a ridere. 

“Dovresti provarci tu con lui, non io!” 

Questa volta la ragazza non riuscì a trattenersi e si lasciò andare ad una breve risata. “Posso assicurati che io non sono DECISAMENTE il suo genere” 

“E lo sarei io?!” 

“Assolutamente. Devo ricordarti di quella volta che sei stato fatto prigioniero sull’incrociatore di Hux e di come ti ho ritrovato? Legato e senza maglietta?” 

Ben sbuffò, molto più che irritato. “E’ stato un incidente”, ribatté a denti stretti. “E comunque non vedo tutta questa grande necessità di dover rischiare il mio didietro!” 

“Certo che è necessario! E ti ricordo che dovrai anche essere più che convincente se vogliamo che se la beva e che tutto fili liscio”, replicò, per poi rendersi conto che forse avrebbe avuto maggiori possibilità di averla vinta cambiando atteggiamento. Gli posò una mano sul braccio muscoloso, prendendo ad accarezzarlo sensualmente. “E poi, posso assicurarti che un simile sacrificio sarà adeguatamente ricompensato a missione conclusa”, sussurrò utilizzando un tono di voce basso e volutamente lento contro l’orecchio di lui. 

Osservò il ragazzo farsi estremamente interessato, lo sguardo liquido e carico di desiderio. 

“E di che ricompensa si parlerebbe?”, chiese Ben con voce più roca di quanto avrebbe voluto. 

Rey si avvicinò ancora di più a lui, mormorando al suo orecchio parole talmente basse che il ragazzo quasi credette di essersele immaginate.

“Ci sto!”, disse immediatamente, fiondandosi sulle labbra di lei per un lungo bacio. “Potrei avere una piccola anteprima?”, chiese ansante. 

Per tutta risposta Rey rise, allontanandosi da lui. “Niente anteprima, avrai quanto pattuito a fine missione. E solo se seguirai alla lettera il mio piano”, ribatté. Si mise a scrutare nuovamente con il binocolo la zona di estrazione. “Bene, direi che puoi andare”, concluse, per poi ricordarsi d’altro. 

Si fece nuovamente vicino a lui, prendendo ad armeggiare con la sua cintura. 

“Questo non è affatto d’aiuto”, si lamentò Ben, mantenendo lo sguardo fisso sulle mani di lei.

“Calmo, stallone, sto solo prendendo le cariche esplosive”, disse Rey, sganciando una serie di - all’apparenza innocue - piccole semisfere. Le mise nelle tasche dei propri pantaloni.  

“Non mi pareva proprio fossero quelle le tue intenzion…-” 

Rey smise di ascoltarlo, preferendo dare inizio al piano: con l’aiuto della Forza fece scivolare lungo il pendio una serie di piccoli sassi che attirarono lo sguardo - e sopratutto i blaster - degli assaltatori sul loro nascondiglio. 

Li avvertirono intimare l’alt. 

“Bene, direi che è appena arrivato il tuo momento di entrare in scena”, disse ironica a Ben. Indietreggiò fino all’albero più vicino, nascondendosi poi dietro ad esso mentre il ragazzo si guardava in giro confuso. Le lanciò un’ultima occhiata piena d’astio prima di farsi strada tra i cespugli con le mani alzate in segno di resa. 

“Non sparate”, gridò. “Mi arrendo”, aggiunse cercando di essere convincente. Nella sua mente le imprecazioni si alternavano velocemente. 

Iniziò a scendere il pendio lentamente, attento ad ogni passo. 

Una ventina di blaster erano puntati contro di lui e tutto questo per cosa? Per assecondare quella svitata della sua ragazza?

 Mannaggia a lei e alle sue pessime idee! 

E mannaggia anche a sé stesso che la stava pure ad ascoltare! 

Se non fosse stato troppo orgoglioso avrebbe maledetto anche il proprio pessimo autocontrollo: erano bastate un paio di carezze e delle promesse sussurrate all’orecchio per farlo cadere ai suoi piedi come un pollo! 

Inciampò in un sasso e per poco non cadde a terra: visto la pendenza, probabilmente l’avrebbe fatta a rotoloni fino alle piattaforme di estrazione. Questa volta un’espressione forbita uscì spontaneamente dalle sue labbra. 

E fu certo di aver ammutolito chiunque nel raggio di chilometri. 

Senz’altro gli assaltatori lo furono, dal momento che abbassarono le loro armi per qualche istante. Probabilmente sotto ai loro caschi avevano assunto un’aria di sgomento. 

Tornarono in posizione solo nel momento in cui avvertirono la porta di una delle baracche aprirsi. 

Il Generale Hux ne uscì circospetto. Le urla dei suoi uomini e i loro movimenti lo avevano insospettito, portandolo ad indagare meglio su cosa stesse avvenendo là fuori. 

Di certo non si sarebbe mai aspettato la scena che gli si parò davanti agli occhi. 

“Mi arrendo, Generale”, disse Ben una volta raggiunto il camminamento a lui più vicino. “Voi siete decisamente in maggioranza e io sono qui solo”, aggiunse a capo chino, abbassando leggermente la voce alla parola solo. 

Un chiaro invito che sperò Hux cogliesse al volo. 

Prima lo avrebbe distratto, prima sarebbe finito quel calvario. 

Il rosso lo osservò con un sorriso che non prometteva niente di buono. Fece cenno ai due assaltatori che tenevano Ben per le braccia di fare alcuni passi indietro, in modo che potesse osservare meglio il ragazzo. Gli camminò attorno lentamente, studiandolo e non lasciandosi sfuggire nessun particolare. 

Ben tremò interiormente, maledicendo per l’ennesima volta Rey per quel pessimo piano mentre avvertiva lo sguardo rapace di quell’uomo su di sè… su alcune parti di sé in particolare. 

Qui c’era davvero da rischiare il didietro. 

“Ben Solo”, disse Hux in sussurro tutt’altro che innocente. Gli lanciò un’altra lunga occhiata prima di parlare nuovamente, questa volta con tono più professionale. “Le armi, prego. La sua spada laser in primis”. 

Perchè a Ben quelle ultime parole sembravano avere tutt’altro significato? 

Gli venne in mente quella volta che Rey era andata in missione esplorativa in un avamposto di non si ricordava più quale pianeta. Se ne era tornata con parecchie informazioni importanti… e una scatola di preservativi che si illuminavano al buio. 

Anche in quel caso aveva parlato di spade laser… 

Cercò di rimuovere quei ricordi dalla mente e nel frattempo sganciò la spada dalla cintura, porgendola poi ad Hux insieme ad un piccolo blaster. 

Un paio di assaltatori fecero per avvicinarsi per perquisire il ragazzo, ma il Generale bloccò i loro gesti sul nascere. 

“Alla perquisizione posso pensarci io”, li ammonì. Indicò con un elegante gesto della mano la costruzione da cui era uscito. “Prego, dopo di lei”, disse a Ben. 

Il ragazzo entrò fingendo un passo sicuro, ma in realtà tutt’altro che certo che quella fosse una buona idea. 

Ora capiva suo nonno e la sua strana passione per lo strangolare ufficiali imperiali. In quel momento avrebbe tanto desiderato fare lo stesso. 

Alzò la mano pronto a mettere la parola fine a quella farsa, ma poi si ricordò delle parole di Rey: quella logorroica della sua ragazza era stata fin troppo chiara su cosa sarebbe successo - o NON successo, sarebbe stato più corretto dire - se avesse sviato dal piano. 

E il piano comprendeva unicamente il distrarre il Generale a parole e gesti. 

Sbuffò ed abbassò l’arto. 

Si voltò verso Hux quando lo avvertì chiudere la porta alle spalle di entrambi. 

Osservò l’ambiente in cui si trovava: la baracca aveva un’unica stanza con una grande scrivania al centro e alcune sedie. 

Non vi erano altre vie di fuga, in un certo senso era in trappola. 

   
 
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