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Autore: LorasWeasley    29/09/2020    1 recensioni
AU [FrUK]
"Quanto è sottile la differenza tra l’essere amici o qualcosa in più?
Era ovvio a tutti che si sarebbero messi insieme, ma come farglielo capire?"
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Incidenti

Quella mattina Francis si alzò con tutta calma, era l’unico giorno della settimana che aveva lezione solo il pomeriggio, quindi poteva rilassarsi e recuperare il suo sonno mancante.
Aperti gli occhi decise di rimanere a letto fino a quando le sue necessità primarie non l’avrebbero chiamato.
Allungò la mano per prendere il suo telefono e vedere cosa ci fosse di nuovo.
Aveva diverse notifiche in vari social e un paio di messaggi da chat differenti.
Arthur gli aveva inviato un unico messaggio quella mattina presto, c’era scritto “Ho dimenticato una cosa, appena ti svegli chiamami”.
Francis immaginò che non l’avesse chiamato lui perché non voleva svegliarlo.
Sorrise per quella premura e inoltrò la chiamata con il suo coinquilino.
-Francis!- rispose sorpreso Arthur.
Francis corrugò le sopracciglia confuso –Arthur…- rispose incerto –Non mi avevi chiesto tu di chiamarti?
Ci fu silenzio dall’altra parte.
-Per una cosa che ti eri dimenticato?
-Oooh! Si certo! Sono passate così tante ore che l’avevo nuovamente dimenticato- rise quasi istericamente, c’era qualcosa che non andava, perché l’inglese aveva tutto quell’imbarazzo addosso?
-Arthur tutto okay?
-Certo!- rispose l’altro troppo in fretta e con una voce più alta del normale, prima che Francis potesse domandargli se ne fosse sicuro o meno continuò –Ho dimenticato le dispense della lezione che ho dopo pranzo, sono sopra la mia scrivania, non è che potresti portarmele appena vieni in università? So che devi fare tutto il giro per venire nella mia area, ma sono davvero importanti e…
-Nessun problema- Francis bloccò quel flusso di parole –Te le porto a pranzo.
-Grazie! Allora ci vediamo dopo, ciao!
E chiuse la chiamata prima ancora che l’altro avesse avuto il tempo di rispondere.
Francis sbatté le palpebre confuso fissando lo schermo del telefono adesso nero, che diavolo di problemi aveva il suo coinquilino?
Sapeva che fosse strano, ma non era mai arrivato a questo livello senza una spiegazione plausibile.
Sbuffò e si stiracchiò per poi alzarsi dal letto e iniziare seriamente la sua giornata.
 
Francis raggiunse Arthur quando mancavano ancora 40 minuti per l’inizio delle lezioni pomeridiane.
Si erano scambiati dei messaggi poco prima e Arthur l’aveva avvertito che si trovava seduto nelle panchine del suo cortile a pranzare.
Francis lo vide da lontano mentre lo raggiungeva, era seduto insieme a un gruppo di suoi colleghi tra i quali riconosceva solo Matthew.
Arthur gli dava le spalle e fu proprio il gemello a notarlo e chiamare Arthur per indicarglielo.
Arthur sussultò sul posto, Francis notò che tutto il gruppo aveva iniziato a fissarlo e qualcuno stava parlando sottovoce mentre altri commentavano qualcosa tra di loro.
Si sentì in soggezione e rallentò il passo non più scuro di volerli raggiungere.
Probabilmente Arthur pensò la stessa cosa perché posò il suo contenitore del pranzo e si avviò verso di lui per incontrarlo a metà strada.
Francis vide Matthew sorridergli quasi come se si dovesse scusare e alzare una mano in segno di saluto.
Francis rispose facendo un cenno e attese che Arthur lo raggiungesse.
-Ciao- disse questo mordendosi un labbro, le sue guance erano leggermente rosee.
-Ehy- Francis lo scrutò passandogli lentamente le dispense che l’altro aveva chiesto –Si può sapere che problema c’è oggi?
-Problema?- la voce dell’inglese era davvero isterica mentre si stringeva i fogli che gli erano appena stati dati al petto –Non capisco cosa tu stia di…
Francis lo interruppe –Arthur. I tuoi colleghi continuano a guardarmi e a parlottare tra di loro, inoltre tu sembri sull’orlo di una crisi di nervi.
-Ah… Okay senti mi dispiace ma…- Arthur distolse lo sguardo, una mano che andava a grattarsi la testa in imbarazzo, il rossore sulle sue guance si era diffuso ed era diventato più evidente –Io ti ho… accidentalmente chiamato “il mio ragazzo” oggi.
La frase si concluse in un mormorio sempre più basso.
Francis rimase in silenzio, fissò Arthur con gli occhi sbarrati, poi i suoi colleghi dietro e tornò con lo sguardo sul suo coinquilino, infine scoppiò a ridere.
Arthur strabuzzò gli occhi a quella reazione e lo fissò incredulo –Perché stai ridendo!?
-Cioè tu sono ore che stai nel panico solo per questa piccola cosa?- la sua risata si fece più potente.
Arthur arrossì del tutto –Credevo che ti saresti incazzato con me!
-Oh dio, sei un idiota- si asciugò le lacrime che si erano formate agli angoli dei suoi occhi per il troppo ridere –Rilassati okay? Non è un problema.
Arthur sospirò facendo uscire tutta la tensione che si era accumulata sul suo corpo.
Francis lo fissò con un sorrisetto –Però…- aggiunse –Nessuno mi impedisce di divertirmi.
Arthur lo fissò con un sopracciglio alzato, non gli piaceva per nulla l’espressione che l’altro aveva appena fatto, non prometteva nulla di buono.
-Hai detto loro che è stato un errore?
-Certo!
-E ti hanno creduto?
-Ci sto lavorando.
-Bene- ampliò il suo sorriso e si chinò su di lui afferrandogli il mento con una mano e lasciandogli un breve bacio sulla guancia, vicinissimo all’angolo della bocca, ma Francis sapeva bene che da dietro i suoi colleghi l’avrebbero scambiato per un bacio in bocca.
-Cosa…- Arthur stava andando a fuoco, bloccato sul posto impossibilitato a reagire in qualche modo.
-Continua a spiegargli adesso che è stato solo un incidente.
-Ah… AH!- Capì che l’altro lo stava solo prendendo in giro e il suo piede si mosse da solo per rifilargli un calcio.
Ma Francis lo conosceva bene e si scostò senza problemi, con il suo sorriso da schiaffi in volto si allontanò quasi di corsa urlando –Ci vediamo stasera a casa, divertiti!- compreso di occhiolino.
-IO TI ODIO!- ma a quella imprecazione rispose solo la risata divertita dell’altra.
  
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