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Autore: _Kurama_    29/09/2020    2 recensioni
Una famiglia.
Due continenti.
Ritorni e partenze.
Candy e suo marito vivono con i cinque figli in un continente lontano;
tutto cambia quando arriva una lettera da Chicago.
Candy e la sua famiglia dovranno affrontare un lungo viaggio alla riscoperta di sé stessi e delle loro radici.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                   Your Song

                                                                                                      Prologo

“Candice!”
“Zahra, eccoti finalmente!”
“Ciao bimba, ho sentito molto la vostra mancanza in questi giorni.” 
La voce profonda della donna provocò in Candy una prolungata sensazione di calore, era mancata molto anche a lei.
“Come sta tua figlia?” 
“Bene, ha dato alla luce un bambino bellissimo!”
Facendo volteggiare nell'aria i lunghi e morbidi ricci dorati Candy strinse la sua Mama in un forte abbraccio “oh Zahra, sono così felice! Sei sicura che non vuoi che resti da noi? Ci farebbe così contenti, la casa è enorme!”
“No, Candice, sta lavorando nei campi vicino al fiume e alloggia presso il padrone, sta bene lì, lui è buono!” rispose la donna stringendo tra le sue le mani di quella donna che da vent’anni, ormai, era come una figlia.
Candy sorrise, luminosa, la luce del tramonto arancione e calda come il fuoco faceva splendere ancor di più gli occhi color smeraldo.
“Candice ma i bambini? Dove sono i bambini? E Diana ed Anthony? Ho visto Morgana fuori che giocava con Nina ma gli altri sono scomparsi!”
“Oh tranquilla, sono andati tutti in clinica con Albert, è arrivato un leone ferito e lui è dovuto correre lì con urgenza.”
La donna tirò un sospiro di sollievo e non perse tempo: si sfilò la giacca di cuoio e indossò il grembiule bianco che risaltava come il gesso sull’asfalto sulla pelle nera della donna.
“Ah-ah Zahra- fece Candy alzando un dito—tu questa sera riposi, alla cena ci penseremo noi!”
“Ma, Candy, non sono stanca io!”
“Non importa, hai avuto dei giorni faticosi, su va’ a stenderti, ti chiamerò io non appena la cena sarà pronta!”
Zahra sorrise “grazie piccola!” e si strizzarono l’occhio.


Con le mani sui fianchi Candy osservò le pentole della cucina come un soldato in guerra
“a noi!” guardò fuori dalla finestra e sorrise e sorrise nel vedere i cuccioli di leone, nati da pochi giorni, mordicchiare affettuosamente le orecchie della madre; 
fu distratta dal rumore della porta di ingresso.
Una ragazza dai luminosi occhi verdi e lunghi capelli ramati raccolti in una treccia le rivolse uno sguardo frastornato “ti prego, non dirmi che cucini tu.”
“Perché?” fu l’ingenuo risposta della donna bionda.
“Perché sei pessima mamma!”
Candy sbuffò
 “Zahra ha bisogno di riposare, per carità, lasciate andare quella povera donna!”
Morgana rise e prese il cucchiaio di legno dalle mani della madre “Mamma, non conta che cucini Zahra, sei solo tu quella pericolosa ai fornelli- e rise ancora- ah e Diana, a volte.”
“Sei davvero una figlia degenere, lo sai?”
“Lo so, sono tua figlia!- le diede un bacio sulla tempia- Non te la prendere, per stasera faccio io.”
La donna, sconfitta, diede un buffetto affettuoso sulla fronte della figlia e iniziò ad apparecchiare il grande tavolo di legno.
“Mamma, papà e i ragazzi credi che faranno tardi?”
“No, tesoro, sono usciti già da qualche ora, penso stiano per tornare, ah e prepara un po’ in più è probabile che verranno anche i ragazzi del recinto, sono venuti loro a prendere tuo padre!”
“Sissignora!”




Candy poggiò lo sguardo sulla tavola imbandita, erano quasi le otto e a breve sarebbero arrivati tutti; si precipitò al piano di sopra per chiamare la Mama.
“Zahra, è quasi pronto! Sta tranquilla, Morgana ha preso in mano le redini della cucina quindi, sarà tutto buono!” esclamò facendo capolino dentro la camera della donna.
“Candice, piccola, vieni siediti accanto a questa vecchia signora!”
La bionda obbedì e si sedette sul letto, avvolgendo la più grande in un caldo abbraccio
 “c’è qualcosa che ti preoccupa? A me puoi dirlo, lo sai.”
“E’ solo che, non ho mai viaggiato oltreoceano e non credo che la vostra famiglia sarà lieta di avere qualcuno come me in casa, non voglio causarvi problemi.”
“E non ce ne darai, Zahra, tu sei della famiglia e il tuo è uno dei cuori più belli che abbia conosciuto e nulla, e ripeto, nulla è più importante di questo.”
Mani nelle mani, le carnose labbra di Zahra si posarono sulle mani abbronzate di Candy “ ti voglio bene, piccola e ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me, nulla sarà mai abbastanza per ricompensarti.”
“Mama, se qui c’è qualcuno da ringraziare sei tu: sei la donna che ci ha portati alla scoperta di un luogo così diverso da quanto abbiamo mai conosciuto, sei la donna che ci ha aiutati con i nostri figli e che li stringe al petto come fossero suoi, tu sei il nostro perno, sei la radice grazie alla quale abbiamo potuto dare vita ad un magnifico albero, qui, nella tua terra, nella terra dei nostri figli, è grazie a te che siamo riusciti a creare una vita così bella qui, grazie alla tua fiducia.” Candy accarezzò il volto della donna con gentilezza e nascose il viso nei suoi folti ricci neri e qualche lacrima sfuggì al su controllo.
Sentirono provenire dal piano inferiore un allegro frastuono “ecco i piccoli terremoti, su, andiamo e sta’ tranquilla.”
Si sorrisero.



“Ciao mamma!”
“Ciao piccolo!”
Candy spalancò le braccia per afferrare al volo il bambino che correva verso di lei.
“Allora? Com’è stato aiutare papà in clinica? Sei stato bravo?” gli diede un bacio sulla tempia scompigliandogli i capelli color nocciola.
“Bravissimo mamma, te lo giuro, ho aiutato io papà a far guarire il leone!”
“Sta dicendole verità, gli ha dato dei baci talmente forti che sarà questione di qualche giorno prima che si rimetta in piedi!”
L’uomo che aveva appena parlato si avvicinò alla moglie dandole un bacio a fior di labbra.
“Che odore!
 Zahra, ma tu non eri con tua figlia?” esclamò allegro.
“Sì, ma sono tornata prima, fortunatamente lei sta bene!”
“Ne sono felicissimo, questo posto è un disastro senza te, ci sei mancata tantissimo!” l’uomo lasciò un bacio sulla testa nera della donna.
“Ciao papà!”
Morgana sbucò dalla cucina tenendo un pentolone tra le mani.
“Forza pesti, pronti a mangiare, lavatevi le mani!”
“Bentornato, amore” Candy soffiò nell’orecchio del marito aggrappandosi alle sue spalle, lui la fece voltare e la strinse a sé.
Lei fu solleticata dal forte odore di spezie dei suoi lunghi capelli, prese una ciocca e se la rigirò tra le dita.
Lui inspirò l’odore di miele della sua pelle, morbida e calda.
“Albert, dobbiamo parlare del viaggio.” Lei si accoccolò sul suo petto.
“Lo so, tesoro, lo so.” Le baciò gli occhi. “Andiamo a cena, ne parliamo dopo.”
Lei annuì e si sedette accanto a lui, sulla panca di legno.
“Mamma, va tutto bene?”
A parlare era stata una giovane donna, dai lunghi ricci biondi e gli occhi blu, profondi quanto il mare.
“Certo Diana, sta tranquilla.” Candy sorrise e strinse la mano di Albert.
Lui le rivolse un sorriso e osservò i presenti: c’era Zahra, seduta a capotavola, con a destra Diana e dall’altro lato Anthony, i gemellini sedevano accanto a Diana e a Fela, il suo assistente, poi vi erano i ragazzi del recinto, Mosi e Yela, Morgana sedeva all’altro capo della tavola.
“Buon appetito a tutti!”



Spazio Autrice

Salve ragazzi, eccomi alla mia prima fanfiction su Candy Candy.
Spero vi abbia fatto una buona prima impressione . ho cercato di uscire un po' dalle solite storie e mi farebbe tanto piacere sapere cosa ne pensate!
A breve seguirà il primo capitolo!
Un abbraccio 

 
  
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